“MA LA PAROLA DEL SIGNORE RIMANE IN ETERNO”
(1 Pietro 1:25)


“GESÙ CRISTO È LO STESSO IERI, OGGI, E IN ETERNO!”

(Ebrei 13:8)
 

 

 LETTERA CIRCOLARE N° 36 GENNAIO 2002
 


Diletti in Cristo, eletti da Dio, dispersi su tutta la faccia della terra, vi saluto nel santo e prezioso Nome di nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. Per essere rapiti nella gloria al Suo ritorno, è di primaria importanza la nostra preparazione, poiché sta scritto: “… e quelle (vergini) che erano pronte entrarono con Lui nella sala delle nozze” (Mat. 25:10), “… e la Sua Sposa si è preparata” (Apoc. 19:7).

In questo breve esposto ci accompagneranno i due seguenti passi biblici:

“Vi ho scritto, non perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché tutto ciò che è menzogna non ha niente a che fare con la verità” (1 Giov. 2:21).

“Noi siamo da Dio; chi conosce Dio ascolta noi, chi non è da Dio non ci ascolta. Da questo conosciamo lo spirito della verità e lo spirito dell’errore” (1 Giov. 4:6).

Come in ogni predicazione per la nostra istruzione e in tutti i nostri libri, anche in questa lettera circolare lasceremo la Parola di Dio abitare abbondantemente tra noi. Fin dal principio ci vengono fatte vedere due cose: la Parola, come procedette dalla bocca dell’Onnipotente, e l’interpretazione, bisbigliata dal serpente antico. La Parola è Spirito e Vita, l’interpretazione è veleno mortale. Coloro che credono veramente come dice la Scrittura (Giov. 7:38) e rimangono nella Parola della Verità (Giov. cap. 15) sono i veri figliuoli di Dio. Gli altri, che corrono dietro a ogni interpretazione, sono la semenza miscelata. Il vero e il falso, la comprensione giusta e la comprensione sbagliata della Scrittura hanno accompagnato per tutta la via l’umanità in generale, poi Israele e più tardi la Chiesa, e così sarà fino alla fine.

Anzitutto la Parola è il Seme (Luca 8:11). Ciò non può essere messo in risalto mai abbastanza. Se il Seme della Parola germoglia, esso viene manifestato nei figliuoli del Regno di Dio (Mat. 13:38a). Le zizzanie sono i figliuoli del maligno (Mat. 13:38b). Due seminatori differenti seminano due semenze totalmente differenti ed entrambe crescono sullo stesso campo. Al tempo della mietitura il grano viene raccolto nel granaio celeste e le zizzanie, che vissero della stessa pioggia e ricevettero la maturità sotto lo stesso sole, saranno bruciate (Mat. 13:30). L’ammonimento di non spiegare e di non interpretare quel che Dio ha detto deve essere preso sul serio. Nel principio era la Parola; soltanto dopo venne l’interpretazione. L’apostolo Giovanni inizia la sua prima epistola con queste parole: “Quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato della parola della vita (poiché la vita è stata manifestata e noi l’abbiamo vista e ne rendiamo testimonianza, e vi annunziamo la vita eterna che era presso il Padre e che ci fu manifestata)…” (1 Giov. 1:1-2).

Il Nuovo Testamento incominciò con l’adempimento di profezie dell’Antico Testamento. Nei quattro Evangeli troviamo la descrizione del nostro Redentore dalla Sua nascita fino alla Sua ascensione. Dio aveva promesso di concludere un nuovo Patto, di darci un nuovo cuore, uno spirito nuovo e una vita nuova. Nel Nuovo Testamento ne viviamo l’adempimento. Giovanni il Battista, secondo Isaia 40:3 e Malachia 3:1, era un profeta promesso. Quando il tempo era compiuto, Dio vegliò sulla Sua Parola, mandò l’angelo Gabriele a Zaccaria e annunciò la nascita del precursore: “Convertirà molti dei figli d’Israele al Signore, loro Dio; andrà davanti a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per volgere i cuori dei padri ai figli e i ribelli alla saggezza dei giusti, per preparare al Signore un popolo ben disposto” (Luca 1:15-17).

In Matteo 3:1-2 e 11:7-14, il Signore confermò l’adempimento della profezia nel ministerio di Giovanni Battista che Gli preparò la via. In Marco 1:1-3 i due passi dell’Antico Testamento vengono citati direttamente all’inizio. Troviamo un’altra conferma nella profezia di Zaccaria (Luca 1:67-80).

Nel primo capitolo del Vangelo di Giovanni viene chiesto all’uomo mandato da Dio, a Giovanni stesso:

“«Tu chi sei»? Egli confessò e non negò; confessò dicendo: «Io non sono il Cristo». Essi gli domandarono: «Chi sei dunque? Sei Elia?». Egli rispose: «Non lo sono». «Sei tu il profeta?». Egli rispose: «No». Essi dunque gli dissero: «Chi sei? affinché diamo una risposta a quelli che ci hanno mandati. Che dici di te stesso?». Egli disse: «Io sono la voce di uno che grida nel deserto: Raddrizzate la via del Signore, come ha detto il profeta Isaia»” (Giov. 1:19-23).

Gli scrittori degli Evangeli, tramite la guida dello Spirito Santo, hanno messo l’accento sull’adempimento delle profezie dell’Antico Testamento. L’evangelista Luca comincia in questo modo: “Poiché molti hanno intrapreso a ordinare una narrazione dei fatti che hanno avuto compimento in mezzo a noi, come ce li hanno tramandati quelli che da principio ne furono testimoni oculari e che divennero ministri della Parola, è parso bene anche a me, dopo essermi accuratamente informato di ogni cosa dall’origine, di scrivertene per ordine, illustre Teofilo, perché tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate” (Luca 1:1-2).

Nel principio, gli uomini di Dio erano testimoni oculari e potevano trasmettere ciò che avevano visto, udito e vissuto. Non erano però solo cronisti, ma innanzitutto servitori della Parola, avevano ricevuto perfetta comprensione da Dio e hanno ordinato tutto secondo la Scrittura e ce l’hanno lasciato.

L’apostolo Pietro, uno dei testimoni principali alla prima venuta del nostro Signore, scrive anche del Suo ritorno: “Infatti vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signore Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole abilmente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà. Egli, infatti, ricevette da Dio Padre onore e gloria quando la voce giunta a lui dalla magnifica gloria gli disse: «Questi è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto». E noi l’abbiamo udita questa voce che veniva dal cielo, quando eravamo con lui sul monte santo. Abbiamo inoltre la parola profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori. Sappiate prima di tutto questo: che nessuna profezia della Scrittura proviene da un’interpretazione personale; infatti nessuna profezia venne mai dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo” (2 Piet. 1:16-21). Al tempo dell’adempimento, la Parola rivelata brilla quale lampada splendente nelle tenebre religiose.

L’apostolo Giovanni menziona il ministerio del messaggero, del precursore, ma fa di Cristo, la Parola diventata carne, il suo tema principale. Un vero servitore di Dio predica la Parola — però Cristo è la Parola. Un uomo mandato da Dio ci indica la via — però Cristo è la Via. Un apostolo può trasmettere la luce ricevuta — però Cristo è la Luce. I predicatori possono parlare della risurrezione — però Cristo è la Risurrezione e la Vita.

Dio fa ogni cosa secondo la Sua Parola. In Essa sono rivelate le Sue vie e la Sua volontà. Colui che ha veramente ricevuto un ministerio tramite chiamata divina riceverà anzitutto lui stesso la perfetta comprensione divina per la perfetta Parola di Dio e poi La ordinerà in perfetto ordine secondo il perfetto piano di salvezza. Dal primo capitolo di Matteo possiamo seguire le tracce lasciate: l’adempimento delle relative profezie. In questo viene espresso quel che è divino, che è convincente del Nuovo Testamento: 109 profezie (v. Dr. C. Larkin — DISPENSATIONAL TRUTH) dell’Antico Testamento vengono confermate come adempiute.

Quando Cristo, il Salvatore, nacque, troviamo in Matteo 1:22 l’enunciazione:

“Tutto ciò avvenne, affinché si adempisse quello che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta…” (Is. 7:14).

Con riferimento al luogo della nascita sta scritto: “Essi gli dissero: «In Betlemme di Giudea; poiché così è stato scritto per mezzo del profeta…»” (Mat. 2:5; Michea 5:1).

Riguardo al Suo soggiorno in Egitto ci viene narrato: “Là rimase fino alla morte di Erode, affinché si adempisse quello che fu detto dal   Signore per mezzo del profeta: «Fuori d’Egitto chiamai mio figlio»” (Mat. 2:15; Osea 11:1).

Con riferimento all’uccisione dei bambini sta scritto: “Allora si adempì quello che era stato detto per bocca del profeta Geremia…” (Mat. 2:17; Ger. 31:15).

Del soggiorno di Gesù a Capernaum, Matteo scrive: “E, lasciata Nazaret, venne ad abitare in Capernaum, città sul mare, ai confini di Zabulon e di Neftali, affinché si adempisse quello che era stato detto dal profeta Isaia…” (Mat. 4:13-14; Is. 9:1-2).

In Luca, capitolo 4, il Signore lesse dal libro del profeta Isaia e poi dichiarò: “Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite” (Luca 4:21; Is. 61:1-2). Dalla Sua nascita fino agli ultimi momenti della Sua vita terrena si adempì quel che era scritto di Lui nella Sacra Scrittura.

Sulla Sua via verso Golgota leggiamo più volte in Giovanni, capitolo 19: “… affinché si adempisse la Scrittura…” (Giov. 19:24; Salmo 22:17-19).

“Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era già compiuta, affinché si adempisse la Scrittura, disse: «Ho sete»” (Giov. 19:28; Salmo69:21).

“Poiché questo è avvenuto affinché si adempisse la Scrittura: «Nessun osso di lui sarà spezzato»” (Giov. 19:36; Salmo 34:20).

“E un’altra Scrittura dice: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto»” (Giov. 19:37; Zac. 12:10). Nelle ultime 24 ore prima della Sua morte si adempirono esattamente 24 profezie.


IL SIGNORE PARLA CON NOI

In Luca 24:27-45 troviamo l’esempio di quel che avviene se camminiamo veramente con il nostro Signore e se Egli può parlare con noi: “E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano… Allora i loro occhi furono aperti e lo riconobbero… Ed essi dissero l’uno all’altro: «Non sentivamo forse ardere il cuore dentro di noi mentr’egli ci parlava per la via e ci spiegava le Scritture?»… Poi disse loro: «Queste sono le cose che io vi dicevo quand’ero ancora con voi: che si dovevano compiere tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per capire le Scritture…”.

Gesù Cristo, nostro Signore, è sempre lo stesso. Quel che Egli fece allora e quel che vissero nel principio i Suoi discepoli e la Chiesa neotestamentaria, deve essere oggi anche la nostra esperienza. Ogni profezia che riguardava il nostro Signore e Salvatore è stata mostrata nel suo adempimento. L’apostolo Paolo lo riassume con queste parole: “Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l’ho ricevuto anch’io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture…” (1 Cor. 15:3-4).

Alla nascita della Chiesa neotestamentaria, per mezzo dell’effusione dello Spirito Santo (Atti, cap. 2), si adempì la profezia di Gioele 2:28-32.

Viviamo ancora nei giorni della Bibbia. Il Figlio dell’uomo cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro. Oggi, prima del ritorno di Gesù Cristo, vale lo stesso modello biblico come in quel tempo. L’incarico diretto di un servitore di Dio comporta quale dovere supremo mettere in ordine secondo la Scrittura tutto quel che concerne il Regno di Dio. Il fatto che, al principio nel Nuovo Testamento, i nostri fratelli abbiano citato 845 volte l’Antico ponendo così la storia della salvezza sul fondamento biblico, ci riempie di gioia ineffabile. Ciò dimostra quanta importanza abbiano attribuito alla Parola di Dio. La Chiesa neotestamentaria è edificata sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la Pietra angolare e anche la Pietra della vetta (Ef. 2:20; Zac. 4:6-7).

Ogni vera dottrina è fondata sulla Parola di Dio; ogni falsa dottrina è basata su interpretazioni. Tutto quello che è collegato con il piano di salvezza di Dio è stato predetto nella profezia biblica e non permette alcuna interpretazione personale. L’apostolo Giovanni fece capire che tutto ciò che è menzogna non ha niente a che fare con la Verità e che “chiunque è nato da Dio non commette peccato, perché il seme d’Esso dimora in lui” (1 Giov. 3:9). Parimenti scrive della Verità “che dimora in noi e sarà con noi in eterno” (2 Giov. vers.2). Amen!

Come sappiamo, in quel tempo si sono adempiute tutte le pre dizioni e le profezie concernenti la prima venuta del nostro Signore e Salvatore. Ciò si verifica anche in questo periodo prima del Suo ritorno. Ogni Parola di Dio deve sfociare nella realizzazione. Quando è giunto il tempo, non si tratta più di una dottrina o di una cosiddetta “rivelazione”, ma dell’adempimento reale. La nascita di Cristo era una realtà, la Sua vita e il Suo ministerio, la Sua passione e la Sua morte, la Sua risurrezione e la Sua ascensione erano realtà; così pure il Suo ritorno, la risurrezione, il mutamento e il rapimento dei Suoi saranno realtà vissute. Tutto avverrà come sta scritto ed è stato promesso.

Anche la promessa: “Ecco, io vi mando il profeta Elia, prima che venga il giorno del Signore, giorno grande e terribile” (Mal. 4:5) doveva essere adempiuta adesso, come la confermò nostro Signore in quel tempo per il futuro: “Certo, Elia deve venire e ristabilire ogni cosa” (Mat. 17:11; Marco 9:12). Anche ciò che il Signore annunciò in Luca17:22-30 doveva essere adempiuto adesso. Il Figlio dell’uomo si è manifestato Lui stesso per mezzo del perfetto ministerio profetico e del segno del Messia nella stessa maniera come avvenne nei giorni della Sua carne. Atti 3:18-21 contiene una delle promesse principali per la Chiesa che deve adempiersi. Dio è legato alla Sua Parola secondo la Quale Egli manderà dei tempi di refrigerio prima del ritorno di Cristo, perché così sta scritto: “Gesù, che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose; di cui Dio ha parlato fin dall’antichità per bocca dei suoi santi profeti” (Atti3:21). È COSÌ DICE IL SIGNORE nella Sua Parola. Prima deve avvenire la restaurazione e poi viene il Signore quale Sposo per prendere nella gloria (1 Tess. 4:17) la Chiesa-Sposa che sarà senza macchia né ruga (Ef. 5:27).

Anche tutte le predizioni per Israele debbono essere viste alla luce della Parola profetica. Il ritorno di Israele nel Paese dei suoi padri non è soltanto un segno tra tanti, ma il segno che il Signore ci fa vedere nel simbolo del fico che germoglia (Is. 14:1; Ger. 31:10; Ez. 36:24; Mat. 24:32; Luca 21:24). I veri figliuoli e le vere figliuole di Dio sono figliuoli e figliuole della promessa come lo era Isacco (Gal. 4:28), essi credono la Parola della promessa e ricevono lo Spirito promesso (Atti 2:33).

  

IL GLORIOSO AVVENIMENTO

In Giovanni 14:1-3, il Signore ha promesso di andare e di prepararci un luogo per poi tornare e prenderci presso di Sé.

In Luca 24:39, dopo la Sua risurrezione Egli si rivelò ai Suoi discepoli e disse: “Guardate le mie mani ed i miei piedi, perché son ben io; palpatemi e guardate; perché uno spirito non ha carne e ossa come vedete che ho io”.

Dopo che il Signore ebbe ammaestrato i Suoi apostoli su tutto, li incaricò di andare per tutto il mondo e di ammaestrare conformemente tutti i popoli. “Poi li condusse fuori fino presso Betania; e levate in alto le mani, li benedisse. E avvenne che mentre li benediceva, si dipartì da loro e fu portato su nel cielo” (Luca 24:50-51).

Il nostro Signore e Salvatore è risorto corporalmente e disse a Maria di Magdala: “Non mi toccare, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli, e dì loro: «Io salgo al Padre mio e Padre vostro, all’Iddio mio e Iddio vostro»” (Giov. 20:17). Nel Suo corpo di risurrezione Egli è salito in cielo e ritornerà nella stessa maniera per portare su nella gloria tutti i figliuoli e figliuole di Dio: “Questo Gesù che è stato tolto da voi ed assunto in cielo, verrà nella medesima maniera che l’avete veduto andare in cielo” (Atti 1:11).

L’apostolo Paolo parla del ritorno di Cristo e del mutamento dei corpi naturali in corpi di risurrezione. Egli scrive: “Così pure della risurrezione dei morti. Il corpo è seminato corruttibile, e risuscita incorruttibile; è seminato ignobile, e risuscita glorioso; è seminato debole, e risuscita potente; è seminato corpo naturale, e risuscita corpo spirituale. Se c’è un corpo naturale, c’è anche un corpo spirituale. Così anche sta scritto: il primo uomo, Adamo, fu fatto anima vivente; l’ultimo Adamo è spirito vivificante. Però, ciò che è spirituale non vien prima; ma prima, ciò che è naturale; poi vien ciò che è spirituale. Il primo uomo, tratto dalla terra, è terreno; il secondo uomo è dal cielo. Quale è il terreno, tali sono anche i terreni; e quale è il celeste, tali saranno anche i celesti. E come abbiamo portato l’immagine del terreno, così porteremo anche l’immagine del celeste… Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo mutati, in un momento, in un batter d’occhio, al suon dell’ultima tromba. Perché la tromba suonerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo mutati. Poiché bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità, e che questo mortale rivesta immortalità” (1 Cor. 15:42-53).

Cristo, nostro Redentore, ha preso il nostro posto, i nostri peccati e le nostre trasgressioni sono stati messi su di Lui (Is. cap. 53). È stato fatto peccato per noi, ha tolto la maledizione che gravava su di noi: “Il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rom. 6:23).

“Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: Maledetto chiunque è appeso al legno), affinché la benedizione d’Abramo venisse sui Gentili in Cristo Gesù, affinché ricevessimo, per mezzo della fede, lo Spirito promesso” (Gal. 3:13-14). Tutte queste cose sono delle realtà confermate da Dio.

Il Redentore morì, versò il Suo sangue, pagò il prezzo per la nostra redenzione e fummo riconciliati con Dio (2 Cor. 5:14-21). Egli è anche disceso nell’inferno, ha vinto la morte e il diavolo e, il terzo giorno, è risuscitato vittorioso. Al Suo ritorno la morte già vinta sarà sommersa nella vittoria e il corruttibile rivestirà incorruttibilità e il mortale rivestirà immortalità (1 Cor. 15:54-57).

La Sacra Scrittura parla delle differenti venute del Signore. Quando Egli viene come Sposo, tutti coloro che appartengono alla Chiesa-Sposa e sono pronti, entreranno con Lui nella sala per la Cena delle nozze (Mat. cap. 25). Allora due saranno in un letto, l’uno sarà preso, e l’altro lasciato; due uomini saranno nello stesso campo, l’uno sarà preso e l’altro lasciato; due donne macineranno assieme; l’una sarà presa e l’altra lasciata. Avverrà esattamente come dice la Parola di Dio: “Perché il Signore stesso, con potente grido, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e i morti in Cristo risusciteranno i primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo insieme con loro rapiti sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre col Signore” (1 Tess. 4:16-17). L’apostolo Giovanni si riferisce anche lui a questa venuta del Signore: “E ora, figlioli, rimanete in lui affinché, quand’egli apparirà, possiamo  aver fiducia e alla sua venuta non siamo costretti a ritirarci da lui, coperti di vergogna. Se sapete che egli è giusto, sappiate che anche tutti quelli che praticano la giustizia sono nati da lui… Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand’egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è” (1 Giov. 2:28 – 3:2).

La parola greca “parusia” significa: «presenza personale, fisica». Lo stesso Signore Gesù che è risorto corporalmente ed è salito in cielo, tornerà nella medesima maniera e Lo vedremo come Egli è, e saremo trasformati nella Sua stessa immagine. In questo viene realizzato il mistero del glorioso piano di salvezza di Dio: Il Redentore venne a noi, assunse un corpo di carne per pagare in esso il prezzo, per versare il Suo sangue, per dare la Sua vita affinché, per grazia, potessimo essere dei figliuoli e delle figliuole di Dio ed essere trasformati nella Sua stessa immagine.

L’apostolo ha scritto su questo tema molto chiaramente: “E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione del Signore, che è lo Spirito” (2 Cor. 3:18).

Secondo Apocalisse, capitolo 19, risuona nel cielo il giubilo di coloro che sono stati rapiti e partecipano alla Cena delle nozze dell’Agnello: “Rallegriamoci e giubiliamo e diamo a lui la gloria, poiché son giunte le nozze dell’Agnello, e la sua sposa s’è preparata; e le è stato dato di vestirsi di lino fino, risplendente e puro; poiché il lino fino son le opere giuste dei santi. E l’angelo mi disse: «Scrivi: Beati quelli che sono invitati alla cena delle nozze dell’Agnello». E mi disse: «Queste sono le veraci parole di Dio»” (Apoc. 19:7-9).

Ogni promessa nella Parola di Dio è collegata con la realizzazione. Se qualcuno insegna che il Signore è già ritornato, è un ingannatore, e chiunque crede una simile dottrina, è ingannato: “Poiché molti seduttori sono usciti per il mondo i quali non confessano Gesù Cristo venendo in carne. Quello è il seduttore e l’anticristo” [Così viene riportato 2 Giovanni, versetto 7, nella versione Darby in francese, nella versione Zwingli e altre in tedesco — N.d.T.] Qui non c’è posto per giochi di parole. L’autorità definitiva della Parola di Dio  deve essere rispettata da tutti coloro che pretendono credere così come dice la Scrittura. Ogni dottrina che non viene collegata con la realtà promessa è falsa e conduce nell’errore. Per ogni tema dobbiamo sempre chiederci: «Cosa dice la Sacra Scrittura in merito?». I veri figliuoli di Dio credono la vera Parola di Dio. Lo Sposo era la Parola fatta carne, era realtà vivente. Così pure, alla venuta dello Sposo, la Sposa sarà trasformata nella Sua stessa immagine ed Ella sarà realtà vivente.

 

APOCALISSE 10

Molti hanno fatto di Apocalisse 10 il loro passatempo preferito e propagano in merito le più svariate dottrine. Dobbiamo chiederci di nuovo: «Cosa dice realmente la Scrittura in Apocalisse 10?». Troviamo in questo capitolo qualche riferimento alla venuta dello Sposo o alla Sposa? Naturalmente no. Apocalisse 10 avverrà nell’esatto ordine, versetto per versetto, come sta scritto. Il potente Angelo del Patto scende, avvolto in una nuvola, con l’arcobaleno sopra il suo capo, la Sua faccia è come il sole, ha in mano un libretto aperto. “Egli posò il suo piede destro sul mare e il sinistro sulla terra”. Sarà proprio così. “Poi gridò a gran voce, come un leone ruggente; e quando ebbe gridato, i sette tuoni fecero udire le loro voci”. Così avverrà poi realmente. Nessuno sulla terra ha il diritto di spiritualizzare questo avvenimento o di interpretarlo arbitrariamente.

Dio deve forse chiedere a qualcuno l’autorizzazione o il diritto di rivolgerci la Sua propria Parola così come sta scritta? Per una migliore comprensione voglio confrontare la versione ebraica della Bibbia di David H. Stern, dove sta scritta la parola shofàr (corno d’ariete), mentre noi abbiamo la parola «tromba». Anche senza commento tutti vedranno Apocalisse 10 nel giusto contesto. Anzitutto dobbiamo capire che i sette angeli con trombe sono una parte del settimo Suggello. Non dobbiamo fermarci dopo aver letto il primo versetto del capitolo 8, ma dobbiamo continuare a leggere per venire a conoscenza di ciò che è realmente contenuto nel settimo Suggello e che viene là espresso. In base a quel che sta scritto, possiamo adesso esaminare se crediamo veramente quel che dice la Scrittura:

 “Quando l’Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio nel cielo per circa mezz’ora. Poi vidi i sette angeli che stanno in piedi davanti a Dio, e furono date loro sette shofàrsette trombe (Apoc. 8:1-2).

“I sette angeli che avevano i sette shofàr — le sette trombe si prepararono a sonare” (Apoc. 8:6).

“Il primo sonò lo shofàr la tromba…” (Apoc. 8:7).

“Poi il secondo angelo sonò lo shofàr la tromba…” (Apoc. 8:8).

“Poi il terzo angelo sonò lo shofàr la tromba…” (Apoc. 8:10).

“Quando il quarto angelo sonò lo shofàr la tromba…” (Apoc. 8:12).

Nella seconda parte del versetto 13 leggiamo: “Guai, guai, guai agli abitanti della terra, a causa degli altri suoni di shofàrdi tromba che tre angeli stanno per sonare!” (Apoc. 8:13).

Poi il quinto angelo sonò lo shofàr la tromba…” (Apoc. 9:1).

“Poi il sesto angelo sonò lo shofàr la tromba…” (Apoc. 9:13).

La parola chiave qui è: «tromba» — «shofàr».

Dopo che i sei angeli con le sei trombe fecero suonare i loro «shofàr», rimane ancora solo uno. Perciò troviamo il particolare annuncio: “Ma nei giorni in cui si sarebbe udita la voce del settimo angelo, quando egli avrebbe sonato lo shofàr la tromba, si sarebbe compiuto il mistero di Dio, com’egli ha annunziato ai suoi servi, i profeti” (Apoc. 10:7). Ne troviamo l’adempimento nel capitolo 11, versetto 15, dove sta scritto: “Poi il settimo angelo sonò lo shofàr la tromba e nel cielo si alzarono voci potenti, che dicevano: «Il regno del mondo è passato al nostro Signore e al suo Cristo ed egli regnerà nei secoli dei secoli»” (Apoc. 11:15). Tutto concorda in perfetto ordine. Ci sono sette angeli delle chiese e ci sono sette angeli con sette trombe. Tramite il ministerio stabilito da Dio, nei giorni della voce del settimo angelo della Chiesa, sono stati fatti conoscere tutti i misteri della Parola dalla Genesi all’Apocalisse. La Chiesa-Sposa viene nutrita dalla Parola, dal Cibo spirituale, che è stato immagazzinato. Si prepara alla venuta dello Sposo e riceve la fede vivente per il rapimento. Al tempo stabilito sarà elevata nella gloria alla Cena delle nozze.

Quando il settimo angelo suona il suo shofàr, il mistero di Dio è compiuto e viene proclamata la regalità di Cristo. Così sta scritto e così sarà! Oh, con quale perfezione ci è stato rivelato il piano di redenzione di Dio! Gloria a Dio nei luoghi altissimi! Chi è l’uomo che osa contraddire Dio e annullare la Sua Parola rimpiazzando ciò che la Sacra Scrittura insegna in modo così chiaro e netto con proprie interpretazioni? Ogni Parola di Dio rimarrà nella bocca di un messaggero di Dio per sempre la Verità (1 Re 17:24)!

Ogni volta dobbiamo di nuovo chiederci: «Ma cosa dice la Scrittura in merito?», perché a ogni domanda biblica va risposto solamente per mezzo della Bibbia. La parola chiave in Apocalisse 10 è ruggire. Il Signore è il Leone della tribù di Giuda (Apoc. 5:5). Secondo Apocalisse 10:3, Egli ruggirà come un leone. In Osea leggiamo in merito: “Essi seguiranno il Signore, che ruggirà come un leone, poiché egli ruggirà, e i figli (d’Israele) accorreranno in fretta dall’Occidente” (Osea 11:10).

Anche il profeta Gioele disse in anticipo: “Il Signore ruggirà da Sion, farà sentire la sua voce da Gerusalemme, e i cieli e la terra tremeranno; ma il Signore sarà un rifugio per il suo popolo, una fortezza per i figli d’Israele (Gioele 4:16). Da questi versetti è senz’altro riconoscibile che, quando sta scritto: “…il Signore ruggirà come un leone”, è sempre in rapporto con i figli d’Israele.

Per completare l’elenco, affinché questo tema sia fondato almeno sulla deposizione di tre testimoni al minimo, consulteremo anche il profeta Amos: “Il Signore rugge da Sion, egli fa sentire la sua voce da Gerusalemme (Amos 1:2).

In Apocalisse 10 il Signore non è accompagnato né da angeli  né dalla Sposa. Come Giuseppe nell’Antico Testamento lasciò la sua sposa, la moglie pagana nel palazzo e la seconda volta si fece riconoscere dai suoi fratelli, così il Signore lascerà nella gloria la Sua Sposa, la Moglie tratta dalle nazioni, e si rivelerà ai Suoi fratelli, gli Ebrei. Citazione del fratello Branham: «Allorquando Giuseppe si fece conoscere ai suoi fratelli, ella rimase nel palazzo. Dopo che Gesù fu ricusato dal Suo proprio popolo, si scelse una Sposa d’infra i Gentili ed Egli La prenderà con Sé per condurLa nel palazzo, nella gloria, nella Casa di Suo Padre alla grande festa delle Nozze. Poi scenderà ancora una volta, brevemente per darsi a conoscere ai Suoi fratelli, i144.000. Vedete come sono perfetti i simboli?» (Libro «La Rivelazione dei Sette Suggelli» — pag. 172). Solo quando Egli, quale Proprietario originale, pone i Suoi piedi sul mare e sulla terra, allora ruggirà come un leone. Questo è proprio il momento in cui i Sette Tuoni fanno udire le loro voci. COSÌ PARLA IL SIGNORE nella Sua Parola.

Se qualcuno pretende che questo sia già avvenuto, allora nega la Parola quale più alta autorità e, evidentemente, è stato sedotto da uno spirito sbagliato, credendo a una interpretazione anziché a un reale adempimento. Un vero uomo di Dio con chiamata divina non crederà neanche per un solo istante alle interpretazioni su Apocalisse 10 o su altri passi biblici. Perché nessuna menzogna ha a che fare con la Verità, e ogni interpretazione personale è una menzogna.

È assolutamente necessario lasciare ogni passo della Scrittura così come è. Quando il Signore viene a prendere per portare a Casa la Sua Sposa, si parla di Lui quale Sposo. Quando Egli viene e si rivela a Israele, è l’Angelo del Patto (Esodo 3:7-10; Atti 7:30-38 e altri). Come era all’inizio del Nuovo Testamento, così è pure adesso. Ogni avvenimento promesso è correttamente collegato con l’adempimento.

 

IL CONTO ALLA ROVESCIA SCORRE

“Egli rispose: «Va’ Daniele; perché queste parole sono nascoste e sigillate sino al tempo della fine»” (Dan. 12:9).

 Ciò che era stato predetto per l’ultimo periodo doveva rimanere sigillato fino al tempo della fine, però solo quando giunge il tempo dell’adempimento di quel che è stato annunciato, viene aperta la nostra comprensione in merito. Evidentemente il tempo è giunto e non ci sarà più indugio: “… perché il Signore eseguirà la sua parola sulla terra in modo rapido e definitivo” (Rom. 9:28).

“Così infatti parla il Signore degli eserciti: Ancora una volta, fra poco, io farò tremare i cieli e la terra, il mare e l’asciutto…” (Aggeo2:6; Ebrei 12:26).

In due diverse visioni, il profeta Daniele vide, nei capitoli 2 e 7, i quattro imperi mondiali successivi rappresentati simbolicamente: una statua di quattro metalli diversi e quattro bestie che illustrano il carattere del relativo impero. Le descrizioni si completano a vicenda e rivelano importanti dettagli. Nel capitolo 2 vediamo l’ultimo impero mondiale fino alla sua fase finale: le gambe, i piedi, perfino le dieci dita, in parte di ferro e in parte d’argilla. La descrizione simbolica non ha bisogno della nostra interpretazione: è descritto anche il vero e proprio significato: “Poi vi sarà un quarto regno, forte come il ferro; poiché, come il ferro spezza e abbatte ogni cosa, così, pari al ferro che tutto frantuma, esso spezzerà ogni cosa” (Dan. 2:40). Veniamo a conoscenza dei due materiali totalmente differenti che compongono alla fine questo ultimo impero mondiale. Ciò si riferisce alla forza ferrea dei Paesi industrializzati dell’Occidente e all’economia malata e debole degli Stati dell’Est.

Adesso si tratta proprio di questa unione: deve essere raggiunta benché l’Oriente e l’Occidente sono totalmente diversi nella loro struttura. “Come i piedi e le dita, in parte d’argilla da vasaio e in parte di ferro, che tu hai visto, così sarà diviso quel regno; ma vi sarà in esso qualcosa della consistenza del ferro, poiché tu hai visto il ferro mescolato con la fragile argilla. Come le dita dei piedi erano in parte di ferro e in parte d’argilla, così quel regno sarà in parte forte e in parte fragile” (Dan. 2:41-42). Questa Scrittura si adempie adesso davanti ai nostri occhi nell’Europa Unita.

I due sistemi del tutto differenti si uniranno, ma non si mescoleranno, come il ferro non si amalgama con l’argilla (Dan. 2:43). Debbono essere attaccati l’uno all’altro e, secondo Apocalisse 17:17, “Dio ha messo nei loro cuori di eseguire il suo disegno che è di dare, di comune accordo, il loro regno alla bestia fino a che le parole di Dio siano adempiute”. In Daniele, capitolo 2, questo sviluppo viene chiaramente messo alla fine dell’ultimo periodo di tempo, quando il Signore, il Dio del cielo, instaurerà il Suo Regno che non può essere distrutto. Così sta scritto nel versetto 44.

In Daniele, capitolo 7, veniamo informati su dettagli che qui possiamo solo sfiorare. Il profeta vide i quattro imperi mondiali simboleggiati da quattro differenti bestie. Per buona ragione era interessato in particolare alla quarta bestia. Questa è proprio l’informazione di cui oggi abbiamo urgentemente bisogno: “Allora volli conoscere la verità intorno alla quarta bestia che era diversa da tutte le altre, straordinariamente terribile, che aveva denti di ferro e unghie di bronzo, che divorava, sbranava e calpestava il resto con le zampe” (Dan. 7:19).

L’Impero Romano è l’ultimo impero mondiale. Incominciò con il dominio di Cesare Augusto nell’anno 30 a.C. L’apostolo Paolo era Israelita della tribù di Beniamino (Rom. 11:1), ma nacque cittadino romano (Atti 22:22-29). Nel corso dei secoli questo regno doveva esistere, non esistere più ed esistere di nuovo. “Ed egli mi disse: La quarta bestia è un quarto regno sulla terra, diverso da tutti i regni, che divorerà tutta la terra, la calpesterà e la frantumerà” (Dan 7:23).

Ciò non può essere detto più chiaro di così. L’ultima potenza mondiale includerà globalmente tutti i tre ambiti: politico, economico e religioso, uniti in una trinità. Così dominerà il mondo intero su tutti i livelli. Chi conosce la storia recente, molto importante per il tempo della fine, sa che dopo la Seconda guerra mondiale sorsero  due superpotenze. Il mondo fu diviso dalle potenze vincitrici alle conferenze di Teheran, di Jalta e di Potsdam. L’Unione Sovietica era competente per l’Oriente e gli USA per l’Occidente. La Germania — in quanto Paese situato al centro dell’Europa — e il continente furono divisi. Poi seguirono gli anni della «guerra fredda».

Il 25 marzo 1957 venne firmato a Roma il trattato economico del Paesi occidentali conosciuto come i «Trattati di Roma». Nel 1960 incominciò la crisi di Cuba, che condusse al punto culminante della «guerra fredda». Il 13 ottobre 1960 l’allora segretario generale del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica), Nikita Kruscev, si tolse la scarpa e con essa colpì con forza il pulpito davanti all’Assemblea plenaria dell’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite), gridando furibondo e così forte quanto poteva: «Non saremo mai d’accordo! Non saremo mai d’accordo!». In agosto 1961 si sarebbe quasi arrivati a una prova di forza delle superpotenze a Berlino, quando sessanta carri armati russi presero posizione al «checkpoint Charlie» (posto di controllo di frontiera) sul lato orientale. Sul lato occidentale stavano i carri armati americani, anche essi pronti all’attacco. Deve essere stata la mano del Signore a impedire all’ultimo momento lo scontro militare.

Nel 1978 venne eletto Papa Karol Wojtyla, il polacco, l’europeo dell’Est, col nome di Giovanni Paolo II, che dovrebbe entrare nella storia come il «Papa della pace». Nel 1985, venne al potere Michail Gorbaciov a Mosca. Il processo di pace, già avviato da Lech Walesa presso i Cantieri navali di Danzica con il sostegno del Vaticano, prese il suo corso. Gli scioperi da lui organizzati erano una protesta contro l’intero sistema comunista. La breccia arrivò nel 1989 tramite le marce del lunedì nelle città della Germania dell’Est organizzate dalla Chiesa protestante contro il sistema comunista. Il 9 novembre1989, il giorno storico in cui venne aperta per le persone della DDR (l’ex Germania dell’Est) la Porta di Brandeburgo a Berlino, incominciò la caduta del Muro. Negli anni 1989/90 il Comunismo fu definitivamente vinto: tutti i popoli che erano sotto il dominio  sovietico ricevettero la loro indipendenza e la Germania venne riunita. In settembre 2001, solo pochi giorni dopo l’attacco terroristico agli Stati Uniti d’America, Vladimir Putin, il Presidente della Russia, tenne un discorso in tedesco davanti alla Camera dei Deputati a Berlino, in cui disse: «La ‹guerra fredda› è per sempre terminata. Siamo passati ad una nuova fase delle relazioni tra l’Est e l’Ovest. Siamo una parte dell’Europa Unita».

Dall’inizio degli anni ’90 non esiste più il blocco dell’Est quale superpotenza e il processo di unione, in cui vengono inclusi i Paesi dell’Europa orientale, prende il suo corso. L’attacco terroristico dell’11 settembre 2001 non era indirizzato solo contro le torri gemelle del World Trade Center a New York o contro il Pentagono a Washington, ma era un attacco contro la superpotenza ancora esistente, gli USA. Questa potenza è descritta in Apocalisse, capitolo13, dal versetto 11; essa non sale dal mare dei popoli, che indica moltitudini e lingue (Apoc. 17:15) come è il caso dell’Europa Unita, ma dalla terra oltremare, e ha due corna come quelle di un agnello. Le corna nella profezia biblica simboleggiano un potere dominante, le teste simboleggiano il dominio e il regnare. È dunque una nazione cristiana, protestante con un potere politico ed economico, ma non una potenza mondiale religiosa. Però, alla fine, anche questa potenza mondiale parlerà il linguaggio della vera e propria potenza mondiale del tempo della fine e farà sì che tutta la terra riconosca questa ultima vera e propria potenza mondiale, cioè l’«Europa Unita».

Il tempo in cui gli Stati Uniti svolgevano il ruolo di poliziotto mondiale e si presentavano come superpotenza è passato. La profezia del tempo della fine si adempie adesso nell’Europa Unita con Roma quale capitale religiosa mondiale, che verrà riconosciuta da tutti i leader e sistemi politici e religiosi della terra. Non è un caso che a Francoforte sul Mèno, capitale della finanza, si trovi non solo la Banca Federale Tedesca ma anche la Banca Centrale Europea. Negli sforzi di pace per il Medio Oriente l’influenza dei politici americani diminuisce mentre l’Unione Europea guadagna sempre più  influenza. Le nazioni arabe hanno definitivamente perso la loro fiducia negli USA dal giorno dei bombardamenti sull’Afghanistan, sotto i quali è la popolazione civile innocente a soffrirne maggiormente. Era molto illuminante una dichiarazione stampa del 26 ottobre 2001 in cui veniva detto che i ministri degli esteri della Francia e dell’Italia chiedevano che il nuovo governo dell’Afghanistan venisse formato a Roma. [Questa conferenza si tenne poi a Bonn in Germania dal 27 novembre al 4 dicembre — N.d.T.]

In realtà, nell’unione dell’Europa, come vecchio Impero Romano che viene di nuovo al potere, possiamo vedere che la profezia del tempo della fine si è adempiuta. Alla prima venuta di Cristo, Israele si trovava sotto il dominio romano e già da alcuni anni ha uno Status speciale con l’Unione Europea.

Il processo di pace con Israele, in cui si tratta principalmente di Gerusalemme, continuerà il suo corso finché il patto secondo Daniele 9:27 verrà concluso. In riferimento a Gerusalemme, il Vaticano e l’Unione Europea assumeranno la posizione del mondo arabo e insisteranno affinché la «città santa» riceva uno Status internazionale. Il segretario dell’ONU, Kofi Annan, disse in ottobre 2000 durante la sua visita in Israele: «La decisione su Gerusalemme, non la prenderà Mr. Barak e neanche Mr. Arafat; la decisione su Gerusalemme sarà presa dalla comunità internazionale dei popoli». Una simile dichiarazione dice tutto. Tramite concessioni si arriverà al fatto che Israele potrà edificare il Tempio. Tuttavia Gerusalemme rimane la «pietra pesante» per tutti i popoli (Zac. 12:3). Dopo che sarà raggiunta una «pace fittizia», verrà l’attacco militare. Durante gli anni scorsi il governo americano era al fianco di Israele, contemporaneamente però, negli accordi di Oslo e di Camp David, insisteva affinché sorgessero più territori autonomi entro i confini di Israele. L’amministrazione Bush si è appropriata della versione secondo la quale l’attacco contro gli USA è avvenuto a causa della sua posizione in favore di Israele. Ciò porta come conseguenza la richiesta della creazione di uno Stato palestinese e il problema di Gerusalemme viene portato sul tavolo dei negoziati. Perché i politici non prendono una volta in considerazione che i Paesi arabi hanno un territorio 640 volte più grande di Israele? Il territorio non è abbastanza esteso affinché ci possano abitare tutti i palestinesi arabi? Anche questo sviluppo porta all’adempimento della Scrittura.

C’è solo una Istituzione alla quale guardano tutte le nazioni, tutti i politici e tutti i leader religiosi: il Vaticano. Alla fine, gli interlocutori ebrei, anche se scettici, e la delegazione dell’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) accetteranno il Vaticano quale mediatore della pace. Ciò avviene già a livello dei ministri degli esteri. Fra poco si adempirà: “Quando diranno: «Pace e sicurezza»…” (1 Tess. 5:3).

Dal 1° gennaio 2002 dodici Paesi europei hanno la moneta unica: l’euro. Così possiamo pagare a Madrid, Atene, Parigi, Vienna, Berlino, Amsterdam, Bruxelles, ecc. con la stessa moneta, senza dover cambiare. La bandiera europea ha una corona di dodici stelle. Questo simbolo è stato preso dal capitolo 12 dell’Apocalisse, dove viene mostrata una donna con una corona di dodici stelle. Secondo la fede dell’Europa di impronta cattolica, ciò rappresenterebbe Maria. Per questo motivo il Papa ha consacrato l’Europa Unita anche al «cuore immacolato di Maria». Va notato che le sette banconote in euro mostrano di volta in volta sul loro retro un ponte. Sul fronte sono riprodotti delle finestre e dei portali, sul retro dei ponti e il continente europeo. Già gli imperatori romani portavano il titolo di «Pontifex Maximus», che significa «massimo costruttore di ponti». Quando la Roma pagana divenne la Roma papale, i papi presero il titolo «Pontifex Maximus» e lo portano fino ad oggigiorno. I ponti sulle banconote in euro mostrano i diversi collegamenti del continente europeo con il mondo intero. Perfino le banconote e la bandiera europee, accanto a molti altri fatti e avvenimenti, possono essere inquadrati secondo la profezia biblica!

Da questo momento il centro del commercio mondiale vero e  proprio non sarà più a New York, ma in Europa centrale. La distruzione del World Trade Center (Centro di Commercio Mondiale) a New York sta a significare che il potere economico viene spostato laddove appartiene secondo la profezia del tempo della fine. Dall’11 settembre 2001 negli USA più nulla è come prima, e anche sulla terra nulla sarà più come prima. Siamo entrati nell’ultima fase della fine dei tempi, come è stata predetta nella Sacra Scrittura.

Per capire perché l’Iraq, uno dei Paesi principali dell’Islam, viene continuamente incluso negli avvenimenti nella regione, bisogna andare alla profezia biblica. In Apocalisse 9:13-21, ci viene narrato che i quattro angeli del giudizio sono legati per quell’ora, quel giorno, quel mese e quell’anno sul fiume Eufrate, che scorre attraverso l’odierna Iraq. Lì nella regione di Bassora, che nella nostra lingua significa «paradiso», si trovava la culla dell’umanità. Da lì verrà la distruzione nel tempo della Grande tribolazione, con cui un terzo dell’umanità verrà uccisa.

L’attacco si rivolgerà principalmente contro Israele, però tutte le nazioni verranno incluse, ed è evidente che verranno impiegate armi chimiche e biologiche (Zac. 12:3; 14:12). Neanche gli Stati Uniti d’America verranno risparmiati dalla distruzione. Il profeta del XX° secolo, William Branham, già nel 1933 vide in sette visioni il tempo della fine. Nella sua ultima visione vide gli Stati Uniti completamente distrutti da un attacco militare. «Dopo questo, mi volsi e guardai. Vidi gli Stati Uniti come se fossero un fuoco covante. Delle rocce erano scoppiate. Bruciava come i ceppi nel fuoco. Qualcosa li aveva accesi. Guardai, e per quel che potevo vedere, tutto era distrutto» (Predicazione del 6 agosto 1961).

Vediamo dunque tutte queste cose secondo la profezia biblica dell’Antico e del Nuovo Testamento prepararsi e andare verso il loro adempimento. Nella Seconda guerra mondiale la distruzione fu tremenda. Morirono 55, 60 milioni di persone. Quando si scatenerà la «guerra santa», secondo la Scrittura perirà un terzo degli uomini, ossia due miliardi. Pieni di riconoscenza possiamo esclamare con l’apostolo Pietro: “Abbiamo inoltre la Parola profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori” (2 Piet. 1:19). L’apostolo Paolo aveva davanti agli occhi il «Giorno del Signore» ardente come una fornace (Mal. 4:1) e le cose che vi appartengono, quando scrisse: “Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, sì che quel giorno abbia a cogliervi a guisa di ladro; poiché voi tutti siete figliuoli di luce e figliuoli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre” (1 Tess. 5:1-5). Da quando la Parola profetica è stata rivelata in maniera così meravigliosa, è diventata una lampada splendente. Siamo le persone più informate sulla terra, abbiamo il privilegio di riconoscere il giorno e il Messaggio, abbiamo trovato grazia davanti a Dio e scamperemo a tutto ciò che verrà sulla faccia della terra (Luca 21:36).

Se le cose che avverranno dopo che lo Sposo avrà preso la Sposa nella gloria si stanno già preparando adesso, quanto è vicino allora il ritorno del nostro Signore Gesù Cristo! “Ecco, io vengo tosto. Beato chi serba le parole della profezia di questo libro” (Apoc. 22:7). Con assoluta certezza possiamo proclamare: “Ecco, lo Sposo viene…”. Di certo adesso viene emanata l’ultimissima chiamata. L’Evangelo eterno del Regno di Dio viene predicato quale testimonianza a tutti i popoli. Che le nostre lampade brillino chiare e che i nostri vasi siano riempiti con l’olio dello Spirito. Con Paolo possiamo esclamare per convinzione: «Maranatha! Vieni presto, Signore Gesù!». In breve, sperimenteremo la restaurazione e l’operato conclusivo e potente di Dio.

Per l’anno 2002 auguro a voi tutti nel mondo intero la ricca benedizione di Dio che si rivela in modo visibile. Ringrazio tutti i fratelli nelle chiese locali, nel nostro Paese, in tutta l’Europa e nel mondo intero per la buona collaborazione. Dappertutto le persone si ricordano che, proprio fin dal principio, il fratello Frank è stato usato per portare il Messaggio in Europa, Asia, Africa, nel mondo  intero. Ai fratelli in Africa che hanno un problema con la dottrina su «Matrimonio e Divorzio» dico che debbono abbandonare i loro propri pensieri e rispettare la Parola di Dio riguardo a questo tema, come fanno già per ogni altro tema. L’apostolo Paolo era colui che, in base alla sua chiamata divina, ha risposto anche a questa domanda. William Branham lo fece nello stesso modo. Bisogna osservare nel testo il singolare su cui è fondata la faccenda. “… ma, per evitare le fornicazioni, ogni uomo abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito” (1 Cor. 7:2; 1 Tess. 4:1-5). Nessun argomento è valido. Alle domande bibliche si risponde solo con la Bibbia, anche all’antichissima domanda su matrimonio e divorzio e nuovo matrimonio. Ringraziamo il fratello Alexis Barilier per il suo impegno instancabile, soprattutto in Africa.
 

EMISSIONI TELEVISIVE

Mi sta a cuore raggiungere il mondo intero con la Parola per questo tempo per mezzo dei mass-media. Dio ha già aperto molte porte per delle trasmissioni periodiche di 30 minuti. Fateci sapere dovunque nel mondo intero i fratelli che hanno la possibilità di teletrasmettere nella loro città. Per risparmiare tempo, potete farlo con Internet. Per favore continuate a ricordarvi nelle vostre preghiere quotidiane di me, dei nostri cari fratelli Leonhard Russ e Paul Schmidt e di tutti gli altri che stanno al servizio della chiesa locale e della missione.

Di tutto cuore ringrazio tutti coloro che partecipano alle spese di questa opera missionaria che abbraccia il mondo intero tramite le loro decime e le loro offerte. Per me ciò non è una cosa che va da sé, ma una prova di rispetto di fronte a Dio e alla Sua Parola, nella Quale ha comandato di portare le decime non da qualche parte secondo il proprio parere, ma nella casa del tesoro, affinché il Cibo possa essere distribuito (Mal. 3:10). Che il Signore ha continuamente apparecchiato la tavola davanti a noi e potevamo distribuire la Parola di Dio rivelata quale Cibo fresco (Mat. 24:45-47; Luca 12:41-46), l’abbiamo sperimentato nel mondo intero nell’adempimento e, per questo, Gli siamo riconoscenti. Il Dio fedele ricompensi voi tutti al centuplo, questa è la mia preghiera.
 

Operante per ordine di Dio:
                                               




 

Delle sette banconote in euro ne abbiamo riprodotte due sulle quali si possono vedere chiaramente i ponti dall’Europa verso il mondo intero.

 

Beati gli occhi nostri, perché vedono, e i nostri orecchi, perché odono come le profezie bibliche si adempiono davanti a noi (Mat. 13:16).

 “… nessuno degli empi capirà, ma capiranno i savi” (Dan. 12:10).

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ll 13 ottobre 2001, il più grande quotidiano del luogo, il Westdeutsche Zeitung, con il titolo «Registrato come morto» ha ricordato a tutti i lettori quel che avvenne a Ewald Frank in ottobre 1976. Le date del viaggio allora programmato stanno ancora nella mia agenda e ciò che ho realmente vissuto rimane nella mia memoria. Partenza Bombay: ore 9.15; arrivo Madras: ore 11.25. Avevo già ritirato il biglietto all’agenzia di viaggio. Dopo il decollo l’aeroplano prese fuoco e tutti i 95 passeggeri perirono. Sulla lista dei passeggeri c’era ancora il mio nome. Chi può comprendere cosa provo quando penso che il Signore nella Sua fedeltà mi comandò quel mercoledì mattina verso le 10 e un’altra volta verso le 11.20: «Mio servitore, disdici il viaggio in India!». Io ubbidii e annullai il viaggio inviando un telegramma.
Proprio lo stesso giorno, 25 anni dopo, i fratelli in India mi hanno dato il benvenuto secondo l’usanza del luogo con una ghirlanda.

 

                       
 


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