NUOVA CREAZIONE
Il Signore dice: “Ecco, io fo ogni cosa nuova” (Apoc. 21:5). Ciò incominciò
con il Nuovo Patto in cui chiunque viene alla fede riceve, tramite la nuova
nascita, la nuova vita proveniente da Dio. L’apostolo Paolo esclamò: “Se
dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura…” (2 Cor. 5:17). Già
nell’Antico Testamento Dio ha promesso una nuova vita, un nuovo cuore, uno
spirito nuovo e ci ha dato tutto ciò tramite il Nuovo Patto in Cristo, Colui
che è il principio della nuova creazione divina
(Apoc. 3:14).
Sulla creazione naturale, che si è moltiplicata tramite la generazione carnale,
tramite l’incredulità, la disubbidienza e la trasgressione, venne la morte,
la perdizione e la separazione da Dio — l’espulsione dal Paradiso e dalla
comunione con Dio. Poiché il peccato originale avvenne nella carne e nel
sangue, anche la riconciliazione, la salvezza doveva avvenire in un corpo di
carne tramite sangue. Siccome la vita è nel sangue (Lev. 17:11), era necessario
che Egli offrisse il Suo sangue e la Sua vita quale sacrificio per la
riconciliazione e la salvezza. Nel Figlio di Dio generato dallo Spirito c’era
la Vita di Dio: “In lui era la vita, e
la vita era la luce degli uomini” (Giov. 1:4). Quanto alla carne, divenne
mortale. Nello Spirito dovette scendere all’inferno (1 Piet. 3:18-23) per
vincere la morte, l’inferno e il diavolo e dare questa vittoria a tutti i
figliuoli e figliuole di Dio (Apoc. 1:17-18). Il danno che Satana aveva recato
tramite il serpente, Dio quale Padre lo riparò nel Figlio.
La via d’accesso al Paradiso è libera. Gesù, morente sulla croce,
gridò al malfattore per primo: “Io ti
dico in verità che oggi tu sarai con me in paradiso” (Luca 23:43).
Nel Getsemane il Figlio di Dio ha
lottato direttamente con la morte e, essendo in agonia, pregò: “Padre
mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio
io, ma come tu vuoi” (Mat. 26:39).
“Ora è turbata l’anima
mia; e che dirò? Padre, salvami da quest’ora! Ma è per questo che son venuto
incontro a quest’ora. Padre, glorifica il
tuo nome!…” (Giov. 12:27-28).
Sulla croce di Golgota il Figlio di Dio, quale Sostituto per tutti i figliuoli e
le figliuole di Dio, prese su di Sé ogni colpa e peccato — l’essere
separati da Dio. Eravamo abbandonati da Dio, Egli prese il nostro posto ed
esclamò in vece nostra: “Dio mio, Dio
mio, perché mi hai abbandonato?” (Mat. 27:46; Marco 15:34), come era già
stato predetto per bocca di Davide:
“Dio mio, io grido di giorno, ma tu non rispondi,
In tutti questi compiti della storia della salvezza, necessari e relativi alla
redenzione, Lo vediamo dalla Sua nascita alla Sua morte quale uomo tra gli
uomini che, alla fine, morendo sulla croce, esclamò:
“Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio” (Luca 23:46). Il «Tu»
che stava di fronte a Dio, eravamo noi, ma separati da Lui. Adesso Egli doveva
entrare nella breccia, prendere il nostro posto, diventare un «Tu»,
proveniente da Dio, per unirci con Dio. Da allora, tutti i figliuoli di Dio
possono dire la stessa cosa, quando il loro pellegrinaggio è passato: «Padre,
nelle Tue mani rimetto lo spirito mio».
Per tutti i redenti vale la seguente parola: “Voi,
che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, voi,
dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i nostri peccati; egli ha
cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e
l’ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; ha spogliato i principati e le
potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo
della croce” (Col. 2:13-15). Amen! È così!
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©1998 by
Freie Volksmission e.V., Krefeld (Germania)
ISBN 3–920824–17–2
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