CHI CREDE COME DICE LA SACRA SCRITTURA?
Molti pensano di credere come dice la Sacra Scrittura,
ossia la Sacra Bibbia, però la realtà sembra diversa. Credere come dice la
Sacra Scrittura significa in realtà accettare e seguire la Parola di Dio in
ogni punto. Le parole: «Nessun altro Evangelo…» vengono usate e poi si ha un
tutt’altro evangelo e non l’Evangelo originale di Gesù Cristo e degli
apostoli. Tutte le Chiese cristiane si definiscono bibliche, deviano però più
o meno dalla Sacra Bibbia. Per questo motivo è necessario investigare la Sacra
Scrittura per accertarsi se le dottrine e la pratica concordano veramente con
Essa.
Coloro che sono fedeli alla Sacra Bibbia credono e difendono quel che sta
scritto nero su bianco nella Sacra Scrittura; non interpretano nulla per poi
poterlo leggere. Per loro vale quel che il Signore stesso disse: “Chi
crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal
suo seno” (Giov. 7:38). A tutto ciò che hanno lasciato i dottori della
Chiesa — che si sono contraddetti e combattuti, che si sono diffamati e
maledetti a vicenda — coloro che sono fedeli alla Sacra Bibbia non sono
affatto interessati. Molte cose che dicevano erano puro nonsenso e fantasia,
come anche tutte le storie leggendarie.
Gli uomini della Chiesa oggi così stimati, già prima del Concilio di Nicea
(325 d.C.) e anche dopo, non hanno affatto messo piede su un terreno biblico, ma
credettero e insegnarono quel che volevano. Non viene riferito di nessuno di
loro che si sia convertito a Cristo tramite una vera esperienza o che abbia
ricevuto una chiamata direttamente dalla bocca del Signore. Considerarono il
Cristianesimo nient’altro che una religione e introdussero il paganesimo nel
Cristianesimo. Tuttavia, nelle loro esposizioni, usavano in parte dei concetti
biblici, dando loro però tutt’altre interpretazioni e definizioni, che ancora
oggi hanno validità nella Chiesa formalista. Si rimane nel tema, ma non nella
Verità.
Poiché non conoscevano l’Antico Testamento, mancava loro anche la
comprensione riguardo alla necessità per la salvezza delle sofferenze e della
morte di Cristo. Non ebbero accesso al significato per la storia della salvezza
di quel che Paolo insegnava, cioè “che
Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture…” (1 Cor. 15:3).
Non riconobbero neanche il senso e la portata di quel che Pietro scrisse: “Egli
ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce, affinché,
morti al peccato, vivessimo per la giustizia…” (1 Piet. 2:24). Sono
responsabili per il fatto che andò perduto il punto centrale della fede
cristiana: che il Redentore doveva prendere su di Sé il castigo e il peccato,
anche la maledizione che gravava sull’umanità e riscattarci (Rom. 4:25; Gal.
3:13) e che soltanto tramite la Sua morte espiatrice abbiamo il perdono, la
riconciliazione e la Vita eterna.
Lo «Shema Israel» = “Ascolta,
Israele: l’Eterno, l’Iddio nostro, è l’unico Eterno!”
(Deut. 6:4), che è un imperativo, un comandamento, non fu affatto preso
in considerazione dai cosiddetti padri della Chiesa. Anzi, più Precisamente,
pensarono e parlarono passando accanto a Dio, perché non avevano alcuna
relazione personale con Lui. Solo da una vera esperienza con Dio si ha il
collegamento e l’accesso diretto a Lui e alla Sua Parola.
Per questo motivo, tutto ciò che insegnarono Tertulliano, Clemente, Ippolito,
Giuliano, Origene, Marcione, Montano, Sabellio, Atanasio, Ario, Girolamo,
Crisostomo, Agostino e chiunque essi fossero, è privo di importanza e non
impegnativo per quanti credono come dice la Sacra Bibbia. Questi uomini hanno
lasciato dietro di sé un caos, una confusione spirituale deplorevole. Non
conoscevano l’unico vero Dio, il Dio d’Israele, e non avevano affatto alcuna
rivelazione sul piano di salvezza e la rivelazione di Dio in Cristo in relazione
con esso. Già i fondamenti del Cristianesimo formalista erano sbagliati e tutto
il resto che fu introdotto lo era pure! Per questo motivo, il comandamento
dell’ora è: ritornare all’originale, alla Parola, al fondamento primitivo,
alla pratica degli apostoli e dei profeti, affinché la via di Dio venga
nuovamente insegnata secondo verità e sia resa percorribile (Luca 20:21; Atti
18:24-26).
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©1998 by
Freie Volksmission e.V., Krefeld (Germania)
ISBN 3–920824–17–2
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