"Gesù
Cristo è lo stesso ieri, oggi, e in eterno!"
(EBREI
13:8)
LETTERA
CIRCOLARE N° 35
EDIZIONE
2000
40
ANNI PARTICOLARI
È nel prezioso Nome del Signore Gesù
Cristo che saluto di cuore tutti i veri credenti, tutti i figliuoli di Dio nel
mondo intero, i quali in tutto e per
tutto credono così come dice la Sacra Scrittura, con la seguente parola:
“Infatti avete bisogno di costanza,
affinché, fatta
la volontà di Dio, otteniate quello che vi è stato promesso. Perché: Ancora
un brevissimo tempo e Colui che deve venire verrà e non tarderà”
(Ebrei 10:36-37).
Questa
volta desidero gettare uno sguardo retrospettivo sui 40 anni decorsi dalla
nascita dell’opera missionaria a Krefeld. Nella Bibbia sembra che il numero 40
abbia un significato particolare: infatti viene citato più di cinquanta volte
in differenti contesti. Durante il diluvio piovve per 40 giorni e 40 notti (Gen.
7:4). All’età di 40 anni, Mosè si recò per la prima volta dai suoi
fratelli, gli Israeliti (Atti 7:17-29). Dopo altri 40 anni, il Signore gli
apparve nella fiamma di un pruno ardente (Atti 7:30). Per 40 anni i figliuoli
d’Israele camminarono nel deserto (Gios. 5:6). Per 40 anni Davide regnò come
re, per lo stesso periodo regnò Salomone (1 Re 11:42). Per 40 giorni il Signore
stette nel deserto per digiunare e pregare, e fu tentato dal diavolo (Mat.
4:1-11). Dopo la Sua risurrezione, Gesù rimase per 40 giorni con i Suoi
discepoli e li ammaestrò sulle cose relative al Regno di Dio (Atti 1:1-3).
Complessivamente
volgo lo sguardo indietro al particolare periodo di 47 anni di ministerio nel
Regno di Dio. Sono convinto più che mai che durerà solo un brevissimo tempo
ancora, come sta scritto nella Bibbia da duemila anni. Allora Egli verrà,
secondo la Sua promessa (Giov. 14:1-3 e altri), e non tarderà, “… cioè Gesù, che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della
restaurazione di tutte le cose; di cui Dio ha parlato fin dall’antichità per
bocca dei suoi santi profeti” (Atti 3:21). Ci sono però delle
condizioni per essere rapiti che possono essere soddisfatte solo tramite un
reale camminare con Dio. Nel nostro testo biblico si tratta del
fare la volontà di Dio, come sta scritto:“… affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate quello che vi è stato
promesso”. La volontà di Dio deve avvenire nella nostra vita
personale come pure nella Chiesa, è solo così che il compiacimento di Dio può
riposare su di noi come su Enoc, il cui rapimento simboleggia quello della Sposa
(Ebrei 11:5). Adesso si tratta in tutto e per tutto di una piena e perfetta
armonia con Dio e la Parola di Dio, si tratta dello Sposo e della Sposa. Questo
stato viene praticamente raggiunto solo se ogni parola di Dio viene vissuta
nella pratica.
Sta
scritto riguardo al Figliuolo di Dio: “… io
prendo piacere a far la tua volontà…” (Salmo 40:8). Il nostro Signore
disse: “Poiché chiunque avrà fatto la
volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre”
(Mat. 12:50). Egli pregò nel Getsemani: “Non
come voglio io, ma come tu vuoi” (Mat. 26:36-42). Così sia anche la
nostra preghiera, perché solamente nella diretta volontà di Dio siamo
santificati una volta per sempre mediante la Sua offerta (Ebrei 10:7-10). Egli
ha compiuto questo sacrificio una volta per sempre per tutti coloro che si
lasciano santificare da Lui e che raggiungono così il compimento (Ebrei 10:14).
Nella piena ubbidienza e nell’assoluta volontà di Dio, il Redentore si
santificò, affinché i redenti fossero santificati in Lui, nella Sua Parola e
nella Sua natura (Giov. 17:14-19). Sentiamo che il tempo si fa sempre più serio
e che siamo arrivati all’ultima fase della restaurazione e della preparazione
definitiva della Chiesa-Sposa.
DIREZIONI DIVINE
Per quanto mi concerne, vedo la mano del Signore in tutta la mia vita. Già all’età di 14 anni leggevo quotidianamente la Bibbia. Ciò può sembrare strano, però lo facevo veramente spinto da una brama interiore. Mio padre, che nel contempo mi era anche amico e fratello in Cristo, predicava e teneva con noi delle riunioni in casa. Spesso i fratelli nel servizio venivano da noi e approfittavano delle serate per scambiare le loro opinioni su certi passi biblici. Non avevo il permesso di partecipare alla discussione, ma di ascoltare. Capitava che uno dicesse all’altro: «Come vedi questa cosa? Qual è la tua opinione?». Nel mio intimo però, c’era da sempre il desiderio di sapere com’è giusto realmente, dunque com’è secondo la Bibbia. Per questo motivo leggevo i passi paralleli e chiedevo al mio Signore chiarezza in merito.
Fotografia del passaporto del fratello E. Frank del 1953
E che Dio sia
ringraziato che, fin dal principio, cioè dal 1953 quando iniziai a predicare,
mi ha guidato ad insegnare come l’avrei fatto se Egli stesso fosse stato
presente tra gli ascoltatori. Ciò risulta vero anche per tutto il periodo dei
47 anni. Come ogni credente, anch’io ho sperimentato una crescita spirituale;
sono andato di conoscenza in conoscenza, di chiarezza in chiarezza, però sempre
nella Parola della Verità. Ho predicato il consiglio di Dio e le dottrine
bibliche solo come li vedevo nella Parola e come mi venivano illuminati. Nelle
migliaia di predicazioni tenute da me, non ho mai dovuto fare alcuna correzione.
La guida e l’ispirazione dello Spirito Santo erano sempre perfette.
Con lo
sguardo su tutti gli anni trascorsi nel Regno di Dio, posso citare qui solo
alcuni momenti particolari. Ho vissuto il ministerio pieno di autorità del
fratello Branham per la prima volta nel 1955 a Karlsruhe e riconobbi subito che
lì sulla piattaforma stava un uomo realmente mandato da Dio. Dopo la
predicazione pregava per coloro che volevano consacrare la loro vita a Dio, poi
invitava i malati a venire avanti. Quando vidi e udii come citava dei dettagli
della loro vita che lui stesso non poteva assolutamente sapere, mi fu chiaro che
qui si stava ripetendo quel che era già avvenuto nel ministerio di Gesù Cristo
come segno di riconoscimento che Egli era il Messia: “Natanaele
gli chiese: «Da che cosa mi conosci?». Gesù gli rispose: «Prima che Filippo
ti chiamasse, quando eri sotto il fico, io ti ho visto»” (Giov. 1:48).
Egli disse alla Samaritana: “«…
perché hai avuto cinque mariti; e quello che hai ora, non è tuo marito …».
La donna gli disse: «Signore, vedo che tu sei un profeta.… Io so che il
Messia (che è chiamato Cristo) deve venire… quando sarà venuto ci annunzierà
ogni cosa». Gesù le disse: «Sono io, io che ti parlo!»” (Giov. 4:17-26
e altri).
Già alla
prima riunione ebbi il desiderio di fare la conoscenza personale di questo uomo
di Dio e di parlare con lui. Per questo motivo mi recai la mattina seguente
prima delle 8 nel suo albergo e chiesi di lui alla reception. Mentre stavo
chiedendo, mi disse l’impiegato: «Lei non ha bisogno di altre informazioni.
Il rev. Branham e il suo team stanno adesso entrando là». Mi volsi e vidi che
il fratello Branham veniva in direzione della reception, si fermò brevemente
davanti a me, mi additò e disse: «Sei un predicatore dell’Evangelo». Poi
indicò verso sinistra e disse: «Là all’ingresso c’è tua moglie».
Profondamente scosso e sconvolto lo salutai e parlammo insieme. Da quel momento
volevo conoscere più da vicino il suo ministerio. Da sempre ho avuto il grande
desiderio di conoscere un uomo di Dio, che
aveva incontrato Dio e Lo conosceva personalmente.
Così conobbi il fratello Branham nel 1955 a Karlsruhe.
Da sinistra a destra: il dott. Guggenbühl, il rev. F.F. Bosworth e il fratello
Branham
In giugno
1958 partecipai alla Conferenza di «Voice of Healing» che era stata
organizzata dal rev. Gordon Lindsay a Dallas, Texas, U.S.A., dove il fratello
Branham era stato annunciato come oratore principale. In confronto con i
numerosi evangelisti presenti, notai che questo semplice e umile uomo costituiva
un’eccezione e riconobbi che era un profeta e, come Giovanni Battista, un uomo
mandato da Dio. Anche in quella occasione il fratello Branham diceva alle
persone, venute da diverse città perché si pregasse per loro, quali erano le
loro distrette e le loro malattie, perfino il luogo, la strada e il numero
civico dove abitavano, e molte altre cose. Con ciò le persone erano talmente
fortificate nella loro fede da essere guarite seduta stante, perfino i nati
ciechi ricuperarono la vista. Si ripeteva lo stesso ministerio profetico del
Signore come Figlio dell’uomo. Gesù disse: “…
il Figliuolo non può da sé stesso far cosa alcuna, se non la vede
fare dal Padre. … Poiché il Padre… gli
mostra tutto quello che Egli fa” (Giov. 5:19-20). Allo stesso modo, anche il
fratello Branham spesso poteva comunicare alle persone in base a visioni i loro
pensieri più segreti. Parlava di un Messaggio che egli doveva portare al popolo
di Dio.
A questo
punto volevo sapere cosa credeva e insegnava, perché vedevo che Dio era con
lui. Così diedi il mio indirizzo ai fratelli per ricevere sempre direttamente
le sue predicazioni registrate su nastri, cercai ancora di parlare personalmente
con lui. Alla fine della conversazione lì a Dallas, mi disse: «Ritornerai in
Germania!». Ciò fu per me incomprensibile, perché in marzo 1956 ero emigrato
con mia moglie in Canada e non pensavamo neanche lontanamente di ritornare. Però,
già in agosto 1958, per un diretto ordine del Signore, che Egli confermò
un’altra volta, ritornammo in Germania. In un primo momento predicai nelle
chiese che conoscevo già.
Era in
ottobre 1959 quando, nella chiesa a Krefeld, dove anche mio padre ed io
predicavamo, il conduttore interregionale mise in guardia l’assemblea da
William Branham e dalle sue dottrine. La conseguenza fu che lì non eravamo più
i benvenuti e neanche liberi nel predicare. Dopo questo, alcuni fratelli e
sorelle si ritirarono da quella chiesa, anche l’intera nostra famiglia. A fine
dicembre nacque una cellula di preghiera durante la quale tradussi dal nastro la
prima predicazione del fratello Branham. Fin dal principio, il nostro obiettivo
quale piccola comunità familiare di 12-15 fratelli e sorelle era chiaro: «Sola
Scriptura» — solo la Scrittura doveva valere per la fede, l’insegnamento e
la vita. Dio aveva dato grazia per un nuovo inizio e provvedeva di continuo alla
crescita, allo sviluppo e a molti frutti per l’Eternità. Presto affittammo
una sala che conteneva 70 persone, poi una con 120 posti e dopo una con 250
finché, nel 1973, su diretto ordine del Signore, comprammo un terreno ed
edificammo la nostra propria chiesa che ha oltre 600 posti a sedere.
Con grande
riconoscenza vorrei citare che gli stessi fratelli Leonhard Russ, Paul Schmidt,
Alfred Borg, Reinhold Illing e mio fratello Helmut, che erano presenti fin
dall’inizio, esercitano ancora oggi, dopo 40 anni, gli stessi ministeri e
compiti nella chiesa. Ciò non è quasi un miracolo — è un miracolo. Perché,
come l’esperienza insegna, i fratelli si rendono ben presto indipendenti,
quasi sempre per dimostrare che anche loro possono circondarsi di persone e
giocare a fare il pastore. In tutte le circostanze Dio ha vegliato sulla Sua
Parola, sui Suoi servitori e sul Suo popolo. La ricompensa di simili fratelli
che servono il Signore disinteressatamente sarà grande. Dio benedice la fedeltà
della collaborazione: uno pianta, l’altro
annaffia e Dio fa crescere (1 Cor. 3:5-9).
Da sinistra a destra: i fratelli A. Borg, E. Frank,
L. Russ,
R. Illing, P. Schmidt e H. Frank
Il
fratello L. Russ, come predicatore e anziano della chiesa, ha presieduto le
riunioni in tutti gli anni; al suo fianco sta il fratello Schmidt che serve non
solo nella chiesa locale, ma è anche attivo nella missione, soprattutto nei
Paesi della ex Unione Sovietica. Non dimenticherò mai quella sera: in quel
tempo abitavamo ancora alla Luisenstrasse e tenevamo le riunioni alla
Hubertusstrasse, quando il Signore, con Voce imperativa, mi parlò dicendo: «MIO
SERVITORE, CONSACRAMI LEONHARD RUSS COME ANZIANO E METTI AL SUO FIANCO PAUL
SCHMIDT, PERCHÉ A QUESTO IO LI HO DESTINATI!». Questo era l’esatto contenuto
delle parole. Durante la prima riunione che seguì, i due fratelli furono
accettati dalla chiesa all’unanimità e consacrati come anziani tramite
l’imposizione delle mani. Il fratello Borg e il fratello Illing esercitano i
loro compiti come da sempre in seno al Consiglio direttivo, così pure mio
fratello Helmut. Anche tutti gli altri fratelli, che vennero dopo, hanno da anni
il loro posto nella chiesa e nell’opera missionaria.
È nostra
determinazione stare a disposizione del Signore affinché Egli possa operare per
mezzo della Chiesa le opere di Dio, come sta scritto: “Bisogna
che io compia le opere di Colui che mi ha mandato mentre è giorno; la notte
viene in cui nessuno può operare” (Giov. 9:4). Alla fine del tempo della
grazia, il Dio eterno e fedele ci ha inclusi in modo così meraviglioso nel Suo
piano del tempo della fine. In realtà, Egli ci fa vivere proprio
consapevolmente l’ultima parte della storia della salvezza. Com’è certo
che, alla prima venuta di Gesù, solo i
credenti veramente eletti riconobbero e
sperimentarono l’adempimento delle profezie bibliche, così anche adesso
in questa ultima generazione prima della seconda venuta di Cristo, soltanto
gli eletti lo riconoscono e lo sperimentano. Rimane
così che molti sono i chiamati, pochi gli eletti (Mat. 22.14). Sta anche
scritto: “E così anche nel tempo
presente, v’è un residuo secondo
l’elezione della grazia… Quel che Israele cerca, non l’ha ottenuto; mentre
il residuo eletto l’ha ottenuto” (Rom. 11:5-7). La stessa cosa vale
per la Chiesa d’infra le nazioni. Tutti i credenti nominali hanno i loro
propri piani e i loro programmi «cristiani» secondo la chiesa o l’opera
missionaria alla quale appartengono. Ma i
veri figliuoli di Dio sono figliuoli della promessa, riconoscono il tempo della
visitazione della grazia divina e sperimentano quel che Dio ha promesso.
Dio il
Signore mi destinò, come il minimo tra i Suoi servitori, ad aver una grande
parte nella vera predicazione della Parola nel mondo intero. Cosa vide in me,
non lo so; probabilmente era quel che Egli stesso aveva messo in me, perché non
ho portato con me nulla che fosse utile per Lui. Nel Suo operare sovrano, che
non può essere influenzato, è piaciuto a Dio il Signore di darmi, il 2 aprile
1962, una missione diretta come la ricevettero i profeti e gli apostoli. Con la
stessa veracità di Dio, con la quale Paolo confermava la sua chiamata e la sua
missione, anch’io posso confermare la stessa cosa. Paolo poteva esattamente
dire — e anche io lo posso, Dio sia ringraziato — dove e quando avvenne,
poteva citare il contenuto delle parole e i dettagli. Per me è perfino
importante che abbia menzionato di aver udito la sua chiamata in ebraico, la sua
lingua materna, dalla bocca del Signore risuscitato e glorificato (Atti 26:14).
Con la stessa certezza posso testimoniare di aver udito la Voce onnipotente,
penetrante e piena di autorità del Signore risorto nella mia madre lingua, il
tedesco: «MIO SERVITORE, IL TUO TEMPO PER QUESTA CITTÀ SARÀ PRESTO TERMINATO.
IO TI MANDERÒ IN ALTRE CITTÀ A PREDICARE LA MIA PAROLA».
La Voce
proveniva dall’alto da destra. Senza forza crollai e caddi verso sinistra, con
la faccia rivolta verso terra. Anche Paolo cadde in terra (Atti 9:4).
Nell’istante immediatamente dopo fui preso fuori dal corpo, vidi dall’altra
dimensione come stavo lì nella stanza, le mie braccia distese verso giù
dinanzi a me, e pronunciai le parole: «Signore, non mi ascolteranno, hanno
tutto in abbondanza e vivono nei bagordi». Ma il Signore rispose: «MIO
SERVITORE, IL TEMPO VIENE IN CUI TI ASCOLTERANNO. IMMAGAZZINA CIBO E ALIMENTI
POICHÉ CI SARÀ UNA GRANDE CARESTIA. ALLORA TU STARAI IN MEZZO AL POPOLO E
DISTRIBUIRAI IL CIBO». Le ultime parole di questa chiamata divina erano: «MIO
SERVITORE, NON FONDARE ALCUNA CHIESA LOCALE E NON PUBBLICARE ALCUN INNARIO,
PERCHÉ CIÒ È IL SEGNO DI UNA DENOMINAZIONE!». Tutte le parole di questa
testimonianza sono esattamente vere come, nella Bibbia, è vera ogni parola di
Paolo riguardo alla sua chiamata. Nessuno può capire quale diretto assoluto
divino s’intreccia con un ordine diretto e personale ricevuto dal Signore.
Potrebbe presentarsi davanti a me il diavolo e tutto l’inferno, perfino
precipitarsi su di me: nulla si cambierebbe in eterno alla decisione divina e
all’esperienza fatta.
L’anno
1961 era stato il punto culminante della guerra fredda, compresa la crisi di
Cuba. Il capo di Stato dell’U.R.S.S (Unione delle Repubbliche Socialiste
Sovietiche), il segretario generale del P.C.U.S. (Partito Comunista
dell’Unione Sovietica), Nikita Kruscev, aveva battuto con la sua scarpa sul
podio all’Assemblea plenaria dell’O.N.U e aveva gridato più volte: «Non
saremo mai d’accordo. Non saremo mai d’accordo!». A Berlino i carri armati
russi e americani erano schierati gli uni di fronte agli altri alla Porta di
Brandeburgo, e John F. Kennedy disse: «Farò di Berlino un esempio!». Il 13
agosto i militari russi avevano iniziato la costruzione del muro di Berlino. Nel
nostro Paese regnava una tale tensione politica come durante il blocco di
Berlino nel 1948/1949. Per questo motivo avevo l’impressione che, in seguito a
una catastrofe che avrebbe colpito il nostro Paese, ci sarebbe stata una
carestia naturale come alla fine della guerra, e abbiamo realmente immagazzinato
alimenti di prima necessità. Però i mesi passarono senza che fosse avvenuta
alcuna catastrofe. Caddi in una profonda distretta interiore, perché avevo
annunciato la carestia, come il Signore mi aveva detto. Non volevo più
predicare e, nella mia disperazione, ho perfino detto al Signore: «Se non mi
dai alcuna risposta, allora toglimi la vita!».
Poi mi
venne in mente di andare dal fratello Branham negli Stati Uniti. Per mezzo di
lui, così almeno speravo, il Signore mi avrebbe dato una risposta. E, Dio sia
ringraziato, fu realmente così: il 3 dicembre 1962 ero seduto intorno ad un
tavolo con il fratello Branham, il fratello Banks Woods e il fratello Fred
Sothman. Il fratello Branham si informava sullo stato spirituale della Germania
e della Svizzera e se si credeva al Messaggio. Chiese notizie di Erwin Müller e
di Adolf Guggenbühl. Il dott. Adolf Guggenbühl di Zurigo aveva preparato le
riunioni anche per il fratello Müller a Karlsruhe. La conversazione si prolungò
per un po’ di tempo. Divenni sempre più impaziente perché, nel mio cuore,
ardeva una sola domanda, quella riguardante il parlare del Signore. Alla fine
dissi: «Fratello Branham, ho qualcosa di particolare che mi pesa sul cuore e
vorrei chiederti…». In quell’istante alzò leggermente la sua mano destra e
disse: «Fratello Frank, posso dirti perché sei qui? Il Signore ti ha parlato.
Posso dirti quel che il Signore ti ha detto?». Ed egli ripeté frase dopo
frase, parola dopo parola, quel che il Signore mi aveva ordinato il 2 aprile
1962 all’alba. Ero completamente esterrefatto! Poi egli continuò: «Fratello
Frank, hai frainteso quel che il Signore ti ha detto. Hai avuto l’impressione
che ci sarebbe stata una carestia naturale e avete immagazzinato cibo e generi
alimentari. Tuttavia, poiché il Signore manderà una fame di udire la Sua
Parola, il Cibo che devi immagazzinare è la Parola di Dio promessa per questo
tempo che il Signore ha rivelato e che è registrata su nastri». Aggiunse
ancora: «Aspetta per la distribuzione del Cibo fin quando non ricevi il resto
del Cibo». Questo, non lo capii, e in quel momento non potevo neanche
chiederglielo; per questo, in seguito, fui rattristato. In quel tempo, come
potevo prevedere che il fratello Branham, dopo aver predicato in marzo 1963 sui
«Sette Suggelli» del libro dell’Apocalisse e su altri temi importanti come
«Matrimonio e Divorzio» sarebbe stato chiamato dal Signore il 24 dicembre
1965, dunque solo tre anni dopo? Alla fine, il fratello Branham mi impose le
mani, mi abbracciò e pregò per me.
Ancora
oggi, sono molto riconoscente per la direttiva ricevuta, che era anche una
conferma, e ho eseguito il mio ministerio in modo duplice, come mi è stato
ordinato. Da un lato ho viaggiato di Paese in Paese, di città in città,
predicando la Parola di Dio. Dall’altro ho tradotto in lingua tedesca più di
200 predicazioni del fratello Branham, che era il messaggero di Dio per questo
tempo, e ho anche provveduto affinché fossero tradotte anche in molte altre
lingue per dare così al popolo di Dio il Cibo spirituale — la Parola promessa
e rivelata.
È solo su
mia iniziativa che le predicazioni del fratello Branham, che fino alla sua
dipartita erano state solo registrate su nastri, furono poi stampate in
opuscoli. Se, nel giorno del seppellimento dell’uomo di Dio, io non avessi
radunato i fratelli Roy Borders, Pearry Green, Lee Vayle e altri, e loro detto
quel che il Signore aveva ordinato e ciò che doveva essere fatto, il ministerio
dell’uomo mandato da Dio sarebbe stato seppellito con lui e il mondo non
avrebbe mai saputo di un Messaggio del tempo della fine. Però Dio conosce ogni
cosa e ha pianificato tutte le cose in anticipo. I fratelli Woods e Sothmann
confermarono lì in qualità di testimoni il mio incontro di allora con il
fratello Branham. Dio prese cura per tutto il resto e diede già prima le
relative istruzioni cosicché, dalla presunta fine sorse finalmente un nuovo
inizio.
Tutti i
fratelli degli Stati Uniti che erano stati vicini al fratello Branham, nessuno
escluso, hanno aspettato la sua risurrezione e, per questo motivo, il suo
seppellimento è stato ripetutamente rimandato fino a Pasqua 1966. Anche allora,
con i numerosi partecipanti al funerale, al cimitero si è ancora cantato per
quasi due ore di continuo il coro «Sol abbi fé, sol abbi fé…», prima che
la bara fosse finalmente calata nella tomba. Non ho cantato con gli altri, ma ho
pianto e ho parlato in preghiera con Dio, il mio Signore. Quando la sera fui
nella mia camera d’albergo, ad un tratto una profonda pace entrò nella mia
anima. Mi sembrava che ogni peso mi fosse stato tolto, come se il Signore
volesse mutare il mio dolore in gioia, e qualcosa parlò al mio cuore: «Adesso
è giunto il tuo tempo di distribuire il Cibo». In seguito a ciò chiamai
la mattina seguente i fratelli per la conversazione decisiva. Roy Borders
assunse la responsabilità per la stampa e la pubblicazione delle predicazioni
del fratello Branham.
Sono molto
riconoscente a Dio per la Comunità d’origine di Krefeld, che divide con me il
compito fin dal principio, e per tutti coloro che si sentono esserne parte.
Seguendo la direttiva divina, non ho fondato nessuna chiesa locale in un’altra
città. Il mio compito è predicare la Parola a tutti i figliuoli di Dio che
sono sparsi in diverse chiese. È anche risaputo che ogni chiesa o comunità
religiosa ha pubblicato il proprio innario come segno di riconoscimento della
loro confessione. Posso cantare da ogni innario, ma io stesso non debbo
pubblicarne nessuno. Come disse il fratello Branham in modo chiaro e tondo,
dall’ultimo risveglio non uscirà una nuova corrente di fede organizzata, ma
la Chiesa-Sposa.
Il
resoconto della chiamata di Paolo, lo troviamo tre volte in diversi contesti
negli Atti degli apostoli. Per lui era molto importante mettere di continuo in
rilievo la sua missione divina, perché solo l’incarico del suo ministerio era la sua legittimazione,
e si presenta in tutte le sue epistole all’inizio come quello che egli era: un
apostolo di Gesù Cristo, dunque il Suo diretto inviato. Ciò include il fatto
che c’è un mittente che incarica qualcuno per trasmettere il messaggio
particolare, quello del mittente appunto. In questa relazione egli definisce sé
stesso servo di Cristo: “Paolo,
servo di Cristo Gesù, chiamato a essere apostolo, messo a parte per il vangelo
di Dio…” (Rom. 1:1). Con ciò non ha messo sé stesso al primo
posto, ma il ministerio di cui era stato incaricato. Era stato destinato ad
annunziare tutto il consiglio di Dio (Atti 20:27). Come servo e testimone, il
suo compito era aprire gli occhi alle persone tramite le sue esposizioni (Atti
26:16-18). Gli furono rivelati il mistero di Dio in Cristo, quello riguardante
Cristo e la Chiesa e tutti gli altri misteri, fino a quello del mutamento dei
corpi mortali dei veri credenti e il loro rapimento al ritorno di Cristo (1 Cor.
cap. 15; 1 Tes. cap. 4 e altri). La sua straordinaria chiamata era collegata con
il particolare ministerio di insegnamento per la Chiesa di Gesù Cristo.
Voleva
presentare la Chiesa a Cristo come una casta vergine, temeva però che, come Eva
era stata sedotta, anche la Chiesa sarebbe stata corrotta (2 Cor. 11:2-3).
Tuttavia credeva che il Signore si sarebbe preso cura dei Suoi “affin
di far egli stesso comparire dinanzi a sé questa Chiesa, gloriosa, senza
macchia, senza ruga o cosa alcuna simile, ma santa ed irreprensibile” (Ef.
5:27). Nella lettera a Tito, l’apostolo ci lascia gettare uno sguardo nel suo
cuore, alla sua chiamata e missione per la
fede degli eletti di Dio e la conoscenza della Verità che è conforme alla pietà:
“Paolo, servo di Dio e apostolo di Gesù
Cristo per promuovere la fede degli eletti di Dio e la conoscenza della verità
che è conforme alla pietà, nella speranza della vita eterna promessa
prima di tutti i secoli da Dio, che non può mentire. Egli ha rivelato nei tempi
stabiliti la sua parola mediante la predicazione che è stata affidata a me per
ordine di Dio, nostro Salvatore” (Tito 1:1-3). Ciò è ancora oggi: «Operante
per ordine di Dio».
William
Branham poteva confermare di aver ricevuto una simile chiamata, un diretto
incarico da Dio il 7 maggio 1946. Era il profeta promesso secondo Malachia 4:5,
che doveva apparire prima del grande e terribile giorno del Signore, come
Giovanni era il profeta secondo Malachia 3:1. Per mezzo del suo ministerio tutte
le cose dovevano essere riportate allo stato giusto e i cuori dei figliuoli di
Dio dovevano essere ricondotti alla fede dei padri apostolici del Cristianesimo
primitivo (Mal. 4:5-6; Mat. 17:11 e altri). Egli fu colui a cui il Signore rivelò
quel che fu in realtà il peccato originale e a lui, come a Paolo, fu mostrato
l’intero piano di salvezza. Fedeli ai fatti, possiamo dire che Dio, nella
nostra generazione, ha rivelato tutti i misteri della Parola di Dio dal primo
capitolo della Genesi fino all’ultimo capitolo dell’Apocalisse e ha fatto
conoscere tutte le verità che erano andate perdute. Adesso viviamo di nuovo di
ogni parola di Dio e ci cibiamo della manna nascosta. Paolo, al principio, ha
posto il fondamento, Branham lo fece adesso alla fine del tempo della grazia.
Paolo era l’apostolo e il dottore stabilito da Dio e si definì collaboratore
di Dio (1 Cor. 3:9-11; 2 Cor. 6:1) e ambasciatore per Cristo (2 Cor. 5:16-21).
La stessa cosa vale per il fratello Branham, che insegnò e fece le stesse cose.
Nella prima epistola ai Corinzi, capitolo 4, Paolo, come «amministratore dei
misteri di Dio», esorta i credenti. Le dottrine e le pratiche che gli furono
rivelate per la Chiesa del Nuovo Testamento sono, ancora oggi, l’unico modello
valido davanti a Dio. Soltanto ciò che corrisponde esattamente con questo
modello — senza la benché minima deviazione — è
di origine divina ed è fede così come dice la Scrittura. Che io abbia
ricevuto una simile chiamata, non posso negarlo e non lo negherò. Al contrario:
con ciò porto la stessa responsabilità degli uomini di Dio che mi hanno
preceduto.
CONFERMA BIBLICA
Dall’inizio
degli anni settanta la spedizione delle predicazioni in inglese del fratello
Branham avveniva non soltanto da Jeffersonville, U.S.A, ma anche da Edmonton,
Canada, sotto la guida di Don Bablitz. Era in luglio 1975, in occasione di una
mia visita laggiù, che venne da me e mi riferì quali Paesi venivano curati e
come era impressionato che per mezzo di me il Messaggio veniva diffuso in tutto
il mondo. Poi disse: «Fratello Frank, il ministerio del fratello Branham, lo
troviamo nella Bibbia. Come stanno le cose con il tuo ministerio? È anch’esso
nella Bibbia?». Non me ne ero mai dato pensiero e risposi: «Smettila! Non
parlare così!», feci capire di no e dissi: «Come può essere il mio
ministerio nella Bibbia?».
Però, la
mattina seguente, sul farsi del giorno, proprio quando avevo preso in mano la
mia Bibbia per leggerLa, udii la stessa Voce del Signore: «SERVO MIO, SECONDO
MATTEO 24, VERSETTO 45, IO TI HO STABILITO PER DISTRIBUIRE IL CIBO A SUO TEMPO».
Fino a quel momento, per me Matteo 24 era solo il capitolo in cui il Signore
parla della fine dei tempi, di guerre, di terremoti e di carestie, di falsi
profeti e falsi cristi e anche di Israele come il fico i cui rami mettono le
foglie. Ero profondamente commosso, quando i miei occhi caddero direttamente sul
passo e lessi i versetti 45-47: “Qual
è mai il servo fedele e prudente che il padrone ha costituito sui domestici per
dare loro il vitto a suo tempo? Beato quel servo che il padrone, arrivando,
troverà così occupato! Io vi dico in verità che lo costituirà su tutti i
suoi beni”. Questa era per me una rivelazione scritturale, una diretta
indicazione del Signore, perché se questo
ministerio conclusivo non fosse fondato su una promessa, non avrebbe alcuna
legittimazione in rapporto con la storia della salvezza e non avrebbe il diritto
di esistere.
Se si
continua a leggere in Matteo, capitolo 25, allora colpisce il fatto che si
tratta della venuta dello Sposo. Però, prima del ritorno dello Sposo, le
dottrine originali nella loro totalità debbono di nuovo essere predicate senza
compromessi. Dopo che, per mezzo del ministerio profetico, tutto è stato
restaurato, adesso deve essere dato ai domestici del Signore in modo ordinato
secondo le dottrine. Ciò è secondo il «COSÌ DICE IL SIGNORE» nella Sua
Parola. Alla fine, l’ordine divino sarà di nuovo pienamente restaurato. Tutti
coloro che oggi ascoltano ciò che lo Spirito dice alle chiese, ascoltano la
Parola rivelata. E tutti coloro che La ricevono lo dimostrano tramite
l’ubbidienza della fede. Si subordinano all’ordine della salvezza, hanno
accesso al luogo santissimo e si ristorano con i ricchi beni della Sua casa. Il
Signore ha già predetto in Amos 8:11 la fame spirituale di udire la Parola di
Dio. Egli ha provveduto, ha preparato la manna fresca in modo che i Suoi mangino
e abbiano Vita spirituale in virtù della Parola promessa per questo tempo.
DUE PERIODI
I 40 anni
trascorsi dal 1960 al 2000 possono essere ripartiti in due periodi, tenendo
conto che gli anni sessanta e settanta rappresentano una fase particolare
dell’edificazione e della crescita sia per la chiesa locale sia per l’opera
missionaria.
Già nel
1964 intrapresi il mio primo viaggio missionario extraeuropeo in parecchi Paesi
del Vicino Oriente e in India. Nel 1966 invitai il rev. Pearry Green di Tucson,
U.S.A. e, in alcune città della Germania e dell’estero limitrofe, egli rese
in qualità di testimone oculare una potente testimonianza del fratello Branham
e del suo ministerio. Da quel momento viaggiai nei Paesi occidentali predicando
il glorioso Vangelo di Gesù Cristo con lo sguardo sul tempo della fine. In
breve ricevemmo anche le predicazioni stampate che traducemmo e pubblicammo in
opuscoli. Dal 1968 al 1978 Radio Lussemburgo trasmise ogni domenica mattina una
mia breve predicazione di venti minuti nella zona di trasmissione europea. Così
raggiunsi anche la D.D.R., ossia l’ex Germania dell’Est e la popolazione di
lingua tedesca dei Paesi limitrofi.
Dal 1968
mi fu possibile, anche se in circostanze in quel tempo molto pericolose, di
viaggiare nei Paesi dell’Europa dell’Est dove ho potuto portare la Parola in
diverse chiese. A Mosca, negli anni settanta, il fedele Signore condusse in modo
tale che il presidente dei Battisti mi disse: «Fratello Frank, ci assumiamo la
responsabilità per te di fronte alle autorità e sei libero di predicare
laddove il Signore ti apre una porta nel nostro Paese». In quel tempo,
un’autorizzazione per gli oratori stranieri doveva essere chiesta alla
polizia. Se volessi riferire su tutte le volte come sono stato guidato e
protetto durante i numerosi passaggi di confine come anche durante i soggiorni
nei Paesi dell’Est negli anni del confronto tra l’Est e l’Ovest fino alla
svolta nel 1989, potrebbe essere scritto un libro intero! All’ingresso delle
truppe del Patto di Varsavia in Cecoslovacchia nel 1968, capitai proprio in
mezzo ai carri armati russi che superai mentre stavo andando da Praga verso la
frontiera polacca. Quante volte ho portato tra i miei bagagli cassette con
predicazioni e letteratura e, se le avessero scoperte, mi sarei trovato subito
in prigione! In quel tempo, in tutti i Paesi dell’Europa dell’Est, era
vietato portare della letteratura cristiana o delle Bibbie. Alla fine, a Praga e
a Berlino Est furono spiccati perfino dei mandati di cattura contro di me. Però
la mano del Signore era con me in ogni situazione. Quando fui messo in carcere a
Berlino Est per alcune ore, perché avevano trovato nel baule della macchina un
proiettore e il film del fratello Branham, e vidi la telecamera di sorveglianza
diretta su di me, lo stesso mi sentii al sicuro nella cella singola rudimentale.
Durante l’interrogatorio che seguì, il Signore mi diede il coraggio di
rendere testimonianza con franchezza. In tutte le situazioni e dovunque, davanti
a tutti, gente ricca o povera, come Paolo ho testimoniato del mio Redentore e
anche della mia chiamata, ed Egli è sempre stato con me. Così, tramite i
viaggi missionari mensili, le trasmissioni radio e la pubblicazione delle
predicazioni del fratello Branham, il Signore ha continuato la Sua opera e
moltissime persone in tutto il mondo sono state benedette, salvate, liberate e
molte sono state anche guarite nel corpo.
Per me
personalmente, gli anni che vanno dal 1968 al 1978 furono di comunione
particolare, quasi serena con il mio Dio. Alcune volte, i passi biblici sui
quali dovevo predicare mi furono detti dal Signore in modo udibile: «SERVO MIO,
PRESENTATI DAVANTI AL MIO POPOLO E LEGGI LA PAROLA TRATTA DA…». Nello stesso
modo ricevetti molte istruzioni precise che concernevano altri che erano in
difficoltà o anche me stesso. Una volta mi venne detto riguardo a una sorella:
«SERVO MIO, VA’ E PRONUNCIA LA PAROLA…». Il miracolo avvenne
immediatamente! Un’altra volta il Signore mi ordinò in merito a un fratello
gravemente ammalato: «SERVO MIO, RECATI DA LUI, PRENDI GLI ANZIANI CON TE E
LEGGIGLI LE PAROLE CHE IL PROFETA ISAIA RIVOLSE A EZECHIA!». Anche là il
Signore confermò la Sua Parola tramite un diretto miracolo.
In ottobre
1976, il Signore mi comandò: «SERVO MIO, DISDICI IL VIAGGIO IN INDIA». Questo
accadeva 48 ore prima del giorno della partenza e avevo già il biglietto. Verso
le 10 di mattina e ancora una volta verso le 11.30, il Signore mi disse con
insistenza: «DISDICI IL VIAGGIO IN INDIA!». Ubbidii senza sapere perché e
inviai ai fratelli indiani telegrammi con il testo: «Trip to India cancelled!
Letter follows!», cioè: «Viaggio in India annullato! Segue lettera!». Più
tardi venni a sapere dalle notizie che proprio l’aereo con cui dovevo volare
da Bombay a Madras aveva preso fuoco subito dopo il decollo, come è accaduto di
recente con il Concorde a Parigi, e che tutti i 96 passeggeri erano morti arsi
vivi nell’aria. Un portavoce della stampa chiamò da Colonia per comunicare
alla Missione a Krefeld che il loro missionario Ewald Frank era morto con i 96
passeggeri. Però fui chiamato al telefono e potei convincerlo personalmente di
essere in vita. Come mi assicurò, il mio nome era ancora sull’elenco dei
passeggeri. Sì, Dio è fedele!
Era un
camminare con Dio, come Giobbe, attorniato da tutti i lati, guardato e protetto.
Tuttavia né io né la mia famiglia fummo risparmiati dalle prove. Nel 1970, il
nostro quinto bambino, dopo che non aveva più dato segni di vita per alcuni
giorni, tramite una grave operazione, venne preso fuori dal grembo della madre,
morto. Furono necessarie alcune trasfusioni di sangue per salvare la vita di mia
moglie. Il neonato aveva già cominciato a putrefarsi e non ci fu permesso di
vedere il bambino.
Nel 1980,
durante un viaggio in Africa, mi ammalai di malaria tropicale. Diverse volte
udii come il professore, che pensava che io fossi svenuto, diceva al suo staff
di medici: «È troppo tardi!». Fui portato nella camera mortuaria
dell’Ospedale Civico di Krefeld e, solo per un miracolo di Dio, sono in vita
ancora oggi. Però, sulla soglia della morte, il Signore mi ha dato la più
gloriosa esperienza, facendomi sperimentare già in anticipo il rapimento: fui
preso fuori dal corpo e, insieme alla schiera vestita di bianco dove tutti erano
giovani, fui elevato in alto maestosamente. Ho visto la santa Città e la
gloria. Quando tornai nel mio corpo, ero così deluso che piansi amaramente. Però
il ministerio non era ancora compiuto. Nelle prove più difficili, ho capito che
la mia vita terrena non fa eccezione, ma che è come quella di tutti gli altri.
La differenza esiste solo sul piano spirituale e nell’incarico per la Chiesa.
IL CENTRO MISSIONARIO
A Pasqua
1974 potevamo consacrare la nostra Casa del Signore che, fino ad oggi, è un
luogo di benedizione per migliaia di credenti provenienti dall’Europa e dal
mondo intero. Non è una cattedrale, assomiglia più alla stalla di Betlemme che
a una costruzione sacra a cupola. Per noi, considerato il vicino ritorno di Gesù
Cristo, si trattava di un luogo dove non fosse l’aspetto esteriore a
impressionare, ma l’interno dei credenti che formano il tempio di Dio. Debbono
essere graditi al Signore come sta scritto: “Noi
siamo infatti il tempio del Dio vivente, come disse Dio: «Abiterò e camminerò
in mezzo a loro, sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo»” (2 Cor.
6:16).
A metà
degli anni settanta, tramite fratelli degli Stati Uniti e del Canada dei gruppi
di «credenti del tempo della fine», in relazione con il ritorno di Cristo,
l’anno 1977 fu messo in risalto in modo particolare. E di nuovo fu il fedele
Signore che, dal cielo, diede a tempo debito un ordine, perché nessuno sa né
il giorno né l’ora della Sua venuta. Era una bellissima giornata di settembre
dell’anno 1975, iniziava a farsi sera; uscii dalla stanza dei predicatori e
andai sul lato ovest della Casa del Signore quando il Signore mi parlò con la
Sua Voce di comando, che ogni volta viene dall’alto da destra. Già alla prima
parola, mi fermai preso da profondo timore. Le parole erano: «SERVO MIO, RECATI
SUL TERRENO ATTIGUO E CONSACRALO A ME, PERCHÉ DOVETE PROVVEDERE PER GLI
ALLOGGI. VERRANNO DELLE PERSONE DA MOLTI PAESI CHE DOVRANNO ESSERE OSPITATE…».
Immediatamente mi girai e, attraverso il piccolo cancello che conduce al Centro
commerciale, mi recai sul terreno vicino delimitato da un alto recinto, mi
inginocchiai nella sterpaglia — più o meno là dove adesso si trova
l’ingresso della casa N° 15 — e lo consacrai al Signore. In breve sorse il
primo edificio su un’area grande diecimila metri quadri circa.
Quando
questo edificio stava per essere completato, il fratello Paul Schmidt, mentre
stava venendo verso di me, disse: «Fratello Frank, la casa non è sufficiente
per la metà dei visitatori che verranno». Queste parole non mi lasciarono più,
ebbero una conseguenza. Soltanto alcuni giorni dopo, una mattina aprii la Bibbia
e i miei occhi caddero su 2 Cronache 14:6: “Così
le edificarono, e prosperarono”.
Lessi un’altra volta il testo in ginocchio e ancora un’altra volta e mi colpì
che non stava scritto di una casa, ma di case,
al plurale. Lo sapevo: il Signore voleva dirmi qualcosa. Nessuna forte Voce da
udire con le mie orecchie, ma una Voce sottile parlò proprio chiaramente nel
mio cuore: «Costruisci due case uguali!».
E così avvenne che, nella fede e con molto lavoro dei fratelli, le
case furono completate nel 1977 e nel 1978. All’inizio degli anni novanta
potevamo costruire anche l’edificio con la tipografia e la casa editrice.
Possiamo ospitare fino a 300 persone e dare il vitto nel refettorio della Casa
del Signore fino a 400 persone. L’opera missionaria si estese, visibilmente
accompagnata dalla benedizione di Dio. Nessuno ha mai sentito che qui sia mai
stato chiesto del denaro; pernottamento e vitto sono gratuiti come tutta la
letteratura, tutte le cassette audio e video che vengono anche inviate
gratuitamente in tutto il mondo.
PROVATE GLI SPIRITI
È
comprensibile che questo benedetto stato «paradisiaco» non piacesse affatto a
Satana. Come con Giobbe gli fu permesso di recare una incomparabile distruzione.
Però Dio, come in quel tempo, restaurerà in modo doppio (Giob. 42:10-11; Giac.
5:7-11), di questo ne siamo fermamente convinti. Se si conoscono gli esempi
della Sacra Scrittura, la rabbia di Satana era sempre rivolta contro i portatori
della Parola. Avvenne proprio secondo le parole della Scrittura: “Colpisci
il pastore e siano disperse le pecore!” (Zac. 13:7) e: “Perché se fanno questo al legno verde, che cosa sarà fatto al
secco?” (Luca 23:31). In modo simile è accaduto già ai profeti e ai
servi di Dio (Ebrei 11:32-40). Da Abele fino a Zaccaria, tutti i portatori della
Parola di Dio dovettero subire la rabbia del nemico (Mat. 23:34-39). Satana, il
dominatore di questo mondo di tenebre, non può sopportare l’influenza divina.
Il nemico è un omicida fin dal principio, un bugiardo, un distruttore. Fin dai
giorni di Caino, egli ha cercato di distruggere, per mezzo della sua progenie,
la progenie di Dio. Comincia dai matrimoni, dalle famiglie, continua con la
Chiesa e l’opera di Dio. Anche tutta la creazione geme dal giorno del peccato
originale (Rom. 8:19-22), in modo che Dio, alla fine, deve fare ogni cosa nuova
(Apoc. 21:5).
Se il
nemico non riesce a uccidere corporalmente, lo fa tramite calunnie e
diffamazioni presentandosi come accusatore molto astuto dei fratelli e
avversario con il «Sta scritto» abusandone come fece già col nostro Signore (Mat.
4:1-11). Usa dei passi della Scrittura ai quali egli dà le proprie
interpretazioni. Un’enunciazione ispirata da lui può avere lo stesso effetto
di una letale iniezione di veleno. “V’è un veleno di aspidi sotto le
labbra” di coloro di cui Satana abusa e “la loro gola è un sepolcro
aperto”, così sta scritto in Romani 3:13-18. L’apostolo Giacomo scrive
della lingua dicendo che nessun uomo la può domare. Se viene infiammata dal
fuoco della geenna, inietta del veleno che reca la morte (Giac. 3:1-12). Satana
fa tutto con l’intento di distruggere la credibilità di colui che porta la
Parola divina e di creare inimicizie. E accade sempre la stessa cosa: il nemico
può confondere tutti coloro che guardano all’uomo, in modo che si smarriscono
e si scandalizzano, fatto che poi useranno più tardi come loro «alibi».
Quando Gesù intraprese il Suo cammino verso Golgota via Getsemani, disse: “Voi
tutti questa notte sarete scandalizzati per causa mia — sarete dispersi”
(Mat. 26:31). Coloro però che hanno ottenuto per mezzo della predicazione e del
ministerio stabilito da Dio la loro personale relazione e comunione con il loro
Redentore, anche dopo essere stati dispersi, trovano la strada del ritorno,
intuiscono le macchinazioni di Satana e non prendono parte alla sua opera di
distruzione.
Presso gli
uomini di Dio può ripetersi quel che avvenne nel Paradiso. Satana influenzò
Eva, Eva influenzò Adamo al quale Dio il Signore aveva parlato personalmente.
Il nemico sa come fare: egli comincia sempre con quel che Dio ha detto, e lo
travisa al contrario tramite le sue argomentazioni che ne seguono. Per questo
motivo il rimprovero ad Adamo: “Poiché hai dato ascolto alla
voce di tua moglie…” (Gen. 3:17). Colui che non è ancora sposato
come Giuseppe, forse una donna — può essere perfino la «signora Potifar»
con la sua stima e la sua influenza — gli dice: “Giaciti
con me!”, gli strappa poi la veste dal corpo, tiene dunque la cosiddetta
prova in mano e può diffondere la menzogna: “Esso venne a me per giacersi meco!” (Gen. cap. 39) e tutto il
resto s’inserisce da sé nell’inganno.
È stato
così fin dal principio che Dio ammise nella vita naturale dei Suoi servi delle
cose che non riusciamo a comprendere. Mosè prese una donna Cuscita e quando sua
sorella, la profetessa Miriam, che si credeva nel giusto, fece delle obiezioni,
fu punita diventando lebbrosa. Dio il Signore convocò lei e Aaronne alla tenda
di convegno e giudicò (Num. cap. 12). In Deuteronomio 34:10 ci viene detto: “Non
è mai più sorto in Israele un profeta simile a Mosè, col quale l’Eterno
abbia trattato faccia a faccia”. Sansone, il figlio chiesto a Dio,
promesso e consacrato a Lui fin dal grembo materno, si recò a Gaza dai Filistei
e si fermò da una meretrice. E questo dopo che lo Spirito del Signore aveva già
cominciato a operare in lui (Giudici capp. 13-16). Davide divenne adultero e poi
ancora omicida, quando prese la moglie di Uria e si adoperò affinché Uria
fosse ucciso (2 Sam. cap. 11). Ciò dispiacque al Signore. E nonostante ciò
leggiamo i Salmi, malgrado ciò Gesù Cristo è il Figlio di Davide. Non dovette
ritirarsi, non ricevette alcun divieto né di cantare né di predicare. Il
Signore stesso dà in riferimento a tutti i portatori della Parola soltanto una
breve dichiarazione: “Voi siete dèi,
siete figli dell’Altissimo. Eppure morrete come gli altri uomini…”
(Salmo 82:6-7) e anche: “Se chiama dèi
coloro ai quali la parola di Dio è stata diretta (e la Scrittura non può
essere annullata)…” (Giov. 10:35). I servitori di Dio non sono esposti
al giudizio, ossia alla condanna della chiesa, ma sottostanno solo al giudizio
di Dio. Per questo motivo il serio ammonimento: “Chi
sei tu che giudichi il domestico altrui? Se sta in piedi o se cade è cosa che
riguarda il suo padrone; ma egli sarà tenuto in piedi, perché il Signore è
potente da farlo stare in piedi” (Rom. 14:4).
Sono
uomini come tutti gli altri — vasi terreni, ma con un contenuto divino (2 Cor.
4:7). In loro c’era la sostanza divina ed è la Parola, sostanza tramite la
quale noi tutti siamo diventati partecipi della natura divina (2 Piet. 1:3-4).
Ad ogni apparizione di un vero servo di Dio gli spiriti furono divisi: gli
uomini o accettarono il ministerio oppure lo respinsero. “Noi
siamo infatti davanti a Dio il profumo di Cristo fra quelli che sono sulla via
della salvezza e fra quelli che sono sulla via della perdizione; per questi, un
odore di morte, che conduce a morte; per quelli, un odore di vita, che conduce a
vita” (2 Cor. 2:15-16). Sta scritto perfino del Signore stesso che sarebbe
stato per gli uni la loro santificazione, per gli altri una pietra d’inciampo
(Is. 8:14-15). L’apostolo Pietro parla della Pietra angolare, eletta, preziosa
e che chiunque avrebbe creduto in Essa non sarebbe stato svergognato. Poi
continua e parla dei costruttori che, nella loro disubbidienza, hanno rigettato
questa Pietra che è diventata la Pietra angolare (1 Piet. 2:1-8). “Ecco,
egli è posto a caduta e a rialzamento… come segno di contraddizione”
(Luca 2:34). Gli scribi e i Farisei ipocriti sono stati alle costole del Signore
importunandoLo e poi, per screditarLo, hanno detto ancora accennando alla Sua
nascita: “Noi
non
siamo nati da fornicazione!” (Giov. 8:41). Avrebbero dovuto sapere che
il Redentore non doveva nascere da una donna, ma da una vergine (Is. 7:14; Luca
1:27). Si tratta sempre della pura Parola. Perché com’è certo che nella
Parola originalmente ispirata c’è Vita, così è certo che nella falsa
ispirazione c’è inganno e morte.
Dal 1949,
anno in cui feci la mia piena esperienza di salvezza, ho vissuto entrambi le
cose: l’edificazione nell’amore divino e la distruzione per mezzo
dell’odio diabolico. A Pentecoste 1953, durante la Conferenza di fede a Cassel,
ho vissuto come in pochi minuti alcune centinaia di persone furono battezzate
con lo Spirito Santo. Ad un tratto risuonò dal mezzo degli ascoltatori un canto
di lode meraviglioso e celeste in altre lingue, che si diffuse e divenne sempre
più forte e tutti furono riempiti con lo Spirito Santo, parlarono e cantarono
in piacevole armonia celeste in altre lingue come lo Spirito dava loro di
esprimersi. Nella chiesa di Krefeld abbiamo vissuto per molti anni quanta
benedizione procedeva dal vero uso dei doni dello Spirito, particolarmente dal
dono di profezia. Però poi dovemmo purtroppo scoprire quanta distruzione
portava l’abuso dello stesso dono. Anche se con ciò si pensa servire Dio e
aiutarLo, però per esperienza possiamo constatare quanto segue: tutto ciò che
proviene realmente da Lui è sempre collegato con edificazione e benedizione.
L’imposizione della propria volontà dei portatori di doni va di pari passo
con falsa ispirazione, distruzione, inimicizia e maledizione. “Voi
li riconoscerete dai loro frutti” (Mat. 7:16). Doni e portatori di doni
possono ingannare, però i frutti rendono sempre testimonianza della vita
dell’albero. Nessuno può cogliere dei fichi dai rovi. Nella creazione
naturale e in quella spirituale, tutto produce secondo la propria natura e
secondo la propria specie.
Quando una
portatrice di doni vide le sue proprie rivelazioni e aspettative, alle quali lei
stessa credeva, essere scoperte false, dopo 20 anni di grandi benedizioni, fece
ogni sforzo possibile per distruggere il ministerio che lei stessa, fino a quel
momento, aveva pienamente appoggiato. Possiamo ringraziare solo Dio, che ha
tenuto Lui stesso la Sua mano protettrice sopra di me e sopra la Sua Chiesa, che
non sia riuscita in ciò. Avvenne così come il Signore disse a Pietro: “Simone,
Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; ma io ho
pregato per te, affinché la tua fede non venga meno…” (Luca 22:31-32).
Non
abbiamo il diritto di chiedere perché il fedele Signore e Redentore acconsenta
alla richiesta dell’avversario di vagliare i Suoi e li dà in suo potere. Però
quando il grano viene vagliato, il vento soffia via soltanto la pula delle false
dottrine e ispirazioni, il grano rimane nel vaglio. Lo stesso Signore, che fu
tradito e crocifisso, è risorto vittoriosamente e noi con Lui. Per noi sarebbe
tutto più facile se non dovessimo più combattere contro le potenze del nemico
già vinte (Ef. 6:10-20; Col. 2:13-15). Però è soltanto nelle prove che
possiamo affermarci. Senza combattimento nessuna vittoria, e senza vittoria
nessuna corona. Nello stesso capitolo il Signore visse il tradimento di colui
che aveva mangiato e bevuto con Lui alla stessa tavola (Mat. cap. 26). Fu fatto
prigioniero come un ladrone e disse solo: “…ma
questa è l’ora vostra, questa è la potenza delle tenebre” (Luca
22:47-53). Nessun’altra spiegazione. In Matteo 26:54 Egli dà la risposta: “Come dunque si adempirebbero le Scritture, secondo le quali bisogna che
così avvenga?”. Il fratello Branham ha predicato che la Parola di
quest’ora deve essere crocifissa. Ciò non poteva avvenire teoricamente, ma
doveva accadere in pratica nel portatore della Parola. Per questo motivo il
tradimento e la consegna, ed ecco, fu di nuovo notte (Giov. 13:21-30). Anche
l’ultima parte della storia della salvezza si adempie letteralmente come
all’inizio in modo del tutto biblico.
Possono
essere anche dei casi come il seguente: il rev. Harry Hampel, che conobbi alla
Conferenza di Dallas, Texas, U.S.A., all’inizio di questo anno in una
predicazione raccontò la seguente storia: avvenne che una sorella piena dello
Spirito Santo che cantava nel coro in una chiesa nel New Mexico, U.S.A. si
innamorò del predicatore. Però l’uomo non entrò in relazione con lei. Lei
ne fu così tanto offesa che, per la rabbia di essere stata respinta, riuscì a
rendere attendibile agli anziani della chiesa di aver vissuto nel peccato con il
pastore. Tutti le credettero, il pastore fu destituito dalla sua carica, la
chiesa andò in rovina. Ma egli non cessò di predicare e, dopo un certo tempo,
sorse una nuova chiesa. Nel 1999, dopo più di 20 anni, questa donna giaceva sul
letto di morte, malata di cancro. Tormentata dai rimorsi, fece chiamare gli
anziani e confessò loro che, in quel tempo, per la rabbia di essere stata
umiliata, aveva diffuso quella menzogna sul predicatore. Dovevano chiedere per
lei il perdono, perché non poteva morire così. Però, non le venne in mente di
chiamare il predicatore e di chiedergli perdono, e fece una morte straziante e,
da quel che si poteva giudicare, senza pace con Dio.
Davanti al
tribunale di Cristo varrà quanto Egli disse: “…
poiché in base alle tue parole sarai giustificato, e in base alle tue parole
sarai condannato” (Mat. 12:37). Noi tutti dovremmo prenderne nota per
sempre e frenare la nostra lingua. Non quel che gli altri dicono di noi, ma quel
che noi diciamo sugli altri sarà la nostra sentenza. Chi però vuole
riparare il danno subito da tutte le anime che, a causa di una menzogna diffusa
su un predicatore, sono state sviate e ingannate? In Ebrei, capitolo 10,
troviamo l’indicazione riguardo al peccare volontariamente per il quale non
c’è alcun perdono. In Ebrei, capitolo 6, sta scritto che anche se siamo stati
partecipi dello Spirito Santo, la pioggia non serve a nulla se produce spine e
rovi. Le esperienze allora fatte sono vane, neanche l’argomentare religioso può
cambiare qualcosa.
Il nemico
trova sempre delle persone, perfino credenti e portatori di doni, che egli
ispira, e nella cui testa e bocca può travisare la Parola, soprattutto se si
attengono alle tradizioni da lui introdotte. Dio però non distrugge. Cristo
edifica la Sua Chiesa! Però spesso le parti vengono scambiate e Dio viene
scambiato con il diavolo. Il Signore certamente non opera un’autodistruzione
del Suo proprio Corpo — della Chiesa. Paolo parla degli operai nel Regno di
Dio che servono il Signore “nella gloria e nell’umiliazione, nella buona e nella cattiva fama;
considerati come impostori, eppure veritieri” (1 Cor. 6:1-10).
L’influenza
soprannaturale dei profeti, degli apostoli e dei servitori di Dio, che Satana
vuole distruggere, non proviene da loro stessi. È sempre stato Dio che, tramite
particolari chiamate e ministeri, ha esercitato la Sua influenza. Paolo, che era
incatenato, benché non avesse commesso nulla, sapeva: “Ma
la parola di Dio non è incatenata” (2 Tim. 2:9). Possiamo testimoniare la
stessa cosa. L’autorità non è l’uomo di Dio, ma la Parola di Dio che egli
predica.
UN NUOVO INIZIO
Nei 20
anni che parimenti stanno dietro a noi, Dio — dopo aver fatto un nuovo inizio
nel 1980 in seguito al duro attacco distruttore del 1979 — ha proseguito la
Sua opera. Tramite questo ministerio Egli ha donato la salvezza in Cristo ad
alcuni milioni di persone nel mondo intero, e tutti coloro che erano diventati
biblicamente credenti sono stati battezzati secondo il modello del Cristianesimo
primitivo ed apostolico nel Nome del SIGNORE GESÙ CRISTO. Dal 1997 ho potuto
predicare in più di 60 riunioni carismatiche pentecostali nel mondo intero,
cosicché anche loro un giorno saranno senza scusa. In molti Paesi ho potuto
ripetutamente parlare a intere popolazioni per televisione. Dio ha aperto delle
porte in tutti i continenti, ha dato grazia per i viaggi di ogni mese, fino ad
oggi in oltre 120 Paesi. Così anche negli anni ottanta e novanta non soltanto
tantissime preziose anime furono aggiunte alla Sua Chiesa, ma il popolo di Dio
si addentrò sempre più nel Suo piano di salvezza, come è predetto nella
Parola profetica per il tempo della fine, e nell’adempimento delle profezie
bibliche. Il Messaggio di Dio, la Parola promessa e rivelata sotto il termine di
«Messaggio del tempo della fine», viene diffuso nel mondo intero in ogni modo
possibile. Includendo il lavoro dei nostri diletti fratelli Alexis Barilier e
Stefano Genton — i quali sono stati nel 1955 testimoni oculari del ministerio
del fratello Branham e che dal principio hanno avuto una parte diretta in questa
proclamazione — fino ad oggi stampiamo in 15 lingue differenti e prendiamo
cura di persone di ogni colore, razza e nazionalità.
Non
dovrebbe meravigliarci che, con l’anno 2001, abbiamo la possibilità di
trasmettere dei programmi da parecchie stazioni televisive che raggiungono via
satellite il mondo intero. La fine di ogni cosa è vicina, come ci ammonisce
Pietro (1 Piet. 4:7) e, per questo motivo, l’ultima chiamata deve echeggiare
nel mondo intero. Il nostro Signore, in Matteo, capitolo 24, in Marco, capitolo
13 e in Luca, capitolo 21, non ha predetto tutto quel che sarebbe accaduto prima
del Suo ritorno? Non ci ha dato l’indicazione: “Così
anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino,
proprio alle porte” (Mat. 24:33)? Da duemila anni molti hanno letto
questo testo. Però noi siamo la generazione
che vede adempiersi tutte queste cose. Si è avverato anche quel che il
Signore disse in Luca 21:24 in riferimento al Suo popolo: “E cadranno sotto il taglio della spada, e saranno menati in cattività
fra tutte le genti; e Gerusalemme sarà
calpestata dai Gentili, finché i tempi de’ Gentili siano compiti”.
Dal 1948, dopo duemila anni, Israele è di nuovo uno Stato. Nel processo di pace
si tratta adesso principalmente di Gerusalemme, che già tremila anni fa era la
capitale di Israele. Secondo Zaccaria 12:2-3, diventerà una pietra pesante per
tutti i popoli. Il punto centrale della controversia è il Monte del Tempio,
come si dimostrò alla fine di settembre 2000 in occasione della visita di Ariel
Sharon. Tutto viene fatto, si negozia a tutti i livelli, vengono sacrificati dei
territori in cambio di pace, «autonomia» qua, «Stato indipendente» là,
affinché alla fine sia adempiuto quel che sta scritto: “Quando diranno: «Pace e sicurezza»…” (1 Tes. 5:1-3). Sarà
però solo una pace fittizia, perché poi irromperà una rovina improvvisa, come
predetto nella profezia biblica. Nell’ultimissima fase, il Vaticano, in qualità
di massima autorità sulla terra, s’inserirà affinché sia concluso il patto
di sette anni (Dan. 9:27), come è già stato stipulato nel «Trattato di Oslo».
Ci siamo:
le profezie bibliche diventano realtà, sia con il popolo eletto, Israele, sia
con la Chiesa eletta d’infra le nazioni. L’intero panorama — politico,
economico e religioso — dell’ultimo Impero mondiale, l’Unione Europea,
corrisponde esattamente alle profezie bibliche per il tempo della fine. A questo
appartiene la globalizzazione in tutti gli ambiti, il concentramento del
capitale fino alla strategia di unione a tutti i livelli. Sorge l’«Europa
Unita» sotto il predominio cattolico romano, come era nel tempo di Carlo Magno.
Non possiamo entrare qui nei particolari a questo riguardo. È più tardi di
quanto molti pensano! Il Signore grida ai Suoi con forza: “Vegliate
dunque, pregando in ogni momento, affinché siate in grado di scampare a tutte
queste cose che stanno per venire, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”
(Luca 21:36).
SGUARDO RETROSPETTIVO
Gli anni
che vanno dal 1960 al 1979 furono una particolare fase di edificazione,
collegata con la proclamazione dell’insegnamento del Messaggio del tempo della
fine. Nel 1980 ebbe luogo un inizio totalmente nuovo con la diffusione della
Parola rivelata in quasi tutte le chiese ufficiali e chiese libere esistenti.
Dio ha semplicemente disposto così che sono stato ricevuto con rispetto.
Operante per così tanti anni per ordine di Dio, questo è per me un grande
privilegio. Il Cibo fresco della Parola viene ancora sempre dato alla vera
Chiesa di Dio. Che in virtù di una chiamata e di una missione divina, ho la
stessa responsabilità di Paolo in quel tempo, lo capiranno tutti
coloro che comprendono le vie di Dio con il Suo popolo e le seguono. Chi
rispetta quel che Dio dice e fa, sa anche che i doni e la vocazione di Dio sono
senza pentimento (Rom. 11:29). Tutti gli altri, Egli li lascia proseguire nelle
loro proprie vie. Tramite vocazione il dono divenne compito.
Credo quel
che fu detto al fratello Branham, il profeta promesso e il messaggero, l’11
giugno 1933 dalla Nuvola di luce soprannaturale vista da 4000 persone circa in
occasione di un servizio di battesimo: «COME GIOVANNI BATTISTA È STATO INVIATO
QUALE PRECURSORE DELLA PRIMA VENUTA DI CRISTO, COSÌ IL MESSAGGIO CHE TI È
STATO DATO SARÀ UN PRECURSORE DELLA SECONDA VENUTA DI CRISTO». Adesso vediamo
questo annuncio essersi adempiuto. Il messaggero ci è stato tolto, ma il
Messaggio ci è rimasto. Non le molte dottrine speciali sulla «Parusia», sulle
cosiddette «rivelazioni dei sette tuoni», ecc., ma la Parola originale è la
Semenza originale e rimane valida davanti a Dio e viene predicata come ultimo
Messaggio in modo chiaro e vero. Il mio ministerio è così disposto da Dio ed
è collegato con il ministerio del fratello Branham come nessun altro sulla
terra. Solo la Parola di Dio rivelata è vincolante per tutti i figliuoli di Dio
come ultimo Messaggio. Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle
chiese!
Per una
migliore comprensione voglio dire ancora una volta che, alla mia chiamata, sono
stato incaricato di un doppio ministerio. Primo:
predicare la Parola, secondo: distribuire il Cibo spirituale. È quel che
faccio. Predico la Parola nella luce come è stata rivelata, e includo tutto
quel che Dio diede al fratello Branham, lasciando valere la Bibbia e
nient’altro come più alta istanza e ultima autorità. Non predico ancora una
volta le prediche del fratello Branham, non prendo fuori da esse alcuna
citazione per farne delle dottrine speciali. Le lascio come sono, e tutti coloro
che le ascoltano o le leggono vengono riccamente cibati e benedetti. Chi è
giusto nel suo cuore capirà tutto nel modo giusto — anche il ministerio di
cui Dio stesso mi ha incaricato. Chi però è falso nel suo spirito, capirà
tutto nel modo sbagliato. Questa è la legalità spirituale. Su questo
dovrebbero riflettere tutti, soprattutto i fratelli che pongono le enunciazioni
del fratello Branham al disopra della Bibbia e che le travisano a loro
perdizione e a perdizione degli altri facendone un proprio messaggio, come
Pietro parlò allora di uomini che hanno fatto la stessa cosa con le Sacre
Scritture e con gli esposti di Paolo (1 Piet. 3:14-18).
Per tutti
coloro che sono rimasti e rimangono nella sana dottrina, la Parola è caduta su
un terreno fertile. Chi corre dietro a interpretazioni e dottrine arbitrarie,
composte di citazioni, ma che non sono fondate sulla Bibbia, è doppiamente
ingannato. Perché solo colui che rimane nella Parola rimane veramente in Dio. “Perché
colui che Dio ha mandato dice le parole di Dio” (Giov. 3:34). La stessa
cosa concerne i servitori inviati da Lui: “Chi
ascolta voi ascolta me; chi respinge voi respinge me, e chi rifiuta me rifiuta
Colui che mi ha mandato” (Luca 10:16). Il Signore dice: “In
verità, in verità vi dico: chi riceve
colui che io avrò mandato, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha
mandato” (Giov. 13:20). Anche oggi si tratta di una diretta missione: “Come il Padre mi ha mandato, anch’io mando voi” (Giov.
20:21). La chiamata al ministerio precede la missione, come disse il fratello
Branham: «Nessuno ha il diritto di stare sul podio se non ha ricevuto un
diretto incarico come Mosè». Soltanto allora si verifica la seguente parola
della Scrittura: “Noi siamo da Dio; chi
conosce Dio ascolta noi, chi non è da Dio non ci ascolta. Da questo conosciamo
lo spirito della verità e lo spirito dell’errore” (1 Giov. 4:6).
In questo
posto desidero citare con riconoscenza che tutti coloro che, fin dal 1980,
eseguono il lavoro nel Centro Missionario, nell’ufficio, nella spedizione,
come custode, ecc., ancora oggi servono il Signore in questa sede in tutta
fedeltà. Anche voi, miei cari fratelli e sorelle in Europa e in tutto il mondo,
che camminate con il Signore e che mi avete accompagnato nel mio ministerio per
40, 30, 20, 10 anni o per quanto possa essere, in tempi buoni come in tempi
difficili, vi ringrazio di cuore. Insieme trascorreremo l’Eternità con il
nostro diletto Signore. Vi siete ricordati del ministerio e di me stesso in
tutta fedeltà nelle vostre preghiere. Secondo la Sua promessa, coloro che danno
al Signore quel che Gli appartiene sono particolarmente benedetti. Non è a un
uomo o a un’associazione che date le vostre decime e le vostre offerte, ma al
Signore nel granaio (Mal. cap. 3), affinché il Cibo spirituale possa essere
distribuito. Anche questo appartiene all’ordine divino, al quale tutti i veri
credenti ubbidiscono. I fratelli e le sorelle nei tre Paesi dove si parla il
tedesco portano il peso maggiore dell’opera missionaria. Che Dio benedica
riccamente tutti i donatori allegri e i loro doni ed Egli ricompenserà coloro
che si ricordano dell’opera Sua anche in questo modo.
Ringrazio
anche tutti i fratelli impegnati nel servizio in Europa e nel mondo intero per
la buona collaborazione. Voglia il Signore accordare in breve che la Chiesa alla
fine sia così come al principio — pienamente restaurata, appieno fornita, per
vivere tutto dopo aver adempiuto la volontà divina fino all’ultima promessa.
Adesso,
alla predicazione chiara e vera seguirà l’azione chiara e vera di Dio. Per
mezzo di una reale effusione dello Spirito l’amore di Dio sarà versato nei
nostri cuori (Rom. 5:5), e questo è l’amore per la Verità. Tramite il primo,
fervido amore, la Chiesa-Sposa diventerà uno con Cristo, il Capo, e anche un
cuore e un’anima gli uni con gli altri, e sarà battezzata tramite un unico
Spirito in un unico Corpo (1 Cor. cap. 12). Solo l’amore perfetto entra là,
cioè quello che proviene da là, dall’alto. Egli, Colui che è il Primo e
l’Ultimo, l’Alfa e l’Omega, ha redento la Sua Chiesa e l’ha fondata.
Egli la edifica e la porta a compimento per il giorno del Suo ritorno. Il meglio
viene veramente ancora alla fine del tempo della grazia. Il fratello Branham
vide già in quel tempo che, prima del rapimento, ci sarà una breve ma potente
azione soprannaturale di Dio, come è stato predetto anche nella Scrittura
(Aggeo 2:5-9; Ebrei 12:25-29 e altri).
Nella fede
possiamo proclamare la vittoria finale del Signore crocifisso e risuscitato
sopra tutta la potenza di Satana (Rom. 16:20; Col. 2:13-15). Potrebbe essere che
siamo proprio davanti a un nuovo periodo, l’ultimo. Beati tutti coloro che
percorrono in fedeltà tutta la via con il Signore fino alla fine. Insieme
crediamo ciò che la Scrittura dice: “Perché
il Signore eseguirà la sua parola sulla terra in modo rapido e definitivo”
(Rom. 9:28).
Che tutti
noi possiamo raggiungere la posizione giusta in modo che il compiacimento di Dio
possa riposare su di noi e che possiamo esclamare di tutto cuore: «Maranatha!
Vieni presto!». “Colui che attesta queste cose, dice: «Sì, vengo presto!». «Amen!
Vieni, Signore Gesù!». La grazia del Signore Gesù sia con tutti” (Apoc.
22:20-21).
Di cuore
auguro a ognuno di voi la ricca benedizione di Dio per l’anno 2001. Che tutti
noi possiamo unirci alla parola dell’apostolo e aspettarlo nella fede: “Or
a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più
di quel che domandiamo o pensiamo, a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo
Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen” (Ef. 3:20-21).
Operante
per ordine di Dio:
si fecero battezzare biblicamente nel Nome del Signore Gesù Cristo.
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