LA CADUTA DELL’UOMO

  

Nella Sacra Bibbia, alcuni fatti vengono descritti con immagini e parabole, senza che il vero significato sia palese. Dio ha agito in questo modo affinché i misteri profondi della Sua Parola e del Suo consiglio di salvezza, vengano rivelati e portati alla luce solo tramite lo Spirito. Solo quando comprenderemo in che cosa consiste realmente la caduta dell’uomo o, in altri termini, il peccato originale, potremo capire il senso e l’importanza della liberazione da questa caduta tramite la redenzione compiuta. Già il concetto «peccato originale» ci fa supporre ciò che avvenne.

La vocazione divina dell’uomo era di dominare su tutta la terra, ma a causa del peccato originale perse quest’alta posizione, cadendo sotto il potere di Satana. Solo dalla realtà del peccato originale possiamo capire perché il principe di questo mondo, da allora, poté esercitare il dominio sugli uomini e su tutta la terra. Il nemico, per mezzo del serpente, è entrato nell’umanità. Nessuno può dire quanto tempo Adamo ed Eva vissero in serena comunione con Dio, senza conoscere dolore, né pena e lacrime, né malattia e morte. Si rallegravano della sicurezza del paradiso e vivevano in beata armonia col Signore Dio che, sul fare della sera, li visitava; era il cielo sulla terra. Un giorno, sarà di nuovo così, nel compimento: “Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini; ed Egli abiterà con loro, ed essi saranno suoi popoli, e Dio stesso sarà con loro e sarò loro Dio” (Apoc. 21:3).

Il cherubino Lucifero che si era ribellato nel cielo dal quale venne poi precipitato, quale nemico dichiarato di Dio, continuò la sua opera di distruzione sulla terra. Il suo scopo era di separare gli uomini creati da Dio dalla loro comunione col Signore e di trascinarli nella rovina e nella morte. Secondo le parole del profeta Ezechiele, egli era nel giardino di Eden già prima della caduta dell’uomo: “Così parla il Signore, l’Eterno: Tu mettevi il suggello alla perfezione, eri pieno di saviezza, di una bellezza perfetta; eri in Eden il giardino di Dio…” (Ez. 28:12-17). Nel brano citato, Dio, per mezzo del profeta, si rivolse direttamente a Satana nella figura del re di Tiro. Nella Sacra Bibbia viene confermato che Satana può impossessarsi sia di uomini che di animali. il Signore cacciò gli spiriti maligni da molti indemoniati (Mat. 4:24); nell’Evangelo di Marco viene riferito che il maligno parlò per bocca del posseduto: “E Gesù gli domandò: Qual è il tuo nome? Ed egli rispose: Il mio nome è Legione perché siamo molti” (Marco 5:9). Quell’uomo era signoreggiato non soltanto da Satana, ma da molti spiriti maligni.

Nel giardino di Eden, c’erano molti alberi, tra i quali l’«Albero della Vita» e l’«albero della conoscenza del bene e del male». Per quanto riguarda il peccato originale, l’inizio è stato più che il semplice mangiare un frutto naturale. Il capitolo 3 della Genesi non ci parla di una mela che è stata mangiata, ma soltanto di un frutto. Sta scritto: “Allora si apersero gli occhi ad ambedue, e s’accorsero ch’erano ignudi; e cucirono delle foglie di fico, e se ne fecero delle cinture” (Gen. 3:7). Qualcosa di terribile era avvenuto, dopo di che coprirono la vergogna della loro nudità. Non si coprirono gli occhi né la bocca, ma nascosero soltanto il basso ventre con dei grembiuli fatti di propria mano.

Nel resoconto del fatto avvenuto nel giardino di Eden si parla di «piacere degli occhi», dell’«essere sedotti», e così via. Ogni uomo e ogni donna saprà in che cosa consiste il piacere dei sensi, degli occhi e della carne; inoltre, anche l’espressione: “Il serpente mi ha sedotta…” deve essere presa in considerazione. La moglie di Potifar, capitano delle guardie ed ufficiale del Faraone, vide che Giuseppe era bello di viso e piacente d’aspetto e “… avvenne che la moglie del signore di Giuseppe gli mise gli occhi addosso, e gli disse: «Giaciti meco»” (Gen. 39:7). In seguito, per calunniarlo, lei disse: “È entrato da me per sedurmi” (Gen. 39:14). Se un giovane o una giovane sono stati sedotti, certamente non significa che hanno «mangiato un gelato» o «bevuto un caffè».

Nel libro dell’Esodo, il concetto dell’«essere sedotti» viene dettagliatamente delucidato: “Se uno seduce una fanciulla non ancora fidanzata e si giace con lei…” (Es. 22:16). L’apostolo Paolo sapeva ciò che era avvenuto nel giardino di Eden, altrimenti non avrebbe scritto, preoccupandosi per la Chiesa di Cristo, le seguenti parole: “Ma temo che come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, così le vostre menti siano corrotte e sviate dalla semplicità e dalla purità rispetto a Cristo” (2 Cor. 11:3). L’apostolo scrive riguardo al peccato originale: “… Adamo non fu sedotto; ma la donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione” (1 Tim. 2:14).

Dopo il peccato originale, il Signore Dio disse ad Eva: “Io moltiplicherò grandemente le tue pene e i dolori della tua gravidanza; con dolore partorirai figliuoli…” (Gen. 3:16). Da ciò si può capire quel che era avvenuto; Eva non doveva mangiare con dolori, come sarebbe stato logico se avesse peccato soltanto con la bocca. Fino ad oggi nessuna donna ha avuto dei bambini mangiando un frutto, ma Dio sapeva esattamente ciò che era avvenuto e quale doveva essere la punizione. Per questo motivo, nel mondo intero, in circostanze normali, le donne partoriscono i loro bambini con dolori, come il Signore disse; ciò serve per ricordare loro il peccato originale.

Chi si lascia distogliere dalle parole: “Il serpente mi ha sedotta, ed io ne ho mangiato” (Gen. 3:13) dovrebbe leggere ciò che sta scritto nel libro dei Proverbi: “Tale è la condotta della donna adultera: essa mangia, si pulisce la bocca, e dice: «Non ho fatto nulla di male!»” (Prov. 30:20).

Il Signore Dio condannò il serpente e disse: “Perché hai fatto questo, sii maledetto fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali dei campi! Tu camminerai sul tuo ventre, e mangerai polvere tutti i giorni della tua vita” (Gen. 3:14). Ciò dimostra che, fino a quel momento, il serpente camminava ritto, altrimenti la sentenza: “Tu camminerai sul tuo ventre…” non avrebbe avuto alcun senso. Il versetto seguente è di grande importanza: “E io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo, e tu le ferirai il calcagno” (Gen. 3:15). Il Signore Dio stesso parla in questo versetto di due progenie: la progenie del serpente e la progenie della donna. Nell’intera Sacra Scrittura la parola «progenie» designa una discendenza.

Il diavolo non può né generare né creare, è un essere spirituale caduto e senza sesso; per questo motivo si è servito dell’animale che stava più vicino all’uomo e che poteva parlare. Come si può leggere nello stesso capitolo della Genesi, il serpente condusse una vera conversazione con Eva: ci sono state domande e risposte e l’intero colloquio è stato riferito. È solo dopo la maledizione che il serpente divenne un rettile e perse la sua forma originale.

Nel giardino di Eden, la conversazione cominciò con la famosa domanda: “Come! Iddio v’ha detto…?”. Ancora oggi il diavolo usa lo stesso metodo, cioè seminare il dubbio verso la Parola di Dio nei pensieri degli uomini. Il diavolo impigliò Eva in argomenti riguardanti la Parola di Dio e La svisò con maestria fino ad arrivare alla grande menzogna: “No, non morrete affatto… gli occhi vostri s’apriranno, e sarete come Dio…” (Gen. 3:4-5). Tutto ciò era bello ed Eva cadde in trappola. A cosa è servito l’«aprirsi degli occhi», l’«aver la conoscenza del bene e del male», nel conseguente stato di separazione da Dio e di abbandono alla morte? Da allora ognuno può giudicare da sé il proprio agire e sa quel che è bene e quel che è male, ciò che è bugia e ciò che è verità, e così via. È per questo che tutti gli uomini vengono inclusi nella responsabilità e, al Giudizio universale, verranno giudicati secondo le loro opere.

Secondo l’antica tradizione ebraica, il peccato originale è stato capito e riferito ad un atto sessuale. Un commentatore scrive: «… l’angelo, il cavaliere del serpente, entrò in Eva, e lei divenne incinta e partorì Caino» (F. Braun, Blicke ins Wort, pag. 67).

È noto a tutti che la natura dell’uomo, il carattere, le particolarità sono dei fattori ereditari che si trovano nei cromosomi; l’ereditarietà si ha al momento della generazione con l’unione delle cellule. In questa maniera, la natura del serpente, cioè di Satana, peccaminosa e ribelle contro Dio, è penetrata nell’umanità. Satana stesso, che trascinò gli uomini nella morte tramite la disubbidienza e la trasgressione, disponeva dell’impero della morte; per questo motivo, il Redentore doveva venire in carne: “… affinché, mediante la morte, distruggesse colui che aveva l’impero della morte, cioè il diavolo, e liberasse tutti quelli che per il timore della morte erano per tutta la vita soggetti a schiavitù” (Ebrei 2:14-15). Per mezzo della vittoria sulla morte, il Signore gloriosamente risorto prese le chiavi della morte e dell’Ades, cioè del soggiorno dei morti (Apoc. 1:18).

Il comandamento dato da Dio era: “Crescete e moltiplicate…” (Gen. 1:28). Egli aveva istituito il matrimonio e unito la prima coppia. La tragedia è stata la rottura del primo matrimonio, l’incrocio catastrofico e mortale. Tutto doveva accoppiarsi ed ogni specie doveva moltiplicarsi secondo la propria specie, ma ecco che nacque tramite il serpente un essere, un incrocio, per il quale non era responsabile Dio, ma Satana, e che quindi non era una creazione originale. Satana ingannò e sedusse Eva, che poi si diede ad Adamo. Dio non poteva accettare tutto questo, perché non corrispondeva alla Sua volontà originale e tutto ciò che non trae origine dalla Sua volontà, non può neanche inserirsi e subordinarsi alla Sua volontà.

Adamo si trovò improvvisamente davanti al fatto che la sua cara Eva, tratta da lui e a lui affidata, non era più vergine. Si era data al serpente e, solamente dopo, ebbe il primo rapporto con Adamo. Così ebbe luogo il peccato originale. Dalle due unioni consecutive furono concepiti due bambini, uno per ogni unione: Caino e Abele.

Anche nel nostro tempo nascono dei “gemelli” che discendono da due padri diversi, come nei due casi più conosciuti avvenuti in Svezia e in Francia. A Stoccolma la signora Bjoerlen partorì nello stesso giorno un bambino nero e uno biondo dagli occhi azzurri. Suo marito si rifiutò di provvedere al mantenimento del bambino nero che chiaramente non discendeva da lui. Durante il processo la signora Bjoerlen confessò la sua relazione con un uomo di pelle scura. Aveva avuto nello stesso giorno rapporti sessuali sia con il marito sia con l’amante. A Marsiglia, anche la signora Duvalle diede alla luce un bambino bianco e uno di colore.

Chi legge con attenzione il versetto 15 del capitolo 3 della Genesi constaterà che, subito dopo il peccato originale, il Signore Dio parla della semenza, cioè della progenie del serpente e della semenza della donna. Fin dal principio ci furono due linee naturali e due linee spirituali.

Caino non è elencato nella genealogia dell’Antico Testamento né in quella del Nuovo come figlio di Adamo, né Adamo è designato quale padre di Caino. L’appellativo di «progenitore» di tutti i viventi non è stato dato ad Adamo, come avrebbe dovuto essere se Caino fosse stato realmente il suo primogenito, ma è stato dato giustamente ad Eva: “E l’uomo pose nome Eva alla sua moglie, perché è stata la madre di tutti i viventi” (Gen. 3:20). Se Caino fosse stato il figlio primogenito di Adamo, avrebbe avuto di conseguenza il suo posto nella genealogia.

Anche se nel libro della Genesi sta scritto che, dopo la nascita di Caino, Eva disse: “Ho acquistato un uomo, con l’aiuto dell’Eterno” (Gen. 4:1), dobbiamo tenere presente che, in quel tempo, non c’erano ancora né ostetriche né dottori ed Eva, nei suoi dolori di parto, gridò al Signore, poiché i dolori erano forti e Adamo non sapeva come esserle d’aiuto. Nel versetto seguente sta scritto: “Poi partorì ancora Abele, fratello di lui”.

È ovvio che quel che avvenne nel giardino di Eden era conosciuto anche dall’apostolo Giovanni, perché questi scrisse nella sua prima epistola, capitolo 3, versetto 12: “… Caino, che era dal maligno…”. È impossibile che, con la parola «maligno», di cui secondo questa chiara affermazione Caino era figlio, si faccia riferimento ad Adamo. L’apostolo Giovanni scrive ai credenti: “… perché avete vinto il maligno” (1 Giov. 2:13-14), riferendosi con ciò a Satana, il quale viene chiamato dragone, serpente antico e diavolo (Apoc. 20:2). Nella Sacra Bibbia si può leggere chi è il maligno, cioè l’opposto di Dio, che “solo è il buono” (Mat. 19:17). Nel Padre nostro sta scritto: “… e non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno…” (Mat. 6:13). Satana, l’avversario, è il maligno, l’origine di tutte le cose che sono contro Dio.

Caino era pieno d’invidia e di gelosia; egli fu il primo omicida. Satana è “stato omicida fin dal principio” (Giov. 8:44) e, tramite Caino, commise omicidio sulla terra e non nel cielo. Caino non può discendere da Adamo, essendo quest’ultimo stato creato all’immagine del Dio santo. Niente di male può provenire da Dio. Siccome Satana, tramite la cooperazione del serpente, è entrato direttamente nel genere umano e l’ha trascinato con sé nella rovina e nella morte, era necessario che Dio venisse in carne per liberarci dalla sua potenza. Quando i redenti entreranno in possesso della loro eredità, possederanno la terra come Dio si era proposto originalmente e saranno riportati nella posizione predestinata.

Enoc era il settimo da Adamo (Giuda vers. 14) poiché Caino, non essendo suo figlio, non poteva essere annoverato tra i suoi discendenti e Abele fu ucciso rimanendo senza progenie. Perciò la genealogia passa direttamente da Adamo a Seth e, così, la Parola di Dio è perfetta anche in questo: Adamo, Seth, Enosh, Kenan, Mahalaleel, Jared, Enoc (Gen. 5:5-18; Luca 3:37).

Come i dolori del parto alle donne, così la circoncisione doveva ricordare agli uomini la trasgressione primitiva e il peccato originale. Quando Dio concluse il Suo patto con Abrahamo e la sua discendenza, richiese la circoncisione e disse: “Questo è il mio patto che voi osserverete, patto fra me e voi e la tua progenie dopo di te: ogni maschio fra voi sia circonciso” (Gen. 17:10). La circoncisione è stata dichiarata quale segno eterno del patto. Chi non si faceva circoncidere doveva essere reciso di fra il popolo, perché, da parte sua, aveva violato il patto (Gen. 17:14). Quando Mosè aveva tralasciato di fare circoncidere il proprio figlio, il Signore voleva ucciderlo: “Allora Sefora prese una selce tagliente, recise il prepuzio del suo figliuolo, e lo gettò ai piedi di Mosè, dicendo: «Sposo di sangue tu mi sei!»” (Es. 4:25).

Nell’Evangelo di Matteo, il Signore ha parlato chiaramente e inequivocabilmente di due semenze spirituali: “Colui che semina la buona semenza, è il Figliuol dell’uomo; il campo è il mondo, la buona semenza sono i figliuoli del Regno; le zizzanie sono i figliuoli del maligno” (Mat. 13:37-38). Agli uomini ostinati, dominati dal maligno, Gesù disse: “Voi siete progenie del diavolo, ch’è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro” (Giov. 8:44).

La semenza, cioè la progenie del serpente, era una realtà esattamente come la semenza della donna. La progenie del serpente fu Caino, la progenie della donna, Cristo. Paolo toccò questi pensieri e scrisse riguardo alla progenie promessa nella sua epistola ai Galati: “E alla tua progenie, ch’è Cristo” (Gal. 3:16). Questi è “la progenie alla quale era stata fatta la promessa” (Gal. 3:19). Nell’Antico Testamento leggiamo: “Dopo aver dato la sua vita in sacrifizio per la colpa, egli vedrà una progenie…” (Is. 53:10). Ogni semenza produce secondo la sua specie, questa è una legge di Dio. Qui si spiega anche la parola «inimicizia»: “E io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei…” (Gen. 3:15). Con l’aiuto del serpente, Satana, il diavolo, è venuto nell’umanità per distruggere l’ordine divino, di conseguenza Dio doveva venire nell’umanità tramite generazione per far morire e abolire l’inimicizia (Ef. 2:13-16). Nel corpo di carne, il Signore ha compiuto la redenzione per poter di nuovo dimorare nei redenti. Egli li ha strappati dall’influenza di Satana e trasportati nel Regno di Dio. Dio, in Gesù Cristo, vinse l’intera potenza del nemico e trionfò su di essa: “… e avendo spogliato i principati e le potestà ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce” (Col. 2:15).

Poiché Satana si era intrufolato nella carne e nel sangue umano, Dio dovette prendere forma umana, diventare carne e sangue nel Figliuolo. Era in gioco la nostra vita, la salvezza della nostra anima; per questo la riconciliazione e la redenzione sono possibili solo mediante il sangue dell’Agnello di Dio. Nel nostro Redentore non scorreva sangue ebraico, ma sangue divino, puro e santo, nel quale c’era la vita divina.

Non c’è stata evoluzione, come la scienza deduce dalle diverse forme di teschio e di scheletro, ma ci sono state diverse specie che, esteriormente, si differenziavano molto l’una dall’altra. Perfino la carne era “una carne differente” (Giuda vers. 7). Nella sua prima epistola ai Corinzi l’apostolo Paolo scrive: “Non ogni carne è la stessa carne; ma altra è la carne degli uomini, altra la carne delle bestie…” (1 Cor. 15:39).

Ecco l’anello mancante nella storia dell’umanità, conosciuto col nome «the missing link» in cerca del quale la scienza è ancora tutt’oggi. In base alle diverse forme di teschio e di scheletro, sappiamo che esisteva una specie strana. Soltanto, gli scienziati non hanno una risposta a questo proposito e la cercano ancora. Tali misteri li troviamo solo nel Libro dei misteri — la Sacra Bibbia.

Una specie discendeva dall’incrocio tra il serpente ed Eva: era la linea di Caino, che sposò una figlia di Adamo. L’altra specie era la discendenza di Adamo ed Eva — tramite Seth, che sposò la propria sorella, perché Adamo ed Eva avevano molti figli e figlie: “Il tempo che Adamo visse, dopo ch’ebbe generato Seth, fu ottocent’anni, e generò figliuoli e figliuole; e tutto il tempo che Adamo visse fu novecentotrent’anni; poi morì” (Gen. 5:4-5). Poi, precisamente quando le due linee si incrociarono, sorse un’altra specie. I discendenti di Caino — nella Sacra Bibbia chiamati «figliuoli degli uomini» — avevano ancora un po’ dell’attrattiva di Lucifero. E quando gli uomini della linea di Seth, cioè i «figliuoli di Dio», “videro che le figliuole degli uomini erano belle… presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte” (Gen. 6:2). A cagione di questo incrocio, Dio decise di sterminare di sulla faccia della terra il genere umano, perché il Messia, secondo la carne, doveva discendere dalla linea pura. Per questo, dal diluvio in poi, ci fu soltanto una linea che risale fino ad Adamo. Dai tre figli di Noè — Sem, Cam e Jafet — discende l’attuale genere umano sulla faccia della terra (Gen. 9:18-19; Atti 17:26).

Fino alla fine, ci saranno però le due linee spirituali in tutti i popoli: “Il campo è il mondo, la buona semenza sono i figliuoli del Regno; le zizzanie sono i figliuoli del maligno” (Mat. 13:38). Il giudizio in merito spetta solo al Signore Dio, perché Lui solo sa chi, come e cosa ognuno è. Ognuno può provare sé stesso in quanto, chiunque ha udito la Parola di Dio dalla bocca del Signore, La crede e La mette in pratica, dovrebbe essere nato dalla Parola e dallo Spirito di Dio; chi intimamente è contrario e si pronuncia contro la Parola di Dio dimostra di non aver nulla in comune con il Signore. È ancora tempo di grazia e chi lo desidera può convertirsi, credere e seguire il Signore.

Da un monte altissimo, Satana mostrò al Signore tutti i regni del mondo e la loro gloria dicendo: “Tutte queste cose io te le darò, se, prostrandoti, tu mi adori” (Mat. 4:8-9). Il Redentore sapeva che avrebbe versato il Suo sangue sulla terra per la redenzione e avrebbe riscattato quelli che erano destinati a Vita eterna; per questo, quale Proprietario originale, respinse Satana. Il salmista aveva già detto: “Lèvati, o Dio, giudica la terra, poiché tutte le nazioni hanno da essere la tua eredità” (Salmo 82:8). Paolo afferma: “Se siamo figliuoli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pur soffriamo con lui, affinché siamo anche glorificati con lui” (Rom. 8:17). Alla fine di questa epoca ciò si adempirà. Abbiamo il privilegio di poter vivere in un tempo in cui tutti i misteri della Sacra Scrittura vengono svelati, compreso quello del fatto avvenuto nel giardino di Eden.

 


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