LA TESTIMONIANZA DEGLI STORICI



È significativo che gli scrittori laici abbiano riferito con più franchezza e con più esattezza rispetto a quelli religiosi.

Come per ogni altro tema, i difensori della dottrina della Trinità non dovrebbero prendere in considerazione soltanto i libri di testo della loro confessione, ma consultare anche opere neutrali, fonti indipendenti, dato che non consultano la Sacra Bibbia come unica fonte e non La lasciano valere da sola. In ogni enciclopedia, che tratta il tema della «Trinità», viene riferito unanimemente che questo concetto non c’era né nell’Antico né nel Nuovo Testamento, era sconosciuto anche nei primi secoli del Cristianesimo. Le dispute cristologiche sorsero solo dopo la fine dell’ultima persecuzione contro i Cristiani sotto Diocleziano (302–312 d.C.). Fu Costantino che proprio per questa ragione convocò il Concilio di Nicea (325), perché era interessato all’unità politica dell’Impero. Non ci fu accordo per non parlare di unità, né tra i portavoce Atanasio e Ario, né tra gli oltre duecentocinquanta uomini presenti che rappresentavano le diverse correnti. Furono tenuti altri Concili, ci furono delle dispute, nel corso dei quali venne formulata e modellata la Deità sempre più secondo le proprie idee.

Molti hanno lottato per le verità della Parola di Dio, anche teologi eccellenti; però lo fecero senza liberarsi del bagaglio dell’erroneo pensiero tramandato. Non possiamo lasciare valere entrambi — la Parola e l’interpretazione — non possiamo avere nel contempo il giusto e il falso. Se il punto iniziale non è esatto e non trae origine dalla Sacra Bibbia, come può essere giusto il risultato e sfociare nella Sacra Bibbia? Il professore Emil Brunner ha trattato questo tema a cui ha dato il titolo «Il Dio uno e trino».  Dal  capitolo 16 del suo libro, vogliamo citare qui di seguito alcuni passaggi riguardanti questo tema: «Giudaismo, Islam e Teismo razionale sono unitari. D’altra parte dobbiamo SINCERAMENTE ammettere che la Trinità non era né un tema della predicazione neotestamentaria cristiana primitiva, né un contenuto centrale della semplice fede cristiana della Chiesa. Dunque: centro della teologia cristiana, ma non della fede cristiana? È possibile una tale discrepanza tra la teologia e la fede? O è basata su uno sviluppo errato dell’intera formazione ecclesiastica?». 


«La Comunità cristiana primitiva vive del fatto che tramite il Figlio ha il Padre e che è unita con il Padre e il Figlio tramite lo Spirito Santo».
 

«Come il profeta divulga la Parola di Dio venuta a lui e La mette in evidenza, così Gesù stesso è colui che viene».

«Egli, che è la vera immagine di Dio, è colui che ci trasforma in questa immagine di Dio».

«Il Figlio è la rivelazione del Padre; invocando Gesù quale Signore, invochiamo Colui che fin dall’Eternità e solo Lui è il Signore, il Quale però conosciamo così soltanto in Gesù, come Egli vuole essere conosciuto e così Lo abbiamo, come Egli vuole darsi a noi». 

«Si tratta proprio di questo: che nel Figlio, e soltanto in Lui, abbiamo il Padre, che tramite il Figlio, e solo tramite Lui, riceviamo lo Spirito Santo, conosciamo dunque il Padre e siamo partecipi dello Spirito soltanto partendo dal Figlio».

«Il concetto di un ‹Dio uno e trino› NON FA PARTE DELLA TESTIMONIANZA, DELLA PREDICAZIONE DEL CRISTIANESIMO PRIMITIVO».

«In Gesù Cristo, il Dio santo e misericordioso ci incontra rivelandosi, riconciliando e liberando, facendo sì tramite lo Spirito Santo che quanto ci è stato dato storicamente diventi un’esperienza intima e ci prepari a questo». 

«Solo se è vero che Dio — Egli stesso era in Cristo, è anche vero che Egli si riconciliò con noi».

«Solo la presenza di Dio in persona che parla e agisce Lui stesso in persona è perfetta rivelazione e riconciliazione, e questa è avvenuta in Gesù Cristo».

«DUNQUE È SOLTANTO DALL’INCARNAZIONE IN POI CHE C’È UN FIGLIO. Il Quale però è vero Dio. Con ciò Cristo diventa una specie di teofania, e Dio stesso, il Padre, va nell’agonia della morte…».

Sicuramente il professore Brunner conosceva la testimonianza dell’apostolo Paolo: “Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo…” (2 Cor. 5:19). Una simile meravigliosa e appropriata argomentazione proviene da un professore di teologia appartenente ai Trinitari!

Mi sia permesso di citare ancora alcune opere storiche che trattano questo tema, le quali condurranno ognuno alla riflessione, forse aiuteranno anche molti ad uscire un po’ dalla propria sicurezza. Nell’opera storica The paganism in our Christianity  sta scritta la memorabile frase: «Questo concetto ‹Trinità› è esclusivamente di origine pagana».

Nell’Encyclopedia of Religion sta scritto: «I teologi contemporanei sono d’accordo nel fatto che il dogma della Trinità non è da trovare nella Bibbia ebraica». Poi troviamo la dichiarazione: «I teologi sono concordi nell’affermare che neanche il Nuovo Testamento contiene alcuna chiara dottrina della Trinità».

Il gesuita Fortmann scrive nel suo libro The Triune God:  «Gli autori del Nuovo Testamento…non ci dicono nulla di una dottrina della Trinità formale o formulata, di un dogma chiaro, cioè che in un Dio ci sono tre Persone divine della stessa grandezza. …Non c’è nulla che indichi che un qualsiasi scrittore della Bibbia avrebbe anche solo supposto una triade in Dio».

Nella New Encyclopædia Britannica viene menzionato: «Né la parola ‹Trinità› né la dottrina in quanto tale sono da trovare nel Nuovo Testamento».

Nell’Encyclopædia of Religion and Ethics  troviamo: «Nel principio la fede cristiana non era trinitaria…Non lo era né nel tempo apostolico né in quello postapostolico, come risulta dal Nuovo Testamento e da altri scritti dei primi Cristiani».

Nella New Catholic Encyclopedia  leggiamo: «La formulazione ‹Un Dio in tre Persone› si affermò con forza solo verso la fine del IV secolo e, fino a quel momento, non era stata completamente accettata nella vita cristiana e nella confessione di fede cristiana».

Nell’Encyclopædia Americana troviamo l’affermazione forte: «Il dogma della Trinità del IV secolo non rispecchiava correttamente la dottrina dei primi Cristiani sulla natura di Dio; al contrario, si allontanava da questa dottrina».

Nell’Antica Babilonia e in Assiria, già molti secoli prima del tempo di Cristo, c’erano già delle triadi; infatti il Larousse Encyclopædia of Mythology riferisce su una simile triade nella regione della Mesopotamia: «L’universo fu diviso in tre parti, ogni parte diventò un territorio soggetto al dominio di un Dio …la triade dei grandi dèi».

Lo storico Will Durand fa notare: «Il Cristianesimo non distrusse il paganesimo; anzi, assorbì il paganesimo. …Dall’Egitto provenivano le idee di una trinità divina».

Nel libro The Symbolism of Hindhu Gods and Rituals  si parla di una triade degli Indù che esisteva già secoli prima di Cristo: «Uno degli dèi della triade è Siva. Egli è il distruttore. Gli altri due dèi sono Brahma, il creatore, e Visnu, il conservatore».

L’opera The Church of the First Three Centuries  riassume: «…che la dottrina della Trinità sorse a poco a poco e relativamente tardi; essa trasse origine da una fonte completamente estranea agli scritti ebraici e cristiani; e a poco a poco prese forma e fu incorporata nel Cristianesimo dai padri della Chiesa influenzati da Platone».

La New Schaff-Herzog Encyclopædia of Religious Knowledge  conferma: «La dottrina del Logos e della Trinità fu formata dai padri della Chiesa greca che…direttamente o indirettamente erano fortemente influenzati dalla filosofia platonica».

Quale travolgente testimonianza proveniente da fonti diverse! Che queste affermazioni inequivocabili possano indurre ognuno alla riflessione.

 

Copyright ©1998 by 
Freie Volksmission e.V., Krefeld (Germania) 
  ISBN 3–920824–17–2  

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