NESSUNO PUÒ PASSARE ACCANTO A GESÙ CRISTO
Come Dio è inspiegabile nella Sua natura e nelle Sue
rivelazioni, così inspiegabile è il nostro Signore nei molti ambiti che
appartengono alla redenzione.
Se il «Signore» viene nominato o appare in un
contesto che è connesso con il piano di redenzione — per esempio quale Figlio
dell’uomo, Figlio di Dio, Figlio di Davide, come Agnello di Dio, Sommo
Sacerdote, Avvocato (Intercessore), Mediatore, ecc. — viene mostrato nella Sua
incarnazione accanto a Dio, non come una seconda Persona divina. Ciò
risulta chiaramente dai relativi passi biblici.
Se Gesù Parla quale Figlio dell’uomo, allora il Padre è più grande di Lui,
solo il Padre sa il giorno e l’ora, allora fa solo le cose che vede fare dal
Padre (Giov. 5:19-29 e altri). Egli era Profeta, era Veggente. Gli fu mostrato
in visione quel che era e quel che sarebbe avvenuto; Gli furono perfino rivelati
i pensieri e le intenzioni degli uomini: “Prima che Filippo ti chiamasse, quando eri sotto il fico, io
ti ho visto” (Giov. 1:48). “…hai
avuto cinque mariti; e quello che hai ora, non è tuo marito; in questo hai
detto la verità”. …La donna gli disse: «Io so che il Messia (che è
chiamato Cristo) deve venire; quando sarà venuto ci annunzierà ogni cosa». Gesù le disse: «Sono
io, io che ti parlo!»” (Giov. 4:16-26 e altri esempi).
“Ma Gesù non si fidava di loro, perché conosceva tutti e perché non
aveva bisogno della testimonianza di nessuno sull’uomo, poiché egli
stesso conosceva quello che era nell’uomo” (Giov. 2:24-25).
Così si adempì la parola di Deuteronomio 18:18, come l’apostolo Pietro aveva
esposto nella sua seconda predicazione dopo il giorno di Pentecoste: “Mosè,
infatti, disse: «Il Signore Dio vi susciterà in mezzo ai vostri fratelli un
profeta come me; ascoltatelo in tutte le cose che vi dirà. E avverrà che chiunque non avrà ascoltato questo profeta, sarà estirpato di
mezzo al popolo»” (Atti 3:22-23). Quale
«Figlio dell’uomo» Egli era il Profeta
e Servo (Is. 42:1-4; Is.
52:13; Atti 4:23-31). Quale «Figlio di Dio»,
Egli è Redentore e Signore. Quale «Figlio
di Davide», Egli è Re. Egli è Re,
Sacerdote e Profeta.
Ogni azione del nostro diletto «Signore» e ciò che Egli disse e viene detto
di Lui, deve sempre essere visto nel relativo contesto e nella rispettiva
funzione che Egli deve esercitare. Per questo motivo, le definizioni non debbono
mai essere scambiate tra loro. Se, negli Evangeli, sta scritto più di ottanta
volte «Figlio dell’uomo», allora là deve rimanere così per sempre. Se sta
scritto «Figlio di Dio», allora là appartiene, se sta scritto «Figlio di
Davide», così pure, ecc. Nella Sacra Scrittura tutto è divinamente ordinato
in ogni ambito secondo il piano di redenzione.
Dio non si è moltiplicato in Sé stesso. Egli è rimasto l’Unico. Tramite il
Suo Figlio, il Primogenito, però, tramite generazione dallo Spirito, Egli ha
operato la moltiplicazione spirituale di tutti i primogeniti. Sono stati
chiamati all’esistenza per mezzo della Parola della verità, hanno
sperimentato la nuova nascita (Giac. 1:18; 1 Piet. 1:23 e altri) e, quali
figliuoli e figliuole di Dio, hanno trovato grazia e sono stati accettati. “Questa
è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai
mandato, Gesù Cristo” (Giov. 17:3). “Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza
per conoscere colui che è il Vero; e noi
siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il
vero Dio e la vita eterna” (1 Giov. 5:20).
Quale Figlio dell’uomo Stefano Lo vide in piedi alla destra di Dio (Atti
7:56). Quale Figlio dell’uomo Giovanni Lo vide in mezzo ai sette candelabri
d’oro (Apoc. 1:13). Già Daniele Lo vide venire quale Figlio dell’uomo (Dan.
7:13-14 e altri). Nei Suoi compiti quale nostro Sommo Sacerdote, Mediatore e
Avvocato (Intercessore), Lo vediamo accanto a Dio. L’apostolo scrive al suo
collaboratore Timoteo: “Infatti c’è un solo Dio e
anche un solo mediatore fra Dio e gli
uomini, Cristo Gesù uomo” (1 Tim.
2:5).
L’apostolo Giovanni lo esprime così: “Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se
qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il
giusto” (1 Giov. 2:1).
Visto dal punto di vista della storia della salvezza, nel Nuovo Testamento ci è
stata data la salvezza nel Figlio, secondo il piano di redenzione di Dio. Il
Figlio, malgrado la Sua umanità, rimane oggetto di una fede vivente per gli
uomini: “Abbiate fede in Dio, e abbiate
fede anche in me!” (Giov. 14:1). Solo chi crede nel Figlio di Dio crede veramente in Dio. La fede
vivente che reca salvezza è possibile solo nell’Iddio rivelato. Tutto il
resto è attività religiosa e conduce accanto a Dio. È soltanto nel Figlio che
il Padre ci ha incontrati, in Lui solo abbiamo il Padre. In questo senso
dobbiamo comprendere i seguenti passi scritturali: “Servite
al Signore con timore, e gioite con tremore. Baciate
il figliuolo, che talora egli non si adiri, e che voi non periate nella
vostra via, quando l’ira sua si sarà pure un poco accesa. Beati tutti coloro
che si confidano in lui” (Salmo 2:11-12).
“…per mezzo di lui credete in
Dio che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria affinché la vostra fede e la vostra speranza siano in Dio” (1
Piet. 1:21).
La salvezza dataci da Dio è stata procurata a tutti i figliuoli e a tutte le
figliuole di Dio nel Figlio di Dio. Per
questo motivo, la condizione apostolica ancora oggi è la seguente:
“Credi nel Signor Gesù, e sarai salvato tu e la casa tua”
(Atti 16:31). La salvezza è nel Figlio; Egli è la nostra redenzione.
“Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al
Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui” (Giov.
3:36).
“E
la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel Figlio suo. Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di
Dio, non ha la vita” (1 Giov. 5:11-12).
“Chiunque nega il Figliuolo, non ha neppure il Padre; chi confessa il
Figliuolo ha anche il Padre” (1 Giov. 2:23).
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©1998 by
Freie Volksmission e.V., Krefeld (Germania)
ISBN 3–920824–17–2
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