IL RINNOVAMENTO – LA NUOVA NASCITA

  

La giustificazione vissuta, pone fine alla vecchia vita condotta senza Dio e porta al rinnovamento interiore. Benché si tratti di un’unica opera di redenzione e di una sola redenzione, l’opera divina di grazia ha luogo nei diversi ambiti della vita e, di conseguenza, viene espressa con diversi concetti.

L’opera divina comincia con il risveglio: l’uomo separato da Dio, spiritualmente morto, viene destato tramite lo Spirito di Dio, durante la predicazione dell’Evangelo. In realtà, fino a quel momento, l’uomo è spiritualmente morto, senza saperlo. Il mondo gli appare in ordine e non si accorge che qualcosa non va bene.

Religioso o no, l’uomo respinge ogni pensiero riguardo all’aldilà, ad una responsabilità personale davanti a Dio e al Giudizio universale. Chi non esclude del tutto tale eventualità dice a sé stesso o agli altri: «Non ho ucciso nessuno, non ho fatto questoquello, non sarà dunque così terribile se dovesse avvenire qualcosa». In realtà, qualcosa avviene, per questo motivo, tutti dovrebbero sapere che Dio non è né un “vecchio nonno” né lo “zio d’America” e che non si può guadagnare il Suo favore con delle belle parole. In quel momento, Dio non sarà più il Salvatore pieno d’amore, ma il Giudice inflessibile legato alla propria Parola che dovrà giudicare secondo Essa.

Così come ora è legato alla Sua Parola e perdona, grazia, assolve e giustifica colui che crede in Lui, in quel tempo giudicherà tutti coloro che Gli si sono opposti, che Lo hanno contraddetto e che hanno respinto il Suo consiglio di salvezza. Anche quelli che hanno tentato di piacere a Dio a modo loro, senza affidarsi veramente a Lui, saranno delusi. Non si tratta solamente di credere, ma di credere a Dio — di credere come stabilito nel Suo consiglio di salvezza per l’umanità. Chi non crede a Dio Lo fa bugiardo (1 Giov. 5:10).

L’uomo naturale, anche se è pio e agisce religiosamente, non distingue le cose spirituali. Il credere comincia con il risveglio, il destarsi della coscienza dal sonno della morte spirituale. Alla predicazione di Pentecoste di Pietro, gli uomini erano stati talmente compunti e scossi da esclamare: “Fratelli, che dobbiamo fare?” (Atti 2:37).

Durante la predicazione dell’Evangelo gli ascoltatori credenti fanno diverse esperienze. Quando Pietro predicò in casa di Cornelio, tutto — dalla conversione al battesimo dello Spirito Santo — ebbe luogo in una volta nella vita di coloro che erano presenti: “Di lui (Gesù Cristo) attestano tutti i profeti che chiunque crede in lui, riceve la remissione dei peccati mediante il suo nome. Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo cadde su tutti coloro che udivano la Parola… Allora Pietro prese a dire: Può alcuno vietar l’acqua perché non siano battezzati questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo come noi stessi? E comandò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo” (Atti 10:34-48). A seconda della disposizione interiore degli ascoltatori, delle loro aspettative nella fede e della predicazione piena di autorità, lo Spirito Santo può operare in base alla Parola proclamata. È bene che non vi sia alcuno schema che possa essere applicato. La fede valida davanti a Dio e operante proviene dalla predicazione — dal messaggio del Pieno Evangelo. Tutte le esperienze necessarie per la salvezza possono essere fatte dagli uditori. Lo Spirito Santo comincia ad operare facendo acquisire coscienza di sé stessi e conduce al pentimento; l’uomo prova dispiacere per cose che non avrebbe dovuto fare e chiede perdono a Dio.

Nella presenza del Dio santo, la conoscenza del peccato penetra così profondamente che un uomo diventa conscio: «Signore, ho peccato contro il cielo e contro Te!». Di conseguenza mette in ordine ogni cosa. Chi ha rubato non ruba più; chi ha detto bugie non ne dice più. Si realizzano così una reale conversione a Cristo e un rinnovamento che sfocia nella nuova nascita. Colui che è stato afferrato da Cristo chiede al Signore di perdonargli tutto e confessa a Dio ciò che gli pesa e lo opprime. Durante la preghiera avviene qualcosa di straordinario, l’opera soprannaturale di grazia: ad un tratto la certezza della salvezza e la pace divina entrano nel cuore. Un uomo che si pente sa in quell’istante che è la fede in Gesù Cristo che reca salvezza. È un’esperienza reale, un processo interiore percepibile, una diretta azione dello Spirito di Dio nell’uomo diventato credente; lo Spirito di Dio dà poi testimonianza al suo spirito che è diventato un figliuolo di Dio: “Lo Spirito stesso rende testimonianza al nostro spirito che noi siamo figli di Dio” (Rom. 8:16). Ancora oggi si può sperimentare e ricevere la salvezza in Gesù Cristo.

Chi si rivolge a Dio con fede e apre con completa fiducia il cuore, chi non dice soltanto: «Ci vado una volta per ascoltare un po’ cosa si dice», ma viene nella giusta posizione e comincia a parlare con il Signore, dopo aver lasciato Dio parlargli tramite la predicazione, sperimenterà Dio ancora oggi come nel Cristianesimo primitivo. Il Signore è degno di fede, si può realmente avere piena fiducia in Lui.

È deplorevole che, mediante le tante e diverse correnti religiose, la via stretta del Signore e le esperienze appartenenti al seguire Gesù vengono presentate in modo totalmente contorto.

La conversazione con Dio deve essere semplice e fatta con fede, come se si rispondesse ad una lettera. Dio ci ha difatti scritto poiché, tramite la Sua Parola — la Sacra Bibbia — ci parla e, in preghiera, noi parliamo con Lui. Egli fa la Sua offerta, ci fa conoscere la Sua volontà, e nella preghiera ci riferiamo ad essa e Lo ringraziamo per tutto. Così l’uomo arriva ad una comunione personale con Dio.

Nella fede e nella fiducia lasciamo che la Parola di Dio ci parli e, ad un tratto, sentiamo che Essa si rivolge a noi personalmente, come a Nicodemo: “In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio”. L’esperienza della nuova nascita è una condizione divina assoluta per poter entrare nel Regno di Dio. “Non ti maravigliare se t’ho detto: Bisogna che nasciate di nuovo” (Giov. 3:3-7). Questa esperienza non ha nessuna relazione con la credenza religiosa della reincarnazione — secondo la quale l’uomo assume un’altra vita corporea dopo la morte — che spesso, viene erroneamente designata quale nuova nascita. Come la Sacra Scrittura insegna, alla nuova nascita, l’uomo così com’è e vive, diventa credente, riceve la Parola di Dio, e lo Spirito Santo compie la generazione producendo nella sua anima una vita nuova, divina.

Ma quando la benignità di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore verso gli uomini sono stati manifestati, Egli ci ha salvati non per opere giuste che noi avessimo fatte, ma secondo la sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione e il rinnovamento dello Spirito Santo, ch’Egli ha copiosamente sparso su noi per mezzo di Gesù Cristo, nostro Salvatore, affinché, giustificati per la sua grazia, noi fossimo fatti eredi secondo la speranza della vita eterna” (Tito 3:4-7).

L’apostolo Paolo scrive a Tito: “Infatti la grazia salvifica di Dio si è manifestata per tutti gli uomini…” (Tito 2:11). L’uomo graziato riconosce ciò che è necessario alla propria salvezza. Nelle epistole vengono descritte le esperienze di coloro che hanno visto e sperimentato Cristo. Poiché “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi, e in eterno” (Ebrei 13:8), opera le stesse cose in tutti coloro che vengono a Lui. Chi riceve la Parola di Verità sperimenta ciò che è stato promesso in Essa. “Egli ci ha di sua volontà generati mediante la parola di verità, affinché siamo in certo modo le primizie delle sue creature” (Giac. 1:18).

Pietro esprime gli stessi pensieri scrivendo: “Avendo purificate le anime vostre coll’ubbidienza alla verità per arrivare a un amor fraterno non finto, amatevi l’un l’altro di cuore, intensamente, poiché siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, mediante la parola di Dio vivente e permanente” (1 Piet. 1:22-23). Chi fa delle esperienze personali con Dio così come sono descritte nella Parola, diventa una parte della Sua Parola e della Sua volontà e viene inserito nel consiglio di salvezza di Dio; dal canto loro queste persone possono intendere tutto ciò che sta scritto. Questo «essere uno» dei redenti con il Redentore è necessario, affinché si veda come Egli vede e si voglia ciò che Egli vuole.

Con l’esperienza della conversione, della rigenerazione e della nuova nascita, comincia il seguire Gesù Cristo. Per il raggiungimento di questo scopo l’intero uomo viene esortato. Ad un tratto il Signore occupa il primo posto; se necessario, casa e podere, moglie o marito, fratelli e sorelle, genitori o figli, amici, debbono essere lasciati per amore del Regno di Dio (Luca 18:29). Se il resto della famiglia non è diventata credente, il convertito non può lasciarsi trattenere. Seguire Cristo non significa entrare in un convento o in un ordine religioso, ma orientare la propria vita quotidiana secondo la volontà di Dio rimanendo nella condizione familiare e professionale in cui ci si trova. L’abbandono della via spaziosa e l’incamminarsi su quella angusta, porta delle conseguenze (Mat. 7:13-14). Nessuno può servire due padroni (Mat. 6:24), nessuno può camminare contemporaneamente su due vie. Deve essere presa una decisione e la vita stessa di un uomo rende testimonianza della via sulla quale questi cammina.

 Secondo la Sacra Scrittura, il rinnovamento vissuto concerne il cuore dell’uomo: “E vi darò un cuor nuovo…” (Ez. 36:26). L’uomo rinnovato nell’intimo, si trova davanti al grande compito di lasciare tutto ciò che appartiene al vecchio uomo. Ogni uomo incredulo conduce una doppia vita: non è quello che pretende di essere e neanche quello che gli altri reputano che sia. Ogni uomo ha due facce: a volte si mostra come desidera essere, a volte com’è in realtà. Anche su questo tema veniamo insegnati in modo esauriente nel capitolo 4 dell’epistola di Paolo agli Efesini: “… avete imparato, per quanto concerne la vostra condotta di prima, a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; ad essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente, e a rivestire l’uomo nuovo che è creato all’immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità”. Nei versetti seguenti vengono elencate alcune delle cose che non appartengono alla vita nuova: “Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo… Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra il vostro cruccio e non fate posto al diavolo. Chi rubava non rubi più, ma s’affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani… Niuna mala parola esca dalla vostra bocca… Sia tolta via da voi ogni amarezza, ogni cruccio ed ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta di malignità” (Ef. 4:22-24, 25-31).

Dopo che la coscienza dell’uomo è stata risvegliata dalla morte spirituale, lo Spirito di Dio l’ammonisce per le cose che non sono giuste nel cospetto di Dio. Questo fa parte della santificazione del credente: “E non vi conformate a questo secolo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la volontà di Dio, la buona, accettevole e perfetta volontà” (Rom. 12:2). Chi diventa discepolo di Gesù e Lo segue non porta una croce ad una catenella o sulle spalle, ma prende su di sé l’obbrobrio di Cristo, di Colui che è stato crocifisso e cammina sulla via angusta che conduce alla Vita eterna (Mat. 16:24).

L’apostolo Paolo conclude la sua epistola ai Galati scrivendo: “Ma quanto a me, non sia mai ch’io mi glorî d’altro che della croce del Signore nostro Gesù Cristo, mediante la quale il mondo, per me, è stato crocifisso, e io sono stato crocifisso per il mondo” (Gal. 6:14). Solo colui che è morto a sé stesso e a questo mondo può vivere con Cristo qui e nel mondo avvenire. Le altre cose sono soltanto desideri pii e sforzi personali, nuovi e buoni propositi destinati a fallire. I redenti formano una schiera di primogeniti piacevole a Dio.

Anche in questo ambito, purtroppo, c’è stato uno sviluppo contrario al giusto concetto biblico di «abbandonare tutto per seguire il Signore». In tutti i tempi, dal Cristianesimo primitivo fino al XX secolo, i veri credenti — coloro che hanno sperimentato Cristo — hanno vissuto nel luogo dove si trovavano come ci si aspettava da loro. Nessuno si è ritirato in un convento o si è concentrato in meditazioni pie fondate sulla propria giustizia. Gli apostoli e i credenti del Cristianesimo primitivo hanno condotto sotto ogni aspetto una vita normale, ma con Cristo! Ognuno era in comunione con Cristo sul posto di lavoro, nella famiglia, nel villaggio, nella città, diventando così una testimonianza vivente della grazia sperimentata. L’uomo diventato credente, tramite la potenza di Dio, ha la possibilità di condurre una vita normale nei limiti della Parola di Dio. A ciò appartengono il matrimonio, la professione e tutte le cose che l’intero ambito terreno comprende. Non si tratta dunque di togliere gli uomini da questo mondo, bensì di togliere dagli uomini ciò che è mondano.

 


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