LA VERA FEDE

Gesù Cristo ha parlato molto della fede. Egli faceva dipendere dalla fede le Sue guarigioni e le Sue risurrezioni dai morti. In Marco 5:36 sta scritto: “Non temere; solo abbi fede!”. Gesù disse queste parole al capo della sinagoga, la cui figliuola era morta. Doveva aver luogo un miracolo e l’Autore dei miracoli era presente, tuttavia era necessaria la fede affinché si compisse il miracolo. In Marco 9:23 sta scritto: “Ogni cosa è possibile a chi crede”. È dunque alla fede che è stata data la promessa di ricevere tutto. In Ebrei 11 ci viene mostrata la vera fede nel suo uso pratico. Tutto quanto ci è stato dato da Dio in Cristo può diventare realtà soltanto se noi lo crediamo. La fede è la condizione assoluta per l’agire di Dio nella nostra vita.

Come raggiungere questa fede di cui parla Gesù Cristo? È la fede che si basa unicamente sulla Parola di Dio. Secondo la Sacra Scrittura c’è una sola fede: “V’è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo…” (Ef. 4:5). Per noi, qui non si tratta di una fede in qualche sistema religioso, ma della fede del Signore Gesù Cristo. Egli stesso disse in Giovanni 7:38-39: “Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Or disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che crederebbero in lui…”.

Fermiamoci prima un momento sul pensiero: “Chi crede in me, come ha detto la Scrittura…”. È qui il mistero. Molti credono in Gesù, anzi l’intero mondo cristiano crede in Lui, ma ognuno a modo suo e secondo le prescrizioni e i precetti della propria denominazione cristiana. Ci sono poi molte persone, le quali credono perfino che Gesù Cristo sia stato creato. Se ciò fosse vero, allora Egli sarebbe una creatura uguale alle altre e, come tale, anche Lui avrebbe bisogno della redenzione; quindi non potrebbe assolutamente essere il Redentore. Chi si riferisce a Proverbi 8:22-31 per affermare che Gesù Cristo è una creatura, dovrebbe prendere il tempo per leggere il libro dei Proverbi dal primo all’ultimo capitolo, affinché sia meglio ammaestrato su questo. In essi, la parola sapienza o saviezza sta scritta più di quaranta volte. Ognuno dovrebbe prestare attenzione in quale contesto viene usata questa parola. Chi poi accetta ancora che si riferisca a Cristo, certamente non si lascerà mai insegnare. Ecco qui una solida prova che la parola sapienza o saviezza usata nell’Antico Testamento, non può riferirsi in nessun caso a Cristo, perché ne conseguirebbe il fatto che Satana stesso sarebbe stato riempito di Cristo. In Ezechiele 28:12, riguardo a Satana, sta scritto: “Tu mettevi il suggello alla perfezione, eri pieno di saviezza, di una bellezza perfetta…”. Satana era dunque pieno di saviezza. Se la parola saviezza dovesse riferirsi a Cristo, allora il nemico sarebbe pieno di Cristo. Accettare questo sarebbe una vera bestemmia. Per questo, chi accetta che Cristo è una creatura, non crede come dice la Sacra Scrittura.

Ritornando al nostro tema La vera fede, bisogna anche dire che soltanto chi crede come dice la Scrittura dice di Lui e vede il Signore soltanto secondo la Bibbia, ha la vera fede e solamente queste persone possono aspettare che i fiumi dello Spirito Santo si riversino su di loro. Nel nostro tempo, molti bramano un risveglio e pregano anche per questo, ma se la nostra fede in Cristo non è secondo la Sacra Scrittura, questo risveglio non avverrà mai. Negli ambienti cristiani, tutto l’apparato della chiesa viene mosso dalla forza dell’uomo. Si vede poco della potenza di Dio. Sebbene vengano ideati sempre nuovi metodi, la brama più intensa del nostro cuore rimane insoddisfatta. Noti evangelisti e oratori offrono solo una benedizione di breve durata. Un vero risveglio non viene portato in una chiesa, ma deve nascere dal suo interno, tramite un’effusione dello Spirito Santo.

In Giovanni 14:12 sta scritto: “In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io…”. Il Signore Gesù avrebbe potuto dare una promessa più grande di questa? Sicuramente Egli disse proprio quel che voleva dire. Vogliamo vedere insieme i due passi biblici, cioè Giovanni 7:38 e Giovanni 14:12: “Chi crede in me, come ha detto la Scrittura…” e: “In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io…”. In entrambi questi passi si parla della fede in Gesù Cristo. Giacomo scrive nella sua epistola: “Così è della fede; se non ha opere, è per sé stessa morta” (Giac. 2:17). Questa fede morta, che consiste soltanto in parole, è ovunque largamente diffusa. Quando dunque i Cristiani rifletteranno e decideranno di ritornare a questa fede scritturale operata da Dio? L’apostolo Giacomo arriva al punto di dire: “Infatti come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta” (Giac. 2:26). Queste parole devono risuonare nella Cristianità odierna come un tuono, perché è impigliata nei suoi riti e nei suoi credo morti, e non conosce nulla della potenza della fede e dell’agire di Dio. Per mezzo della Sua Parola, Dio continua a far risuonare la Sua chiamata in mezzo all’umanità. Chi è disposto ad ascoltare?

Le promesse date da Gesù valgono ancora oggi per noi come per i primi Cristiani, perché Gesù diede il Suo mandato una volta per sempre e stabilì il modello per la vera fede biblica. Ne troviamo la conferma negli Atti degli apostoli: proprio le opere che aveva fatto il Maestro, le fecero pure i Suoi servitori nel Suo Nome. Come Gesù risuscitò i morti per la Sua parola, così per mezzo della stessa parola pronunciata dai discepoli furono anche risuscitati dei morti. Come Gesù guarì i malati per la Sua parola, così per mezzo della stessa parola pronunciata dai discepoli furono anche guariti gli ammalati. Nel Cristianesimo primitivo, la promessa del Signore: “In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io…” trovò il suo adempimento. Con la discesa dello Spirito Santo, Dio si manifestò nella diversità dei doni per mezzo della Sua Chiesa. Chi legge gli Atti degli apostoli resta meravigliato per le potenti opere che furono realizzate. Troviamo inoltre che la potestà dello Spirito Santo non soltanto si estese ai dodici apostoli, ma all’intera Chiesa. Citiamo soltanto alcuni fatti.

In Atti 4:30 troviamo la prima Chiesa cristiana in preghiera le cui parole ci vengono riportate come segue: “… stendendo la tua mano per guarire, e perché si facciano segni e prodigi mediante il nome del tuo santo Servitore Gesù”. La prima Chiesa aveva pregato dunque che Dio mandasse ad effetto la Sua Parola e stendesse la Sua mano per operare guarigioni e miracoli. Anche noi abbiamo il diritto di pregare nello stesso modo e lo stesso Dio opera oggi le stesse cose. In Atti 5:12 leggiamo: “E molti segni e prodigi erano fatti fra il popolo per le mani degli apostoli…”. Il Signore aveva esaudito la preghiera della Chiesa e mandato ad effetto la Sua promessa. In Atti 5:15 sta scritto che “… portavano perfino gli infermi per le piazze, e li mettevano su lettucci e giacigli, affinché, quando Pietro passava, l’ombra sua almeno ne adombrasse qualcuno”. Ciò era veramente glorioso! L’ombra di Pietro era sufficiente affinché le persone fossero liberate dalle loro malattie. Che gloriosa potenza di Dio riposava su Pietro, perché bastasse la sua ombra per mettere in azione questa divina potenza! Infatti sgorgavano fiumi di acqua viva per la benedizione di molta gente proprio come aveva detto Gesù. In Atti 5:16 sta scritto: “E anche la moltitudine accorreva dalle città vicine a Gerusalemme, portando dei malati e dei tormentati da spiriti immondi; e tutti quanti erano sanati”. Questo è un esempio di vera fede biblica. Come sta scritto in Luca 6:18-19 che tutti i malati erano guariti da Gesù Cristo, così troviamo le stesse parole qui, in Atti 5:16, cioè che tutti quanti erano sanati.

In Atti 6:8 sta scritto: “Or Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva gran prodigî e segni fra il popolo”. Qui abbiamo a che fare con un uomo che non apparteneva neanche ai dodici apostoli, però era pieno della stessa potenza di Dio come loro. La medesima cosa avviene in tutti i tempi tramite ognuno che è pieno dello Spirito Santo ed è chiamato da Dio a questo ministerio. Anche l’evangelista Filippo operò come strumento di grande benedizione. In Atti 8:6-7 sta scritto: “E le folle di pari consentimento prestavano attenzione alle cose dette da Filippo, udendo e vedendo i miracoli ch’egli faceva. Poiché gli spiriti immondi uscivano da molti che li avevano, gridando con gran voce; e molti paralitici e molti zoppi erano guariti”. Nel Cristianesimo primitivo, dovunque viene descritto l’operato di quelli che annunciavano l’Evangelo, troviamo la stessa conferma divina tramite miracoli e segni, che sono una dimostrazione della vera fede. Dio era con loro per confermare la Sua Parola.

In Atti 9:32-35 vediamo Pietro in viaggio di missione. Egli incontra un uomo paralizzato già da otto anni e gli rivolge queste parole: “Enea, Gesù Cristo ti sana; lèvati e rifatti il letto. Ed egli subito si levò”. Se confrontiamo l’odierno Cristianesimo con quello primitivo, abbiamo un quadro piuttosto triste. Oggi, i predicatori convincono le persone dicendo che è la volontà di Dio che siano malate. Oh, queste povere persone! Invece di dire la verità e riconoscere di non aver né la fede né la potenza dello Spirito, ingannano gli ammalati, già tanto provati, togliendo loro anche l’ultima speranza. Citatemi anche un solo passo della Bibbia dove il Signore Gesù o i Suoi discepoli abbiano detto a un cieco, a un lebbroso, a un paralitico o ad un qualunque malato che è la volontà di Dio che siano ammalati. Proprio su questo punto l’odierno Cristianesimo sembra essere travisato. Dicono che la malattia viene da Dio e, se qualcuno viene guarito, dicono che è il diavolo ad averlo la guarito! Eppure la nostra guarigione è secondo la volontà di Dio, altrimenti Gesù, con tutte le guarigioni da Lui compiute, avrebbe agito contro la volontà di Dio! Di Lui sta scritto in Ebrei 10:9: “Ecco, io vengo per fare la tua volontà”. Oh, se tramite queste righe potessi raggiungere coloro che cercano Dio, che sono pronti a credere al Signore e ad agire secondo la Sua Parola!

In Atti 14:3 sta scritto: “Essi (Paolo e Barnaba) dimorarono quivi molto tempo, predicando con franchezza, fidenti nel Signore, il quale rendeva testimonianza alla parola della sua grazia, concedendo che per le loro mani si facessero segni e prodigî”. Anche Paolo e Barnaba non appartenevano ai dodici apostoli, eppure erano pieni della stessa fede in Gesù Cristo e della stessa potenza dello Spirito Santo. Così, anche mediante il loro ministerio, potevano avvenire le stesse cose!

In Atti 14:8-11 troviamo di nuovo una guarigione. Nel versetto 9 sta scritto: “Egli udì parlare Paolo, il quale, fissati in lui gli occhi, e vedendo che aveva fede da essere sanato, disse ad alta voce: «Lèvati ritto in piè». Ed egli saltò su, e si mise a camminare”. Anche qui vediamo che, chiunque fosse ad annunciare l’Evangelo, Dio, il Signore, confermava dappertutto la Sua Parola con segni e miracoli. In Atti 19:11 sta scritto: “Ed Iddio faceva dei miracoli straordinari per le mani di Paolo; al punto che si portavano sui malati degli asciugatoi e dei grembiuli che erano stati sul suo corpo, e le malattie si partivano da loro, e gli spiriti maligni se ne uscivano”. Constatiamo che, negli Atti degli apostoli, furono compiute delle opere ancora più grandi che nel tempo di Gesù. Infatti non ci viene mai riferito prima di allora che dei malati fossero stati guariti con l’ombra di un Pietro o con gli asciugatoi di un Paolo. Oh, quanto fedele è Dio! Egli fa ancora più di quanto promette. Certamente anche questo era compreso nei “fiumi d’acqua viva” dei quali il Signore aveva parlato. Oh, che possa scaturire in molti una vera brama per un’effusione dello Spirito Santo con tutto quel che vi appartiene secondo ciò che ci viene mostrato negli Atti degli apostoli.

Caro lettore, puoi vedere che la vera fede ha anche opere, come dice Gesù e come espone Giacomo nella sua epistola? Che Dio, anche nel nostro tempo, possa essere glorificato nello stesso modo tramite il Suo popolo. Egli è ancora lo stesso, è fedele e farà anche le stesse cose. Se crediamo come credevano i primi Cristiani, se insegniamo e preghiamo come loro, e se siamo riempiti con la stessa potenza dello Spirito Santo come loro, allora avverranno di certo le stesse cose anche nel nostro tempo. In Ebrei 13:8 ce ne viene data la garanzia: “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno. La parola “ieri” si riferisce al passato, la parola “oggi” al presente e la parola “eterno” al futuro. In verità possiamo esclamare col compositore del cantico: «Come Tu eri prima di tutti i tempi, così rimani in eterno». Proprio nello stesso momento in cui Gesù diede l’ordine di annunciare l’Evangelo, parlò pure della preghiera per gli ammalati. In Marco 16:15 sta scritto: “E disse loro: «Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura»”. Molti credono a queste parole, ma purtroppo solo con la mente, poiché se credessero col cuore, non potrebbero negare la parola di Gesù che si riferisce all’ordine di missione ed è espressa nel versetto 17; infatti sta chiaramente scritto: “Or questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto…”. Nel corso di questa meditazione abbiamo visto che dipende molto dalla fede. Nel versetto 18 sta scritto: “Imporranno le mani agli ammalati ed essi guariranno”. Alla luce di questa parola, possiamo distinguere chi ha veramente la fede da colui che dice di averla, chi è veramente chiamato da Dio da colui che è chiamato dagli uomini. Chi è chiamato da Gesù Cristo ad annunciare il Vangelo deve sapere che, in questa vocazione, è inclusa anche la preghiera per i malati. Lo vediamo nel mandato scritto in Marco 16:15-18 e alla relativa messa in pratica negli Atti degli apostoli. Non dobbiamo dimenticare che la vocazione e i doni di Dio sono senza pentimento. Paolo scrive in Romani11:29: “Perché i doni e la vocazione di Dio sono senza pentimento”. Per questo motivo, nessuno ha il diritto di dire che Dio si sia pentito per i doni della grazia e li abbia ritirati dalla Sua Chiesa. A chi dobbiamo credere? Agli uomini che ci ingannano o a Dio che dice la verità? In Marco 16:20 sta scritto: “E quelli se ne andarono a predicare dappertutto e il Signore operava con loro confermando la Parola con i segni che l’accompagnavano”. Voglia dunque il Signore accordarci la Sua grazia anche in questo tempo affinché si trovino veri servitori di Dio che annuncino l’Evangelo secondo il modello biblico. Se Glielo chiediamo, Egli lo farà, perché il Signore stesso disse in Matteo 9:37-38: “Ben è la mèsse grande, ma pochi sono gli operai. Pregate dunque il Signore della mèsse che spinga degli operai nella sua mèsse”. Dopo queste parole chiamò a Sé i dodici discepoli per inviarli come sta scritto in Matteo 10:1: “Poi chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potestà di cacciare gli spiriti immondi, e di sanare qualunque malattia e qualunque infermità”. Qui abbiamo un esempio della missione con la quale sono stati inviati coloro che sono stati chiamati da Gesù stesso.

In Matteo 10:7 troviamo ancora meglio descritto il modello secondo il quale deve essere annunciato l’Evangelo: “E andando, predicate e dite: «Il regno dei cieli è vicino». Sanate gli infermi, risuscitate i morti, mondate i lebbrosi, cacciate i demonî; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Oltre a questi dodici discepoli, il Signore inviò poi i settanta con lo stesso incarico. Chi desidera saperne di più sui doni dello Spirito Santo può leggere i capitoli12 e 14 della prima epistola ai Corinzi. Dei nove doni dello Spirito Santo ne abbiamo sfiorato solo uno, però tutti sono descritti in l Corinzi 12:4-11, in collegamento l’uno con l’altro. Ciascuno può notare che la pienezza dei doni è stata posta da Dio nella Sua Chiesa tramite l’effusione dello Spirito Santo. I doni rimangono per tutto il tempo che la Chiesa è sulla terra. Chi conosce la Bibbia saprà che l’epoca della Chiesa comincia con la discesa dello Spirito Santo e termina col ritorno di Cristo. Nel momento in cui il Signore viene a prendere la Chiesa per portarla a Casa, cesserà tutto quello che è temporale perché sarà venuta la perfezione. Tuttavia, per tutto il tempo che la Chiesa è sulla terra, Dio agisce nella Sua Chiesa tramite il Suo Spirito e i doni dello Spirito.

L’apostolo Paolo stesso vide nei segni e miracoli che avvennero per mezzo di lui la prova del suo apostolato: “Certo, i segni dell’apostolo sono stati manifestati in atto fra voi nella perseveranza a tutta prova, nei miracoli, nei prodigî ed opere potenti” (2 Cor. 12:12). Non dovremmo anche noi nel nostro tempo applicare il modello biblico per verificare l’autenticità della nostra fede? Paolo invitò i credenti della chiesa di Corinto a esaminare sé stessi per vedere come stava la loro fede: “Esaminate voi stessi per vedere se siete nella fede; provate voi stessi” (2 Cor. 13:5). Che Dio confermasse la Sua Parola con segni e miracoli era cosa che faceva parte della predicazione del Vangelo. Troviamo questo fatto anche in Ebrei 2:4: “… mentre Dio stesso aggiungeva la sua testimonianza alla loro, con dei segni e dei prodigî, con opere potenti svariate, e con doni dello Spirito Santo distribuiti secondo la sua volontà”. Paolo parla anche dello Spirito di fede e ciò proprio in 2 Corinzi 4:13: “Ma siccome abbiamo lo stesso spirito di fede, ch’è in quella parola della Scrittura: «Ho creduto, perciò ho parlato», anche noi crediamo, e perciò anche parliamo…”. La vera fede può scaturire soltanto se colui che reca la Parola di Dio ci crede. Si tratta in ogni caso della fede operata dallo Spirito, la quale procede dalla Parola di Dio. Inoltre in l Corinzi 2:4-5 sta scritto: “… e la mia parola e la mia predicazione non hanno consistito in discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza, affinché la vostra fede fosse fondata non sulla sapienza degli uomini, ma sulla potenza di Dio”. In base a queste parole vediamo come l’apostolo Paolo voleva che le chiese fossero fondate sulla potenza di Dio. Perciò disse pure che la sua predicazione consisteva “… in dimostrazione di Spirito e di potenza”. L’apostolo Paolo era pienamente conscio di essere stato chiamato e confermato da Dio per questo ministerio. Così Paolo poté parlare con autorità anche a quelli che lo giudicavano: “… se il Signore vorrà, mi recherò presto da voi, e conoscerò non il parlare ma la potenza di coloro che si sono gonfiati; perché il regno di Dio non consiste in parlare, ma in potenza” (l Cor. 4:19-20).

Oggi, cosa dovrebbe scrivere l’apostolo Paolo ad ogni chiesa? Oso dire che nessuna delle chiese che esistono oggi accetterebbero Paolo se egli ritornasse con l’Evangelo originale. Immaginate che egli facesse un rapporto di quanto Dio ha compiuto per mezzo di lui come lo leggiamo in Atti 15:12: “E tutta la moltitudine si tacque; e stavano ad ascoltare Barnaba e Paolo, che narravano quali segni e prodigî Iddio aveva fatto per mezzo di loro fra i Gentili”. Cosa avverrebbe oggi se Paolo dovesse narrare in una chiesa le risurrezioni dei morti e le numerose guarigioni operate da Dio? Ciò è impensabile, perché oggi non si aspetta più che Dio faccia simili cose. Cosa direbbero i cosiddetti conduttori delle chiese cristiane di un simile resoconto? Giudicando superficialmente, essi chiamerebbero l’apostolo Paolo un fanatico e un agitatore. Lo respingerebbero quale stravagante e orgoglioso, come sono stati respinti tutti i veri servitori di Dio in tutti i tempi.

Mi rivolgo perciò a tutti affinché leggano un’altra volta la Bibbia per riconoscere le promesse che il Signore Gesù ha dato alla Sua Chiesa. Siamo ancora nel tempo della grazia così che ognuno può ritornare alla vera dottrina e alla vera fede.

 Perfino nel tempo più recente, il Signore ha avuto i Suoi fedeli servitori il cui ministerio veniva confermato con segni e miracoli, soprattutto con la guarigione di malati. Pensiamo solo ad uno degli ultimi, cioè al fabbricante di Solingen, Hermann Zaiss, addormentatosi nel Signore soltanto pochi anni fa. A me fu accordata la gioia di udirlo solo tre volte e di essere testimone oculare. Di lui può essere detto che, sebbene non fosse né teologo né predicatore, ha potuto indicare la via che conduce a Cristo a migliaia di persone. Nelle sue riunioni si contavano decine di migliaia di uditori nel suo Paese, la Germania, e anche all’estero. Tramite questo servitore, Dio ha potuto fare molto più in pochi anni di quanto abbia fatto per mezzo di grandi organizzazioni dotate di numerosi predicatori nello spazio di un’intera generazione. Il segreto del fratello Zaiss, il quale predicava la Parola di Dio non a tempo pieno, ma nelle ore libere, consisteva nel fatto che egli credeva la Parola di Dio come era scritta nella Bibbia. Poiché Gesù Cristo è lo stesso, Egli ha operato non solo nel passato, ma opera e agisce anche nel presente nella Sua Chiesa.


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