Gentili
lettori,
Vi serve solo un po’ del vostro prezioso tempo per leggere questo breve
esposto. Viviamo veramente in un’epoca molto turbolenta. Giornalmente ci
giungono notizie di avvenimenti particolari. I fatti che una volta avvenivano
nel corso di un secolo oggi riempiono un solo notiziario quotidiano. Catastrofi
naturali, carestie, miserie e orrori di guerra, lotte tribali, “pulizie
etniche”, terrore a sfondo religioso, delitti inconcepibili, criminalità di
ogni specie vengono riferiti dal mondo intero. Contemporaneamente nello stesso
Paese, mentre sulla Costa occidentale un vasto incendio devasta centinaia di
ettari di bosco, sulla Costa orientale infuria una mareggiata con conseguenze
catastrofiche. Non c’è più nulla come una volta. Non c’è alcuna soluzione
radicale in vista per i problemi politici, economici e sociali, sia a livello
nazionale che internazionale.
In questo esposto vogliamo
brevemente trattare gli avvenimenti attuali alla luce delle profezie bibliche.
Ci avviciniamo velocemente al 2000. Sono trascorsi quasi 6000 anni da quando i
primi uomini videro la luce sulla terra. Da Adamo fino ad Abrahamo sono
trascorsi all’incirca 2000 anni, da Abrahamo fino a Cristo altri 2000, e dalla
nascita di Cristo, l’inizio della nostra cronologia, ancora 2000 anni. Con
buona ragione ci chiediamo se la svolta del millennio porterà anche una svolta
nella storia dell’umanità.
Le speculazioni a questo proposito
aumentano nella misura nella quale ci avviciniamo al 2000. Gli esperti dipingono
un quadro piuttosto oscuro del prossimo futuro. Ci sono perfino coloro che, come
quel deputato del Congresso degli Stati Uniti, esprimono l’opinione che forse
siamo la prima generazione a dover temere di essere l’ultima della civiltà
attuale. Si parla pubblicamente dell’«escatologia» e dell’«inferno
apocalittico» che potrebbero irrompere tra breve su tutta la faccia della
terra. Ovviamente anche le persone sono preoccupate chiedendosi cosa possa
accadere in un immediato futuro. Per quanto riguarda questi importanti temi
dobbiamo ricorrere a chiaroveggenti o a “scuroveggenti”? Dobbiamo consultare
e interpretare le dichiarazioni di filosofi? Forse dobbiamo consultare
chiromanti e astrologi? O troviamo realmente delle risposte vincolanti a queste
domande? Sì, perché “abbiamo pure la parola profetica, più ferma, alla
quale fate bene di prestare attenzione, come a una lampada splendente in luogo
oscuro finché spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori”
(2 Pietro 1:19).
Un’informazione attuale tratta
dalla Sacra Scrittura è assolutamente necessaria e dovrebbe essere ben
accettata da chiunque desideri essere onestamente e sinceramente informato.
L’Iddio onnisciente poté far mettere per iscritto già all’inizio del tempo
quel che sarebbe accaduto durante tutti i tempi, fino alla fine. Come è noto,
gli uomini scrivono la storia in base agli avvenimenti già accaduti. Dio,
invece, ha scritto in anticipo tutta la storia e anche la «storia della
salvezza» che ha luogo nel suo corso, fino al sorgere del Nuovo cielo e della
Nuova terra, quando il tempo sboccherà di nuovo nell’Eternità. Il decorso
del tempo è fissato ed è senza ritorno.
In questo opuscolo intitolato «Visione
7000» si tratta, da un lato, di richiamare l’attenzione su ciò a cui andiamo
inevitabilmente incontro e che avverrà in un futuro molto vicino, e,
dall’altro, anche di mostrare l’unica via possibile per sfuggire
all’imminente rovina. Per quanto concerne il decorso attuale, in realtà ci si
può chiaramente orientare in base ai «segni dei tempi» predetti nella Sacra
Scrittura. Anche se da 2000 anni circa sembra che, direttamente dal cielo, non
sia avvenuto nulla che abbia scosso il mondo e gli uomini facciano fatica a
credere che Dio entra in azione nella storia, nondimeno, tutto ciò avverrà,
perché è stato predetto nella Parola di Dio.
Dio creò il mondo in sei giorni e
il settimo si riposò da tutte le Sue opere. Se si tratta di un’«epoca
profetica», allora per Dio un giorno è come mille anni per noi. Così sta
scritto: “Ma voi, diletti, non dimenticate quest’unica cosa, che per il
Signore, un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno” (2
Pietro 3:8; Salmo 90:4). Negli Atti degli apostoli (Atti 2:17), l’apostolo
Pietro, riferendosi alla profezia del profeta Gioele, parla degli «ultimi
giorni» in cui lo Spirito Santo sarebbe stato sparso. Questi «ultimi giorni»
sono i duemila anni circa del tempo della grazia.
Come è certo che ci troviamo ora
alla fine del sesto millennio a partire dall’inizio della storia dell’umanità,
così è anche certo che il «giorno del Signore», cioè il settimo giorno di
Dio, il settimo millennio, è proprio vicino. Secondo il libro
dell’Apocalisse, sarà il Regno millenario di pace di Cristo sulla terra con i
Suoi, ai quali si riferisce la seguente parola: “Beato e santo è colui che
partecipa alla prima risurrezione. Su loro non ha potestà la morte seconda, ma
saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni”
(Apocalisse 20:6). Dopo il processo di purificazione viene il rinnovamento, la
terra verrà trasformata in uno stato paradisiaco, la «vera pace» regnerà e
perfino “il lupo abiterà con l’agnello, e il leopardo si sdraierà accanto
al capretto; il vitello, il leoncello e il bestiame ingrassato staranno assieme,
e un bambino li condurrà” (Isaia 11:6-9). Con lo sguardo rivolto alla biblica
«visione del settimo millennio» troviamo nella Parola di Dio delle descrizioni
molto informative.
LA
PROFEZIA BIBLICA HA L'ULTIMA PAROLA
Sotto
i nostri occhi si adempiono attualmente le predizioni profetiche della Sacra
Scrittura destinate a questo nostro tempo. A queste appartiene soprattutto il
ritorno del popolo d’Israele nella «Terra Promessa». La sua dispersione fra
tutti i popoli era stata già annunciata nel libro del Deuteronomio
(Deuteronomio cap. 4) e, negli ultimi tempi, doveva essere di nuovo radunato:
“Poiché, ecco, i giorni vengono, dice l’Eterno, quando io ritrarrò dalla
cattività il mio popolo d’Israele e di Giuda, dice l’Eterno, e li ricondurrò
nel paese che diedi ai loro padri, ed essi lo possederanno” (Isaia 14:1;
Geremia 30:3, 31:7-12; Ezechiele cap. 36-38). Questo fu messo in risalto da Gesù
Cristo stesso nella parabola del «fico» — il simbolo di Israele (Osea 9:10)
— come un segno particolare della generazione attuale (Matteo 24:32-41).
Per quanto concerne il decorso del tempo, dalla storia del popolo d’Israele,
vediamo in modo convincente il calcolo divino del tempo basandoci sul concetto
dei «giorni profetici». Tramite il profeta Osea veniamo a conoscenza di
qualcosa di più preciso: “Venite, torniamo all’Eterno, perch’egli ha
lacerato, ma ci risanerà; ha percosso, ma ci fascerà. In due giorni ci ridarà
la vita — ciò è già avvenuto; il terzo giorno ci rimetterà in piedi, e noi
vivremo alla sua presenza” — ciò deve ancora avvenire” (Osea 6:1-2).
I due giorni profetici sopraccitati
si riferiscono inequivocabilmente ai duemila anni passati durante i quali il
popolo d’Israele, dall’anno 70 d.C., è stato disperso in tutto il mondo.
Dal 1948 esiste di nuovo lo Stato d’Israele, in cui sono ritornati Ebrei
provenienti da 143 nazioni. Ciò è l’evidente adempimento di promesse divine.
Il terzo giorno è il millennio che incomincerà fra breve, quando Israele avrà
riconosciuto Cristo come il Messia e riceverà vita operata dallo Spirito.
Riguardo al popolo d’Israele, l’apostolo Paolo scrisse quanto segue:
“Poiché, se la loro reiezione è la riconciliazione del mondo, che sarà la
loro riammissione, se non una vita d’infra i morti?… Un induramento parziale s’è prodotto in Israele, finché sia entrata la
pienezza dei Gentili; e così tutto Israele sarà salvato, secondo che è
scritto…” (Romani 11:15, 25-26).
Anche gli avvenimenti recenti in
Europa, particolarmente dalla svolta pacifica dell’ottobre/novembre del 1989,
stanno in relazione con l’adempimento delle profezie bibliche. Davanti ai
nostri occhi sta sorgendo l’«Europa unita», come è stato stabilito nel «Trattato
di Roma» del 1957. I nemici storici sono diventati amici. I contrasti tra
l’Est e l’Ovest sono temporaneamente sospesi. La divisione che attraversava
la Germania e il continente europeo non esiste più. Sorge una «Casa comune
europea» in cui tutti dovrebbero avere posto, un’«Europa unita». Con questi
avvenimenti si sta ricostituendo davanti a noi l’«Impero Romano» —
l’ultimo dei quattro imperi mondiali che il profeta Daniele (Daniele cap. 2 e
7) vide nell’Antico Testamento. Ciò corrisponde alla «potenza della bestia»
del libro dell’Apocalisse (Apocalisse cap. 13) che sale dal mare europeo dei
popoli e della quale tutta la terra si meraviglia. Qui non si tratta solo di una
potenza mondiale economico–politica, ma soprattutto dell’«amazzone»
religiosa (Apocalisse cap. 17) che tiene le redini in mano e dirige gli
avvenimenti. Questa «autorità mondiale» religiosa è rispettata e
riconosciuta da tutte le altre autorità religiose e politiche. L’«Unione
Europea» diventa la prima potenza mondiale che dà forma, in particolare, al
nuovo «Ordine economico mondiale». Ne risulta un’unione religiosa, politica
ed economica. La prima fase di questo «processo di unificazione» sarà
conclusa tra breve e, così, ci sono tutte le condizioni per i prossimi
avvenimenti già avviati.
Quasi duemila anni fa, l’apostolo
Paolo vide in anticipo lo sviluppo attuale su tutti i piani e mise per iscritto
ciò che sta divenendo realtà davanti a noi: “Perché voi stessi sapete molto
bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte. Quando
diranno: «Pace e sicurezza», allora di subito una improvvisa ruina verrà loro
addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno affatto” (1
Tessalonicesi 5:2-3).
Da quando Mikhail Gorbaciov venne
al potere nel 1985, ci fu un susseguirsi di «conferenze per la pace e la
sicurezza». Gli «incontri al vertice» entrati nella storia condussero alla
distensione politica tra l’Est e l’Ovest, essi resero possibile la
riunificazione della Germania ed ebbero come risultato l’indipendenza dei
Paesi dell’Europa dell’Est. Adesso, per i politici, si tratta soprattutto di
raggiungere questa «pace» predetta e questa «sicurezza» totale. Questi due
concetti vengono usati sempre più spesso in relazione con gli avvenimenti nel
Medio Oriente. Israele diventa sempre più il «punto cruciale» degli
avvenimenti nella politica mondiale, e Gerusalemme diviene una «pietra pesante»
per tutti i popoli circostanti, come aveva profetizzato il profeta Zaccaria:
“E in quel giorno avverrà che io farò di Gerusalemme una pietra pesante per
tutti i popoli; tutti quelli che se la caricheranno addosso ne saranno malamente
feriti…” (Zaccaria cap. 12).
Secondo il terzo «Accordo di Oslo»
i negoziati su Gerusalemme debbono essere conclusi entro il 1999. Come già
annunciato nella Parola profetica, alla fine verrà proclamata una pace.
Purtroppo — anche se Israele sacrifica perfino dei «territori in cambio della
pace» — sarà raggiunta soltanto una «pace fittizia» tramite molti
compromessi, una pace negoziata da politici e benedetta dalla più alta autorità
religiosa. Come sta scritto, proprio in quel momento “una improvvisa ruina
verrà loro addosso”.
Appena
il «giorno della salvezza» sarà terminato (Isaia 49:8; 2 Corinzi 6:2),
proprio prima del «giorno del Signore», dunque prima del settimo millennio,
ossia del «terzo millennio» dell’era cristiana, il mondo verrà colpito da
terribili giudizi e piaghe dell’ira di Dio. Nel Vangelo di Matteo (Matteo cap.
24) e in altri brani, il Signore Gesù stesso ha indicato diverse circostanze
concomitanti. Egli parlò di guerre e di rumori di guerre, di terremoti,
carestie e catastrofi di ogni specie e aggiunse: “Ma tutto questo non sarà
che principio di dolori”. Terremoti e catastrofi naturali di ogni specie
continueranno ad aumentare fino al terremoto in California sulla Costa
occidentale degli Stati Uniti (faglia di San Andreas) — terremoto atteso già
da molto tempo che supererà ogni previsione e che gli scienziati si aspettano
da un momento all’altro. Di solito le doglie precedono una nascita. Secondo la
lettera di Paolo ai Romani (Romani 8:19-22), tutta la creazione geme e aspetta
in travaglio una nuova nascita. Gesù annunciò la Grande tribolazione così:
“Perché allora vi sarà una grande afflizione; tale, che non v’è stata
l’uguale dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà” (Matteo
24:21).
Nell’Evangelo
di Luca e anche in altri passi biblici ci è detto ciò che avverrà durante la
Grande tribolazione: “E vi saranno dei segni nel sole, nella luna e nelle
stelle; e sulla terra, angoscia delle nazioni, sbigottite dal rimbombo del mare
e delle onde; gli uomini venendo meno per la paurosa aspettazione di quel che
sarà per accadere al mondo; poiché le potenze dei cieli saranno scrollate”
(Luca 21:25-26).
Qui
non possiamo entrare nei dettagli delle catastrofi inimmaginabili e dei «giudizi
apocalittici dell’ira divina» predetti nella Sacra Scrittura, giudizi che
colpiranno l’umanità empia dopo il rapimento della «Chiesa–Sposa» di Gesù
Cristo. Dio il Signore comandò agli uomini, ai quali aveva dato questa terra,
di rendersela soggetta in comunione con Lui. Distaccato da Lui, l’uomo
distrugge la terra e anche sé stesso. Preoccupati, gli esperti parlano
dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, dell’ambiente in
genere, e del pericolo che porta con sé il buco nell’ozono, dell’«effetto
serra», che causerà una catastrofe nel clima — fino allo scioglimento dello
strato di ozono, cosicché, secondo quello che dice la Sacra Scrittura,
l’irraggiamento del sole sarà sette volte più intenso del solito. Così sta
scritto: “La luce della luna sarà come la luce del sole, e la luce del sole
sarà sette volte più viva, come la luce di sette giorni assieme…” (Isaia
30:26).
Sull’isola
Patmo, il «veggente», ossia il profeta Giovanni ne ricevette un accenno nella
seguente scena: “Poi il quarto angelo versò la sua coppa sul sole; e al sole
fu dato di bruciare gli uomini col fuoco. E gli uomini furono arsi dal gran
calore; e bestemmiarono il nome di Dio che ha la potestà su queste piaghe, e
non si ravvidero per dargli gloria” (Apocalisse 16:8-9). In quel momento il «giorno
della grazia e della salvezza» è ormai passato, cosicché gli uomini non
possono più convertirsi a Dio. Per molti sarà un terribile risveglio, un
Dopo
che il sole avrà arso la superficie della terra, sarà mutato in tenebre, perché
così sta scritto: “Il sole sarà mutato in tenebre, e la luna in sangue,
prima che venga il grande e glorioso giorno, che è il giorno del Signore”
(Atti 2:20; Gioele 2:31). “E il sole divenne nero come un cilicio di crine, e
tutta la luna diventò come sangue; e le stelle del cielo caddero sulla terra
come quando un fico scosso da un gran vento lascia cadere i suoi fichi
immaturi… E i re della terra e i grandi e i capitani e i ricchi e i potenti e
ogni servo e ogni libero si nascosero nelle spelonche e nelle rocce dei monti; e
dicevano ai monti e alle rocce: «Cadeteci addosso e nascondeteci dal cospetto
di Colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello; perché è venuto il
gran giorno della sua ira, e chi può reggere in piè?»” (Apocalisse
6:12-17).
Come
Dio, nel Suo amore e nella Sua grazia, nel tempo di Noè, diede all’umanità
la possibilità di salvarsi dalla catastrofe del diluvio entrando nell’arca,
così la Parola di Dio ci mostra che possiamo sfuggire alla rovina che sta per
accadere, trovando salvezza in Gesù Cristo (1 Pietro cap. 3). Tutti coloro che
credono al messaggio del Suo Evangelo e si lasciano preparare, saranno in grado
di scampare a tutto ciò che accadrà e saranno rapiti presso di Lui nella
gloria (Luca 21:34-36 e altri). A questo contesto appartiene pure la seguente
Un’atmosfera
di fine del mondo è fuori posto e non porta alcuna soluzione. Il panico non
serve a nulla, ma piuttosto la riflessione e la conversione. Il comandamento
dell’ora è: “Affrettati e salva l’anima tua!”, perché “che gioverà
egli a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l’anima
sua?” (Matteo 16:26). Il tempo della grazia sta per terminare, è iniziato il
conto alla rovescia. L’ultima chiamata di Dio risuona come squillo di tromba.
Chi desidera riconciliarsi con Dio deve farlo adesso.
Riguardo
a ciò, il seguente testo biblico ci fa vedere, ammonendoci, quanto segue: “Ma
il giorno del Signore verrà come un ladro; in esso i cieli passeranno
stridendo, e gli elementi infiammati si dissolveranno, e la terra e le opere che
sono in essa saranno arse. Poiché dunque tutte queste cose hanno da
dissolversi, quali non dovete voi essere, per santità di condotta e pietà,
aspettando e affrettando la venuta del giorno di Dio, a cagion del quale i cieli
infocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si struggeranno? Ma, secondo
la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la
giustizia” (2 Pietro 3:10-13).
Ancora
molti passi biblici appartenenti a questo tema potrebbero essere citati. Tutto
quello che sta scritto già da molto tempo nella Sacra Bibbia, fra poco diventerà
storia. Tuttavia dobbiamo agire in modo sensato e ragionevole e condurre la
nostra vita in maniera del tutto normale, perché proprio nessuno sa né il
giorno né l’ora; solo dovremmo premurarci di camminare con Dio e di essere
pronti in ogni momento a incontrare il Signore. Il Signore Gesù Cristo paragonò
il nostro tempo con i giorni di Noè e con il tempo di Sodoma e Gomorra (Luca
17:26-30). Nessuno metterà in dubbio il fatto che, in tutto il mondo, oggi le
cose sono ancora peggiori di allora sotto ogni aspetto. Il mondo che ha
abbandonato Dio, oggi come in quel tempo, è maturo per il giudizio. Dio offre
entrambe le cose: la grazia e la condanna. Lei, cosa sceglie?
Dio,
il Creatore, ha un piano con la creazione e, quale Redentore, ha un piano con i
redenti. Colui che crede all’esistenza di un Dio personale è convinto che non
affida nulla al caso. Così dice il Signore: “Io sono Dio… che annunzio la
fine sin dal principio, e molto tempo prima predico le cose non ancora avvenute;
che dico: Il mio piano sussisterà…” (Isaia 46:10). “Perché il Signore
eseguirà la sua parola sulla terra, in modo definitivo e reciso” (Romani
9:28).
Chi
conosce bene le Sacre Scritture sa che l’annuncio della venuta del Redentore,
in tutto l’Antico Testamento, fin dal giardino di Eden (Genesi 3:15), era la
speranza del popolo di Dio. Parimenti il ritorno di Gesù Cristo, del Redentore,
è la speranza del popolo di Dio fin dall’inizio del Nuovo Testamento — dal
giorno della Sua gloriosa ascensione. Il Signore disse: “…io tornerò, e
v’accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi”
(Giovanni 14:3). Adesso, questo avvenimento, il più grande della storia della
salvezza, è proprio imminente. Secondo le notizie giornalistiche apparse alla
fine del 1995, in tutto il mondo, vi sono milioni di persone che aspettano
questo avvenimento. Vi sono tuttavia anche fanatici religiosi, come dimostrano
gli ultimi tragici fatti della setta dell’«Ordine del tempio del sole», dei
quali nell’ottobre del 1994 si suicidarono in cinquantatré, nel dicembre del
1995 in sedici. Da quanto riferito dai quotidiani, essi tenevano le loro
funzioni cinque volte al giorno indossando il cappuccio dell’Ordine e
celebravano la messa tutti i giorni. Sono dei ciarlatani che sorgono in
continuazione e screditano la vera fede. Ci sono però anche delle persone che
credono secondo la Bibbia e aspettano con gioia il ritorno di Gesù Cristo,
conducendo una vita del tutto normale. Sono persone sensate, chiare e sincere
nel loro agire e nel loro camminare.
Sapere
se il promesso ritorno di Gesù Cristo e gli avvenimenti annunciati che
seguiranno avverranno prima o dopo la svolta del millennio, cioè prima o dopo
il 2000, questo spetta solo a Dio. I segni dei tempi, ai quali dovremmo prestare
attenzione, ci fanno tuttavia capire chiaramente che il tempo si è avvicinato.
Stabilire una data, come si è sempre cercato di fare nel passato — Dio sia
ringraziato — non è possibile e neanche necessario. Infatti, nella profezia
biblica, l’anno comprende 360 giorni e non, come siamo abituati, 365 giorni.
Già da questo risulta una notevole differenza di tempo. È certo che nessuno
conosce né il giorno né l’ora tranne Dio solo. Ma, per il nostro
orientamento, ci sono state date nelle Sacre Scritture delle predizioni chiare
come segni di riconoscimento.
Alla
prima venuta di Cristo si adempirono più di 100 profezie dell’Antico
Testamento. Tutti i particolari essenziali riguardanti Lui — incominciando
dalla Sua generazione soprannaturale, dalla Sua nascita a Betlemme, dal Suo
ministerio, dal Suo soffrire e dal Suo morire fino alla Sua risurrezione e alla
Sua ascensione — erano stati predetti nella profezia dell’Antico Testamento.
Si può dire la stessa cosa del tempo prima della seconda venuta di Cristo. È
sbalorditivo leggere i passi biblici corrispondenti e vedere come sono oggi di
grande attualità.
Già
2000 anni fa, l’apostolo Pietro vide per lo Spirito che la gente si sarebbe
beffata del ritorno di Cristo, come d’altronde avviene proprio nei nostri
giorni. I principali criticoni sono teologi increduli che non comprendono il
piano cronologico di Dio e il modo di stesura della Sacra Scrittura. Per
esempio, pretendono che gli apostoli e anche Gesù stesso si siano sbagliati
persino nell’ultimo capitolo del Nuovo Testamento quando Egli disse: “Ecco,
io vengo tosto!”. La Sacra Bibbia però è stata scritta in modo da essere
valida in ogni tempo. Ogni parola scritta può essere predicata e creduta
durante l’intero tempo della grazia fino al momento in cui si verifica
realmente l’avvenimento preannunciato.
L’apostolo
Pietro puntualizza questo tema e scrive: “Sapendo questo, prima di tutto: che
negli ultimi giorni verranno degli schernitori coi loro scherni i quali si
condurranno secondo le loro concupiscenze e diranno: Dov’è la promessa della
sua venuta?”. A cui egli stesso risponde: “Il Signore non ritarda
l’adempimento della sua promessa, come alcuni reputano che faccia; ma egli è
paziente verso voi, non volendo che alcuni periscano, ma che tutti giungano a
ravvedersi” (2 Pietro 3:3-9). Tuttavia non rimane più molto tempo per gli
schernitori; il loro ridere e il loro bestemmiare saranno mutati in pianto e
stridore dei denti. “Non v’ingannate; non si può beffarsi di Dio; poiché
quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà” (Galati 6:7).
Secondo la testimonianza delle Sacre Scritture, Cristo ritornerà fra poco come
Egli ha promesso, e rapirà i Suoi nella gloria (1 Tessalonicesi cap. 4), prima
che inizi il periodo della Grande tribolazione (1 Tessalonicesi 1:10).
Prima
che il Signore Gesù ci precedesse nella gloria, diede ai Suoi la promessa di
ritornare e di prenderli con
La
realizzazione del piano divino della salvezza ebbe inizio già fin dalla
creazione. Certamente ciascuno di noi ha già ammirato la creazione maestosa.
Purtroppo non tutti ne deducono per logica l’esistenza del Creatore, anche se
tutti sanno che, prima dell’edificio, c’era il costruttore edile, prima
dell’orologio, c’era l’orologiaio, ecc. È risaputo che, fin dal tempo in
cui gli uomini con le loro grandi invenzioni hanno realizzato cose fin allora
credute impossibili, l’esistenza stessa di Dio viene messa in dubbio e il
racconto della creazione viene ritenuto inverosimile, soprattutto da quando
Darwin pubblicò le sue tesi nel 1859. Negli ultimi secoli, filosofi atei hanno
reso attendibili le loro teorie contraddittorie e, nel contempo, hanno indotto
l’umanità all’incredulità. Dio viene disconosciuto e l’uomo festeggiato.
Si asserisce perfino che tutte le cose si siano formate da sé stesse. Chiunque
crede questo potrebbe allo stesso modo negare il proprio padre e la propria
madre e asserire di essersi formato da sé e di essere il risultato
dell’evoluzione.
Chi
potrebbe mai immaginare che il cosmo nella sua sconfinata immensità, con le sue
innumerevoli stelle e con la sua perfetta armonia sia venuto all’esistenza da
sé stesso, per esempio per mezzo di un’esplosione primordiale? Fino ad oggi
non si è presentato ancora nessuno in grado di poter migliorare la benché
minima cosa nella creazione maestosa. Pensiamo agli innumerevoli esseri viventi
negli oceani ai quali sono state destinate delle condizioni di vita ideali,
oppure ai milioni di specie di animali e di uccelli viventi su tutti i
continenti e come questi sono dovunque perfettamente adeguati alle differenti
condizioni climatiche!
Così
come il Creatore ha creato e ordinato nel principio tutte le cose per mezzo
della Sua Parola onnipotente, così esse esistono ancora oggi. Fin
dall’origine della terra si semina e si raccoglie ogni anno, come Dio il
Signore aveva stabilito fin dal principio: “Finché la terra durerà, sementa
e raccolta, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte, non cesseranno
mai” (Genesi 8:22). Solo là dove l’uomo sbadatamente s’intromette nella
natura, sorgono delle irregolarità. Quotidianamente miliardi di persone vengono
nutrite e, se tutto fosse distribuito in modo equo, nessuno sulla terra dovrebbe
patire la fame. Ogni anno, Dio non solo mantiene noi stessi e numerosi esseri
viventi, ma, tramite la natura, ci tiene una potente predicazione sulla vita, la
morte e la risurrezione. Ogni primavera si sveglia la nuova vita che porta nuovi
frutti. Segue l’estate con la ricca raccolta, viene l’autunno durante il
quale le foglie cadono dagli alberi e la natura muore. Poi segue il letargo
invernale e, certamente, di nuovo il risveglio con lo stesso ritmo la prossima
primavera. “Infatti quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro,
avendolo Iddio loro manifestato; poiché le perfezioni invisibili di lui, la sua
eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente sin dalla creazione del mondo,
essendo intese per mezzo delle opere sue” (Romani 1:19-20).
Anche
il fatto che ogni essere vivente si riproduce secondo la sua specie rimarrà per
sempre. Ancora oggi si semina la stessa semenza che spuntò per la prima volta
alla creazione della terra; crescono gli stessi alberi che portano gli stessi
frutti e le stesse razze animali vivono ancora oggi sulla terra. Anche l’uomo,
la corona della creazione, è ancora oggi lo stesso di Adamo ed Eva. All’uomo
è stata data facoltà creativa; ciò è stato dimostrato negli ultimi cento
anni e, soprattutto, negli ultimi cinquant’anni. Abbiamo vissuto lo sviluppo
dal carro a cavalli all’aeroplano fino all’astronave. In linea di massima
l’uomo è in grado di eseguire tutto ciò che si propone, come Dio disse:
“Ora nulla li impedirà di condurre a termine ciò che disegnano di fare”
(Genesi 11:6). Ho preso coscienza di questo fatto particolarmente il 9 dicembre
del 1995, quando l’astronauta di Apollo 16, il generale fuori servizio dott.
Charles Duke, riferì a Berlino del suo viaggio sulla luna in aprile 1972.
C’è
una sola cosa che l’uomo non è in grado di fare: creare la vita. Coloro che
credono all’evoluzione e parlano di una cellula primitiva dovrebbero però
dirci, in questo caso, chi ha creato la cellula primitiva e chi le ha dato la
vita! A questo punto si potrebbe anche chiedere chi ha messo in tutti gli esseri
viventi l’inclinazione alla propagazione. Perché gli atei non seminano del
grano prodotto artificialmente? Perché sanno benissimo che non germinerebbe,
non portando in sé alcun germe di vita. In verità, ogni uomo che pensa in modo
sensato dovrebbe poter dedurre dalla creazione potente, universale e maestosa,
l’esistenza del Creatore sovrano e onnipotente. Se l’uomo non si fosse
allontanato da Lui, potrebbe credere nella Sua Parola
DESTINATI
A VIVERE IN COMUNIONE CON DIO
Secondo
la volontà di Dio, fin dal principio gli uomini sono stati destinati a vivere
in comunione con Lui. Per questo
motivo, indipendentemente dalla loro religione o dalla loro razza, essi hanno la
brama di adorare un essere supremo. Tutti sentono in sé un desiderio
indefinibile di rendere omaggio a qualcosa o a qualcuno, a prescindere da come
questo omaggio viene poi praticato. Se l’uomo non trova qualcosa di religioso
a cui rendere omaggio, allora si rivolge alle ricchezze, alle passioni, allo
sport, a qualche altro passatempo o anche ad un idolo. Questa profonda brama che
ogni uomo, ricco o povero, porta in sé può essere soddisfatta per sempre
soltanto con ciò che è divino.
Gli
Ebrei credenti pregano al Dio che si è presentato a loro personalmente al tempo
di Mosè come il Dio d’Israele. Un vero ebreo può credere solo all’unico
Dio, perché Egli stesso disse: “Ascolta, Israele: il Signore Iddio nostro è
l’unico Signore” (Deuteronomio 6:4). Nell’Antico Testamento le parole
“Signore Iddio” — «Yahweh– Elohim» stanno scritte più o meno 6700
volte. Gli Ebrei credenti aspettano da un momento all’altro la venuta del
Messia e la ricostruzione del Tempio, come era stato loro promesso.
Anche
i Musulmani pregano il Dio unico che essi chiamano Allah. Il loro profeta
Maometto credeva che il Messia era stato generato dallo Spirito, negava però la
crocifissione di Cristo. Per lui, Egli era un grande Profeta e Messaggero di
Dio, che Dio prese alla fine del Suo ministerio, ma non il Redentore e Signore.
Maometto predicava il monoteismo assoluto, ma non aveva nessuna comprensione per
la rivelazione di Dio in Cristo e per la necessità della redenzione.
Gli
Indù credono nella loro trinità principale che consiste in Brahma, il
creatore, Visnu, il preservatore, e Siva, il distruttore e rinnovatore, come
pure in una moltitudine di dèi e pongono la loro fiducia nella dottrina che
l’uomo ritorni nella vita futura eventualmente come animale e attraversi un
continuo processo di purificazione finché raggiunga il traguardo finale. I
Buddisti credono nello stesso modo alla reincarnazione e puntano sulla
meditazione. Come nell’Induismo e nell’Islam, anche nel Buddismo si cerca
invano un messaggio divino che esprima la salvezza e una speranza per
l’Eternità, compresa la vittoria sulla morte. Però, una religione senza la
salvezza e una vera speranza non è una religione vana?
Quel
che importa è la «volontà di Dio» rivelata e confermata nella quale l’uomo
deve lasciarsi inserire. Ci fu un periodo in cui i primi uomini vissero in
diretta comunione con Dio il Signore nel giardino di Eden. In questa condizione
originale di innocenza non conoscevano né sofferenza né dolore, né malattia né
morte. Come creature dell’Eterno, essi erano destinati a vivere in eterno. Dio
il Signore li aveva dotati di libero arbitrio, in modo che potevano prendere le
proprie decisioni che avrebbero significato vita o morte; potevano scegliere tra
il bene e il male, tra l’ubbidienza e la disubbidienza, tra la fede e
l’incredulità. Così è ancora oggi per noi tutti. Fin dall’inizio, si
trattò dell’ubbidienza ed è proprio in ciò che essi mancarono, prima Eva,
poi Adamo. Lei diede ascolto alle argomentazioni e alle bugie di Satana sotto
forma di serpente, fu sedotta, cadde in trasgressione e trascinò con sé Adamo.
Così
il peccato originale era compiuto e, tramite la trasgressione del comandamento
di Dio, tutti e due caddero sotto l’influenza del diavolo e dovettero morire.
Dio il Signore attuò la Sua minaccia e li cacciò dal giardino di Eden. La
comunione con Lui fu interrotta, sofferenza, malattia e morte vennero sopra
tutta l’umanità, benché il nemico avesse promesso: “No, non morirete
affatto… e sarete come Dio…” (Genesi 3:4-5).
Nessuno
se ne lavi le mani e dica: «Ed io, cosa c’entro?», poiché ogni uomo e ogni
donna, ogni ragazzo e ogni ragazza avrebbero agito esattamente come Adamo ed Eva
— sì, lo fanno ancora oggi. Dio conosce noi tutti e sapeva già che nessun
uomo sarebbe stato in grado di osservare i Suoi comandamenti e le Sue
prescrizioni. Tuttavia, nella Sua giustizia, Egli li ha emanati affinché
riconoscessimo le nostre trasgressioni e la nostra disubbidienza verso di Lui.
Se
non ci fosse alcuna legge divina, nessuno potrebbe essere convinto della sua
trasgressione, e nessuno potrebbe vedere la necessità del perdono e della
redenzione. Noi tutti siamo nati in questo mondo separati da Dio e per Lui
perduti e, per questo motivo, abbiamo bisogno della salvezza e di essere
riconciliati con Lui. La coscienza ammonisce tutti, anche coloro che non hanno
mai udito il messaggio divino e che non hanno mai letto la Sacra Bibbia. Ogni
persona sa quando mente, imbroglia, ruba o fa qualcosa di vietato. Tutti, poveri
o ricchi, buoni o cattivi, sono diventati colpevoli davanti a Dio. Che nessuno
dica: «Io non ho ucciso nessuno, non ho fatto male a nessuno, quindi non sono
colpevole». Il giusto giudizio di Dio è stato pronunciato su tutti, per questo
tutti debbono morire. Nella vita non c’è veramente nulla che sia così certo
come la morte, perché “è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola,
dopo di che viene il giudizio” (Ebrei 9:27). Siamo responsabili delle nostre
azioni.
Con
il peccato originale, la comunione con Dio venne interrotta. Ma Egli si ricordò
di noi ed Egli stesso aprì
Poiché
abbiamo peccato in questo corpo terreno, Egli dovette assumere un corpo simile
al nostro affinché in esso, quale Sostituto per tutta l’umanità e quale
unico Innocente, Egli potesse prendere su di Sé il peccato di noi tutti e
riconciliarci con Dio.
Ciò
avvenne in Gesù Cristo, il nostro Signore, che ancora oggi chiama: “Venite a
me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io vi darò riposo”
(Matteo 11:28). Le persone che oggi vengono a Lui, quando suonerà per loro
l’ultima ora, potranno affidare a Lui il loro spirito ed essere certe che Egli
darà loro la stessa risposta come al malfattore: “Io ti dico in verità che
oggi tu sarai con me in paradiso” (Luca 23:43). Tuttavia chi vive
consapevolmente senza di Lui morrà anche senza di Lui. Beati sono solo coloro
che vivono con Cristo e che muoiono in Lui: “Nessuno di noi infatti vive per sé
stesso, e nessuno muore per sé stesso; perché, se viviamo, viviamo per il
Signore; e se moriamo, moriamo per il Signore” (Romani 14:7-8; Apocalisse
14:13).
L'OPERATO SOPRANNATURALE DI DIO
L’incarnazione
del Redentore fu un atto soprannaturale di Dio nell’ambito naturale. Maria
nacque in questo mondo come ogni altro essere umano e anche lei ebbe bisogno di
salvezza. Era stata semplicemente scelta da Dio quale vaso terreno in cui venne
deposto il Seme divino, affinché la Parola potesse diventare carne. Anche lei
aveva bisogno dell’esperienza della salvezza e, per questo motivo, Maria fu
tra le 120 persone che, radunate nell’alto solaio a Gerusalemme il giorno di
Pentecoste, sperimentarono il battesimo dello Spirito Santo, esperienza che
appartiene alla salvezza (Atti 1:14, 2:3 e altri).
Dio
salva in un solo e unico modo, cioè sempre in relazione con la fede nella
Parola della promessa. Maria credette nel messaggio divino che le recò
l’angelo Gabriele e disse: “Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto
secondo la tua parola” (Luca 1:38). Così la Parola divenne carne e nacque il
Figliuolo di Dio. Allo stesso modo tutti gli uomini e tutte le donne devono
credere nel messaggio divino, mettersi a disposizione di Dio e ricevere in loro
stessi la Parola della promessa. Solo così può sorgere in loro una vita
divina, operata dallo Spirito, mediante la nuova nascita. Dopo la fondazione
soprannaturale della Chiesa neotestamentaria mediante l’effusione dello
Spirito Santo, il giorno di Pentecoste, Maria non è più menzionata neanche una
sola volta fino alla fine della Sacra Scrittura, né da Pietro, Giovanni o
Giacomo e neanche da Paolo o da altri. Lei aveva adempiuto il suo compito. Si
tratta di Gesù Cristo, l’unico che è Redentore, Mediatore e Intercessore. La
«Mariologia» è ignota alla Sacra Bibbia ed è in contrasto con Gesù Cristo.
Quanto
allo spirito, Gesù Cristo era Dio, quanto alla carne, era uomo. Egli era
assolutamente santo e senza peccato, per questo poté prendere su di Sé il
peccato di noi tutti e morire al posto nostro. Per mezzo del Suo sangue, in cui
c’era la Vita divina, Egli ha realizzato la riconciliazione e il perdono per
tutti. Lo possono sperimentare però solo coloro che ci credono. È stata
compiuta una piena espiazione, una piena redenzione dell’anima, del corpo e
dello spirito. Mediante la Sua risurrezione, il terzo giorno, l’opera di
redenzione fu divinamente coronata e legittimata. La morte, il soggiorno dei
morti e il diavolo furono vinti; il Risorto è il vero Vincitore di Golgota.
Dopo la Sua risurrezione, Egli si fece vedere dai Suoi discepoli per quaranta
giorni e parlò loro delle cose relative al Regno di Dio (Atti 1:3). Poi Egli fu
portato su nel cielo davanti ai loro occhi (Luca 24:50-51).
Per
tutti i veri credenti biblici, l’àncora irremovibile della loro anima sta in
queste realtà divine. Nella Sua risurrezione è fondata la risurrezione dei
Suoi, nella Sua ascensione la nostra certezza di essere rapiti da Lui nella
Patria celeste.
Prima
della fondazione del mondo, il Dio onnipotente aveva già destinato un Regno
eterno ai Suoi figliuoli e alle Sue figliuole. Era impossibile che il fallimento
degli uomini potesse mandare a monte il piano di Dio, e ancora meno renderlo
vano. Ne risultò solamente un’interruzione temporanea che Dio però aveva già
previsto. L’umanità, che si ribellò di propria volontà a Dio e si mise così
sotto la signoria di Satana, fu riscattata dal Signore senza alcun intervento
dell’uomo. La redenzione è contemporaneamente sia una realtà storica sia una
realtà della salvezza. Con l’Evangelo, viene recato agli uomini il messaggio
di allegrezza e di liberazione. Si tratta dell’offerta totale della grazia di
Dio. In virtù di questa redenzione, i figliuoli degli uomini che, fin dalla
loro nascita, sono figliuoli della morte, diventano figliuoli di Dio nati di
nuovo che ricevono la Vita eterna, se accettano nella fede questa opera di
salvezza.
Poiché
il Regno di Dio è un Regno eterno, tutti coloro che desiderano vivere in esso
debbono avere la Vita eterna. Per questo motivo, come il Signore stesso disse,
bisogna che ognuno nasca di nuovo (Giovanni cap. 3). La semenza per questa
nascita dall’Alto è la Parola di Dio che porta in Sé il germe della Vita
divina. Lo Spirito Santo viene sopra tutti coloro che hanno accettato la Parola
di Dio con pienezza di fede, e produce la generazione divina. Tramite la
generazione naturale siamo diventati delle creature terrene, temporali — dei
figliuoli degli uomini. Tramite la generazione soprannaturale dallo Spirito,
diventiamo dei figliuoli di Dio. “Poiché siete stati rigenerati non da seme
corruttibile, ma incorruttibile, mediante la parola di Dio vivente e
permanente” (1 Pietro 1:23). Nel momento in cui sperimentiamo la nuova
nascita, diventiamo dei figliuoli e delle figliuole di Dio, e Dio diventa il
nostro Padre celeste.
Chi
crede nel Signore come suo Redentore in questo modo biblico, può sperimentare
personalmente questa realtà. Questa offerta senza pari della grazia divina vale
per ogni uomo che l’accetta, finché duri il giorno della salvezza. Nessuno può
immaginare quanto sarà terribile per gli uomini che avranno respinto la
salvezza passare nell’Eternità separati da Dio. Al più tardi, nell’ora
della morte, tutti gli uomini, anche coloro che non credono alla vita dopo la
morte, verranno confrontati con la realtà che, con la morte, non finisce tutto.
Prima
che ritorni il Signore Gesù, l’ordine di missione dato da Lui deve essere
eseguito in tutto il mondo per l’ultima volta (Marco 16:14-18 e altri). “E
questo evangelo del Regno sarà predicato per tutto il mondo, onde ne sia reso
testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine” (Matteo 24:14). Non
c’è mai stata prima la possibilità di eseguire adeguatamente questo compito
come oggi, tramite i mass media. Ciò fu mostrato simbolicamente al profeta
Giovanni sull’isola Patmo: “Poi vidi un altro angelo che volava in mezzo al
cielo, recante l’evangelo eterno per annunziarlo a quelli che abitano sulla
terra, e ad ogni nazione e tribù e lingua e popolo” (Apocalisse 14:6).
Dovrebbe
essere più che risaputo che, fin dalla Riforma, ci sono stati diversi risvegli
spirituali. Chi è informato in merito sa che, alla svolta del secolo, nel mondo
intero ebbe inizio un potente operato dello Spirito e, in modo particolare, dopo
la Seconda guerra mondiale, venne fatta una breccia verso la vera predicazione
apostolica.
Prima
che avessero luogo avvenimenti particolari, Dio ha sempre mandato i Suoi servi e
profeti ai quali rivelava il Suo segreto (Amos 3:7). Con ciò pensiamo a Noè, a
Mosè e ad altri come a coloro che apparvero nel corso della storia della
Chiesa. Secondo quanto promesso nel libro del profeta Isaia (Isaia 40:3) e in
quello del profeta Malachia (Malachia 3:1) e confermato da Gesù Cristo negli
Evangeli, prima della prima venuta di Cristo apparve come precursore Giovanni
Battista con il «messaggio d’introduzione». Il suo ministerio era importante
nella storia della salvezza e stava in diretta relazione con gli avvenimenti nel
Regno di Dio. Parimenti, anche in quest’ultimo periodo del tempo della grazia,
prima della seconda venuta di Cristo, Dio ha adempiuto la Sua promessa e, prima
del «giorno del Signore», Egli ha mandato un messaggero della grandezza di
Elia con il «messaggio attuale» della Parola rivelata, come annunciato nel
libro del profeta Malachia: “Ecco, io vi mando Elia, il profeta, prima che
venga il giorno dell’Eterno, giorno grande e spaventevole. Egli ricondurrà il
cuore dei padri verso i figliuoli, e il cuore dei figliuoli verso i padri…”
(Malachia 4:5-6). Gesù Cristo stesso confermò nel Vangelo di Matteo (Matteo
17:11) questa promessa che era ancora futura e indicò anche il ministerio di
Giovanni il Battista che aveva già avuto luogo (Matteo 17:12). Adesso si tratta
di preparare la via al Signore e di volgere i cuori dei figliuoli di Dio alla
dottrina e alla pratica dei padri apostolici come in quel tempo si trattava di
volgere i cuori dei padri dell’Antico Testamento ai figliuoli del Nuovo Patto
(Luca 1:16-17). Abbiamo a che fare con gli avvenimenti conclusivi della storia
della salvezza e con il compimento della Chiesa neotestamentaria.
Il
ministerio confermato in modo soprannaturale dell’uomo di Dio William Marrion
Branham (1909–1965), che ho vissuto personalmente, mostra tutte le
caratteristiche di un apostolo e profeta e rende testimonianza che, nella nostra
generazione, la Sacra Scrittura si è adempiuta davanti ai nostri occhi.
Avvennero delle cose straordinarie che ricordano il ministerio profetico del
nostro Signore e i racconti dei Vangeli e del libro degli Atti degli apostoli,
come testimoniano personalità di fama mondiale nell’ambito dei diversi
movimenti di risveglio che, anche loro, furono testimoni oculari. Alla fine
degli anni ‘40, il più conosciuto tra loro nel mondo intero, l’editore
della rivista Voice of Healing, il rev. Gordon Lindsay di Dallas, Texas, USA,
anch’egli testimone oculare, pubblicò nel 1950 il libro William
Branham – A man sent from God (William Branham – Un uomo mandato da
Dio). La dottrina e la pratica di questo umile uomo di Dio armonizzavano
perfettamente con la testimonianza biblica degli apostoli e dei profeti. Tutti i
criticoni dovrebbero considerare e riconsiderare sinceramente questa realtà.
Anche
tutte le grandi chiese e tutte le altre confessioni cristiane vennero poi
afferrate dal movimento spirituale che incominciò in maggio 1946. Centinaia di
evangelisti furono ispirati e, così, ebbe inizio il loro ministerio. Da allora,
per tutto il mondo, vengono tenute campagne evangelistiche interconfessionali,
riunioni degli «Uomini d’Affari del Pieno Evangelo» e adunanze carismatiche.
«Manifestazioni dello Spirito», «preghiera per i malati» ecc. oggi non
vengono più attribuiti a piccoli gruppi marginali, ma vengono praticati in modo
collettivo e perfino divulgati dai mass media. Tuttavia le chiese ufficiali e
libere, senza rendersene conto, sono impigliate in dottrine e tradizioni non
bibliche.
Se
Dio conferma la Sua Parola tramite guarigioni nella vita degli ascoltatori
credenti, ciò non è ancora la dimostrazione della correttezza della dottrina
dell’evangelista o del “facitore” di miracoli. Ciò è solamente la prova
che Dio è fedele, che Egli esaudisce le preghiere e che adempie le Sue promesse
nella vita di coloro che Gli prestano fede.
La
benedizione divina viene sopra tutti coloro che ardentemente la ricercano,
“poiché Egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa
piovere sui giusti e sugli ingiusti” (Matteo 5:45). Le parole stesse del
Signore danno anche in questo punto la chiarificazione necessaria: “Voi li
riconoscerete dai loro frutti” (Matteo 7:16), dunque non dai doni spirituali
dei quali ci si può appropriare e i quali si possono imitare, ma dai frutti
dello Spirito (Galati 5:22-23), che debbono crescere e rendere testimonianza di
quale «albero» effettivamente si tratta. In tutto ciò non è determinante la
pioggia spirituale, ma la specie di semenza che si trova nel cuore su cui cade,
perché ogni semenza produce secondo la sua specie. Sia la buona che la cattiva
semenza si trovano sul campo di questo mondo. Il Signore disse: “Lasciate che
ambedue crescano assieme fino alla mietitura” (Matteo 13:30). Alla mietitura
la zizzania verrà legata e bruciata, il grano invece verrà raccolto nel Suo
granaio. Deve adempiersi anche quel che il Signore stesso disse: “Molti mi
diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome
tuo, e in nome tuo cacciato demonî, e fatte in nome tuo opere potenti? E allora
dichiarerò loro: Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori
d’iniquità” (Matteo 7:22-23).
Secondo
le parole del nostro Signore, il giusto e il falso esistono l’uno accanto
all’altro. Il falso sarà perfino così simile al giusto che si dirà:
“Ecco, il Cristo è qui. Ecco, il Cristo è là!”. Il Signore ci avvertì di
ciò con le parole: “Perché sorgeranno falsi cristi (falsi unti) e falsi
profeti, e faranno gran segni e prodigî da sedurre, se fosse possibile, anche
gli eletti” (Marco 13:22). In realtà Dio è presente solo là dove Egli può
mostrare le Sue vie e viene fatta la Sua volontà, là dove ci sono la Sua
Parola e il Suo Spirito, dove la dottrina e la pratica concordano con la Sacra
Bibbia.
Da
sé stessi segni e prodigî non confermano nulla. Un’atmosfera suggestiva non
conta per Dio. Per Lui tutto deve quadrare secondo le Sacre Scritture. Oggi
dobbiamo avere la stessa proclamazione della Parola e la stessa pratica come nel
tempo degli apostoli, collegate con la fede secondo la Sacra Scrittura, fondata
sulla Parola di Dio e ancorata in Gesù Cristo.
Tutti
coloro che hanno il timore di Dio debbono perciò riconoscere e credere le
promesse che sono state date alla Chiesa di Cristo per l’ultimo periodo,
aspettare il loro adempimento e sperimentarle. Prima del ritorno di Cristo,
tutto deve essere messo in ordine e restaurato in modo biblico, vale a dire
secondo il modello cristiano primitivo; così sta scritto negli Atti degli
apostoli: “Gesù, che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della
restaurazione di tutte le cose; di cui Dio ha parlato fin dall’antichità per
bocca dei suoi santi profeti” (Atti 3:21).
Proprio
alla fine, prima della venuta di Cristo, sorgerà una vera Comunità biblica di
credenti, non organizzata, con Cristo come Capo. Nella vera Chiesa del Signore,
è vicina la grande breccia verso la predicazione e l’originale pratica
cristiana secondo il modello del libro degli Atti degli apostoli e, con ciò, il
«compimento della Riforma». Come era nel principio nel tempo degli apostoli,
così deve essere alla fine. Il libro degli Atti degli apostoli è l’unico
modello della Chiesa neotestamentaria valido davanti a Dio.
Ogni
uomo nasce con una certa ideologia o concezione del mondo e la maggior parte
degli uomini rimane così fino alla fine della loro vita, senza aver mai
riflettuto neanche un istante sulla veridicità o falsità di tale concezione.
Appartiene alle buone maniere rimanere fedeli alle tradizioni ricevute in eredità.
Anche molti di coloro che adempiono i loro doveri religiosi, in fondo, vogliono
essere lasciati in pace senza che si tocchi l’argomento «Dio». La causa di
questo atteggiamento e di questo sviluppo sta in gran parte nelle religioni
stesse. Si ha l’idea che i religiosi sbrigano tutto per tutti. Dalla nascita
fino alla morte gli uomini vengono muniti di rituali pii e di cerimonie pie
senza mai udire la Buona Novella che reca salvezza, senza mai sperimentarla e
trovare la vera pace nel loro intimo.
Le
grandi confessioni cristiane, con la loro struttura organizzativa, non
costituiscono alcuna eccezione e debbono accettare di sottomettersi ad un
profondo esame. Il semplice fatto di appellarsi a Cristo, agli apostoli o alla
Sacra Bibbia non serve a niente e a nessuno. Le varie chiese, le chiese libere
fino alle più piccole comunità di credenti si servono di passi biblici che
vengono fatti quadrare con i loro concetti. Il tutto viene poi chiamato «unità
nella diversità». In verità, a un esame più accurato, si può affermare che
il Cristianesimo tradizionale di oggi non ha praticamente più nulla in comune
con la Chiesa primitiva. Anche la chiesa Cattolica Romana non risale, come
generalmente si ammette, a Cristo o a Pietro, ma si è costituita nell’«Imperium
Romanum» quale organizzazione gerarchica e chiesa di Stato solamente nel tempo
di Costantino, dopo il Concilio di Nicea nel 325 d.C. Gli imperatori romani
Teodosio e Graziano, nel 380 d.C., misero fine alla libertà di religione. Un
anno dopo, il Cristianesimo ortodosso venne dichiarato religione di Stato. È
soltanto nel 441 d.C. che papa Leo I si appellò al passo del Vangelo di Matteo:
“Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa…” (Matteo
16:18) e che si cominciò a parlare di una «successione apostolica». Questo
processo fu concluso dall’imperatore d’Oriente Giustiniano (527–565) che
trasformò i sacerdoti in funzionari dello Stato. In definitiva è soltanto da
quel tempo che si può parlare dell’esistenza della chiesa Cattolica.
Oggigiorno,
la stessa Bibbia viene interpretata in cento modi diversi. Al posto della Parola
divina della rivelazione sono stati messi sempre nuovi dogmi, interpretazioni,
prescrizioni e dottrine umane; ma nessuno di essi ha un qualche fondamento
biblico. Non è così che tutti, sotto il pretesto che sia il Regno di Dio,
edificano piuttosto il proprio regno religioso? Malgrado tutto, Gesù Cristo
edifica la Sua propria Chiesa in mezzo al mondo delle chiese e la porterà a
compimento. Dio ha un piano con l’umanità ed Egli stesso lo sta attuando. Per
comprendere il Suo piano, dobbiamo liberarci da tutte le tradizioni e credenze
ricevute in eredità e ritornare al punto di partenza originale, cioè alla
Parola di Dio. Dio non chiede a nessuno una fede cieca. La vera fede ha due
occhi spirituali sani e due piedi spirituali stabili. Essa riposa sul fondamento
infallibile dell’Antico e del Nuovo Testamento, nei quali vede il consiglio di
Dio con l’umanità dal principio
Anche
se la stragrande maggioranza di coloro che sono alla ricerca di qualcosa si
accontenta dell’atmosfera festosa nelle riunioni dilettevoli e la maggioranza
rimane più o meno nelle tradizioni, nelle dottrine e nei dogmi ricevuti in
eredità, coloro che sono veramente sinceri consulteranno e agiranno solo
secondo la Sacra Scrittura. Dio accorderà loro di raggiungere lo stato della
Chiesa primitiva.
I
veri credenti secondo la Sacra Bibbia aspirano ad essere in tutto e per tutto in
armonia con la Sacra Scrittura. Per loro valgono e varranno fino alla fine le
dottrine apostoliche della Deità, del battesimo, della Santa Cena, ossia della
Comunione, ecc., come erano nel principio, e la pratica originale. Tutti coloro
che appartengono alla vera Chiesa del Signore sperimenteranno in base a questo
fondamento biblico l’operato conclusivo di Dio e il loro compimento per il
giorno di Gesù Cristo, giorno che è sempre più vicino (Filippesi 1:6).
Ogni
persona deve fare le sue esperienze personali con Dio, deve sperimentare la
conversione e la nuova nascita tramite lo Spirito (Giovanni 3:6), raggiungere la
certezza della salvezza (Romani 8:16) ed essere riempita e sigillata con lo
Spirito Santo (Atti 2:4; Efesini 1:13 e altri). In Cristo, nostro Signore, Dio
riconciliò con Sé l’umanità, anche Lei personalmente. L’unica fede che
reca salvezza è collegata con il messaggio dell’Evangelo: “Siate
riconciliati con Dio!” (2 Corinzi 5:19-20).
Nessuna
azione religiosa come nessuna istituzione cristiana può procurare la vita e la
redenzione eterna. La salvezza viene data ad ognuno tramite una personale
esperienza di salvezza con Dio per la fede in Gesù Cristo, il Crocifisso e il
Risorto vittorioso. A questo punto prende inizio in ognuno la fede nella
redenzione compiuta e nel perdono, fede proveniente dalla predicazione del
Vangelo (Romani 10:17) e recante salvezza. Soltanto colui che ha ricevuto la
Vita eterna tramite un’esperienza personale con Dio vivrà in eterno.
“E
la testimonianza è questa: Iddio ci ha data la vita eterna, e questa vita è
nel suo Figliuolo. Chi ha il Figliuolo ha la vita; chi non ha il Figliuolo di
Dio, non ha la vita” (1 Giovanni 5:11-12).
“Ma
a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar
figliuoli di Dio; a quelli, cioè, che credono nel suo nome; i quali non sono
nati da sangue, né da volontà d’uomo, ma sono nati da Dio” (Giovanni
1:12-13).
“In
verità, in verità io ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere
il regno di Dio” (Giovanni 3:3). “Infatti, come per la disubbidienza di un
solo uomo (Adamo) i molti sono stati resi peccatori, così anche per
l’ubbidienza di uno solo (Cristo), i molti saranno costituiti giusti”
(Romani 5:19). Chiunque abbia fatto l’esperienza della nuova nascita si
sottometterà a Dio e alla Sua volontà.
Che
il seguente passo delle Sacre Scritture possa verificarsi nella vita di ogni
lettore che invoca sinceramente Dio: “Ti ho esaudito nel tempo accettevole, e
ti ho soccorso nel giorno della salvezza. Eccolo ora il tempo accettevole;
eccolo ora il giorno della salvezza!” (2 Corinzi 6:2).
Concludendo
va detto che ci sono delle persone che vedono Dio in tutte le religioni e che
citano Gesù Cristo alla stregua di un qualsiasi filosofo. Ciò fa veramente
male. Il nostro Signore e Redentore si differenzia totalmente da tutti i
fondatori di religione. La fede in Lui è nel contempo fede in Dio stesso,
collegata con la speranza e la salvezza eterna. È un’offesa paragonare Lui,
il Signore della gloria, con qualunque profeta nominatosi da sé. Tutti i
fondatori di religioni sono stati seppelliti con le loro idee, nessuno di loro
è risuscitato. Erano degli uomini come noi e non potevano aiutare né sé
stessi né gli altri. I loro seguaci saranno là dove anche essi sono. Uno solo
poteva e può dire: “Io sono la via, la verità e la vita…” (Giovanni
14:6) e anche coloro che Lo seguono saranno là dove Egli è. È solo in Cristo
che Dio ci ha personalmente incontrati, è solo in Lui che possiamo avere un
incontro personale con Dio. Il Padre celeste si è manifestato sulla terra solo
in Uno, cioè nel Suo unigenito Figliuolo Gesù Cristo, in Lui Egli ha fatto di
noi dei figliuoli e delle figliuole di Dio. “… avendoci predestinati nel suo
amore a essere adottati come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua
volontà” (Efesini 1:5).
L’urgenza
di dare l’ultimo invito e l’ultimo avvertimento viene da sé, considerando
gli avvenimenti recenti. Nessuno può continuare a passare accanto
all’adempimento delle innumerevoli predizioni profetiche. Tutta la profezia
biblica si sta compiendo nei nostri giorni, fin nei minimi dettagli. Fu ordinato
al profeta Daniele: “E tu, Daniele, tieni nascoste queste parole, e sigilla il
libro sino al tempo della fine; molti lo studieranno con cura, e la conoscenza
aumenterà” (Daniele 12:4). Solo quando è giunto il tempo dell’adempimento
della profezia biblica, la nostra comprensione si apre per essa.
Deve
essere dato ad ogni lettore lo spunto per considerare e riconsiderare seriamente
questa tematica. In fin dei conti, si tratta di Lei personalmente. Dio ha un
piano con l’umanità chiaro e comprensibile per tutti.
Gentile
lettore,
Spero
che Lei non si sia irritato per queste parole chiare, ma che veda in queste
argomentazioni un segnavia verso il cielo. La fede recante salvezza non è in un
Redentore morto, ma nel Signore vivente, che è risorto, che è andato in cielo
da dove Egli ritornerà. Non disse soltanto: “Io sono la risurrezione e la
vita”, ma ne diede l’inequivocabile dimostrazione e si assunse la garanzia
per la nostra risurrezione.
“Gesù
disse: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muoia, vivrà;
e chiunque vive e crede in me, non morrà mai. Credi tu questo?” (Giovanni
11:25-26). C’è solo questa unica via che debbono seguire tutti coloro che
vogliono essere salvati. Chi desidera raggiungere il traguardo eterno deve
liberarsi da tutto quel che non è di origine divina, anche da tutte le
tradizioni religiose, e ritornare al Signore.
L’appartenenza
ad una religione non ha nulla a che fare con la redenzione dell’anima, perché
la salvezza proviene unicamente da Dio. Non ci sono né sacramenti dispensatori
di salvezza né pratiche religiose che possono salvare. È solo nel Salvatore
che troviamo salvezza, è solo nel Redentore che troviamo la redenzione. Si
tratta della fede del singolo nell’unico vero Dio che si è rivelato a noi in
Gesù Cristo.
Perfino
i migliori propositi che gli uomini fanno in continuazione conducono accanto a
Dio e sono votati al fallimento. L’uomo è giustificato davanti a Dio soltanto
per la fede in Gesù Cristo, il Signore. È un libero dono di grazia che viene
offerto all’umanità. Lei può prendere ora la propria decisione che vale per
l’Eternità. L’Evangelo di Gesù Cristo, il nostro Signore e Salvatore, deve
diventare per Lei un messaggio di allegrezza e di liberazione il cui effetto e
la cui potenza divina Lei può sperimentare personalmente.
Creda
ora che il Signore Gesù ha portato anche il suo peccato e Le ha fatto grazia.
Anche Lei è chiamato a ritornare alla fede biblica provata da lungo tempo,
quella fede che i profeti e gli apostoli avevano, e anche tutti i veri figliuoli
di Dio in tutti i tempi. Nessuno ha bisogno di lasciarsi ingannare, illudere e
raggirare per tutta l’Eternità. Tutti possono sperimentare personalmente la
salvezza di Dio e ricevere la certezza di aver ottenuto grazia e di essere stati
accettati da Lui.
Dopo
aver finito di leggere, provi a parlare con Dio in preghiera. Parli con Lui e
creda semplicemente che vale anche per Lei quanto sta scritto: “Egli perdona
tutte le tue colpe, risana tutte le tue infermità, salva la tua vita dalla
fossa, ti corona di bontà e compassioni” (Salmo 103:3-4). Sia certo che
l’appello del Redentore: “Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed
aggravati, e io vi darò riposo” (Matteo 11:28) vale ancora oggi, come anche
l’affermazione di Gesù: “Colui che viene a me, io non lo caccerò fuori”
(Giovanni 6:37). Questo giorno può essere il più importante giorno della sua
vita!
In
questo trattato abbiamo sfiorato soltanto alcuni punti. Per tutti coloro che
sono stati toccati nel cuore e desiderano saperne di più, c’è a disposizione
della letteratura fondata unicamente sulla Sacra Scrittura. Certamente non è
stato un caso, ma il volere di Dio, che questo semplice opuscolo sia capitato
nelle sue mani.
Di
tutto cuore Le auguro l’abbondante benedizione di Dio.
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©1996 by
Freie Volksmission e.V., Krefeld (Germania)
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