ALTRI CONFRONTI

Anche in merito all’umanità di Gesù, vogliamo meditare secondo la Bibbia perché la Sua umanità è tanto importante quanto la Sua Deità. Dobbiamo notare che ovunque nella Sacra Scrittura, dove il Signore Gesù appare vicino a Dio, viene descritto quale uomo.

Infatti nel Suo stato di Figliuolo, Lo troviamo in quattro modi: quale Figliuolo di Abrahamo, Figliuolo di Davide, Figliuolo dell’uomo e Figliuolo di Dio. Nella Sacra Scrittura, anche il numero 4 ha il suo significato. Vediamo Cristo quale Agnello del sacrificio, Sommo Sacerdote, Mediatore e Intercessore presso Dio. Come la Sua designazione di Figliuolo è quadruplice, così anche la Sua missione di redenzione è riassunta in quattro fatti principali. Egli è il Sommo Sacerdote che è entrato una volta per sempre nel Luogo santissimo. Egli è l’Agnello del sacrificio che fu offerto per la riconciliazione dell’umanità. Egli è il Mediatore che unisce in Sé stesso Dio e l’umanità. Egli è l’Intercessore che si adopera e intercede per noi.

Chi legge i quattro Vangeli constaterà che il Signore viene descritto in quattro modi differenti. Dobbiamo prestare grande attenzione al fatto che qui Cristo non appare come una seconda persona in seno alla Deità, ma quale uomo accanto a Dio, quale Figliuolo accanto al Padre. Qui si tratta della realizzazione del piano di salvezza di Dio, che voleva riconciliare l’umanità con Sé stesso. Questo avvenne sulla croce di Golgota per mezzo di Gesù Cristo, come Paolo dice in 2 Corinzi 5:19: “Dio era in Cristo riconciliando il mondo con sé…”. Gesù Cristo è il punto centrale della storia della salvezza. In Lui tutto quanto era scritto nella legge di Mosè, nei Salmi e nei profeti, si adempì perfettamente.

 
L’AGNELLO DI DIO

Nel piano di salvezza di Dio era stata decisa la riconciliazione dell’umanità. Dio, il Signore, è onnisciente. Egli sapeva pure che l’uomo, con il suo libero arbitrio, si sarebbe pronunciato per la disubbidienza e l’incredulità. Per mostrare subito come sono fatti tutti gli uomini, Dio il Signore mise Adamo ed Eva davanti alla decisione. È qui che viene alla luce la disposizione del cuore di ogni uomo, che viene dimostrato il rifiuto dell’uomo nei confronti di Dio. L’uomo in sé stesso non ha la capacità di fare il bene. Quando decide, sceglie sempre ciò che è contrario a Dio. Un passo biblico ci confermerà subito questo fatto. In Romani 5 sta scritto: “Dunque, come con una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure, con un solo atto di giustizia, la giustificazione che dà la vita si è estesa a tutti gli uomini. Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati resi peccatori, così anche per l’ubbidienza di uno solo, i molti saranno costituiti giusti” (Rom. 5:18-19). Qui vediamo che l’ubbidienza di Gesù Cristo viene confrontata con la disubbidienza di Adamo. Riguardo a Gesù Cristo, sta scritto in Filippesi 2:7-8: “… ma annichilì sé stesso, prendendo forma di servo e divenendo simile agli uomini; ed essendo trovato nell’esteriore come un uomo, abbassò sé stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte della croce”.

Paolo fa un altro confronto in quanto chiama Cristo l’uomo celeste. In l Corinzi 15:48-49 sta scritto: “Quale è il terreno, tali sono anche i terreni; e quale è il celeste, tali saranno anche i celesti. E come abbiamo portato l’immagine del terreno, così porteremo anche l’immagine del celeste”. Come per la disubbidienza di Adamo, tutti siamo stati costituiti peccatori, così, per l’ubbidienza di Cristo, siamo stati costituiti santi. Poiché, come ogni uomo nasce in questo mondo in modo naturale quale peccatore, così chiunque crede in Gesù Cristo viene giustificato dai suoi peccati e rigenerato a una speranza viva. Ecco perché Gesù dice in Giovanni5:24: “In verità, in verità io vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato, ha vita eterna…”.

Dio il Signore ha cacciato gli uomini dal Paradiso, allontanandoli da Sé, dopo che questi erano caduti nel peccato, ma li ha poi di nuovo chiamati a Sé tramite Gesù Cristo, aprendo di nuovo l’entrata del Paradiso. Vediamo questo in Luca 23:42: “E (il malfattore) diceva: «Gesù, ricordati di me quando sarai venuto nel tuo regno!» E Gesù gli disse: «Io ti dico in verità che oggi tu sarai meco in paradiso»”. Dopo il fallo, Dio il Signore, prima di cacciare fuori dal paradiso Adamo ed Eva, li rivestì con delle tuniche di pelle. Essi stessi avevano cercato di coprire la loro nudità, ma il Signore uccise degli agnelli e rivestì entrambi con la loro pelle. Ciò facendo, Dio mostrò già allora in che modo avrebbe avuto luogo la riconciliazione dell’umanità: per mezzo del sangue dell’Agnello di Dio. Si legga a proposito Genesi 3:20-24. Troviamo in Genesi 4:3-8 un altro esempio che dimostra che il sacrificio degli agnelli reca il gradimento di Dio verso gli uomini. Qui troviamo la prima coppia di fratelli che offrono un sacrificio a Dio, il Signore. Riconosciamo che venne rivelato ad Abele in che modo Dio si sarebbe riconciliato con l’umanità. Per questo, egli offrì dei primogeniti del suo gregge. Dio guardò con favore tale sacrificio. Nel corso della storia della salvezza dell’Antico Testamento, ci furono sempre degli uomini che, in vece loro, offrirono un sacrificio al Signore. Dovremmo sempre ricordare consapevolmente questa riconciliazione con Dio, e anche che questa riconciliazione venne realizzata tramite l’Agnello del sacrificio. Così Paolo arriva alla gloriosa affermazione: “Come per la disubbidienza di un solo uomo è venuto il peccato, così anche per l’ubbidienza di un solo è venuta la giustificazione”. Questo solo è Gesù che, quale uomo, morì per gli uomini, quale innocente, morì per i colpevoli. Nel Suo sangue abbiamo la riconciliazione e il perdono di tutte le nostre colpe, di tutti i nostri peccati. Infatti in Apocalisse 1:5 sta scritto: “… e da Gesù Cristo, il fedel testimone, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra. A Lui che ci ama, e ci ha liberati dai nostri peccati col suo sangue…”. C’è una sola redenzione e, come abbiamo visto dai passi biblici citati, si trova solamente e unicamente nel sangue di Gesù Cristo. Nel soffrire e nel morire dell’Agnello di Dio ci viene dimostrato in modo commovente quanto grande è stato l’amore di Dio per noi e quanto caro fu il prezzo della redenzione che Gesù Cristo pagò per noi. Così comprendiamo anche quanto detto in Giovanni 3:16: “Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna”. Credi anche tu, in questo momento, credi con tutto il cuore! Nello spirito volgi lo sguardo al Golgota e accetta le parole che Gesù Cristo pronunciò: “Tutto è compiuto!”. Laggiù Egli ha pensato anche a te.

L’apostolo Pietro riassume la realtà della redenzione con le seguenti parole: “… sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai padri, ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia” (l Piet. 1:18-19). Gesù Cristo viene descritto quale Agnello senza difetto e senza macchia, e ciò in quanto Egli presentò Sé stesso quale sacrificio. Nel Suo sangue vediamo l’intero valore del prezzo del riscatto che Egli pagò, dando la Sua vita per la nostra. Egli non è il fondatore di una religione. Di questi ce ne sono molti. Egli è il Redentore e Salvatore.

Vediamo che il Signore Gesù, in riferimento alla riconciliazione viene chiamato l’Agnello di Dio. In Giovanni 1:29 sta scritto: “Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!”. Proprio così! Questo grande profeta di Dio sapeva esattamente che Gesù era l’Agnello del sacrificio. Sicuramente deve anche aver pensato alla parola di Isaia 53:4: “E, nondimeno, erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; e noi lo reputavamo colpito, battuto da Dio, ed umiliato! Ma egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità; il castigo per cui abbiamo pace, è stato su lui, e per le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione”. Che parole di consolazione! Egli prese su di Sé tutto quanto era caduto su di noi a causa della disubbidienza dei primi uomini. Egli ha cambiato la maledizione in benedizione; ha scambiato la morte con la vita, ha compiuto una completa redenzione nella quale, secondo questa parola profetica, sono compresi sia il perdono di tutti i peccati sia la guarigione di ogni malattia. Sta chiaramente scritto: “… il castigo, per cui abbiamo pace, è stato su lui…”. Questo è per tutti, anche per te. Anche Paolo dice la stessa cosa in Romani 5:l: “Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore…”.

Hai tu questa pace divina nel tuo cuore? Se non ce l’hai, credi in questo momento a Gesù Cristo e avrai anche tu questa pace. Leggiamo ancora Isaia 53:7: “Maltrattato, umiliò sé stesso, e non aperse la bocca. Come l’agnello menato allo scannatoio, come la pecora muta dinanzi a chi la tosa, egli non aperse la bocca”. L’opera che il Salvatore ha compiuto per noi possa essere incisa nel cuore di ognuno. Egli è il perfetto Agnello del sacrificio. Come abbiamo già visto, nella redenzione sono comprese la perfetta espiazione di tutti i nostri peccati, la perfetta guarigione di tutte le nostre malattie e la completa liberazione da ogni legame e passione. Possa Dio aprirci gli occhi sull’intera ricchezza che ci è stata data tramite la redenzione. Paolo può dire in 2 Corinzi 5:17: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura…”. Sì, questa è la verità. Chi crede con tutto il cuore a Gesù Cristo viene completamente trasformato e rinnovato tramite la potenza del sangue versato per la nostra salvezza. Gesù Cristo è l’Agnello del sacrificio che diede Sé stesso volontariamente per noi. Nell’Antico Testamento, in Esodo, capitolo 12, sta scritto cosa operava il sangue dell’agnello. Ogni famiglia doveva scannare per sé stessa un agnello. La carne veniva mangiata e il sangue asperso sull’architrave e i due stipiti della porta. Tutti quelli che si trovavano sotto la protezione del sangue versato, all’interno della casa, rimasero in vita, mentre tutti i primogeniti dell’Egitto morirono. Questo è un glorioso simbolo in rapporto col Nuovo Testamento. Gesù Cristo diede Sé stesso quale Agnello del sacrificio affinché potesse avvenire il miracolo della salvezza e della liberazione. Se già nell’Antico Testamento il sangue degli agnelli recava protezione, sicurezza e vita, quanto più protezione, sicurezza e vita porterà a ognuno il sangue di Gesù Cristo!

In Apocalisse 1:17-18 sta scritto: “Non temere; io sono il primo e l’ultimo, e il Vivente; e fui morto, ma ecco sono vivente per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e dell’Ades”. Qui, Gesù Cristo, l’Agnello del sacrificio di Dio, ci viene descritto come il Principe della vita e il Vincitore sulla morte e sul soggiorno dei morti. D’ora in poi, nessuno più deve essere schiavo del peccato. Chi crede alla riconciliazione è giustificato davanti a Dio tramite la risurrezione di Gesù Cristo. Oh, chi può dire quante persone si privano della salvezza perché non si rivolgono a Lui e non Lo cercano in preghiera!

Caro lettore, adesso puoi comprendere perché Gesù Cristo è stato chiamato l’Agnello di Dio? Egli è la nostra riconciliazione, poiché in Lui solo c’è la salvezza di Dio, in Lui solo c’è la Vita eterna. Così l’apostolo Pietro arriva all’affermazione di Atti 4:12: “E in nessun altro è la salvezza; poiché non v’è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad essere salvati”.

Che questo breve esposto sia sufficiente per spiegare in modo semplice la morte dell’Agnello del sacrificio, cioè Gesù Cristo. Che il fedele Signore possa aprire gli occhi spirituali di ognuno tramite il Suo Spirito Santo, affinché riconosca la redenzione, proprio come ci è stata elargita da Dio. 

CRISTO, IL MEDIATORE

Adesso vogliamo considerare Cristo come Mediatore. Questo tema appartiene direttamente a quello della redenzione, ed è in rapporto con quanto abbiamo già esposto. Anche qui Cristo non ci viene mostrato quale seconda persona in seno alla Deità, ma quale uomo accanto a Dio e quale Figliuolo accanto al Padre. In l Timoteo 2:5 sta scritto: “Poiché v’è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, il quale diede sé stesso quale prezzo di riscatto per tutti”. Questo versetto parla di un solo Dio. Ciò è molto importante, in particolar modo per coloro i quali fanno dell’unico Dio tre persone. Vediamo Gesù Cristo descritto quale uomo. Viene presentato quale Mediatore, che dà Sé stesso quale prezzo di riscatto. Egli è dunque Redentore e Mediatore in una sola Persona, sta tra Dio e gli uomini come intermediario. In Lui Dio deve essere riconciliato e unito con l’umanità. Ci avviciniamo di più a questo concetto leggendo Atti 7:38: “Questi è colui che nell’assemblea del deserto fu con l’angelo che gli parlava sul monte Sinai, e coi padri nostri…”. In questo passo biblico, Mosè ci viene mostrato nell’ufficio di mediatore. Egli trasmette agli uomini ciò che riceve da Dio. Egli è dunque un mediatore. Così anche Cristo è il Mediatore neotestamentario. Egli riceve e trasmette a noi.

Quel che ci è dato di vedere in parte nei profeti, in Cristo lo troviamo in tutta la sua pienezza, come l’apostolo Paolo dice in Colossesi 2:9: “… poiché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità”. Questo è veramente meraviglioso. Dio si rivela all’umanità in Gesù Cristo. Egli vuole dare all’umanità la Sua vita, il Suo Spirito, le Sue benedizioni, magari Sé stesso con tutto quanto Egli è ed ha. Ciò avviene tramite Cristo, il Mediatore. All’umanità è stato fatto un dono da Dio in Gesù Cristo. I nostri peccati sono perdonati, la nostra colpa è espiata. In Galati 3:20 sta scritto: “Ora, un mediatore non è mediatore di uno solo; Dio, invece, è uno solo”. Come può essere scritto più chiaro di così, cioè che Dio è uno solo? Il Mediatore non entra in azione solamente per uno solo, ma per molti, per tutti quelli che vogliono venire a Dio. Per questo motivo, Gesù disse: “… nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giov. 14:6). In Ebrei 8:6 sta scritto: “Ma ora egli ha ottenuto un ministerio di tanto più eccellente, ch’egli è mediatore d’un patto anch’esso migliore, fondato su migliori promesse”. In queste parole ci viene mostrato Cristo quale Mediatore del Nuovo Patto, esattamente come Mosè nell’Antico Testamento espletò l’ufficio di mediatore. Con ciò viene di nuovo confermato che Dio, per mezzo di Gesù Cristo, ha dato tutto alla Chiesa neotestamentaria. In Ebrei 12:24 sta scritto: “… a Gesù, il mediatore del nuovo patto e al sangue dell’aspersione che parla meglio di quello d’Abele”. In tutte queste parole troviamo Gesù Cristo quale Mediatore tra Dio e l’umanità. Egli è l’unico Mediatore.

 

GESÙ CRISTO, IL SOMMO SACERDOTE

L’ufficio di Sommo Sacerdote ha molti punti in comune con l’ufficio di Mediatore e con il compito dell’Agnello del sacrificio. Anche in questo, Cristo viene descritto quale uomo accanto a Dio e che presenta, in quanto Sommo Sacerdote, il sacrificio valido in eterno. In Ebrei 9:7 leggiamo: “… ma nel secondo (tabernacolo), entra una volta solamente all’anno il solo sommo sacerdote, e non senza sangue, il quale egli offre per sé stesso e per gli errori del popolo”. Qui ci viene mostrato il compito del sommo sacerdote. Egli entra col sangue di sacrificio nel Luogo santissimo per effettuare la riconciliazione dinanzi a Dio. Ecco perché Cristo viene descritto quale Sommo Sacerdote che entrò una volta per sempre nel Luogo santissimo. In Ebrei 9:11 sta scritto: “Ma venuto Cristo, Sommo Sacerdote dei futuri beni… mediante il proprio sangue, è entrato una volta per sempre nel santuario, avendo acquistata una redenzione eterna”. In queste parole troviamo il vero significato: Cristo, il Sommo Sacerdote, entra nel santuario celeste col Suo proprio sangue santo e realizza una vera espiazione, cioè, come abbiamo letto, una redenzione eterna.

Possiamo dunque rivolgerci fiduciosi a Lui, poiché Lui solo può perdonare i peccati; Egli è il vero Sommo Sacerdote che ha sparso il proprio sangue. Allora anche tu, non ti rivolgere più agli uomini, i quali promettono molte cose, mentre essi stessi hanno bisogno della redenzione; vogliono perdonare agli altri mentre devono chiedere perdono per sé stessi. Rivolgiti direttamente a Gesù, Colui che ha già perdonato i tuoi peccati. In Ebrei 9:14 sta scritto: “… quanto più il sangue di Cristo che mediante lo Spirito eterno ha offerto sé stesso puro d’ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire all’Iddio vivente!”. Proprio così! Perfino la nostra coscienza viene purificata. La consapevolezza della propria colpa che ci conduce quasi alla disperazione, le mancanze che ci danno molto filo da torcere, tutto svanisce se ci rivolgiamo a Gesù Cristo e rivendichiamo la riconciliazione perché, per mezzo del sangue di Gesù Cristo, siamo stati liberati da ogni colpa essendo Egli morto per noi sulla croce di Golgota. Anche per noi la via per entrare nel Santuario celeste rimane libera per sempre. Infatti, sta scritto in Ebrei, capitolo10: “Avendo dunque, fratelli, libertà d’entrare nel santuario in virtù del sangue di Gesù… accostiamoci di vero cuore, con piena certezza di fede… Riteniamo fermamente la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è Colui che ha fatte le promesse” (Ebrei 10:19, 22-23). Questo è veramente meraviglioso! Il Signore ha dato le promesse e le ha pure adempiute, “… perché fedele è Colui che ha fatte le promesse”. Egli mantiene e adempie ciò che ha promesso. Possiamo esclamare col poeta: «Piuttosto può cadere il cielo che la Tua Parola deludermi».

Caro lettore, adesso puoi vedere che Cristo è l’Agnello del sacrificio, il Mediatore e il Sommo Sacerdote? In Lui abbiamo una comunione diretta con Dio. Anche per te tutto è pronto. Accetta tutto ciò nella fede e con riconoscenza!

 

CRISTO, L’INTERCESSORE

Nel Suo compito di Intercessore, Cristo ci viene di nuovo descritto quale uomo accanto a Dio. Così Lo abbiamo già trovato descritto quale Agnello del sacrificio, Mediatore e Sommo Sacerdote. Nei quattro Vangeli troviamo descritto Cristo quale uomo accanto a Dio e quale Figliuolo accanto al Padre. Tutto ciò avviene però per l’adempimento del piano di salvezza divino che vediamo compiersi in Gesù Cristo.

Nell’Antico Testamento troviamo spesso dei profeti che hanno agito da intercessori per il popolo; lo vediamo particolarmente in Mosè. Leggiamo perciò in Esodo 32:9-11: “Ho considerato bene questo popolo; ecco, è un popolo dal collo duro. Dunque, lascia che la mia ira s’infiammi contro di loro, e che ioli consumi!… Allora Mosè supplicò il Signore, il suo Dio…”. Mosè intercede per il popolo. Non solo dà loro i comandamenti e la legge, ma intercede anche per il popolo disubbidiente. La sua compassione e misericordia, anzi il suo sincero amore per il popolo di Dio lo spinge ad una suprema decisione, come sta scritto in Esodo 32:32: “… nondimeno, perdona ora il loro peccato! Se no, ti prego, cancellami dal tuo libro che hai scritto!”. Vogliamo fare un parallelo tra Mosè e Cristo. Infatti Egli agisce spesso da Intercessore perché siamo così disubbidienti e dal collo duro! Eppure la Sua misericordia e compassione Lo spingono ad entrare nella breccia e il Suo sangue parla per noi come abbiamo visto con Mosè. Mosè era un simbolo di Cristo: era pronto a dare la sua vita per il popolo. Tuttavia il Signore gli rispose: “Colui che ha peccato contro di me, quello cancellerò dal mio libro!” (Es. 32:33). Queste sono parole molto severe. Anche se i nostri nomi stanno scritti nel Libro, se siamo disubbidienti, possono essere cancellati, come Gesù Cristo stesso disse in Apocalisse 3:5: “Chi vince sarà così vestito di vesti bianche, ed io non cancellerò il suo nome dal libro della vita…”.

La mia preghiera è che Dio possa dare a tutti la forza di vincere.

In Giobbe 33:23-24 sta scritto: “Ma se, presso a lui, v’è un angelo, un interprete (intercessore), uno solo fra i mille, che mostri all’uomo il suo dovere, Iddio ha pietà di lui e dice: «Risparmialo, che non scenda nella fossa! Ho trovato il suo riscatto (la sua espiazione)»”. Vediamo dunque che l’assoluzione e l’intervento dell’intercessore può aver luogo soltanto in base ad una espiazione. Giobbe continua poi a parlare di questo uomo dicendo: “… implora Dio, e Dio gli è propizio; gli dà di contemplare il suo volto con giubilo, e lo considera di nuovo come giusto. Ed egli va cantando fra la gente e dice: «Avevo peccato, pervertito la giustizia, e non sono stato punito come meritavo. Iddio ha riscattato l’anima mia, onde… la mia vita si schiude alla luce!»” (Giob. 33:26-28).

Nel Nuovo Testamento, Gesù Cristo ci viene descritto quale Intercessore presso il Padre. Infatti in 1 Giovanni 2:1-2 sta scritto: “Figliuoletti miei, io vi scrivo queste cose affinché non pecchiate; e se alcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato (intercessore) presso il Padre, cioè Gesù Cristo, il giusto; ed egli è la propiziazione per i nostri peccati; e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo”.

Anche noi dobbiamo riconoscere di essere indegni e di aver fatto ciò che non è gradito a Dio, ma Gesù Cristo intercede per noi se ci riconosciamo colpevoli dinanzi a Lui e Gli chiediamo perdono. Sia noto che c’è soltanto un Intercessore (Avvocato) ed è Gesù Cristo, come del resto c’è un solo Redentore e, di conseguenza, c’è una sola redenzione. Nella Sacra Scrittura non troviamo assolutamente un intercessore che intercede presso Gesù Cristo, l’Intercessore. L’idea di avere numerosissimi intercessori non è altro che un’illusione e una trovata umana. Solo Gesù Cristo è l’Agnello del sacrificio. Nessun altro si è sacrificato per noi come Lui; per questo motivo dobbiamo rivolgerci soltanto a Lui stesso. Gesù Cristo è il Mediatore, in Lui siamo stati riconciliati con Dio. Egli solo è la garanzia della nostra salvezza. Gesù Cristo è l’unico Sommo Sacerdote che sia entrato nel Santuario celeste con il Suo proprio sangue per acquistarci una redenzione eterna. Così, per la redenzione, possiamo rivolgerci soltanto a Lui. Gesù Cristo solo è Intercessore (Avvocato). Egli intercede per chi Gli confessa i peccati e, sinceramente, se ne pente affinché sia giustificato davanti a Dio. Non c’è alcun altro intercessore tranne Lui.

Anche Stefano vide Gesù come Intercessore accanto a Dio: “Ecco, io vedo i cieli aperti, ed il Figliuolo dell’uomo in piè alla destra di Dio” (Atti 7:56). Stefano vide la gloria di Dio e Gesù alla destra della Maestà. Gesù rimane in questo ministerio fino alla fine del tempo della grazia; poi, quando la Chiesa–Sposa sarà giunta al Suo compimento, il Figliuolo si sottometterà al Padre. Allora Dio sarà di nuovo tutto in tutti: “…anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti” (1 Cor. 15:24-28).


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