UNA SFIDA PER TUTTI



Il profeta Elia si recò sul monte Carmelo e radunò tutto il popolo di Dio. Vennero anche i 450 profeti di Baal e i 400 profeti di Astarte per partecipare alla sfida. Il profeta dichiarò: “…il Dio che risponderà mediante il fuoco, lui è Dio!”. Ed ecco: Dio rispose. Anche adesso deve esserci una decisione divina. Se il Signore è Dio, allora vogliamo servirLo. Se la Sua Parola è veritiera, allora vogliamo abbandonare tutto il resto che è sbagliato. Il tempo viene, anzi è molto vicino, che Dio si alzerà e porterà a compimento l’opera che ha iniziato. Nel momento decisivo dobbiamo trovarci dalla parte giusta. Adesso, per mezzo della Sua Parola, Egli lancia una sfida a tutti.

Deve essere indirizzato un appello a tutte le persone di tutte le confessioni e religioni nel mondo intero. Tante correnti religiose non possono condurre al vero Dio ed essere tutte nel giusto. Conduce a Dio soltanto quel che proviene da Lui. Possiamo incontrare Lui stesso solo là dove Egli ci ha incontrati. C’è una sola via di Dio verso di noi, ed è anche la nostra via verso Dio. Fino ad oggi, solo Uno poté dire: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giov. 14:6).

Per Dio nel cielo, che valore hanno i concetti «Trinità», «Dio uno e trino»,»Dio in tre Persone», espressioni che Egli stesso non ha mai pronunciate e mai citate? In realtà sono delle «forme» estranee per Dio, che si sono intrufolate per mezzo di teorie filosofiche–gnostiche! Quale è dunque la verità sulla «Trinità»? La verità è che nell’Eternità non c’era, nel decorso del tempo non c’è, e nell’Eternità avvenire non ci sarà!

Nell’Antico Testamento la definizione «il Signore Iddio» viene riportata unita. Nel testo del Nuovo Testamento, fino all’epistola di Giuda, non troviamo il concetto «Dio il Signore», neanche una sola volta, se non in una citazione proveniente dall’Antico Testamento. In ciò sta il grande mistero di Dio, mistero che incontriamo nel Nuovo Testamento nell’incarnazione, mistero che però nessuno può spiegare o investigare. Per esempio, sta scritto in 1 Corinzi 6:14: “Dio, come ha risuscitato il Signore…”.  La rivelazione rimasta divina e diventata uomo cammina l’una accanto all’altra, l’una con l’altra, l’una nell’altra finché negli uomini in cui Dio si è compiaciuto sia stata raggiunta nel compimento la deificazione, e i redenti siano diventati simili al Redentore. “Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand’egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è” (1 Giov. 3:1-3).

Nel Nuovo Testamento Dio e il Signore appaiono separati, nello stesso modo come Padre e Figlio, fino al libro profetico della Sacra Bibbia, l’Apocalisse. Soltanto là troviamo di nuovo la designazione «il Signore Iddio».

In quel tempo, i conduttori religiosi accusarono Gesù di bestemmia perché egli — questa la loro argomentazione — si é fatto Dio (Giov. cap. 5 e 10). Non avevano compreso proprio nulla del fatto che il Redentore doveva nascere quale uomo, soffrire e morire su questa terra e, quale Signore, togliere alla morte il suo potere. Costoro Gli rinfacciarono: “Non ti lapidiamo per una buona opera, ma per bestemmia; e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio”.  La Sua riposta fu: “…come mai a colui che il Padre ha santificato e mandato nel mondo, voi dite che bestemmia, perché ho detto: «Sono Figlio di Dio?» …affinché sappiate e riconosciate che il Padre è in me e che io sono nel Padre” (Giov. 10:33-38).

Paolo parla del mistero di «Cristo e della Chiesa» e della sua realizzazione, del piano che Dio, il Creatore di tutte le cose, aveva formato fin dall’Eternità e che attua in Gesù Cristo, il nostro Signore (Ef. cap. 2 e 3 e altri). Nell’Eternità, prima che ci fosse qualcosa di temporale, Dio aveva già determinato ogni cosa in anticipo. Molto tempo prima che l’uomo esistesse e potesse cadere, cioè già prima della fondazione del mondo, l’Onnisciente aveva concepito il Suo piano di redenzione e predestinato la redenzione tramite l’Agnello di Dio che Lui aveva già designato prima della fondazione del mondo (1 Piet. 1:20-21). Infatti, prima della fondazione del mondo i nomi dei redenti erano già stati scritti nel Libro della vita dell’Agnello, prima della fondazione del mondo, Dio ci ha predestinati in Cristo ad essere adottati come Suoi figliuoli e Sue figliuole (Ef. 1:4-5). Prima della fondazione del mondo, Egli ha già amato il Figlio e noi in Lui. La stessa gloria eterna, con la quale il Figlio di Dio fu trasfigurato, era pronta per Lui e per i Suoi già prima della fondazione del mondo: “Io ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno come noi siamo uno” (Giov. 17:22-24). Essendo Dio eterno, Egli ha parlato, per quanto concerne il Suo piano di salvezza, usando la “forma dell’Eternità”. In questo non Lo capiscono le persone con un senso temporale naturale; in questo consiste la difficoltà. Prima della fondazione del mondo, per Lui tutte le cose erano già compiute, anche se poi avvengono e diventano realtà solo nel decorso del tempo.

Il Redentore non doveva essere soltanto il Messia, ossia l’«Unto», doveva anche distruggere colui che aveva l’impero della morte, cioè il diavolo, e così trasportarci nella libertà. Per questo motivo, Egli è diventato in ogni cosa simile ai Suoi fratelli (Ebrei 2:14-18). In vista di ciò, il profeta Osea, antiveggente, disse già nell’Antico Testamento: “Io li riscatterei dal potere del soggiorno dei morti, li salverei dalla morte; sarei la tua peste, o morte; sarei la tua distruzione, o soggiorno dei morti” (Osea 13:14).

L’apostolo Paolo fa riecheggiare il grido di vittoria, che troverà il suo adempimento al ritorno di Gesù Cristo: “La morte è stata sommersa nella vittoria. O morte, dov’è la tua vittoria? O morte, dov’è il tuo dardo?” (1 Cor. 15:50-58). Tramite la risurrezione di Cristo, la morte è stata vinta, però poi la morte sarà sommersa nella vittoria e coloro che hanno raggiunto il compimento non sentono né vedono più nulla di essa per tutta l’Eternità. “Annienterà per sempre la morte; il Signore, Dio, asciugherà le lacrime da ogni viso…In quel giorno, si dirà: «Ecco, questo è il nostro Dio; in lui abbiamo sperato, ed egli ci ha salvati. Questo è il Signore in cui abbiamo sperato; esultiamo, rallegriamoci per la sua salvezza!»” (Is. 25:8-9). “Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte”(Apoc. 21:3-4).



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