L'«IO SONO»
Dimostra la
grandezza di Dio il Signore, che Egli si manifesti nella Sua molteplicità
sempre secondo il Suo consiglio di salvezza.
In Esodo,
capitolo 3, Mosè, il profeta, vuole sapere come si chiama il Dio dei Suoi padri
che si era rivelato a lui e che lo stava mandando: “Mosè disse a Dio: «Ecco,
quando sarò andato dai figli d’Israele e avrò detto loro: ‹Il
Dio dei vostri padri mi ha mandato da voi›, se essi dicono: ‹Qual è il
suo nome?› che cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono». Poi disse: «Dirai così ai figli
d’Israele: ‹L‘IO SONO mi ha
mandato da voi›». Dio disse ancora a Mosè: «Dirai così ai figli
d’Israele: ‹Il Signore, il Dio dei
vostri padri, il Dio d’Abraamo, il Dio d’Isacco e il Dio di Giacobbe mi ha
mandato da voi›. Tale è il mio nome in eterno; cosi sarò invocato di
generazione in generazione»” (Es. 3:13-15). Chi ha mandato il Suo
servo? Naturalmente l’«IO SONO». Egli
è il Dio dei loro padri!
Malgrado le diverse definizioni e rivelazioni, sia nell’Antico che nel Nuovo
Testamento, Egli è però sempre lo stesso. Prima della conclusione del Patto
con il popolo d’Israele, Dio si rivelò con il Suo Nome del Patto. Questo Nome
ebraico YHWH ancora oggi è così
sacro per gli Ebrei che non lo pronunciano (Amos 6:10), ma lo sostituiscono col
termine Adonai.
Tuttavia questo è il Nome di Dio il Signore per Israele nell’Antico
Testamento. “E Dio parlò a Mosè, e gli
disse: «Io sono l’Eterno, e apparii ad Abrahamo, ad Isacco e a Giacobbe, come
‹l’Iddio onnipotente›; ma non fui conosciuto da loro sotto il mio nome di
Eterno ‹Dio il Signore› — ‹Elohim
Yahweh›»” (Es. 6:2-3). COSÌ DICE IL SIGNORE: “…in qualunque
luogo dove farò che il mio nome sia
ricordato, io verrò a te e ti benedirò” (Es. 20:24b).
In ognuna delle Sue rivelazioni è contenuto l’«IO SONO» di Dio. È una
personale «dichiarazione della Sua sovranità» e nel contempo un consenso
rivolto all’uomo: «IO SONO qui per te; Io ti accompagno con la Mia presenza!».
Nell’«IO SONO» è compreso il Nome di Dio YHWH
— Yahweh. Egli è «Colui che
esiste di per Sé stesso, l’Eterno,
la Sorgente di ogni vita, l’Origine, tramite il Quale e nel Quale ogni cosa ha
la sua sussistenza».Egli parla spesso ai Suoi profeti e al Suo popolo nei
diversi contesti come l’«IO SONO».
Egli dice proprio con magnificenza: “Io
sono il Signore, il tuo Dio, che
ti ho fatto uscire…”. “Così parla l’Eterno, re d’Israele e suo
redentore, l’Eterno degli eserciti: «Io sono il primo e sono l’ultimo, e
fuori di me non v’è Dio»” (Es. 20:2; Is. 44:6). Dio il Signore è
l’unico «IO SONO» e «Io sarò», perché quel che Egli sarà, Egli lo è già.
Soltanto in Lui e per mezzo di Lui possiamo diventare ed essere ciò a cui Egli
ci ha destinati. Affinché non si dimentichi, Egli disse ancora una volta: “Ascoltami, Giacobbe, e tu,
Israele, che io ho chiamato. Io sono; io sono il primo e sono pure l’ultimo”
(Is. 48:12).
Nel Nuovo Testamento troviamo la molteplicità dell’«IO SONO» rivelata nel Figlio. I sette particolari «IO
SONO» sono stati notati già da molti. Il Signore Gesù disse: “IO
SONO la Luce del mondo”. “IO
SONO il Buon Pastore”. “IO
SONO la Via, la Verità e la Vita”.
“IO
SONO la Porta”. “IO
SONO il Pane della vita”. “IO
SONO la Risurrezione e la Vita”.
Lo stesso Signore dice: “In verità,
in verità vi dico: «Prima che Abramo fosse nato, IO
SONO»” (Giov. 8:58).
Nell’Apocalisse udiamo la Sua testimonianza con le parole: “«IO
SONO l’alfa e l’omega», dice il Signore Dio, «colui che è, che era e che
viene, l’Onnipotente»”. “IO SONO il primo e l’ultimo, e il vivente. Ero
morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte
e dell’Ades” (Apoc. 1:8, 17-18).
La conoscenza della rivelazione di Dio come l’«IO SONO» nel Redentore Gesù Cristo è necessaria per la salvezza.
Egli stesso mette in evidenza: “Perciò
vi ho detto che morirete nei vostri peccati;
perché se non credete che IO SONO>, morirete nei vostri peccati” (Giov.
8:24). Qui non si tratta di una dottrina o di una conoscenza, qui si tratta
dell’eterno essere o non essere, vale a dire della vera fede nel Redentore
rivelato che reca salvezza. Solo nel Figlio di Dio abbiamo il Salvatore e la
salvezza.
Il Signore, essendo in forma di Dio, “spogliò
sé stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato
esteriormente come un uomo…” (Fil. 2:7). Per amor degli uomini, Egli
divenne uomo: Egli nacque quale Figlio, fu avvolto in fasce e messo in una
mangiatoia. Non poteva avvenire in modo più umano e naturale. Così
la Parola divenne carne e abitò fra noi.
Ciò avvenne per noi, affinché fosse adempiuto: “Iddio…mandando
il suo proprio Figliuolo in carne
simile a carne di peccato e a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella
carne…” (Rom. 8:3).
Alla nascita del Figliuolo, ci viene
testimoniato chi Egli è: “Oggi, nella
città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il
Signore” (Luca 2:11).
Paolo, che era uno strumento scelto, eletto, e sperimentò una chiamata
soprannaturale e, con ciò, aveva una responsabilità particolare, scrive del
mistero di Dio in Cristo: “…affinché
siano consolati i loro cuori e, uniti mediante l’amore, siano dotati di tutta
la ricchezza della piena intelligenza per
conoscere a fondo il mistero di Dio, cioè Cristo, nel quale tutti i tesori
della sapienza e della conoscenza sono nascosti. …perché
in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità; e voi avete tutto
pienamente in lui, che è il capo di ogni principato e di ogni potenza”
(Col. 2:2-3, 9-10). I profeti e gli apostoli non hanno speculato, Dio il Signore
si è rivelato a loro nella Sua
molteplicità.
Nell’Antico Testamento, Dio il Signore è l Redentore, il Salvatore, il Re, il
Pastore, ecc. Nel Nuovo Testamento tutto ciò è stato realizzato nel Figlio per
la nostra salvezza, Egli diventa il punto centrale del piano di redenzione: “Nessuno
viene al Padre se non per mezzo di me” e: “Chi ha visto me, ha visto il
Padre” (Giov. 14:6, 9). Chi
non vede Dio in Cristo, pur guardandoLo, passa accanto a Lui senza riconoscerLo.
Dopo che Gesù aveva tanto parlato del Padre, disse: “«Se mi aveste conosciuto avreste conosciuto anche mio Padre; e fin da ora
lo conoscete, e l’avete visto».
Filippo gli disse: «Signore, mostraci il
Padre e ci basta». Gesù gli disse: «Da
tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me,
ha visto il Padre; come mai tu dici: ‹Mostraci il Padre?›»” (Giov.
14:7-9). È una chiara risposta che proviene direttamente dalla bocca del
Signore.
Nell’Antico Testamento, il Signore, «Yahweh», diede al Suo popolo la
promessa: “Festeggia grandemente, o
figliuola di Sion; giubila, figliuola di Gerusalemme; ecco, il tuo re, giusto, e
salvatore, umile, e montato sopra un asino, anzi sopra un puledro d’infra le
asine, verrà a te” (Zac. 9:9). Nel Nuovo Testamento, Gesù è il Re che
entra il giorno delle Palme a Gerusalemme sopra un puledro di asina tra la folla
in giubilo. Questo avvenimento può essere letto in Matteo, capitolo 21, e nei
passi paralleli. Per Israele il Salvatore e Re era il «Signore» stesso,
tuttavia, alla Sua prima venuta, quando divenne uomo, non Lo hanno visto alla
luce del piano di redenzione e, di conseguenza, già in quel tempo hanno
aspettato il Regno, l’instaurazione del Regno. Perfino i discepoli Gli
chiesero: “Signore, è in questo tempo che ristabilirai il regno a Israele?”
(Atti 1:6). In quel tempo essi non riconobbero subito che fosse necessaria prima
la redenzione per mezzo delle sofferenze e della morte di Cristo (Is. cap. 53) e
poi la vittoria sulla morte (Osea 13:14).
Dall’Antico Testamento conosciamo il Suo «tetragramma» ebraico YHWH, dal quale trae origine il Nome Yahweh. Nel Nuovo Testamento, come fu annunciato dall’angelo
Gabriele, il Nome del Signore è in realtà Yahshua,
che significa «Yahweh salva» o «Yahweh–Salvatore». Affinché il
mondo intero lo possa vedere e prenderne conoscenza, il «tetragramma», da cui
trae origine il Nome del Patto dell’Antico Testamento, si trova in ebraico
anche nell’iscrizione sulla croce al disopra di Gesù Cristo crocifisso,
scritta nelle tre lingue mondiali allora conosciute. Si confronti il testo
ebraico di Giovanni 19:19:
«YAHSHUA HANOZRI
WUMELECH
HAJEHUDIM»
«GESÙ DI NAZARETH, RE DEI GIUDEI»
Le lettere iniziali YHWH costituiscono
qui esattamente il «tetragramma», come Dio il Signore l’ha rivelato a Mosè.
Il Dio dell’Antico Testamento è anche il Dio del Nuovo Testamento! È così
perfetto da non poter esserlo di più! Chi ha orecchi per udire, oda, e chi ha
occhi per vedere, veda! Beati gli occhi e gli orecchi che possono vedere e
ascoltare il Dio rivelato!
Il Regno di Dio è un Regno eterno senza la morte (Is. 25:8; Apoc. 21:4 e altri)
e, per questo motivo, tutti coloro che saranno in esso devono avere la Vita
eterna. Secondo quanto era stato annunciato, alla Sua prima venuta Egli doveva
nascere quale Figlio e diventare uomo, per poter soffrire e morire. Solo adesso
l’instaurazione del Suo Regno è imminente. “Il
Signore (Yahweh) sarà re di tutta la terra; in quel giorno il Signore sarà l’unico e unico sarà il suo nome” (Zac.
14:9).
“…e nel cielo
si alzarono voci potenti, che dicevano: «Il regno del mondo è passato al
nostro Signore e al suo Cristo (Unto) ed egli
regnerà nei secoli dei secoli»”
(Apoc. 11:15). Quanto è meraviglioso! Egli si è rivelato quale Signore in
Cristo, nell’Unto, e Yahweh
dell’Antico Testamento è Gesù del Nuovo Testamento — lo stesso ieri, oggi,
e in eterno!
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