RIFLESSIONI – IL MISTERIOSO NUMERO 666

  

È difficile capire come fa la maggioranza degli ecclesiastici ad ignorare o a minimizzare lo sviluppo storico provato, a meno che essa non chiuda volontariamente gli occhi davanti alla realtà o non sia interessata a scoprire la verità. Dall’imperatore Costantino in poi — dall’inizio della Chiesa di Stato romana — lo sviluppo è stato descritto così ampiamente che non serve aggiungere altro. Dal V all’XI secolo gli imperatori stabilirono i papi, in seguito il clero si accaparrò anche questo affare.

«Per ostacolare l’influenza dell’imperatore germanico–romano e dell’aristocrazia romana della città sull’elezione del Papa, papa Niccolò II emanò al Sinodo di Pasqua 1059 un decreto sull’elezione del Papa, che pone l’elezione esclusivamente nelle mani di un collegio di cardinali» (B. Harenberg, Chronik der Menschheit, pag. 287).I papi ebbero presto la meglio sui dominatori temporali, poiché per paura dell’inferno il popolo li ascoltava. Questo però non era sufficiente e, alla fine, non erano più gli imperatori a stabilire i papi, ma i papi gli imperatori. «Roma, marzo 1075. Bolla papale. Nel cosiddetto Dictatus Papae durante il Sinodo quaresimale romano, papa Gregorio VII dichiarò il vescovo di Roma dominatore assoluto della Chiesa universale. Che solo il Papa abbia il diritto di portare delle insegne imperiali, possa deporre imperatori e sciogliere i sudditi di un principe ingiusto dall’obbligo di fedeltà e che non possa essere giudicato da nessuno» (B. Harenberg, Chronik der Menschheit, pag. 288).Quale relazione c’è tra queste posizioni di potere temporale, politico e religioso e la proclamazione dell’Evangelo di Gesù Cristo e il Regno di Dio? Tutti i dominatori, in abito civile o clericale, hanno edificato il proprio regno.

I papi vengono eletti all’alta carica da loro stessi escogitata, poi portati sulla «sedia gestatoria», e tutto il mondo guarda a loro, cerca il loro favore, la loro benevolenza, la loro mediazione. Se è stato accertato ed infallibilmente dimostrato che in questa Chiesa universale non c’è nulla che concordi con le Sacre Scritture, si deve tacere e rendersi colpevoli davanti a Dio? Qui, non sono gli uomini che appartengono a questa Chiesa universale né un Papa, buono quale uomo, ad essere rimproverati, ma l’istituzione e il sistema in sé. È giusto provare che non si tratti della più grande illusione e falsificazione — forse involontaria — nella storia dell’umanità?

Secondo il decorso biblico del tempo, ci troviamo di fronte al più grande conflitto spirituale. Da sempre, nella storia della Chiesa, ci sono stati degli uomini che si sono occupati di questa tematica. Nel suo tempo, il dott. Martin Lutero si è espresso molto duramente contro il papato; il modo grossolano col quale si è espresso non si addice a questo nostro tempo, per questo chiediamo scusa. Due mondi, quello protestante e quello cattolico, si contrapponevano in lui. Non si rese la vita facile, ma era stato chiamato da Dio a questo scopo ed elevò la sua voce secondo il modello dei profeti dell’Antico Testamento. Nella prefazione al libro del profeta Daniele, egli scrive: «… Qui è chiaramente raffigurato il Papa, che nelle sue decretali muggisce insolentemente essere ogni chiesa e ogni trono da lui giudicati, mentre egli non lo è da nessuno. E nel capitolo Solite dice che, come il sole è sopra la luna, così è il Papa sopra l’imperatore. Ma dove è la supremazia, lì è anche il potere di comandare, per cui gli altri sono obbligati all’obbedienza».

«… Se il Papa conducesse all’inferno innumerevoli anime, nessuno pensi di dovergli chiedere: che fai?

Tutto questo egli non solo lo insegna, ma anche lo esercita. Infatti imperatore non è l’imperatore, ma il Papa, cui egli è sottomesso come un servo e cui deve anche baciare i piedi, con tutti i suoi diritti. Questo lo ha annunciato anche S. Pietro (2 Pt. 2): verranno quelli che vorranno vivere secondo il loro proprio piacere e volere. Con questo chiarisce la parola di Daniele (‹quel che vuole›). Andiamo avanti.

Si solleverà e si rivolterà contro tutto quel che è Dio, proferirà insolenze contro il Dio degli dèi, ed avrà successo, finché l’ira non sia finita›.>

Il Papa dipinge sé stesso quando proclama nelle sue decretali di essere al di sopra della Sacra Scrittura, e che questa riceve il suo valore ed è confermata dalla Santa Sede. Ma molto più avanti si spinge con i fatti, in questo campo: infatti ha maledetto, dannato, bruciato come eretici e figli del demonio tutti quelli che hanno parlato contro di lui, basandosi sulla Scrittura — e ancora lo fa ogni giorno. I suoi gridano anche oggi, come sempre, che la Chiesa (del Papa) è al di sopra della Scrittura, e Daniele questo lo chiama qui ‹proferire insolenze contro il Dio degli dèi›…».

«Altri tiranni hanno perseguitato la Parola di Dio, ma per incomprensione, mentre questo lo fa scientemente, e opera come signore della Sacra Scrittura e della Parola di Dio, condannando come dottrina diabolica quello che gli pare. Si fa chiamare Dio in terra, ovvero Dio di tutti gli dèi, signore di tutti i signori, re di tutti i re. Non un mero uomo, ma mescolato con Dio, ovvero un uomo divinizzato; come Cristo stesso è Dio e uomo, così vuole essere il vicario, e si eleva ancora di più.

Dunque S. Paolo ha spiegato questo testo di Daniele in 2 Ts. 2. Si manifesterà l’uomo dei peccati e il figlio della perdizione, che si<N>innalza e si pone sopra e contro tutto quel che è chiamato e onorato come Dio. Si asside nel tempio di Dio e si mostra come Dio. Naturalmente non può elevarsi sopra l’essenza e la maestà divina, ma su quel che è chiamato, predicato, onorato come Dio, ovvero sulla Parola di Dio, sul culto divino e sul sacramento.

Infatti uomo dei peccati e figlio della perdizione non significano chi è soltanto per sé stesso peccatore e perduto personalmente, privatus, ma un publicus, ovvero chi conduce altri al peccato e alla perdizione…».

«Tale ufficio di peccato il Papa lo ha svolto in due modi. In primo luogo perché ha allestito molti nuovi culti, come più avanti risulta nei suoi Maüsim:così indulgenze, acqua santa, culto dei santi, pellegrinaggi, monachesimo, confraternite, messa, digiuni, feste, ecc. Parallelamente, sono distrutti e sviliti i giusti culti divini, come la Parola di Dio, la fede, il sacramento, ecc.

In secondo luogo ha sottomesso i Cristiani a innumerevoli leggi, e creato così dei peccati là dove Dio non ne vuole alcuno. Insomma ha insozzato col peccato quasi tutte le creature di Dio, quando e dove ha voluto: così ha reso peccato mangiare burro, uova, formaggio, latte, carne, che invece Dio ci ha dato da godere liberamente e senza peccato. Ha sporcato col peccato anche il tempo e i giorni, perché ha fatto digiunare e far festa quando e dove ha voluto, e ha reso peccato mangiare ogni sorta di cibi, compreso il caro pane, e bere, nei tempi che ha stabilito.

Ha insozzato di peccato anche i luoghi e le cose; infatti ha reso sacri in tal modo le chiese e i luoghi consacrati, che non si può più quasi nemmeno toccare pietra e legno, in particolare l’altare e le sue suppellettili. Era terribile quando un laico toccava con le mani nude il calice, la patena o il corporale. Quando li si doveva lavare, neppure una santa suora poteva farlo, ma doveva farlo prima il prete: tante leggi e peccato introducevano il calice, la patena e il corporale, e tutto quel che era consacrato. Anche le nozze, lasciate libere da Dio, erano peccato quando avvenivano nel tempo vietato. Perfino il talamo coniugale doveva essere imprigionato dal peccato, nel tempo che egli voleva».

«… E per non lasciare niente che non sia sconvolto, vuole lacerare anche la terza gerarchia di Dio, ovvero il matrimonio, che non ha solo vietato agli ecclesiastici, ma anche infamato, colmato di vergogna, disprezzato, annullato, biasimandolo come cosa impura, carnale, non divina, con la quale non si può servire Dio. Senza contare che Dio ha benedetto il matrimonio, lo chiama suo patto e gradito, e, con il perdono dei peccati, dichiara puro e onesto il talamo nuziale e non punisce il cattivo desiderio della carne in esso. Dunque l’Anticristo deve maledire quel che Dio benedice, biasimare quel che Dio loda; insomma fare tutto contro e al di sopra di Dio, distruggere e mandare in rovina.

Non proibisce il matrimonio per amore della castità, ma solo per apparenza, giacché egli vuole fare quel che gli pare, libero, non ostacolato, non sottomesso né legato ad alcuno…» (Martin Lutero, Prefazioni alla Bibbia, pagg. 74–79). Ciò che Martin Lutero ha qui esposto, non è una novità, non è stato visto soltanto dal tempo della Riforma, ma è sempre stato più o meno saputo dai veri conoscitori della Sacra Bibbia:

«Nella Chiave biblica tascabile di Büchner a questo proposito viene espresso quanto segue: ‹L’interpretazione dell’Anticristo riportata sul Papa, che era nelle Chiese protestanti più vecchie quella predominante, e che era stata ripresa dalla Chiesa riformata in Francia perfino nella sua confessione di fede… non dovrebbe essere affatto messa in conto in modo così alto ai Protestanti, perché la si incontra già molto tempo prima della Riforma, già nel IX secolo… e si ripete attraverso tutti i secoli fino a Lutero›» (O. Markmann, Endzeit, Entrückung, Antichrist, pag. 62).

Da un confronto con la Sacra Scrittura risulta chiaramente che l’intero culto è stato cambiato, tutto è stato cambiato, che non è rimasta traccia dell’originale, della “fede che è stata una volta per sempre tramandata ai santi” (Giuda vers. 3). Ad ogni emanazione di un dogma non si è tenuto conto della Parola di Dio. Per poter introdurre in modo credibile il proprio pensiero, doveva essere annullato l’originale biblico. Si hanno le prove di ciò facendo il confronto tra le Sacre Scritture e le proclamazioni autoideate, come ad esempio per il versetto: “E nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figliuol dell’uomo…” (Giov. 3:13). Malgrado le parole inequivocabili del Signore stesso, non molto tempo fa è stato proclamato in contrasto con la Parola di Dio il dogma dell’«Assunzione», il quale afferma che «Maria, dopo aver compiuto il corso della sua vita terrestre, è stata elevata corpo e anima alla gloria celeste». Non si deve dare ragione a Dio, e designare come anticristo tutte le dottrine, i dogmi e i decreti che furono proclamati dai papi, perché in assoluto contrasto (anti) con gli insegnamenti di Cristo?

L’affermazione «Chi non ha la Chiesa per Madre non ha Dio per Padre» ha intimorito la gente perché, dopotutto, l’uomo è stato creato per avere comunione con Dio. Se si insegna che la Chiesa di Roma è stata fondata da Cristo stesso e che tutti erano cattolici, compresa Maria, non si insegna la verità; l’intera storiografia lo conferma. Nei primi secoli dell’era cristiana, come già esposto in un altro capitolo di questo libro, non c’era nessuna Chiesa cattolica romana unitaria e organizzata. Il tempo postapostolico conosce diverse correnti di fede, ma non una Chiesa unitaria, quest’ultima si è formata nel tempo di Costantino. Non c’erano papi né cardinali, né altri. Purtroppo, anche le ricerche fatte dai Protestanti sui primi secoli non sono state eseguite in modo esauriente e completo, perché non si voleva o non si poteva seguire il filo di questo pensiero, e il mirare all’unità sopprimeva e sopprime il pensiero riguardante il reale sviluppo degli eventi. I Protestanti — che erano usciti nel suo tempo dalla Chiesa cattolica — oggi credono che la Chiesa di Roma sia la Chiesa di Gesù Cristo e, per questo, non si sono dati pena per lumeggiare i primi secoli. Si è parlato e si parla soltanto di divergenze e di abusi commessi nel passato.

I papi si presentano autoritariamente quali successori di Pietro, i vescovi quali successori degli apostoli, ma in realtà lo sono? Non c’è mai stata una cattedra di S. Pietro, né a Gerusalemme né a Roma, né un primato di Pietro. Al Concilio degli apostoli di Gerusalemme, era Giacomo a tenere la presidenza; infatti dopo che Pietro, Barnaba e Paolo ebbero parlato, l’apostolo Giacomo prese la parola e, sotto la guida dello Spirito Santo, ricapitolò in conformità alla Parola profetica quanto era stato trattato (Atti 15:13-21). Nel versetto 28 sta scritto: “Poiché è parso bene allo Spirito Santo e a noi…”. Dio ha preso sempre chi ha voluto, una volta l’uno e una volta l’altro. Ci furono delle situazioni in cui Pietro, Paolo o altri apostoli furono usati dal Signore, ma una preferenza, un primato non è mai esistito, non esiste e non esisterà mai. Questa credenza non ha alcun fondamento biblico.

I papi si arrogano i titoli di «Vicario di Cristo» e di «Vescovo Universale», benché la Sacra Bibbia non accenna a queste cariche inesistenti nel Regno di Dio. Pietro si riferiva a Cristo e non ad un Papa, quando scrisse: “Poiché eravate erranti come pecore; ma ora siete tornati al Pastore e Vescovo delle anime vostre” (1 Piet. 2:25). I papi si attribuiscono il titolo di «Pastore supremo», cioè di «Capo della Chiesa». Questo è impensabile, poiché sappiamo che Cristo, quale Buon Pastore, diede la Sua vita per le pecore, e che è stato dato alla Chiesa quale Capo supremo (Ef. 1:22). Come può esserci posto per un altro capo supremo? Certamente questo posto non c’è nella Chiesa di Gesù Cristo!

I papi si lasciano ossequiare da tutto il mondo con l’appellativo «Santo Padre». Sta però scritto: “E non chiamate alcuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli” (Mat. 23:9). Milioni di persone bestemmiano Dio dando ad un uomo l’appellativo che spetta unicamente a Lui solo. Dov’è dunque il «Santo Padre», si trova nei cieli o a Roma? Il Padre di tutti i figliuoli di Dio è nei cieli, santificato sia il Suo Nome.

I dignitari della Chiesa hanno dovunque i posti d’onore e si lasciano festeggiare. Che ciò sia loro concesso, perché, come sta scritto nella Sacra Bibbia, verrà anche per loro il giorno in cui grideranno ai monti e alle rocce: “Cadeteci addosso e nascondeteci dal cospetto di Colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello!” (Apoc. 6:16).

La Chiesa cattolica romana ha saputo rendere attendibile al mondo la pretesa di essere un’istituzione divina sulla terra, cioè la Chiesa fondata da Cristo stesso, l’unico strumento di salvezza. Ciò non è vero, come dimostra chiaramente la storia dei primi trecento anni della cronologia cristiana. Nessuna altra Chiesa quale istituzione è stata da Lui fondata ed è in grado di salvare. Le diverse interpretazioni dottrinali già esistenti nei primi secoli e soffocate dall’«unità forzata», sono riapparse dopo la Riforma nelle diverse correnti religiose. Ora, le varie Chiese e Comunità non ricercano più l’armonia nelle dottrine e nella pratica, ma ambiscono soltanto di raggiungere l’unione senza badare a ciò che le differenzia. In mezzo a tutto ciò, Gesù Cristo stesso edifica la Sua Chiesa. Tramite la proclamazione del Suo Evangelo, il Signore chiama fuori da ogni popolo, lingua e nazione, e fuori da tutte le Chiese e Comunità, gli uomini che ubbidiscono alla Sua voce, li porta in perfetta armonia con la Sua Parola, portando così a compimento la propria Chiesa per il giorno del Suo glorioso ritorno.

La Chiesa di Gesù Cristo non è ricca di beni terreni, non possiede né argento né oro, come disse l’apostolo Pietro (Atti 3:6), ma viene riccamente benedetta di ogni benedizione spirituale. Satana offerse a Gesù le ricchezze di questo mondo, ma il Signore le rifiutò perché sapeva che, secondo la promessa, al compimento sarebbe stato Lui il Dominatore sopra tutti i regni del mondo. Anche il papato pretende di essere dominatore fino all’estremità della terra, manifestando pure in questo il contrasto con Cristo. È certo che, senza i papi, la storia dell’umanità sarebbe proceduta diversamente, non ci sarebbero state le crociate, le guerre, le persecuzioni e i milioni di martiri. Anche la schiavitù va messa su questo conto, perché furono i cosiddetti missionari ad appianare la via ai mercanti di schiavi.

La ricchezza del Vaticano non può essere valutata neppure da esperti delle finanze. Chi visita il tesoro nella Basilica di S. Pietro, rimane senza fiato alla vista di tutto l’oro, delle pietre preziose, delle perle (Apoc. 17:4) e di tutte le altre cose preziose. Roma è una città veramente pia! Chi atterra all’aeroporto incontra subito il «Banco di Santo Spirito». La ricchezza indicibile non si trova nelle case della popolazione, ma nelle diocesi, nel Vaticano.

La Chiesa di Roma è una potenza mondiale religioso–politica che opera a tutti i livelli, specie tramite l’«Ordine dei Gesuiti» che le è completamente sottomesso. I suoi membri hanno già occupato tutte le posizioni chiave. Siedono in governi e autorità, nelle università, nell’ambito sociale, negli ospedali, negli asili infantili, nelle scuole, ecc. La loro azione e il loro zelo servono all’avanzamento della «religione di Stato» cattolico–romana, e a questo scopo vengono usati tutti i canali ufficiali. Sono consiglieri e redattori di molti testi di importanti uomini politici dell’Est e dell’Ovest. «Opus Dei» è presente dappertutto, perfino tra i Protestanti e tra i Comunisti, attenendosi sempre al suo motto: «Il fine giustifica i mezzi».

Benché la Chiesa cattolica pretenda di essere l’unica a salvare, dopo la morte i suoi membri finiscono nel purgatorio, anche se per tutta la vita sono stati partecipi di tutti i sacramenti e sono stati proclamati beati. Come può salvare questa Chiesa, se poi deve anche dire messe per i suoi morti? Nella Sacra Bibbia non sta scritto nulla a questo proposito. Nella cappella del cimitero si sente dire: «È piaciuto al Signore di prendere a Sé nella gloria il nostro fratello… (la nostra sorella…)», e questo viene scritto anche sulle lapidi: «Qui riposa in pace…» o: «Qui riposa in Dio…». Alle esequie però si scopre che non è piaciuto al Signore di prendere a Sé lo scomparso, ma che invece deve prima attraversare il purgatorio! Chiunque riflette su tutto ciò si rende conto che qualcosa non quadra.

Gesù Cristo chiese in quel tempo: “Il battesimo di Giovanni era dal cielo o dagli uomini?” (Luca 20:4). Oggi il Signore chiede: “La Riforma e tutti i risvegli successivi erano dal cielo o dagli uomini?”. In quel tempo gli scribi non poterono rispondere alla domanda. Come stanno le cose con gli scribi di questo nostro tempo? Quale risposta danno? — Nessuna! Il sangue di tutti i martiri che hanno perso la vita, affinché oggi la Sacra Bibbia potesse essere letta e le verità bibliche potessero nuovamente essere messe in luce, parlerà nel giorno del Giudizio universale contro i capi religiosi di questa nostra generazione, che ora promuovono il ritorno del mondo protestante nel grembo materno della Chiesa di Roma. Le Chiese protestanti, ma anche le Chiese e le Comunità libere sono state sedotte in modo perfetto. Se fino ad alcuni anni fa, nel Credo Niceno stavano ancora scritte le parole: «… Chiesa santa, universale e apostolica», oggi anche i Protestanti dicono: «… Chiesa santa, cattolica e apostolica».

Dal punto di vista biblico, chi è l’uomo che nello stadio di calcio di Casablanca, parla a 85.000 Musulmani e a Abidjan impartisce la sua benedizione ai feticisti, che si presenta all’Organizzazione delle Nazioni Unite a New York o al Consiglio Mondiale delle Chiese a Ginevra, al Parlamento Europeo a Strasburgo, nei Paesi scandinavi e quasi ovunque nel mondo, anche là dove la sua venuta non è desiderata?

Questa carica e il potere inerente ad essa vengono descritti in modo inconfondibile nella Sacra Bibbia, particolarmente nel libro dell’Apocalisse (Apoc. 13:17-18), e viene designata col valore numerico 666. Nel versetto 18 ci viene chiaramente detto: “… poiché è numero d’uomo; e il suo numero è 666”. Questo è il risultato del valore numerico del suo titolo scritto in latino, titolo che nessun altro porta sulla terra: «VICARIO DEL FIGLIO DI DIO»:

V  I  C  A  R  I  V S       F  I   L   I   I        D  E  I

5+1+100 . . +1+5 .       . +1+50+1+1   +500 . +1   =  666

Non è un caso che i dominatori romani hanno portato la designazione «LATINUS REX SACERDOS», ciò che significa «Re latino dei sacerdoti». La Roma pagana è diventata la Roma papale. Stranamente anche questa designazione ha il valore numerico 666.

L A T I N V S    R E X      S A C E R D O S

50. . +1 .+5 .     . . +10      . .+100 . +500 . .   =  666

Nel capitolo 17 dell’Apocalisse, questa istituzione mondiale viene simbolicamente descritta quale madre. Poiché tutta l’umanità è stata da essa sedotta, ingannata, traviata in maniera pia, è il Signore stesso che pronuncia il giudizio sulla sua sede. Nel capitolo 18 dell’Apocalisse, si legge più volte che la distruzione verrà sulla cosiddetta “città eterna” in una sola ora: “Quanto ella ha glorificato sé stessa ed ha lussureggiato, tanto datele di tormento e di cordoglio. Poiché ella dice in cuor suo: Io seggo regina e non sono vedova e non vedrò mai cordoglio; perciò in uno stesso giorno verranno le sue piaghe, mortalità e cordoglio e fame, e sarà consumata dal fuoco; poiché potente è il Signore Iddio che l’ha giudicata” (Apoc. 18:7-8). Fino ad ora ogni parola di Dio si è adempiuta nel tempo stabilito per il suo adempimento.

In base all’autorità della Parola di Dio, l’unica valida, determinante e vincolante per sempre, viene richiesto a tutti quelli che sono sinceri di credere e di sottomettersi alla Sacra Scrittura.

Quanto sta scritto non deve essere una resa dei conti polemica, perché il giudizio definitivo spetta solo a Dio, che giudicherà in base alla Sua Parola. Rimane però il fatto che, in tutto il mondo, ci sono più di 800 milioni di Cattolici — che credono tutto ciò che viene loro insegnato, senza sapere che quest’istituzione mondiale non è stata fondata da Cristo e che non è stata in nessun tempo la Chiesa di Gesù Cristo — e quasi altrettanti Protestanti, tra i quali molti desiderano sinceramente essere salvati. Queste persone confidano nel fatto che saranno salvate per l’appartenenza alla propria chiesa; non sanno di essere state tratte in inganno e se ne andranno da questa vita ingannate in eterno. Se un tale inganno avviene in una religione che non fa riferimento a Cristo, è grave, ma se avviene nel Nome di Cristo, è imperdonabile. Ciò che Dio fece dire nel giorno della fondazione della vera Chiesa di Cristo, per bocca di un apostolo da Lui chiamato, vale per sempre: “Ed avverrà che chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato” (Atti 2:21; Gioele 2:32). Evidentemente la salvezza proveniente dal Signore stesso è stata riportata su un’istituzione e le sue azioni religiose. È probabile che neanche gli ecclesiastici ne siano consapevoli.

I Protestanti pretendono di attenersi soltanto alla Sacra Scrittura, ma, in realtà, anche loro hanno messo una tradizione e una pratica accanto alla Sacra Bibbia. I Cattolici puntano su tutt’e due le cose: sulla Sacra Scrittura e sulla «Sacra Tradizione», ma ad un esame più attento, non è che alla fine troviamo soltanto una tradizione decorata con citazioni bibliche? Per quanto riguarda queste tradizioni, il Signore indirizza ai frequentatori delle cosiddette funzioni religiose l’energico «invano»: “Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini… E diceva loro ancora: Come ben sapete annullare il comandamento di Dio per osservare la tradizione vostra!” (Marco 7:7, 9). In base a questo versetto e ad altri passi, ogni attività religiosa è vana, se non viene fatta conformemente alla volontà di Dio. Vana è ogni preghiera del Rosario, ogni Ave Maria, vani sono tutti i pellegrinaggi e tutte le azioni religiose! — Tutto è vano! La volontà di Dio non viene stabilita dai papi o da altri a loro piacimento, ma è stata resa nota per iscritto nella Sacra Bibbia tramite gli apostoli e i profeti, una volta per sempre.

A questo punto, qualcuno può rimanere ancora neutrale e indifferente dopo che la verità è venuta a galla e che l’inganno è stato smascherato alla luce della Parola rivelata? Con questa rivelazione, ognuno ha ricevuto una responsabilità davanti a Dio. “Iddio dunque, passando sopra ai tempi dell’ignoranza, fa ora annunziare a tutti gli uomini che tutti, per ogni dove, abbiano a ravvedersi…” (Atti 17:30). Nessuno di coloro che hanno letto queste argomentazioni potrà avere scusanti nel giorno del Giudizio universale. La vera adorazione di Dio può provenire solo da coloro ai quali Egli si è rivelato e ha fatto conoscere la Sua Parola, il Suo Nome e la Sua volontà, cioè da persone che, per grazia, hanno fatto un’esperienza personale di salvezza.

La probabilità che la Chiesa di Roma trovi almeno il coraggio di avviare un dialogo con la verità è molto scarsa; nessuno però, dal più alto dignitario al prete o al pastore del villaggio che legge queste argomentazioni, potrà continuare ad agire con buona coscienza. Gli uomini oppressi, dominati e ingannati dalla religione, hanno il diritto che la dignità umana venga loro restituita, di poter prendere la loro decisione per Cristo e, ciò facendo, per la Verità — la Parola di Dio. Naturalmente, non si può chiedere ai neonati che vengono battezzati in una confessione religiosa se vogliono appartenere a questa Chiesa. A loro insaputa e senza il loro consenso ne vengono fatti membri. Ecco a che punto sono i diritti e la dignità dell’uomo nel XX secolo! Tutto questo è in contraddizione con la libertà di culto e non è altro che la continuazione della “cristianizzazione” iniziata più di millecinquecento anni fa. Anche le altre Chiese, protestanti e libere, si sono appropriate di questo metodo non biblico, rendendosi altrettanto colpevoli davanti a Dio. Questa è l’ora della decisione, decisione che ognuno deve prendere personalmente davanti a Dio.

Lo scopo delle nostre esposizioni è quello di dare al lettore l’informazione necessaria. Nessuno le deve accettare ciecamente, ma investighi piuttosto le Sacre Scritture e la storia, affinché si formi un giudizio, un parere personale.  

 

Sono i savi, 
che attraverso l’errore 
viaggiano verso la verità, 
quelli che perseverano nell’errore, 
sono gli stolti
”.

 


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