IL BATTESIMO DELLO SPIRITO SANTO

  

Chi è diventato credente si fa battezzare biblicamente in acqua per immersione nel Nome del Signore Gesù Cristo, confermando nel cospetto di Dio di aver accettato il Nuovo Patto da Lui istituito. Come conferma di averlo accettato, Dio dà al credente il battesimo dello Spirito Santo, un’esperienza soprannaturale che hanno fatto e fanno tutti i veri credenti fin dal giorno di Pentecoste. Si potrebbero scrivere interi volumi su questo tema, ma qui tratteremo solo i più importanti ambiti dell’operato dello Spirito. In primo luogo, debbono essere prese in considerazione le promesse che furono date anticipatamente riguardo al battesimo dello Spirito Santo. Nel capitolo 2 del libro del profeta Gioele viene descritto l’avvenimento di Pentecoste.

Nessun uomo ha influenza su questa esperienza, poiché è un avvenimento soprannaturale che Dio stesso fa vivere al credente. Per questo motivo l’apostolo Pietro disse: “… questo è quel che fu detto per mezzo del profeta Gioele: E avverrà negli ultimi giorni, dice Iddio, che io spanderò del mio Spirito sopra ogni carne; e i vostri figliuoli e le vostre figliuole profeteranno, e i vostri giovani vedranno delle visioni, e i vostri vecchi sogneranno dei sogni…” (Atti 2:16-17). Con il concetto «gli ultimi giorni» ci si riferisce agli ultimi duemila anni, perché, per Dio, un giorno è come mille anni (2 Piet. 3:8).

Poiché è un avvenimento soprannaturale, è accompagnato da fenomeni concomitanti che sono al di fuori delle capacità, dei doni e dei talenti umani. Da un lato, tramite l’effusione dello Spirito Santo, i nove doni dello Spirito diventano operanti nella Chiesa di Cristo, così come sono descritti nella prima epistola ai Corinzi: “Or vi è diversità di doni, ma v’è un medesimo Spirito… Infatti, a uno è data mediante lo Spirito parola di sapienza; a un altro, parola di conoscenza, secondo il medesimo Spirito; a un altro, fede, mediante il medesimo Spirito; a un altro, doni di guarigioni, per mezzo del medesimo Spirito; a un altro, potenza d’operar miracoli; a un altro, profezia; a un altro, il discernimento degli spiriti; a un altro, diversità di lingue, e ad un altro, la interpretazione delle lingue” (1 Cor. 12:4-11); dall’altro lato, lo stesso Spirito Santo produce il frutto nonuplo nella vita del singolo credente, così com’è elencato nell’epistola ai Galati: “Il frutto dello Spirito, invece, è amore, allegrezza, pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza” (Gal. 5:22-23). Dove c’è lo Spirito di Dio, ci sono i doni e i frutti dello Spirito, tramite i quali la vita e la natura di Gesù vengono manifestate nei credenti. Non possiamo entrare nei dettagli riguardanti l’uso dei doni dello Spirito, ma come i cinque ministeri — apostolo, profeta, evangelista, pastore e dottore — essi servono all’edificazione della Chiesa di Cristo (1 Cor. 12:28; Ef. 4:11; 1 Cor. cap. 12 e 14).

Nell’Antico Testamento Dio ha dato la promessa di spandere il Suo Spirito sopra ogni carne (Gioele 2:28), nel Nuovo Testamento sta scritto che Gesù Cristo, il Figliuolo di Dio, è Colui che battezza con lo Spirito e col fuoco (Mat. 3:11). L’evangelista Luca riferisce l’annuncio che Giovanni il Battista diede: “Ben vi battezzo io con acqua; ma viene colui che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio dei calzari. Egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e col fuoco” (Luca 3:16). Collegando le parole «battezzare con lo Spirito e col fuoco», ne risultò il concetto di «battesimo dello Spirito», intendendo con questo l’“essere battezzati dentro”. Come Giovanni il Battista battezzava in acqua, così i credenti dovevano essere battezzati nella pienezza dello Spirito.

Tutti gli avvenimenti della salvezza mettono in rapporto con Cristo, che è il punto centrale della storia della salvezza. In Lui quale Primogenito, Dio ha fatto un nuovo inizio; su di Lui scese lo Spirito per poi essere riversato per Suo tramite su tutti i primogeniti: “Or avvenne che come tutto il popolo si faceva battezzare, essendo anche Gesù stato battezzato, mentre stava pregando, s’aprì il cielo, e lo Spirito Santo scese su lui in forma corporea a guisa di colomba…” (Luca 3:21-22). Gesù, il Figliuolo dell’uomo, prega, il cielo si apre e lo Spirito Santo diventa visibile, come nel principio quando aleggiava in modo visibile sulla superficie delle acque (Gen. 1:2), ora però a guisa di colomba. Lo Spirito di Dio pur non avendo forma, può manifestarsi in una forma.

Mediante il simbolo della colomba, come con il simbolo dell’agnello, viene rappresentato qualcosa. Il Figliuolo di Dio non ha la forma di un agnello, ma mediante quel simbolo fu rappresentata in senso divino la redenzione: l’agnello quale vittima sacrificale con la natura più mite tra gli animali; la colomba, che Noè mandò fuori dall’arca, quale uccello del cielo che non possiede fiele ed è pura. Per questo lo Spirito di Dio è stato simboleggiato da una colomba che scese sull’Agnello di Dio. Dio può rivelarsi in diversi modi pur rimanendo sempre lo stesso.

Dio non è un vecchio con la barba lunga, anche se Daniele L’ha visto come un Vegliardo assiso per il Giudizio (Dan. 7:9-14). Non essendo sottoposto alle condizioni temporali, Dio non può invecchiare, ma quando si mostra quale Giudice, manifesta la Sua autorità e dignità, rivelandosi così come Daniele Lo vide. Leggendo il primo capitolo dell’Apocalisse, si constaterà che il Figliuolo dell’uomo che, nel libro di Daniele, si accostò al Vegliardo per ricevere poi il dominio sopra tutti i popoli, tutte le nazioni e lingue, viene descritto in questo libro come questo Vegliardo: “E il suo capo e i suoi capelli erano bianchi come candida lana, come neve; e i suoi occhi erano come una fiamma di fuoco” (Apoc. 1:14).

È sbalorditivo vedere i molteplici modi nei quali Dio si rivela. Lo Spirito di Dio venne sopra i profeti dell’Antico Testamento quale unzione e ispirazione. Sta scritto nella Sacra Scrittura che Giovanni il Battista era ripieno dello Spirito Santo fin dal seno di sua madre (Luca 1:15), che lo Spirito Santo era sopra Simeone (Luca 2:25-26) e che “Zaccaria… fu ripieno dello Spirito Santo…” (Luca 1:67). Già prima dell’effusione dello Spirito Santo, il Signore Gesù, per lo Spirito Santo, diede dei comandamenti ai discepoli che aveva scelto (Atti 1:2).

Lo Spirito Santo operava e opera in modo molteplice, parlando, rivelando, annunciando le cose a venire, e così via. Il Figliuolo di Dio generato dallo Spirito, che era nel contempo il Figliuolo dell’uomo, ricevette lo Spirito Santo all’inizio del Suo operato sulla terra, per poter poi dare lo stesso Spirito Santo, detto anche Spirito d’adozione (Rom. 8:15), a tutti quelli nati da Dio che Egli avrebbe salvato. Fu allora che ebbe luogo “l’insediamento” del Figliuolo di Dio nel Suo ministerio, ed è così che avviene ancora oggi “l’insediamento” dei figliuoli e delle figliuole di Dio.

I profeti erano unti, illuminati e ispirati da Dio, ma, come ogni altro uomo, erano nati in questo mondo tramite procreazione naturale. La nuova generazione divina che ebbe inizio con Gesù Cristo è dal cielo (1 Cor. 15:47). Su questa terra siamo stranieri e ospiti, la nostra Patria è “in alto”. In molti passi biblici i profeti hanno profetizzato la venuta dello Spirito Santo e, il Signore Gesù ha promesso la venuta del Consolatore, del Difensore: “Ma quando sarà venuto il Consolatore, che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre…” (Giov. 15:26).

Il Credo Niceno afferma che lo Spirito Santo «… procede dal Padre e dal Figlio…» (F. Hauss, Väter der Christenheit, pag. 40), mentre la Parola di Dio testimonia che come il Figliuolo quale rivelazione visibile di Dio, l’Emmanuele, è proceduto da Dio, così lo Spirito Santo procede da Dio (Giov. 15:26). In entrambi i casi c’è lo stesso punto di riferimento: Dio, il Definitivo, l’Origine. La formula di preghiera: «Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo…» non è biblica.

Nessun passo biblico afferma che lo Spirito di Dio deve essere adorato. Anche il Figliuolo di Dio disse: “Io non prendo gloria dagli uomini” (Giov. 5:41). Alla domanda di uno dei capi: “Maestro buono, che farò io per ereditare la vita eterna?”, Gesù, quale Figliuolo dell’uomo, diede la risposta: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, salvo uno solo, cioè Iddio” (Luca 18:18-19). Nell’epistola ai Romani, l’apostolo Paolo evidenzia con chiarezza l’unico modo giusto di adorare con una sola frase: “A Dio solo savio, per mezzo di Gesù Cristo, sia la gloria nei secoli dei secoli! Amen” (Rom. 16:27).

Quando lo Spirito di Dio comincia ad operare in un uomo, hanno luogo le tre cose elencate nel Vangelo di Giovanni: “Pure, io vi dico la verità, egli v’è utile ch’io me ne vada; perché, se non me ne vo, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vo, io ve lo manderò. E quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia, e al giudizio” (Giov. 16:7-8).

Anche questi tre concetti non sono stati abbandonati all’arbitrio umano! Quando dunque lo Spirito opera, convince il peccatore “quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché me ne vo al Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato” (Giov. 16:9-11). È stata l’incredulità dei primi uomini che, tramite la disubbidienza, condusse alla trasgressione. È il peccato di incredulità che tiene lontano da Dio e dalla Vita eterna, non i molti peccati, che sono la conseguenza dell’incredulità. Il Signore disse: “Perciò vi ho detto che morirete nei vostri peccati; perché se non credete che io sono, morirete nei vostri peccati” (Giov. 8:24). “In verità, in verità io vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Giov. 5:24).

Quando lo Spirito di Dio opera in un uomo, si occupa prima di tutto del male originale: l’incredulità verso Dio e la Sua Parola. Nella sua prima epistola, l’apostolo Giovanni scrive: “Chi non crede a Dio l’ha fatto bugiardo” (1 Giov. 5:10). Nel momento in cui un uomo non crede a Dio e non accetta ciò che è stato compiuto in Gesù Cristo, fa Dio bugiardo e scambia le parti: schierandosi dalla parte dell’avversario, dandogli ragione e presentandolo come veritiero, mette Dio dalla parte del torto e Lo presenta come bugiardo, cosa che Dio non può accettare.

È per questo che lo Spirito Santo, dopo aver convinto il peccatore di incredulità, lo conduce al pentimento, alla giustificazione, e infine alla conoscenza del giudizio, cioè che il principe di questo mondo è stato giudicato. Dio stesso ha pronunciato la sentenza su Satana. Secondo l’Evangelo di Giovanni, la voce di Dio era come un potente tuono: “Onde la moltitudine ch’era quivi presente e aveva udito, diceva ch’era stato un tuono. Altri dicevano: Un angelo gli ha parlato. Gesù rispose e disse: Questa voce non s’è fatta per me, ma per voi. Ora avviene il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo…” (Giov. 12:29-31). Satana, l’autore di tutti i peccati, è stato giudicato, il capo del serpente è stato schiacciato.

Il giorno di Pentecoste, i credenti, purificati e santificati tramite la Parola di Verità, furono riempiti di Spirito Santo. Ognuno può leggere nel capitolo 2 degli Atti degli apostoli quel che avvenne contemporaneamente. Questo giorno è stato il punto culminante degli avvenimenti della salvezza divina che condussero all’effusione dello Spirito, dopo la crocifissione, la risurrezione e l’ascensione di Gesù Cristo. Affinché tutti potessero veramente accorgersi di questo avvenimento, “di subito si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, ed esso riempì tutta la casa dove essi sedevano”. Importante non è ciò che si è potuto sentire e vedere, ma ciò che in seguito si è sempre verificato: delle lingue come di fuoco si posarono su ognuno di loro. Non ci viene più riferito che questo suono come di vento impetuoso si sia ripetuto, però, ogni volta che dei credenti sono stati battezzati con lo Spirito e col fuoco, si è ripetuto quel che era avvenuto a Pentecoste: “E tutti furono ripieni dello Spirito Santo, e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro d’esprimersi” (Atti 2:2-4).

A Pentecoste avvenne un duplice miracolo: i credenti, per lo Spirito, parlarono in altre lingue, e ognuno tra la folla accorsa e poliglotta udiva parlare ciascuno nella propria lingua: “E tutti stupivano e si maravigliavano, dicendo: Ecco, tutti costoro che parlano non son eglino Galilei? E com’è che li udiamo parlare ciascuno nel nostro proprio natìo linguaggio?” (Atti 2:7-8). Il giorno di Pentecoste il dono d’interpretazione delle lingue non era necessario, lo Spirito di Dio faceva intendere ad ogni uditore nella propria lingua le parole di colui che parlava; soltanto dopo, il dono d’interpretazione venne citato tra i nove doni dello Spirito. Normalmente si agiva così: due o tre, uno dopo l’altro, parlavano in una lingua data dallo Spirito e un altro dava l’interpretazione: “Se c’è chi parla in altra lingua, siano due o tre al più, a farlo; e l’un dopo l’altro, e uno interpreti…” (1 Cor. 14:27-28).

Tramite il profeta Isaia il Signore aveva annunciato: “Ebbene, sarà mediante labbra balbuzienti e mediante una lingua barbara che l’Eterno parlerà a questo popolo. Egli aveva detto loro: «Ecco il riposo: lasciar riposare lo stanco; questo è il refrigerio!». Ma quelli non han voluto ascoltare…” (Is. 28:11-13). Perfino quando lo Spirito Santo parla in maniera soprannaturale direttamente da uomo ad uomo, spesso non viene riconosciuto e accettato. Il giorno di Pentecoste, tra la folla, vi erano due gruppi: “E tutti stupivano ed erano perplessi dicendosi l’uno all’altro: Che vuol essere questo? Ma altri, beffandosi, dicevano: Sono pieni di vino dolce” (Atti 2:12-13).

L’apostolo Pietro non si lasciò scoraggiare da questo ed eseguì ciò di cui era stato incaricato esponendo secondo il piano di salvezza di Dio ciò che era avvenuto in quel luogo. Nella sua predicazione tocca il punto culminante dell’avvenimento testimoniando: “Questo Gesù, Iddio l’ha risuscitato; del che noi tutti siamo testimoni. Egli dunque, essendo stato esaltato dalla destra di Dio, e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete ed udite” (Atti 2:32-33). Lo stesso Spirito di Dio, che era sceso sul Figliuolo di Dio, scese il giorno di Pentecoste sui primi figliuoli e figliuole di Dio redenti e, da quel momento, su tutti i figliuoli e tutte le figliuole di Dio, finché la Chiesa–Sposa trovi il suo compimento e il tempo della grazia sia terminato. È così che Dio ha stabilito nel Suo piano di salvezza.

Tra le innumerevoli promesse della Sacra Scrittura, solo una viene designata quale «promessa del Padre» (Atti 1:4). Alla fine dei quaranta giorni, durante i quali il Signore risorto ragionò con i Suoi apostoli delle cose relative al Regno di Dio, diede loro un ordine, non un consiglio: “E trovandosi con essi, ordinò loro di non dipartirsi da Gerusalemme, ma di aspettarvi il compimento della promessa del Padre, la quale, egli disse, avete udita da me. Poiché Giovanni battezzò sì con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo tra non molti giorni” (Atti 1:4-5). Perfino gli apostoli non avevano compreso che Dio si sarebbe occupato oltre che di Israele, di tutte le nazioni e popoli e lingue, dai quali il Signore avrebbe chiamato gli uomini, perché: “Quelli dunque gli domandarono: Signore, è egli in questo tempo che ristabilirai il regno ad Israele? Egli rispose loro: Non sta a voi di sapere i tempi o i momenti che il Padre ha riserbato alla sua propria autorità”. Dopo queste parole, il Signore risorto, quale completamento del Suo mandato missionario, disse: “Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi, e mi sarete testimoni e in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra” (Atti 1:6-8).

Ricevere lo Spirito Santo significa essere rivestiti per un ministerio che ha luogo in tutto il mondo tramite la proclamazione dell’Evangelo di Gesù Cristo con pieni poteri. Veri testimoni di Cristo hanno sperimentato il Signore come il Risorto e hanno ricevuto la potenza dello Spirito Santo. Sin dal tempo degli apostoli, coloro che sono diventati credenti hanno fatto l’esperienza del battesimo dello Spirito, esperienza che fa parte del diventare credente. Quando l’apostolo Paolo visitò per la prima volta un gruppo di discepoli ad Efeso, chiese subito: “Avete voi ricevuto lo Spirito Santo, dopo che avete creduto?” (Atti 19:2).

I fondamentalisti insegnano che lo Spirito Santo si riceve automaticamente, nel momento in cui si diventa credenti in Gesù Cristo, senza aver bisogno di un’esperienza conforme. L’apostolo Paolo però, chiese a quei discepoli se avevano ricevuto lo Spirito Santo dopo essere diventati credenti. “Ed essi a lui: Non abbiamo neppur sentito dire che ci sia lo Spirito Santo. Ed egli disse loro: Di che battesimo siete dunque stati battezzati? Ed essi risposero: Del battesimo di Giovanni. E Paolo disse: Giovanni battezzò col battesimo di ravvedimento, dicendo al popolo che credesse in colui che veniva dopo di lui, cioè, in Gesù. Udito questo, furono battezzati nel nome del Signore Gesù; e dopo che Paolo ebbe loro imposto le mani, lo Spirito Santo scese su loro, e parlavano in lingue, e profetizzavano” (Atti 19:1-7). Così i credenti furono battezzati in acqua e nello Spirito Santo, ossia riempiti di Spirito Santo.

L’evangelista Filippo visse un potente risveglio in Samaria, dove in seguito si recarono anche gli apostoli Pietro e Giovanni, “i quali, essendo discesi là, pregarono per loro affinché ricevessero lo Spirito Santo; poiché non era ancora disceso sopra alcuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signor Gesù. Allora imposero loro le mani, ed essi ricevettero lo Spirito Santo” (Atti 8:15-17). Alcuni evangelisti del XX secolo tengono spesso delle grandi campagne di evangelizzazione, entusiasmano le masse, guadagnano fior di quattrini e se ne vanno, senza predicare il battesimo e designando un’esperienza emotiva, che essi stessi producono tramite una certa atmosfera, quale operato dello Spirito.

Dio operò nello stesso tempo nella vita di Cornelio e in quella di Pietro in maniera soprannaturale, e condusse l’apostolo in casa del centurione pio e timorato di Dio. Quando l’apostolo Pietro arrivò all’apice della sua predicazione, lo Spirito Santo cadde su tutti coloro che ascoltavano il suo discorso. “E tutti i credenti circoncisi che erano venuti con Pietro, rimasero stupiti che il dono dello Spirito Santo fosse sparso anche sui Gentili; poiché li udivano parlare in altre lingue, e magnificare Iddio. Allora Pietro prese a dire: Può alcuno vietar l’acqua perché non siano battezzati questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo come noi stessi?” (Atti 10:44-48). Questo versetto dimostra che il battesimo in acqua e quello dello Spirito appartengono alla vita di coloro che vengono alla fede, anche se l’ordine cronologico di queste esperienze può essere diverso.

Ciò che Pietro esprime davanti all’assemblea di Gerusalemme riguardo a questo avvenimento è molto importante: “Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo scese su di loro, come era sceso su di noi al principio” (Atti 11:15). Per tutto quello che concerne la vita di fede, dobbiamo ritornare al principio. Oggi tutte le verità bibliche sono svanite, sono state cancellate o interpretate in diversi modi; si usano le stesse formulazioni, ma si dicono altre cose.

Ci sono particolari caratteristiche che riguardano l’operato dello Spirito Santo. Egli è un Consolatore, insegna e conduce in tutta la Verità — la Parola di Dio. Il Signore disse: “Molte cose ho ancora da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; ma quando sia venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annunzierà le cose a venire. Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve l’annunzierà” (Giov. 16:12-15).

Tutto ciò che apparteneva a Dio è stato acquistato e pagato tramite Cristo e Gli appartiene, e tutto ciò che Gli appartiene riceve il Suo Spirito: “… ma se uno non ha lo Spirito di Cristo, egli non è di lui” (Rom. 8:9). Lo Spirito della Verità ci insegna tutto ciò che sta scritto nella Parola di Dio, ne rivela i collegamenti, ci permette di guardare dentro la diretta volontà divina e nel piano di salvezza di Dio. I veri figliuoli di Dio vengono posti sotto la diretta guida dello Spirito “Poiché tutti quelli che sono condotti dallo Spirito di Dio, sono figliuoli di Dio” (Rom. 8:14). Lo Spirito di Dio guida sempre conformemente alla Parola di Dio — alla Sacra Bibbia.

Sia per la prima risurrezione che per il mutamento dei corpi mortali, necessita la potenza dello Spirito Santo. “E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, Colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi” (Rom. 8:11). L’importanza della parola «se» è chiara: se lo Spirito abita in noi avverrà così come sta scritto, ma se non abita in noi, i nostri corpi mortali non potranno essere mutati e vivificati. L’apostolo Paolo continua ad esprimere questo pensiero nello stesso capitolo: “Poiché la creazione con brama intensa aspetta la manifestazione dei figliuoli di Dio… la creazione stessa sarà anch’ella liberata dalla servitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figliuoli di Dio… non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, anche noi stessi gemiamo in noi medesimi, aspettando l’adozione, la redenzione del nostro corpo” (Rom. 8:19-23).

Per la schiera dei primogeniti, lo Spirito di Dio rappresenta le primizie, il suggello, la certezza che non soltanto l’anima è redenta, ma che i corpi mortali saranno mutati al ritorno di Gesù Cristo. Lo Spirito di Dio, chiamato anche l’«Unzione», viene descritto quale Suggello: “Or Colui che con voi ci rende fermi in Cristo e che ci ha unti è Dio, il quale ci ha pur segnati col proprio sigillo, e ci ha data la caparra dello Spirito nei nostri cuori” (2 Cor. 1:21-22). Gesù è il «Cristo», è l’«Unto di Dio» (Atti 3:19-21, 10:38). La parola «Cristo» significa «Unto»; per questo motivo, tutti coloro che hanno ricevuto lo Spirito Santo possono essere chiamati «Cristiani». Colui che non è stato unto in modo biblico con lo Spirito Santo e non ha ricevuto il suggello di Dio, non dovrebbe chiamarsi «Cristiano» secondo la testimonianza delle Sacre Scritture.

Poiché ci sono in tutti gli ambiti due semenze e diverse imitazioni dell’originale, il Signore non ha detto che negli ultimi tempi sarebbero apparsi “falsi Gesù”, ma che sarebbero apparsi «falsi cristi», cioè «falsi unti» e «falsi profeti»; da un lato unti, dall’altro, contro Cristo, contro la Sua Parola. “Perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigî da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti” (Mat. 24:24). Tutto ciò appartiene allo sviluppo dello spirito anticristo. Dio spande il Suo Spirito come una pioggia sopra ogni carne, ma il tipo di raccolta non dipende solo dalla pioggia, ma anche dalla semenza che è nel cuore dell’uomo. “Egli (Dio) fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” (Mat. 5:45). Nel tempo della fine ci sono falsi unti che non si lasciano portare in armonia con la Parola di Dio, come del resto ci sono stati prima del termine della prima epoca. L’apostolo Giovanni scrive: “Sono usciti di fra noi, ma non erano dei nostri; perché, se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma sono usciti affinché fossero manifestati e si vedesse che essi tutti non son dei nostri” (1 Giov. 2:19).

Nell’Evangelo di Matteo, il Signore descrive il gruppo di coloro che, nel Suo Nome, fanno delle opere potenti, ma che non si lasciano ordinare nel piano di salvezza di Dio e, per questo motivo, non vengono da Lui riconosciuti: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciato demonî, e fatte in nome tuo molte opere potenti? E allora dichiarerò loro: Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità” (Mat. 7:21-23). Forse con queste parole si allude ai predicatori televisivi, ai movimenti carismatici, agli evangelisti facitori di miracoli, che seguono la propria via e usano il Nome di Gesù come desiderano, senza consultarsi con la Parola di Dio e senza sottomettersi a Cristo quale Capo?

Infatti, la terra che beve la pioggia che viene spesse volte su lei, e produce erbe utili a quelli per i quali è coltivata, riceve benedizione da Dio; ma se porta spine e triboli, è riprovata e vicina ad essere maledetta; e la sua fine è d’essere arsa” (Ebrei 6:7-8). Non basta appellarsi ad un’esperienza di Pentecoste come tale; se si tratta di vere semenze, deve essere manifestato lo stesso frutto dello Spirito come nei veri credenti del principio della Chiesa di Cristo. Gesù, il Signore, non disse: “Voi li riconoscerete dai loro doni”, ma: “Voi li riconoscerete… dai loro frutti!” (Mat. 7:15-23). In entrambi i gruppi sono presenti i doni, ma il vero frutto dello Spirito si troverà solo nella Semenza divina che verrà sigillata. Molti hanno un’unzione, ma solo i primogeniti, cioè coloro che, tramite lo Spirito, si lasciano portare in armonia con la Parola di Dio, hanno il suggello dello Spirito Santo.

Nell’epistola agli Efesini, l’apostolo Paolo si rivolge ai veri credenti: “In lui (Cristo) voi pure, dopo aver udito la parola della verità, l’evangelo della vostra salvazione, in lui avendo creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio s’è acquistati, a lode della sua gloria” (Ef. 1:13-14). Si tratta di un’esperienza soprannaturale proveniente direttamente da Dio, non di un’azione religiosa eseguita da un dignitario. L’apostolo Paolo ci ammonisce: “E non contristate lo Spirito Santo di Dio col quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione” (Ef. 4:30).

 


HOMEPAGE

PRECEDENTE                                                          SUCCESSIVO

 INDICE

Sito ufficiale della Missione Popolare Libera in Italia