PROCEDUTO
DA DIO
Cristo
viene anche chiamato: “… il principio della creazione di Dio” (Apoc. 3:14). Adamo era un
figlio di Dio creato, Cristo era un Figliuolo generato. Adamo era all’immagine
di Dio quale creatura, Cristo era l’immagine di Dio tratto dall’essenza di
Dio. Adamo aveva la stessa forma del Signore Dio (Elohim–Yahweh), ma non possedeva la Sua essenza, la Sua natura:
non era proceduto da Dio. Dio, però, voleva dei figliuoli e delle figliuole che
procedessero da Lui, che portassero la Sua essenza, che avessero la Sua natura.
Il Figliuolo unigenito è proceduto da Dio; con Lui, il Primogenito, incominciò
la generazione divina.
Yahweh era
Dio stesso, l’IO SONO, Colui che esiste ab eterno, il Logos, Colui che opera,
Colui che divenne uomo. Quasi tutti i teologi hanno trascurato il nocciolo della
questione: come Yahweh uscì dalla pienezza originale di Dio, il Figliuolo, che
è Yahweh stesso, è proceduto dal Padre:
“Gesù
disse loro: Se Dio fosse vostro Padre, amereste me, perché io son proceduto… da Dio” (Giov. 8:42).
“… poiché il Padre stesso vi ama, perché mi avete amato e avete
creduto che son proceduto da Dio” (Giov. 16:27).
“… poiché le parole che tu mi hai date, le ho date a loro; ed essi
le hanno ricevute, e hanno veramente conosciuto ch’io son proceduto
da te, e hanno creduto che tu m’hai mandato” (Giov. 17:8).
Quando
questo mistero fu rivelato ai discepoli, dissero: “Ora
sappiamo che sai ogni cosa, e non hai bisogno che alcuno t’interroghi; perciò
crediamo che sei proceduto da Dio” (Giov. 16:30).
Sia
nell’Antico che nel Nuovo Testamento, è sempre lo stesso Signore: là nel
corpo spirituale, qua nel corpo di carne. Non era un Figliuolo esistente accanto
a Dio che sarebbe poi diventato il Figliuolo di Dio. Questo sarebbe un
paradosso. Gesù è proceduto da Dio, è
il Figliuolo generato dallo Spirito e, di conseguenza, della stessa natura
divina. Aveva la Vita di Dio in Sé, perché Egli era Dio stesso. Da Dio poteva
venire solo Dio, poiché Dio poteva produrre soltanto secondo la propria specie.
Per mezzo di Lui tutti i figliuoli e tutte le figliuole di Dio sono stati fatti
partecipi della natura divina (2 Piet. 1:4).
In
teologia viene definita la relazione tra il Padre e il Figliuolo, e tra il
Figliuolo e lo Spirito Santo. Ciò facendo, ognuno viene contrapposto
all’altro. Se si unisce inoltre la filosofia alla teologia, ne risulta un
cerchio magico dal quale coloro che vi si trovano dentro non possono più
uscire. La “teologia” biblica consiste nella realizzazione del piano eterno
di salvezza di Dio con l’umanità, mediante Gesù Cristo, il Signore. In fin
dei conti, non si tratta di chiarire le rivelazioni di Dio nel loro rapporto
l’una verso l’altra, rivelazioni che erano necessarie per portarci la
salvezza, ma di chiarire la relazione di Dio con noi: qual è il Suo rapporto
verso di noi e qual è il nostro rapporto verso di Lui? Questo è il punto
essenziale. Dio ha messo in luce il Suo rapporto con l’umanità!
Le
dottrine contenute nel cosiddetto Credo Niceno non sono bibliche. In esso sta scritto: «…
unigenito Figliuolo di Dio, che è nato dal Padre davanti a tutto il mondo, Dio
da Dio, Luce da Luce, nato vero Dio da vero Dio, non creato…» (F.
Hauss, Väter der Christenheit, pag. 40). Dunque il Padre dovrebbe aver
partorito il Figliuolo nel cielo? Come si può immaginare una cosa del genere?
Dove viene confermato questo pensiero nella Sacra Scrittura?
Il Padre
ha generato il Figliuolo per mezzo dello Spirito sulla terra (Mat. 1:18-25) e,
con ciò, ha realizzato il principio di una nuova generazione divina. Quanto
allo spirito, il Figliuolo era Dio, quanto alla carne, era uomo, per poter
riportare l’umanità nella posizione divina. Doveva essere uomo per poter
morire, doveva essere Dio per vincere la morte, il soggiorno dei morti e il
diavolo. “Dio è stato manifestato in
carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato
predicato tra i gentili, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria”.
L’apostolo Paolo non ritenne necessario fare la benché minima dichiarazione
riguardante questo mistero. Per lui bastava la constatazione: “E,
senza alcun dubbio, grande è il mistero della pietà…” (1 Tim. 3:16).
La
generazione del Figliuolo non ha avuto luogo nell’Eternità e neanche durante
il periodo dell’Antico Testamento, ma ha avuto luogo così come viene
descritta nel Nuovo Testamento. Per questo viene usata la parola «oggi» nella
promessa. Tutto ciò che è contenuto nelle profezie dell’Antico Testamento
era allora futuro. Solo il Nuovo Testamento contiene l’adempimento di queste
profezie.
Non è per
caso che l’espressione «decreto dell’Eterno» è stata usata nel seguente
versetto: “Dichiarerò il decreto
dell’Eterno. Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, oggi
io ti ho generato»” (Salmo 2:7). Nell’epistola agli Ebrei sta scritto:
“Infatti, a quale degli angeli disse
mai: «Tu sei il mio Figlio, oggi ti ho generato»?” (Ebrei 1:5 ).
Nel
capitolo 4 dell’epistola agli Ebrei, questo «oggi» annunciato ci viene fatto
vedere come un giorno: “Egli determina di nuovo un giorno: «Oggi»…” (Ebrei 4:7).
Questo «oggi» è il «giorno della salvezza». “…
poiché egli dice: T’ho esaudito nel tempo accettevole, e t’ho soccorso nel
giorno della salvezza. Eccolo ora il tempo accettevole; eccolo ora il giorno della salvezza!” (2 Cor. 6:2; Is. 49:8).
Lo scrittore dell’epistola agli Ebrei, riferendosi ai credenti dell’Antico
Testamento che non credettero, dà l’esortazione: “Ma esortatevi gli uni gli altri tutti i giorni, finché si può dire: «Oggi»,
onde nessuno di voi sia indurato per inganno del peccato” (Ebrei 3:13).
Per tutto il tempo della grazia che si estende dalla venuta, ossia dall’«epifania»
di Cristo, fino al Suo ritorno, ossia alla «parusia», viviamo nel «giorno
della salvezza», nell’«oggi» del Nuovo Testamento.
Nella
lettera di Paolo apostolo ai Romani leggiamo riguardo al Figliuolo: “…
nato dal seme di Davide secondo la carne, dichiarato Figliuol di Dio con
potenza, secondo lo spirito di santità mediante la sua risurrezione dai morti;
cioè Gesù Cristo nostro Signore…” (Rom.1:3-4). La risurrezione di Gesù
Cristo è la dimostrazione trionfale che Egli era questo Figliuolo promesso e
che il Salmo 2 si è così adempiuto. “E
noi vi rechiamo la buona novella che la promessa fatta ai padri, Iddio l’ha
adempiuta per noi, loro figliuoli, risuscitando Gesù, siccome anche è scritto
nel salmo secondo: Tu sei il mio Figliuolo, oggi
Io ti ho generato” (Atti 13:32-33).
Maria
disse all’angelo Gabriele che le aveva portato il messaggio divino riguardo al
Messia promesso: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo? E l’angelo,
rispondendo, le disse: Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza
dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra sua; perciò ancora il santo che
nascerà, sarà chiamato Figliuolo di Dio” (Luca 1:34-35). Secondo la
testimonianza della Sacra Bibbia, non è Dio nel cielo, ma è Maria sulla terra
che ha partorito il Figliuolo di Dio.
Maria non
viene presentata nelle Sacre Scritture per essere innalzata e lodata, ma, in
base al suo esempio, viene dimostrato che gli uomini non hanno nulla a che
vedere con la creazione divina. Il Figliuolo dell’uomo, Gesù, era in tutto e
per tutto di discendenza divina; Maria era soltanto la portatrice naturale di
una sostanza divina, la cui generazione era perfettamente e completamente un
avvenimento soprannaturale.
Nessuna
azione religiosa può sostituire l’operato di Dio. Nell’Evangelo di Matteo
sta scritto: “… perché ciò che in
lei (Maria) è generato, è dallo Spirito Santo” (Mat. 1:20). Che lo
Spirito Santo non è una Persona a Sé, ma è lo Spirito di Dio, dovrebbe
risultare chiaro dal fatto che Gesù non venne mai chiamato: “Figliuolo dello
Spirito Santo” — benché generato dallo Spirito Santo — ma: Figliuolo di
Dio. Nel versetto 22 ci viene detto che si tratta dell’adempimento di ciò che
Dio aveva annunciato per bocca del profeta Isaia: “Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio e gli porrà
nome Emmanuele” (Is. 7:14).
Riguardo
al Figliuolo sta scritto: “Chiedimi, io ti darò le nazioni per tua eredità e le estremità
della terra per tuo possesso” (Salmo 2:8). Solo per questa ragione, solo
perché il Padre si è rivelato nel Figliuolo, divenendo così il nostro
Salvatore, possiamo essere salvati. Per questo la fede nel Figliuolo di Dio è
l’assoluta e unica condizione per essere salvati. Solo dove Dio si è
riconciliato con l’umanità, cioè in Gesù Cristo, è cessata l’ira di Dio.
La fede nel Figliuolo è nello stesso tempo la fede nel Padre. “Chiunque
nega il Figliuolo, non ha neppure il Padre; chi confessa il Figliuolo ha anche
il Padre” (1 Giov. 2:23). Chi nega la Deità del Figliuolo non ha Dio per
Padre.
Anche il
salmista parla contemporaneamente di Yahweh e del Figliuolo. “Servite
al Signore (Yahweh) con timore, e gioite con tremore. Baciate il figliuolo, chè
talora egli non si adiri, e che voi non periate nella vostra via, quando l’ira
sua si sarà pure un poco accesa. Beati tutti coloro che si confidano in lui”
(Salmo 2:11-12). La fede nel Figliuolo di Dio è necessaria per la salvezza,
perché il Padre ci ha portato la salvezza non quale Padre, ma nel Figliuolo.
Per questo sta scritto: “Chi crede nel
Figliuolo ha vita eterna; ma chi rifiuta di credere al Figliuolo non vedrà la
vita, ma l’ira di Dio resta sopra lui” (Giov. 3:36).
Dio non ci
ammaestra su chi Egli è, ma si
rivela in modo molteplice. Le formulazioni dogmatiche del IV secolo riguardo
al Figliuolo di Dio sono pura fantasia. Per alcuni Egli era un Dio
“generato”, per altri un Dio “creato”, per altri ancora, un Dio “nato
da Dio”, e tutto ciò dovrebbe aver avuto luogo prima di tutti i tempi, cioè
nell’Eternità. A cosa ci potrebbe servire un Dio “generato”, “creato”
o “nato”? Un tale Dio non esiste. La generazione si riferisce al Figliuolo,
secondo la chiara testimonianza delle Sacre Scritture. Questi è il Figliuolo
unigenito che discende interamente da Dio, non il Figliuolo di Dio e di Maria,
ma unicamente l’unigenito Figliuolo di Dio. Molti teologi, basandosi sulla
genetica moderna, pensano che un ovulo di Maria abbia ricevuto la fecondazione
divina tramite lo Spirito Santo! In questo caso qualcosa di peccaminoso
proveniente dai cromosomi dell’ovulo, si sarebbe mischiato nella struttura
genetica divina e avrebbe avuto luogo, ancora una volta, un incrocio.
Impossibile! «Unigenito» significa che tutto, anche l’ovulo, è provenuto da
Dio.
Il
carattere profetico dell’Antico Testamento, in parole, in immagini e in
parabole, è rivelazione antiveggente e preindicatrice di cose la cui
realizzazione doveva ancora avvenire. Nella testimonianza dell’Antico
Testamento si trattava in sostanza “delle
cose che sarebbero state annunziate” (Ebrei 3:5). I profeti, per bocca dei
quali lo Spirito di Dio parlava, vedevano nel futuro; fu loro rivelato che non
amministravano quelle cose per sé stessi, ma per noi: “E fu loro rivelato che non per sé stessi, ma per voi, amministravano
quelle cose…” (1 Piet. 1:12). Da quando Colui che parla e opera è
diventato uomo, dobbiamo tenere conto di questa rivelazione personale di Dio,
realizzata e giunta a compimento in Cristo. I profeti dissero in anticipo quel
che sarebbe avvenuto, gli apostoli confermarono che ciò si era adempiuto. Colui
che si era annunciato tramite rivelazione della Parola apparve e “in lui (Cristo) abita corporalmente tutta la pienezza della Deità”
(Col. 2:9).
È
incomprensibile come dalle parole divine di rivelazione siano sorte diverse
dottrine e come la maestosa rivelazione di Dio in Cristo abbia potuto essere
interpretata in maniera filosofico–trinitaria. Il professore Emil Brunner
scrive a questo proposito quanto segue: «Parimenti
anche il concetto delle tre Persone è più che discutibile. Già Agostino aveva
intuito questo (cfr. ‹De
Trinitate›, V, 9). Anche Karl Barth sembra condividere questo dubbio
(‹Kirchliche Dogmatik›, I, I, pag. 703). Si può comandare al proprio
pensiero: ‹Devi pensare a queste tre Persone come ad una›, non serve a
nulla: rimane un vacillare incerto tra il triteismo e il monoteismo. Non
soltanto il concetto della sostanza, ma anche il concetto delle Persone è
troppo scabroso per afferrare il mistero dell’unità di Colui che rivela e del
Rivelato. La coesistenza delle tre Persone è la conseguenza del fatto che non
si capiva più il pensiero della storia della salvezza. Ci si occupò dello
sfondo trascendentale della rivelazione in sé, si fece della ‹vita interna›
della Trinità l’oggetto principale della riflessione; questo è quel che
della dottrina ecclesiastica della Trinità è assolutamente non biblico»
(E. Brunner, Dogmatik, Vol. I, pagg. 243–244).
I profeti
e gli apostoli non conoscevano nessuna Trinità, per questo motivo la
formulazione “Dio uno e trino” non sta scritta nella Sacra Bibbia. Come
possono tre Persone che sono concordi essere poi un solo Dio? In verità questo
può essere designato soltanto come dottrina pagana e totalmente estranea alla
Sacra Bibbia. L’unico vero ed eterno Dio si è fatto conoscere in tre modi: nel
cielo quale Padre, sulla terra nel Figliuolo e quale Spirito Santo. Questa
è la testimonianza della Sacra Bibbia. I profeti e gli apostoli che hanno
sperimentato, udito, visto e conosciuto Dio, Lo hanno predicato esattamente così
come Egli si è rivelato. I teologi hanno “capovolto” Dio e ne hanno fatto
tre di Uno. La stragrande maggioranza dei teologi ammette che la Sacra Bibbia
non parla di una dottrina della Trinità e, ciononostante, la sostengono. Com’è
possibile?
Rimane per
sempre vero ciò che il Signore disse: “… e
niuno conosce appieno il Figliuolo, se non il Padre, e niuno conosce appieno il
Padre, se non il Figliuolo e colui al quale il Figliuolo avrà voluto rivelarlo”
(Mat. 11:27).
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