IL FIGLIO NACQUE IN CIELO?

 

Nel Credo accettato a Costantinopoli nel 381 d.C. conosciuto come «Credo di Nicea» sta scritto riguardo a Gesù Cristo: «…unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza (natura) del Padre…». Dove sta scritto nella Sacra Bibbia che Dio abbia generato e partorito in cielo un’altra Persona di Dio, un Figlio? Naturalmente da nessuna parte! Un tale pensiero non è solo assolutamente non biblico, è perfino contro ogni buon senso. Fino ad oggi solo madri hanno partorito figli generati da padri. Fin dalla prima promessa di Genesi 3:15, dopo la caduta nel giardino di Eden, la nascita del Figlio, del Messia,  che è l’Unto,  è stata annunciata attraverso l’intero Antico Testamento. Però ha avuto luogo qui sulla terra a «Betlemme» che significa «casa del pane», come è stato predetto in Michea, capitolo 5, ed è narrato negli Evangeli. Gesù è il Pane vivente che è sceso dal cielo (Giov. 6:48-58). Anche per quanto riguarda il Figlio di Dio, bisogna rimanere non solo nel tema, ma anche nella Verità, la Parola di Dio.

Come Dio nell’Antico Testamento, durante il periodo dell’Antico Patto, si fece conoscere in forma visibile nella corporeità spirituale quale «Signore», così Egli apparve nel Nuovo Patto in un corpo di carne. “…mi hai preparato un corpo…per fare, o Dio, la tua volontà”(Salmo 40:8; Ebrei 10:5-10). Solamente da quel momento vediamo il Figlio accanto al Padre. Adesso, l‘IO SONO è anche il «Tu sei», l’ultimo Adamo (1 Cor. 15:45-49), il principio della nuova creazione di Dio (Apoc. 3:14), il Primogenito fra molti fratelli (Rom. 8:29), il Primogenito dai morti (Col. 1:18; Apoc. 1:5), ecc. Tutto ciò avvenne per amor nostro. Egli doveva essere l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo (Giov. 1:29); Egli doveva essere il Sommo Sacerdote che entrò col proprio sangue nel Luogo santissimo (Ebrei 9:11-12); quale uomo, Egli doveva diventare il Mediatore fra Dio e gli uomini (1 Tim. 2:5); Egli, quale Avvocato, doveva rimanere presso il Padre fino al compimento dei redenti (1 Giov. 2:1).

Tutto ciò che sta scritto nell’Antico Testamento riguardo al Figlio, in quel tempo era ancora per il futuro: “…da te mi uscirà colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini risalgono ai tempi antichi, ai giorni eterni. Perciò egli li darà in mano ai loro nemici, fino al tempo in cui colei che deve partorire partorirà…” (Michea 5:1b-2a).

 Io gli sarò Padre ed egli mi sarà Figliuolo…” (2 Sam. 7:14; Ebrei 1:5).

Tu sei il mio Figliuolo, oggi io ti ho generato” (Ebrei 1:5, 5:5; Atti 13:33; Salmo 2:7). L’Eternità non ha né oggi né domani. Secondo Ebrei 4:7 e altri passi, «oggi» è il «giorno della salvezza», il «tempo della grazia» (2 Cor. 6:2).

“…tu sei il mio Dio fin dal seno di mia madre” (Salmo 22:10; Luca 1:26-38).

Perciò, il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la vergine concepirà, e partorirà un Figliuolo; e tu chiamerai il suo nome Emmanuele” (Is. 7:14; Mat. 1:18-25).

POICHÉ UN BAMBINO CI È NATO, UN FIGLIO CI È STATO DATO, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace…” (Is. 9:5; Luca 1:31-35).

Egli m’invocherà, dicendo: Tu sei mio Padre, mio Dio, e la ròcca della mia salvezza. Io inoltre lo costituirò mio primogenito…” (Salmo 89:26-27) e tanti altri passi biblici.

L’adempimento di tutti questi passi biblici riguardanti la nascita del Figlio può essere letto negli Evangeli fin nei minimi particolari. Luca riferisce che, quando Maria udì l’annuncio della nascita del Figlio dalla bocca dell’angelo Gabriele, era profondamente sorpresa e disse: “«Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». E l’angelo, rispondendo, le disse: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra sua; perciò ancora il santo che nascerà sarà chiamato Figliuolo di Dio»” (Luca 1:34-35).

Non un Padre nel cielo partorì il Figlio, ma la vergine sulla terra. Questa è la pura verità. Il Padre è colui che genera, il Figlio nel grembo della madre Colui che è generato; da ciò l’importanza della fede nell’«unigenito Figlio di Dio»: “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo,  ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio” (Giov. 3:16-18 e altri).

Il Figlio promesso fu dunque generato una sola volta e venne partorito qui sulla terra. Non ci sono due figliolanze — una nel cielo e l’altra sulla terra — come c’è anche una sola paternità. Prima, Egli era «il Signore», e ora stava prendendo forma di servo. “Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi” (Ebrei 1:1-2).

I dottori della Chiesa provenienti dal paganesimo rimasero nel tema, ma non nelle verità confermate soltanto nella Sacra Scrittura. Con i loro concetti di dèi e dèe babilonesi, egiziani e greci, hanno commesso un errore di ragionamento — in seguito generalmente ripreso come regola fino ad oggi dalle Chiese ufficiali e libere — che non potrà mai essere riparato. Hanno avanzato la tesi paradossale, totalmente non biblica, che il Figlio esisteva già nel cielo quale Persona divina indipendente e che poi il Figlio pre–esistente fu partorito sulla terra quale Figlio. Dove lo troviamo scritto nella Sacra Bibbia? Ovviamente da nessuna parte! Da ciò risultò poi la definizione «Madre di Dio» per Maria che proviene dalla mitologia mesopotamica–orientale, come fu proclamata al Concilio di Efeso (431 d.C.), ma che non si trova neanche una sola volta nella Sacra Bibbia.

Si discute sull’invio del Figlio, senza comprendere che il Figlio era prima la Parola, il Logos. Non  sta scritto: “Nel principio era il Figlio…”, ma: “Nel principio era la Parola…E la Parola è stata fatta carne…” (Giov. 1:1, 14).

Nell’intero Antico Testamento Dio mandò i Suoi servitori e profeti. Mosè era un uomo mandato da Dio: “Il Signore, il Dio degli Ebrei, mi ha mandato da te per dirti: «Lascia andare il mio popolo…»” (Es. 7:16). Come già citato, Giovanni il Battista fu mandato da Dio quale precursore del Signore: “Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero a prepararti la via…” (Marco 1:2). Anche i dodici apostoli erano inviati (Mat. 10:5) e così pure i settanta (Luca 10:1). Paolo era un inviato come gli fu detto: “Va’, perché io ti manderò lontano, ai Gentili” (Atti 22:21). Il Signore stesso disse: “In verità, in verità vi dico: chi riceve colui che io avrò mandato, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato” (Giov. 13:20). COSÌ DICE IL SIGNORE: “Come il Padre mi ha mandato, anch’io mando voi” (Giov. 20:21). “Perciò, ecco, io vi mando de’ profeti e de’ savi e degli scribi…” (Mat. 23:34). “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati…” (Mat. 23:37). Però tutti questi inviati, nello stesso modo come il Figlio di Dio, nacquero qui sulla terra. Di conseguenza, anch’Egli poteva dire: Il Padre “che mi ha mandato è con me” (Giov. 8:29).

 

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