CONFRONTI
UTILI
I seguenti
passi biblici dimostrano sia la Deità sia la natura umana del Redentore. Quando
viene annunciato quale uomo, viene detto che è stato mandato, quando si parla
di Lui quale Signore Dio, viene detto che Lui stesso sarebbe venuto. Entrambi i
concetti sono giusti e hanno il compito di dimostrare la natura umana e quella
divina del Redentore.
Subito
dopo il peccato originale, il Signore diede la prima promessa riguardante la
progenie che sarebbe venuta per mezzo della donna per schiacciare il capo al
serpente. Egli disse al serpente: “Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la
progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo, e tu le ferirai il
calcagno” (Gen. 3:15). Ogni lettore della Sacra Bibbia sa benissimo che la
progenie della donna annunciata qui è Cristo, il Messia. Questi non designò
mai Maria quale Sua madre, come altri fecero, ma rivolgendosi a lei, la chiamò
«donna»: “E Gesù le disse: Che v’è
fra me e te, o donna? L’ora mia non è ancora venuta” (Giov. 2:4).
“Lo
scettro non sarà rimosso da Giuda, né il bastone del comando di fra i suoi
piedi, finché non sia venuto colui al quale esso appartiene, e al quale
ubbidiranno i popoli. Egli lega il suo asinello alla vite, e il puledro della
sua asina, alla vite migliore…”. “Esulta
grandemente, o figliuola di Sion, manda gridi d’allegrezza, o figliuola di
Gerusalemme; ecco, il tuo re viene a te; egli è giusto e vittorioso, umile e
montato sopra un asino, sopra un puledro d’asina” (Gen. 49:10-11; Zac.
9:9). Nel Vangelo di Matteo, capitolo 21, di Marco, capitolo 11, di Luca,
capitolo 19 e di Giovanni, capitolo 12, viene narrato come, secondo questa
promessa, la domenica delle Palme, Gesù cavalcò quale Re in marcia trionfale
verso Gerusalemme sopra un asino, un puledro d’asina. Nel capitolo 5
dell’Apocalisse, versetto 5, viene descritto quale Leone della tribù di
Giuda.
“Io
susciterò loro un profeta come te, di mezzo ai loro fratelli, e porrò le mie
parole nella sua bocca, ed egli dirà loro tutto quello che io gli comanderò. E
avverrà che se qualcuno non darà ascolto alle mie parole ch’egli dirà in
mio nome, io gliene domanderò conto” (Deut. 18:18-19). Nei quattro
Evangeli, il Messia viene descritto in maniera esauriente come Profeta, come
Figliuolo dell’uomo. L’apostolo Pietro, nella sua predicazione tenuta a
Gerusalemme, si riferì al passo biblico sopraccitato: “Mosè,
infatti, disse: Il Signore Iddio vi susciterà di fra i vostri fratelli un
profeta come me; ascoltatelo in tutte le cose che vi dirà. E avverrà che ogni
anima la quale non avrà ascoltato codesto profeta, sarà del tutto distrutta di
fra il popolo” (Atti 3:22-23). Il Messia era il Dio–Profeta, per questo
la Sua Parola è fondamentale e vincolante per tutti coloro che desiderano
sussistere davanti a Dio, perché per mezzo di Lui, Dio ha parlato
definitivamente sulla terra e ha adempiuto quello che i profeti avevano
annunciato.
“… che
cos’è l’uomo che tu n’abbia memoria? e il figliuol dell’uomo che tu ne
prenda cura? Eppure tu l’hai fatto poco minor di Dio, e l’hai coronato di
gloria e d’onore. Tu l’hai fatto signoreggiare sulle opere delle tue mani,
hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi…” (Salmo 8:5-7). L’armonia tra
le profezie dell’Antico Testamento e il loro compimento nel Nuovo è
sbalorditiva: “… Cristo Gesù, il quale, essendo in forma di Dio non reputò cosa
da ritenere con avidità l’essere uguale a Dio, ma annichilì sé stesso,
prendendo forma di servo e divenendo simile agli uomini; ed essendo trovato
nell’esteriore come un uomo, abbassò sé stesso, facendosi ubbidiente fino
alla morte, e alla morte della croce. Ed è perciò che Dio lo ha sovranamente
innalzato e gli ha dato il nome che è al disopra d’ogni nome, affinché nel
nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto la terra…”
(Fil. 2:6-10).
“Egli
m’invocherà, dicendo: Tu sei il mio Padre, il mio Dio, e la ròcca della mia
salvezza. Io altresì lo farò il primogenito,
il più eccelso dei re della terra” (Salmo 89:26-27). “Perché quelli che Egli ha preconosciuti, li ha pure predestinati ad
essere conformi all’immagine del suo Figliuolo, ond’egli sia il primogenito
fra molti fratelli” (Rom. 8:29). “E
quando di nuovo introduce il Primogenito
nel mondo, dice: Tutti gli angeli di Dio l’adorino!” (Ebrei 1:6). “…
ci ha trasportati nel regno del suo amato Figliuolo, nel quale abbiamo la
redenzione, la remissione dei peccati; il quale è l’immagine dell’invisibile Iddio, il primogenito d’ogni creatura” (Col. 1:14-15). “Se
dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie son
passate: ecco, son diventate nuove” (2 Cor. 5:17). “… da
Gesù Cristo, il fedel testimone, il primogenito
dei morti…” (Apoc. 1:5).
“Perciò,
il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la vergine concepirà e darà alla
luce un figlio e gli porrà nome Emmanuele”. “Giuseppe, figliuol di Davide,
non temere di prender teco Maria tua moglie; perché ciò che in lei è
generato, è dallo Spirito Santo. Ed ella partorirà un figliuolo, e tu gli
porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati.
Or tutto ciò avvenne, affinché si adempiesse quello che era stato detto dal
Signore per mezzo del profeta…” (Is. 7:14; Mat. 1:20-22).
“Poiché
un fanciullo ci è nato, un figliuolo ci è stato dato, e l’imperio riposerà
sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre
eterno, Principe della pace, per dare incremento all’impero e una pace senza
fine al trono di Davide e al suo regno, per stabilirlo fermamente e sostenerlo
mediante il diritto e la giustizia, da ora in perpetuo: questo farà lo zelo
dell’Eterno degli eserciti” (Is. 9:5-6).
Il
Figliuolo che ci è stato dato, il fanciullo che ci è nato, viene designato nel
contempo quale «Dio potente» e «Padre eterno». Sia la natura divina sia
quella umana, dovevano essere annunciate per poter distinguere di volta in volta
i diversi compiti. Tramite lo stesso profeta, Isaia, Dio disse: “Fortificate
le mani infiacchite, raffermate le ginocchia vacillanti! Dite a quelli che hanno
il cuore smarrito: «Siate forti, non temete!». Ecco il vostro Dio!… verrà
egli stesso a salvarvi” (Is. 35:3-4).
Dio non ha
mai detto di avere accanto a Sé nel cielo un Figliuolo che poi avrebbe mandato.
Egli stesso venne e ci portò la salvezza nel Figliuolo. Il segno di
riconoscimento di questo fatto doveva essere: “Allora
s’apriranno gli occhi dei ciechi, e saranno sturati gli orecchi dei sordi;
allora lo zoppo salterà come un cervo, e la lingua del muto canterà di gioia…”
(Is. 35:5-6). Le cose annunciate in questo versetto si adempirono nel ministerio
di Gesù Cristo, il Signore (Luca 7:22): i ciechi ricuperarono la vista, i sordi
udirono, gli zoppi si misero a camminare e i muti a parlare!
Nel
capitolo 40 del libro del profeta Isaia sta scritto: “La
voce d’uno grida: «Preparate nel deserto la via dell’Eterno (Yahweh),
appianate nei luoghi aridi una strada per il nostro Dio! (Elohim)…». O tu che
rechi la buona novella a Sion, sali sopra un alto monte! O tu che rechi la buona
novella a Gerusalemme, alza forte la voce! Alzala, non temere! Di’ alle città
di Giuda: «Ecco il vostro Dio!». Ecco, il Signore, l’Eterno (Elohim–Yahweh),
viene con potenza, e col suo braccio Ei domina” (Is. 40:3, 9-10). Yahweh
dell’Antico Testamento è Yahshua — Gesù
— del Nuovo Testamento. Dio
si è rivelato quale Padre sopra noi, nel Figliuolo tra noi, e quale Spirito
Santo in noi. In questo modo, Dio, quale Redentore, porta a compimento il
Suo piano con i redenti.
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