IL
BATTESIMO DELLO SPIRITO SANTO
Chi è
diventato credente si fa battezzare biblicamente in acqua per immersione nel
Nome del Signore Gesù Cristo, confermando nel cospetto di Dio di aver accettato
il Nuovo Patto da Lui istituito. Come conferma di averlo accettato, Dio dà al
credente il battesimo dello Spirito Santo, un’esperienza soprannaturale che
hanno fatto e fanno tutti i veri credenti fin dal giorno di Pentecoste. Si
potrebbero scrivere interi volumi su questo tema, ma qui tratteremo solo i più
importanti ambiti dell’operato dello Spirito. In primo luogo, debbono essere
prese in considerazione le promesse che furono date anticipatamente riguardo al
battesimo dello Spirito Santo. Nel capitolo 2 del libro del profeta Gioele viene
descritto l’avvenimento di Pentecoste.
Nessun
uomo ha influenza su questa esperienza, poiché è un avvenimento soprannaturale
che Dio stesso fa vivere al credente. Per questo motivo l’apostolo Pietro
disse: “… questo è quel che fu detto
per mezzo del profeta Gioele: E avverrà negli
ultimi giorni, dice Iddio, che io spanderò del mio Spirito sopra ogni
carne; e i vostri figliuoli e le vostre figliuole profeteranno, e i vostri
giovani vedranno delle visioni, e i vostri vecchi sogneranno dei sogni…”
(Atti 2:16-17). Con il concetto «gli ultimi giorni» ci si riferisce agli
ultimi duemila anni, perché, per Dio, un giorno è come mille anni (2 Piet.
3:8).
Poiché è
un avvenimento soprannaturale, è accompagnato da fenomeni concomitanti che sono
al di fuori delle capacità, dei doni e dei talenti umani. Da un lato, tramite
l’effusione dello Spirito Santo, i nove doni dello Spirito diventano operanti
nella Chiesa di Cristo, così come sono descritti nella prima epistola ai
Corinzi: “Or vi è diversità di doni, ma v’è un medesimo Spirito… Infatti, a
uno è data mediante lo Spirito parola di
sapienza; a un altro, parola di
conoscenza, secondo il medesimo Spirito; a un altro, fede,
mediante il medesimo Spirito; a un altro, doni
di guarigioni, per mezzo del medesimo Spirito; a un altro, potenza
d’operar miracoli; a un altro, profezia;
a un altro, il discernimento degli spiriti;
a un altro, diversità di lingue, e ad
un altro, la interpretazione delle lingue…”
(1 Cor. 12:4-11); dall’altro lato, lo stesso Spirito Santo produce il frutto
nonuplo nella vita del singolo credente, così com’è elencato nell’epistola
ai Galati: “Il frutto dello Spirito,
invece, è amore, allegrezza,
pace, longanimità,
benignità, bontà, fedeltà, dolcezza,
temperanza…” (Gal. 5:22-23). Dove c’è lo Spirito di Dio,
ci sono i doni e i frutti dello Spirito, tramite i quali la vita e la natura di
Gesù vengono manifestate nei credenti. Non possiamo entrare nei dettagli
riguardanti l’uso dei doni dello Spirito, ma come i cinque ministeri —
apostolo, profeta, evangelista, pastore e dottore — essi servono
all’edificazione della Chiesa di Cristo (1 Cor. 12:28; Ef. 4:11; 1 Cor. cap.
12 e 14).
Nell’Antico
Testamento Dio ha dato la promessa di spandere il Suo Spirito sopra ogni carne
(Gioele 2:28), nel Nuovo Testamento sta scritto che Gesù Cristo, il Figliuolo
di Dio, è Colui che battezza con lo Spirito e col fuoco (Mat. 3:11).
L’evangelista Luca riferisce l’annuncio che Giovanni il Battista diede: “Ben
vi battezzo io con acqua; ma viene colui che è più forte di me, al quale io
non son degno di sciogliere il legaccio dei calzari. Egli vi battezzerà con lo
Spirito Santo e col fuoco” (Luca 3:16). Collegando le parole «battezzare
con lo Spirito e col fuoco», ne risultò il concetto di «battesimo dello
Spirito», intendendo con questo l’“essere battezzati dentro”. Come
Giovanni il Battista battezzava in acqua, così i credenti dovevano essere
battezzati nella pienezza dello Spirito.
Tutti gli
avvenimenti della salvezza mettono in rapporto con Cristo, che è il punto
centrale della storia della salvezza. In Lui quale Primogenito,
Dio ha fatto un nuovo inizio; su di Lui scese lo Spirito per poi essere
riversato per Suo tramite su tutti i primogeniti:
“Or avvenne che come tutto il popolo si faceva battezzare, essendo
anche Gesù stato battezzato, mentre stava pregando, s’aprì il cielo, e lo
Spirito Santo scese su lui in forma corporea a guisa di colomba…” (Luca
3:21-22). Gesù, il Figliuolo dell’uomo, prega, il cielo si apre e lo Spirito
Santo diventa visibile, come nel principio quando aleggiava in modo visibile
sulla superficie delle acque (Gen. 1:2), ora però a guisa di colomba. Lo
Spirito di Dio pur non avendo forma, può manifestarsi in una forma.
Mediante
il simbolo della colomba, come con il simbolo dell’agnello, viene
rappresentato qualcosa. Il Figliuolo di Dio non ha la forma di un agnello, ma
mediante quel simbolo fu rappresentata in senso divino la redenzione:
l’agnello quale vittima sacrificale con la natura più mite tra gli animali;
la colomba, che Noè mandò fuori dall’arca, quale uccello del cielo che non
possiede fiele ed è pura. Per questo lo Spirito di Dio è stato simboleggiato
da una colomba che scese sull’Agnello di Dio. Dio può rivelarsi in diversi
modi pur rimanendo sempre lo stesso.
Dio non è
un vecchio con la barba lunga, anche se Daniele L’ha visto come un Vegliardo
assiso per il Giudizio (Dan. 7:9-14). Non essendo sottoposto alle condizioni
temporali, Dio non può invecchiare, ma quando si mostra quale Giudice,
manifesta la Sua autorità e dignità, rivelandosi così come Daniele Lo vide.
Leggendo il primo capitolo dell’Apocalisse, si constaterà che il Figliuolo
dell’uomo che, nel libro di Daniele, si accostò al Vegliardo per ricevere poi
il dominio sopra tutti i popoli, tutte le nazioni e lingue, viene descritto in
questo libro come questo Vegliardo: “E il suo capo e i suoi capelli erano bianchi come candida lana, come
neve; e i suoi occhi erano come una fiamma di fuoco” (Apoc. 1:14).
È
sbalorditivo vedere i molteplici modi nei quali Dio si rivela. Lo Spirito di Dio
venne sopra i profeti dell’Antico Testamento quale unzione e ispirazione. Sta
scritto nella Sacra Scrittura che Giovanni il Battista era ripieno dello Spirito
Santo fin dal seno di sua madre (Luca 1:15), che lo Spirito Santo era sopra
Simeone (Luca 2:25-26) e che “Zaccaria…
fu ripieno dello Spirito Santo…” (Luca 1:67). Già prima
dell’effusione dello Spirito Santo, il Signore Gesù, per lo Spirito Santo,
diede dei comandamenti ai discepoli che aveva scelto (Atti 1:2).
Lo Spirito
Santo operava e opera in modo molteplice, parlando, rivelando, annunciando le
cose a venire, e così via. Il Figliuolo di Dio generato dallo Spirito, che era
nel contempo il Figliuolo dell’uomo, ricevette lo Spirito Santo all’inizio
del Suo operato sulla terra, per poter poi dare lo stesso Spirito Santo, detto
anche Spirito d’adozione (Rom. 8:15), a tutti quelli nati da Dio che Egli
avrebbe salvato. Fu allora che ebbe luogo “l’insediamento” del Figliuolo
di Dio nel Suo ministerio, ed è così che avviene ancora oggi
“l’insediamento” dei figliuoli e delle figliuole di Dio.
I profeti
erano unti, illuminati e ispirati da Dio, ma, come ogni altro uomo, erano nati
in questo mondo tramite procreazione naturale. La nuova generazione divina che
ebbe inizio con Gesù Cristo è dal cielo (1 Cor. 15:47). Su questa terra siamo
stranieri e ospiti, la nostra Patria è “in alto”. In molti passi biblici i
profeti hanno profetizzato la venuta dello Spirito Santo e, il Signore Gesù ha
promesso la venuta del Consolatore, del Difensore: “Ma
quando sarà venuto il Consolatore, che io vi manderò da parte del Padre, lo
Spirito della verità che procede dal Padre…” (Giov. 15:26).
Il Credo
Niceno afferma che lo Spirito Santo «… procede
dal Padre e dal Figlio…» (F. Hauss, Väter der Christenheit, pag. 40),
mentre la Parola di Dio testimonia che come il Figliuolo quale rivelazione
visibile di Dio, l’Emmanuele, è proceduto da Dio, così lo Spirito Santo
procede da Dio (Giov. 15:26). In entrambi i casi c’è lo stesso punto di
riferimento: Dio, il Definitivo, l’Origine. La formula di preghiera: «Gloria
al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo…» non è biblica.
Nessun
passo biblico afferma che lo Spirito di Dio deve essere adorato. Anche il
Figliuolo di Dio disse: “Io non prendo gloria dagli uomini” (Giov. 5:41). Alla domanda di
uno dei capi: “Maestro buono, che farò
io per ereditare la vita eterna?”, Gesù, quale Figliuolo dell’uomo,
diede la risposta: “Perché mi chiami
buono? Nessuno è buono, salvo uno solo, cioè Iddio” (Luca 18:18-19).
Nell’epistola ai Romani, l’apostolo Paolo evidenzia con chiarezza l’unico
modo giusto di adorare con una sola frase: “A
Dio solo savio, per mezzo di Gesù Cristo, sia la gloria nei secoli dei secoli!
Amen” (Rom. 16:27).
Quando lo
Spirito di Dio comincia ad operare in un uomo, hanno luogo le tre cose elencate
nel Vangelo di Giovanni: “Pure, io vi dico la verità, egli v’è utile ch’io me ne vada; perché,
se non me ne vo, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vo, io ve lo
manderò. E quando sarà venuto,
convincerà il mondo quanto al peccato,
alla giustizia, e al giudizio” (Giov. 16:7-8).
Anche
questi tre concetti non sono stati abbandonati all’arbitrio umano! Quando
dunque lo Spirito opera, convince il peccatore “quanto
al peccato, perché non credono in me;
quanto alla giustizia, perché me ne vo
al Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato”
(Giov. 16:9-11). È stata l’incredulità dei primi uomini che, tramite la
disubbidienza, condusse alla trasgressione. È il peccato di incredulità
che tiene lontano da Dio e dalla Vita eterna, non i molti peccati, che sono la
conseguenza dell’incredulità. Il Signore disse: “Perciò
vi ho detto che morirete nei vostri peccati; perché se non credete che io sono,
morirete nei vostri peccati” (Giov. 8:24). “In verità, in verità io vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a
Colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato
dalla morte alla vita” (Giov. 5:24).
Quando lo
Spirito di Dio opera in un uomo, si occupa prima di tutto del male originale:
l’incredulità verso Dio e la Sua Parola. Nella sua prima epistola,
l’apostolo Giovanni scrive: “Chi non
crede a Dio l’ha fatto bugiardo” (1 Giov. 5:10). Nel momento in cui un
uomo non crede a Dio e non accetta ciò che è stato compiuto in Gesù Cristo,
fa Dio bugiardo e scambia le parti: schierandosi dalla parte dell’avversario,
dandogli ragione e presentandolo come veritiero, mette Dio dalla parte del torto
e Lo presenta come bugiardo, cosa che Dio non può accettare.
È per
questo che lo Spirito Santo, dopo aver convinto il peccatore di incredulità, lo
conduce al pentimento, alla giustificazione, e infine alla conoscenza del
giudizio, cioè che il principe di questo mondo è stato giudicato. Dio stesso
ha pronunciato la sentenza su Satana. Secondo l’Evangelo di Giovanni, la voce
di Dio era come un potente tuono: “Onde
la moltitudine ch’era quivi presente e aveva udito, diceva ch’era stato un
tuono. Altri dicevano: Un angelo gli ha parlato. Gesù rispose e disse: Questa
voce non s’è fatta per me, ma per voi. Ora avviene il giudizio di questo
mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo…” (Giov.
12:29-31). Satana, l’autore di tutti i peccati, è stato giudicato, il capo
del serpente è stato schiacciato.
Il giorno
di Pentecoste, i credenti, purificati e santificati tramite la Parola di Verità,
furono riempiti di Spirito Santo. Ognuno può leggere nel capitolo 2 degli Atti
degli apostoli quel che avvenne contemporaneamente. Questo giorno è stato il
punto culminante degli avvenimenti della salvezza divina che condussero
all’effusione dello Spirito, dopo la crocifissione, la risurrezione e
l’ascensione di Gesù Cristo. Affinché tutti potessero veramente accorgersi
di questo avvenimento, “di subito si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia,
ed esso riempì tutta la casa dove essi sedevano”. Importante non è ciò
che si è potuto sentire e vedere, ma ciò che in seguito si è sempre
verificato: delle lingue come di fuoco si posarono su ognuno di loro. Non ci
viene più riferito che questo suono come di vento impetuoso si sia ripetuto,
però, ogni volta che dei credenti sono stati battezzati con lo Spirito e col
fuoco, si è ripetuto quel che era avvenuto a Pentecoste: “E tutti furono ripieni dello Spirito Santo, e cominciarono a parlare in
altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro d’esprimersi” (Atti
2:2-4).
A
Pentecoste avvenne un duplice miracolo: i credenti, per lo Spirito, parlarono in
altre lingue, e ognuno tra la folla accorsa e poliglotta udiva parlare ciascuno
nella propria lingua: “E tutti stupivano e si maravigliavano, dicendo: Ecco, tutti costoro che
parlano non son eglino Galilei? E com’è che li udiamo parlare ciascuno nel
nostro proprio natìo linguaggio?” (Atti 2:7-8). Il giorno di Pentecoste
il dono d’interpretazione delle lingue non era necessario, lo Spirito di Dio
faceva intendere ad ogni uditore nella propria lingua le parole di colui che
parlava; soltanto dopo, il dono d’interpretazione venne citato tra i nove doni
dello Spirito. Normalmente si agiva così: due o tre, uno dopo l’altro,
parlavano in una lingua data dallo Spirito e un altro dava l’interpretazione: “Se
c’è chi parla in altra lingua, siano due o tre al più, a farlo; e l’un
dopo l’altro, e uno interpreti…” (1 Cor. 14:27-28).
Tramite il
profeta Isaia il Signore aveva annunciato: “Ebbene,
sarà mediante labbra balbuzienti e mediante una lingua barbara che l’Eterno
parlerà a questo popolo. Egli aveva detto loro: «Ecco il riposo: lasciar
riposare lo stanco; questo è il refrigerio!». Ma quelli non han voluto
ascoltare…” (Is. 28:11-13). Perfino quando lo Spirito Santo parla in
maniera soprannaturale direttamente da uomo ad uomo, spesso non viene
riconosciuto e accettato. Il giorno di Pentecoste, tra la folla, vi erano due
gruppi: “E tutti stupivano ed erano
perplessi dicendosi l’uno all’altro: Che vuol essere questo? Ma altri,
beffandosi, dicevano: Sono pieni di vino dolce” (Atti 2:12-13).
L’apostolo
Pietro non si lasciò scoraggiare da questo ed eseguì ciò di cui era stato
incaricato esponendo secondo il piano di salvezza di Dio ciò che era avvenuto
in quel luogo. Nella sua predicazione tocca il punto culminante
dell’avvenimento testimoniando: “Questo Gesù, Iddio l’ha risuscitato; del che noi tutti siamo
testimoni. Egli dunque, essendo stato esaltato dalla destra di Dio, e avendo
ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete ed
udite” (Atti 2:32-33). Lo stesso Spirito di Dio, che era sceso sul
Figliuolo di Dio, scese il giorno di Pentecoste sui primi figliuoli e figliuole
di Dio redenti e, da quel momento, su tutti i figliuoli e tutte le figliuole di
Dio, finché la Chiesa–Sposa trovi il suo compimento e il tempo della grazia
sia terminato. È così che Dio ha stabilito nel Suo piano di salvezza.
Tra le
innumerevoli promesse della Sacra Scrittura, solo una viene designata quale «promessa
del Padre» (Atti 1:4). Alla fine dei quaranta giorni, durante i quali il
Signore risorto ragionò con i Suoi apostoli delle cose relative al Regno di
Dio, diede loro un ordine, non un consiglio: “E
trovandosi con essi, ordinò loro di non dipartirsi da Gerusalemme, ma di
aspettarvi il compimento della promessa del Padre, la quale, egli disse, avete
udita da me. Poiché Giovanni battezzò sì con acqua, ma voi sarete battezzati
con lo Spirito Santo tra non molti giorni” (Atti 1:4-5). Perfino gli
apostoli non avevano compreso che Dio si sarebbe occupato oltre che di Israele,
di tutte le nazioni e popoli e lingue, dai quali il Signore avrebbe chiamato gli
uomini, perché: “Quelli dunque gli domandarono: Signore, è egli in questo tempo che
ristabilirai il regno ad Israele? Egli rispose loro: Non sta a voi di sapere i
tempi o i momenti che il Padre ha riserbato alla sua propria autorità”.
Dopo queste parole, il Signore risorto, quale completamento del Suo mandato
missionario, disse: “Ma voi riceverete
potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi, e mi sarete testimoni e in
Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra”
(Atti 1:6-8).
Ricevere
lo Spirito Santo significa essere rivestiti per un ministerio che ha luogo in
tutto il mondo tramite la proclamazione dell’Evangelo di Gesù Cristo con
pieni poteri. Veri testimoni di Cristo hanno sperimentato il Signore come il
Risorto e hanno ricevuto la potenza dello Spirito Santo. Sin dal tempo degli
apostoli, coloro che sono diventati credenti hanno fatto l’esperienza del
battesimo dello Spirito, esperienza che fa parte del diventare credente. Quando
l’apostolo Paolo visitò per la prima volta un gruppo di discepoli ad Efeso,
chiese subito: “Avete voi ricevuto lo Spirito Santo, dopo
che avete creduto?” (Atti 19:2).
I
fondamentalisti insegnano che lo Spirito Santo si riceve automaticamente, nel
momento in cui si diventa credenti in Gesù Cristo, senza aver bisogno di
un’esperienza conforme. L’apostolo Paolo però, chiese a quei discepoli se
avevano ricevuto lo Spirito Santo dopo essere diventati credenti. “Ed essi a lui: Non abbiamo neppur sentito dire che ci sia lo Spirito
Santo. Ed egli disse loro: Di che battesimo siete dunque stati battezzati? Ed
essi risposero: Del battesimo di Giovanni. E Paolo disse: Giovanni battezzò col
battesimo di ravvedimento, dicendo al popolo che credesse in colui che veniva
dopo di lui, cioè, in Gesù. Udito questo, furono battezzati nel nome del
Signore Gesù; e dopo che Paolo ebbe loro imposto le mani, lo Spirito Santo
scese su loro, e parlavano in lingue, e profetizzavano” (Atti 19:1-7). Così
i credenti furono battezzati in acqua e nello Spirito Santo, ossia riempiti di
Spirito Santo.
L’evangelista
Filippo visse un potente risveglio in Samaria, dove in seguito si recarono anche
gli apostoli Pietro e Giovanni, “i
quali, essendo discesi là, pregarono per loro affinché ricevessero lo Spirito
Santo; poiché non era ancora disceso sopra alcuno di loro, ma erano stati
soltanto battezzati nel nome del Signor Gesù. Allora imposero loro le mani, ed
essi ricevettero lo Spirito Santo” (Atti 8:15-17). Alcuni evangelisti del
XX secolo tengono spesso delle grandi campagne di evangelizzazione, entusiasmano
le masse, guadagnano fior di quattrini e se ne vanno, senza predicare il
battesimo e designando un’esperienza emotiva, che essi stessi producono
tramite una certa atmosfera, quale operato dello Spirito.
Dio operò
nello stesso tempo nella vita di Cornelio e in quella di Pietro in maniera
soprannaturale, e condusse l’apostolo in casa del centurione pio e timorato di
Dio. Quando l’apostolo Pietro arrivò all’apice della sua predicazione, lo
Spirito Santo cadde su tutti coloro che ascoltavano il suo discorso. “E
tutti i credenti circoncisi che erano venuti con Pietro, rimasero stupiti che il
dono dello Spirito Santo fosse sparso anche sui Gentili; poiché li udivano
parlare in altre lingue, e magnificare Iddio. Allora Pietro prese a dire: Può
alcuno vietar l’acqua perché non siano battezzati questi che hanno ricevuto
lo Spirito Santo come noi stessi?” (Atti 10:44-48). Questo versetto
dimostra che il battesimo in acqua e quello dello Spirito appartengono alla vita
di coloro che vengono alla fede, anche se l’ordine cronologico di queste
esperienze può essere diverso.
Ciò che
Pietro esprime davanti all’assemblea di Gerusalemme riguardo a questo
avvenimento è molto importante: “Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo scese su di
loro, come era sceso su di noi al principio” (Atti 11:15). Per tutto
quello che concerne la vita di fede, dobbiamo ritornare al principio. Oggi tutte
le verità bibliche sono svanite, sono state cancellate o interpretate in
diversi modi; si usano le stesse formulazioni, ma si dicono altre cose.
Ci sono
particolari caratteristiche che riguardano l’operato dello Spirito Santo. Egli
è un Consolatore, insegna e conduce in tutta la Verità — la Parola di Dio.
Il Signore disse: “Molte cose ho ancora da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata;
ma quando sia venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la
verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e
vi annunzierà le cose a venire. Egli mi glorificherà perché prenderà del mio
e ve l’annunzierà” (Giov. 16:12-15).
Tutto ciò
che apparteneva a Dio è stato acquistato e pagato tramite Cristo e Gli
appartiene, e tutto ciò che Gli appartiene riceve il Suo Spirito: “… ma
se uno non ha lo Spirito di Cristo, egli non è di lui” (Rom. 8:9). Lo
Spirito della Verità ci insegna tutto ciò che sta scritto nella Parola di Dio,
ne rivela i collegamenti, ci permette di guardare dentro la diretta volontà
divina e nel piano di salvezza di Dio. I veri figliuoli di Dio vengono posti
sotto la diretta guida dello Spirito
“Poiché tutti quelli che sono condotti dallo Spirito di Dio, sono figliuoli
di Dio” (Rom. 8:14). Lo Spirito di Dio guida sempre conformemente alla
Parola di Dio — alla Sacra Bibbia.
Sia per la
prima risurrezione che per il mutamento dei corpi mortali, necessita la potenza
dello Spirito Santo. “E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita
in voi, Colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i
vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi” (Rom.
8:11). L’importanza della parola «se» è chiara: se
lo Spirito abita in noi avverrà così come sta scritto, ma se
non abita in noi, i nostri corpi mortali non potranno essere mutati e
vivificati. L’apostolo Paolo continua ad esprimere questo pensiero nello
stesso capitolo: “Poiché la creazione
con brama intensa aspetta la manifestazione dei figliuoli di Dio… la creazione
stessa sarà anch’ella liberata dalla servitù della corruzione, per entrare
nella libertà della gloria dei figliuoli di Dio… non solo essa, ma anche noi,
che abbiamo le primizie dello Spirito, anche noi stessi gemiamo in noi medesimi,
aspettando l’adozione, la redenzione del nostro corpo” (Rom. 8:19-23).
Per la
schiera dei primogeniti, lo Spirito di Dio rappresenta le primizie, il suggello,
la certezza che non soltanto l’anima è redenta, ma che i corpi mortali
saranno mutati al ritorno di Gesù Cristo. Lo Spirito di Dio, chiamato anche
l’«Unzione», viene descritto quale Suggello: “Or
Colui che con voi ci rende fermi in Cristo e che ci ha
unti è Dio, il quale ci ha pur segnati col proprio sigillo, e ci ha data la
caparra dello Spirito nei nostri cuori” (2 Cor. 1:21-22). Gesù è il «Cristo»,
è l’«Unto di Dio» (Atti 3:19-21, 10:38). La parola «Cristo» significa «Unto»;
per questo motivo, tutti coloro che hanno ricevuto lo Spirito Santo possono
essere chiamati «Cristiani». Colui che non è stato unto in modo biblico con
lo Spirito Santo e non ha ricevuto il suggello di Dio, non dovrebbe chiamarsi «Cristiano»
secondo la testimonianza delle Sacre Scritture.
Poiché ci
sono in tutti gli ambiti due semenze e diverse imitazioni dell’originale, il
Signore non ha detto che negli ultimi tempi sarebbero apparsi “falsi Gesù”,
ma che sarebbero apparsi «falsi cristi», cioè «falsi unti» e «falsi
profeti»; da un lato unti, dall’altro, contro Cristo, contro la Sua Parola.
“Perché sorgeranno falsi cristi e
falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigî da sedurre, se fosse possibile,
anche gli eletti” (Mat. 24:24). Tutto ciò appartiene allo sviluppo dello
spirito anticristo. Dio spande il Suo Spirito come una pioggia sopra ogni carne,
ma il tipo di raccolta non dipende solo dalla pioggia, ma anche dalla semenza
che è nel cuore dell’uomo. “Egli (Dio) fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e
fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” (Mat. 5:45). Nel tempo della fine
ci sono falsi unti che non si lasciano portare in armonia con la Parola di Dio,
come del resto ci sono stati prima del termine della prima epoca. L’apostolo
Giovanni scrive: “Sono usciti di fra
noi, ma non erano dei nostri; perché, se fossero stati dei nostri, sarebbero
rimasti con noi; ma sono usciti affinché fossero manifestati e si vedesse che
essi tutti non son dei nostri” (1 Giov. 2:19).
Nell’Evangelo
di Matteo, il Signore descrive il gruppo di coloro che, nel Suo Nome, fanno
delle opere potenti, ma che non si lasciano ordinare nel piano di salvezza di
Dio e, per questo motivo, non vengono da Lui riconosciuti: “Non
chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la
volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno:
Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo
cacciato demonî, e fatte in nome tuo molte opere potenti? E allora dichiarerò
loro: Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità”
(Mat. 7:21-23). Forse con queste parole si allude ai predicatori televisivi, ai
movimenti carismatici, agli evangelisti facitori di miracoli, che seguono la
propria via e usano il Nome di Gesù come desiderano, senza consultarsi con la
Parola di Dio e senza sottomettersi a Cristo quale Capo?
“Infatti,
la terra che beve la pioggia che viene spesse volte su lei, e produce erbe utili
a quelli per i quali è coltivata, riceve benedizione da Dio; ma se porta spine
e triboli, è riprovata e vicina ad essere maledetta; e la sua fine è
d’essere arsa” (Ebrei 6:7-8). Non basta appellarsi ad un’esperienza di
Pentecoste come tale; se si tratta di vere semenze, deve essere manifestato lo
stesso frutto dello Spirito come nei veri credenti del principio della Chiesa di
Cristo. Gesù, il Signore, non disse: “Voi li riconoscerete dai loro doni”,
ma: “Voi li riconoscerete… dai loro
frutti!” (Mat. 7:15-23). In entrambi i gruppi sono presenti i doni, ma il
vero frutto dello Spirito si troverà solo nella Semenza divina che verrà
sigillata. Molti hanno un’unzione, ma solo i primogeniti, cioè coloro che,
tramite lo Spirito, si lasciano portare in armonia con la Parola di Dio, hanno
il suggello dello Spirito Santo.
Nell’epistola
agli Efesini, l’apostolo Paolo si rivolge ai veri credenti: “In
lui (Cristo) voi pure, dopo aver udito la parola della verità, l’evangelo
della vostra salvazione, in lui avendo creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è
pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio s’è
acquistati, a lode della sua gloria” (Ef. 1:13-14). Si tratta di
un’esperienza soprannaturale proveniente direttamente da Dio, non di
un’azione religiosa eseguita da un dignitario. L’apostolo Paolo ci
ammonisce: “E non contristate lo
Spirito Santo di Dio col quale siete stati suggellati
per il giorno della redenzione” (Ef. 4:30).
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