RIFLESSIONI
– IL MISTERIOSO NUMERO 666
È
difficile capire come fa la maggioranza degli ecclesiastici ad ignorare o a
minimizzare lo sviluppo storico provato, a meno che essa non chiuda
volontariamente gli occhi davanti alla realtà o non sia interessata a scoprire
la verità. Dall’imperatore Costantino in poi — dall’inizio della Chiesa
di Stato romana — lo sviluppo è stato descritto così ampiamente che non
serve aggiungere altro. Dal V all’XI secolo gli imperatori stabilirono i papi,
in seguito il clero si accaparrò anche questo affare.
«Per
ostacolare l’influenza dell’imperatore germanico–romano e
dell’aristocrazia romana della città sull’elezione del Papa, papa Niccolò
II emanò al Sinodo di Pasqua 1059 un decreto sull’elezione del Papa, che pone
l’elezione esclusivamente nelle mani di un collegio di cardinali» (B.
Harenberg, Chronik der Menschheit, pag. 287).I papi ebbero presto la meglio sui
dominatori temporali, poiché per paura dell’inferno il popolo li ascoltava.
Questo però non era sufficiente e, alla fine, non erano più gli imperatori a
stabilire i papi, ma i papi gli imperatori. «Roma,
marzo 1075. Bolla papale. Nel cosiddetto Dictatus
Papae durante il Sinodo quaresimale romano, papa Gregorio VII dichiarò il
vescovo di Roma dominatore assoluto della Chiesa universale. Che solo il Papa
abbia il diritto di portare delle insegne imperiali, possa deporre imperatori e
sciogliere i sudditi di un principe ingiusto dall’obbligo di fedeltà e che
non possa essere giudicato da nessuno» (B. Harenberg, Chronik der
Menschheit, pag. 288).Quale relazione c’è tra queste posizioni di potere
temporale, politico e religioso e la proclamazione dell’Evangelo di Gesù
Cristo e il Regno di Dio? Tutti i dominatori, in abito civile o clericale, hanno
edificato il proprio regno.
I papi
vengono eletti all’alta carica da loro stessi escogitata, poi portati sulla «sedia
gestatoria», e tutto il mondo guarda a loro, cerca il loro favore, la loro
benevolenza, la loro mediazione. Se è stato accertato ed infallibilmente
dimostrato che in questa Chiesa universale non c’è nulla che concordi con le
Sacre Scritture, si deve tacere e rendersi colpevoli davanti a Dio? Qui, non
sono gli uomini che appartengono a questa Chiesa universale né un Papa, buono
quale uomo, ad essere rimproverati, ma l’istituzione e il sistema in sé. È
giusto provare che non si tratti della più grande illusione e falsificazione
— forse involontaria — nella storia dell’umanità?
Secondo il
decorso biblico del tempo, ci troviamo di fronte al più grande conflitto
spirituale. Da sempre, nella storia della Chiesa, ci sono stati degli uomini che
si sono occupati di questa tematica. Nel suo tempo, il dott. Martin Lutero si è
espresso molto duramente contro il papato; il modo grossolano col quale si è
espresso non si addice a questo nostro tempo, per questo chiediamo scusa. Due
mondi, quello protestante e quello cattolico, si contrapponevano in lui. Non si
rese la vita facile, ma era stato chiamato da Dio a questo scopo ed elevò la
sua voce secondo il modello dei profeti dell’Antico Testamento. Nella
prefazione al libro del profeta Daniele, egli scrive: «…
Qui è chiaramente raffigurato il Papa, che nelle sue decretali muggisce
insolentemente essere ogni chiesa e ogni trono da lui giudicati, mentre egli non
lo è da nessuno. E nel capitolo Solite
dice che, come il sole è sopra la luna, così è il Papa sopra l’imperatore.
Ma dove è la supremazia, lì è anche il potere di comandare, per cui gli altri
sono obbligati all’obbedienza».
«… Se
il Papa conducesse all’inferno innumerevoli anime, nessuno pensi di dovergli
chiedere: che fai?
Tutto questo egli non solo lo insegna, ma anche lo esercita. Infatti
imperatore non è l’imperatore, ma il Papa, cui egli è sottomesso come un
servo e cui deve anche baciare i piedi, con tutti i suoi diritti. Questo lo ha
annunciato anche S. Pietro (2 Pt. 2): verranno quelli che vorranno vivere
secondo il loro proprio piacere e volere. Con questo chiarisce la parola di
Daniele (‹quel che vuole›). Andiamo avanti.
‹Si
solleverà e si rivolterà contro tutto quel che è Dio, proferirà insolenze
contro il Dio degli dèi, ed avrà successo, finché l’ira non sia finita›.>
Il Papa dipinge sé stesso quando proclama nelle sue decretali di essere
al di sopra della Sacra Scrittura, e che questa riceve il suo valore ed è
confermata dalla Santa Sede. Ma molto più avanti si spinge con i fatti, in
questo campo: infatti ha maledetto, dannato, bruciato come eretici e figli del
demonio tutti quelli che hanno parlato contro di lui, basandosi sulla Scrittura
— e ancora lo fa ogni giorno. I suoi gridano anche oggi, come sempre, che la
Chiesa (del Papa) è al di sopra della Scrittura, e Daniele questo lo chiama qui
‹proferire insolenze contro il Dio degli dèi›…».
«Altri
tiranni hanno perseguitato la Parola di Dio, ma per incomprensione, mentre
questo lo fa scientemente, e opera come signore della Sacra Scrittura e della
Parola di Dio, condannando come dottrina diabolica quello che gli pare. Si fa
chiamare Dio in terra, ovvero Dio di tutti gli dèi, signore di tutti i signori,
re di tutti i re. Non un mero uomo, ma mescolato con Dio, ovvero un uomo
divinizzato; come Cristo stesso è Dio e uomo, così vuole essere il vicario, e
si eleva ancora di più.
Dunque S. Paolo ha spiegato questo testo di Daniele in 2 Ts. 2. Si
manifesterà l’uomo dei peccati e il figlio della perdizione, che
si<N>innalza e si pone sopra e contro tutto quel che è chiamato e onorato
come Dio. Si asside nel tempio di Dio e si mostra come Dio. Naturalmente non può
elevarsi sopra l’essenza e la maestà divina, ma su quel che è chiamato,
predicato, onorato come Dio, ovvero sulla Parola di Dio, sul culto divino e sul
sacramento.
Infatti uomo dei peccati e figlio della perdizione non significano chi
è soltanto per sé stesso peccatore e perduto personalmente, privatus,
ma un publicus, ovvero chi conduce
altri al peccato e alla perdizione…».
«Tale
ufficio di peccato il Papa lo ha svolto in due modi. In primo luogo perché ha
allestito molti nuovi culti, come più avanti risulta nei suoi Maüsim:così indulgenze, acqua santa, culto dei santi,
pellegrinaggi, monachesimo, confraternite, messa, digiuni, feste, ecc.
Parallelamente, sono distrutti e sviliti i giusti culti divini, come la Parola
di Dio, la fede, il sacramento, ecc.
In secondo luogo ha sottomesso i Cristiani a innumerevoli leggi, e
creato così dei peccati là dove Dio non ne vuole alcuno. Insomma ha insozzato
col peccato quasi tutte le creature di Dio, quando e dove ha voluto: così ha
reso peccato mangiare burro, uova, formaggio, latte, carne, che invece Dio ci ha
dato da godere liberamente e senza peccato. Ha sporcato col peccato anche il
tempo e i giorni, perché ha fatto digiunare e far festa quando e dove ha
voluto, e ha reso peccato mangiare ogni sorta di cibi, compreso il caro pane, e
bere, nei tempi che ha stabilito.
Ha insozzato di peccato anche i luoghi e le cose; infatti ha reso sacri
in tal modo le chiese e i luoghi consacrati, che non si può più quasi nemmeno
toccare pietra e legno, in particolare l’altare e le sue suppellettili. Era
terribile quando un laico toccava con le mani nude il calice, la patena o il
corporale. Quando li si doveva lavare, neppure una santa suora poteva farlo, ma
doveva farlo prima il prete: tante leggi e peccato introducevano il calice, la
patena e il corporale, e tutto quel che era consacrato. Anche le nozze, lasciate
libere da Dio, erano peccato quando avvenivano nel tempo vietato. Perfino il
talamo coniugale doveva essere imprigionato dal peccato, nel tempo che egli
voleva».
«… E
per non lasciare niente che non sia sconvolto, vuole lacerare anche la terza
gerarchia di Dio, ovvero il matrimonio, che non ha solo vietato agli
ecclesiastici, ma anche infamato, colmato di vergogna, disprezzato, annullato,
biasimandolo come cosa impura, carnale, non divina, con la quale non si può
servire Dio. Senza contare che Dio ha benedetto il matrimonio, lo chiama suo
patto e gradito, e, con il perdono dei peccati, dichiara puro e onesto il talamo
nuziale e non punisce il cattivo desiderio della carne in esso. Dunque
l’Anticristo deve maledire quel che Dio benedice, biasimare quel che Dio loda;
insomma fare tutto contro e al di sopra di Dio, distruggere e mandare in rovina.
Non proibisce il matrimonio per amore della castità, ma solo per
apparenza, giacché egli vuole fare quel che gli pare, libero, non ostacolato,
non sottomesso né legato ad alcuno…» (Martin Lutero, Prefazioni alla
Bibbia, pagg. 74–79). Ciò che Martin Lutero ha qui esposto, non è una novità,
non è stato visto soltanto dal tempo della Riforma, ma è sempre stato più o
meno saputo dai veri conoscitori della Sacra Bibbia:
«Nella
Chiave biblica tascabile di Büchner a questo proposito viene espresso quanto
segue: ‹L’interpretazione dell’Anticristo riportata sul Papa, che era
nelle Chiese protestanti più vecchie quella predominante, e che era stata
ripresa dalla Chiesa riformata in Francia perfino nella sua confessione di
fede… non dovrebbe essere affatto messa in conto in modo così alto ai
Protestanti, perché la si incontra già molto tempo prima della Riforma, già
nel IX secolo… e si ripete attraverso tutti i secoli fino a Lutero›»
(O. Markmann, Endzeit, Entrückung, Antichrist, pag. 62).
Da un
confronto con la Sacra Scrittura risulta chiaramente che l’intero culto è
stato cambiato, tutto è stato cambiato, che non è rimasta traccia
dell’originale, della “fede che è
stata una volta per sempre tramandata ai santi” (Giuda vers. 3). Ad ogni
emanazione di un dogma non si è tenuto conto della Parola di Dio. Per poter
introdurre in modo credibile il proprio pensiero, doveva essere annullato
l’originale biblico. Si hanno le prove di ciò facendo il confronto tra le
Sacre Scritture e le proclamazioni autoideate, come ad esempio per il versetto: “E
nessuno è salito in cielo, se non colui
che è disceso dal cielo: il Figliuol dell’uomo…” (Giov. 3:13).
Malgrado le parole inequivocabili del Signore stesso, non molto tempo fa è
stato proclamato in contrasto con la Parola di Dio il dogma dell’«Assunzione»,
il quale afferma che «Maria, dopo aver compiuto il corso della sua vita
terrestre, è stata elevata corpo e anima alla gloria celeste». Non si deve
dare ragione a Dio, e designare come anticristo tutte le dottrine, i dogmi e i
decreti che furono proclamati dai papi, perché in assoluto contrasto (anti) con
gli insegnamenti di Cristo?
L’affermazione
«Chi non ha la Chiesa per Madre non ha Dio per Padre» ha intimorito la gente
perché, dopotutto, l’uomo è stato creato per avere comunione con Dio. Se si
insegna che la Chiesa di Roma è stata fondata da Cristo stesso e che tutti
erano cattolici, compresa Maria, non si insegna la verità; l’intera
storiografia lo conferma. Nei primi secoli dell’era cristiana, come già
esposto in un altro capitolo di questo libro, non c’era nessuna Chiesa
cattolica romana unitaria e organizzata. Il tempo postapostolico conosce diverse
correnti di fede, ma non una Chiesa unitaria, quest’ultima si è formata nel
tempo di Costantino. Non c’erano papi né cardinali, né altri. Purtroppo,
anche le ricerche fatte dai Protestanti sui primi secoli non sono state eseguite
in modo esauriente e completo, perché non si voleva o non si poteva seguire il
filo di questo pensiero, e il mirare all’unità sopprimeva e sopprime il
pensiero riguardante il reale sviluppo degli eventi. I Protestanti — che erano
usciti nel suo tempo dalla Chiesa cattolica — oggi credono che la Chiesa di
Roma sia la Chiesa di Gesù Cristo e, per questo, non si sono dati pena per
lumeggiare i primi secoli. Si è parlato e si parla soltanto di divergenze e di
abusi commessi nel passato.
I papi si
presentano autoritariamente quali successori di Pietro, i vescovi quali
successori degli apostoli, ma in realtà lo sono? Non c’è mai stata una
cattedra di S. Pietro, né a Gerusalemme né a Roma, né un primato di Pietro.
Al Concilio degli apostoli di Gerusalemme, era Giacomo a tenere la presidenza;
infatti dopo che Pietro, Barnaba e Paolo ebbero parlato, l’apostolo Giacomo
prese la parola e, sotto la guida dello Spirito Santo, ricapitolò in conformità
alla Parola profetica quanto era stato trattato (Atti 15:13-21). Nel versetto 28
sta scritto: “Poiché è parso bene
allo Spirito Santo e a noi…”. Dio ha preso sempre chi ha voluto, una
volta l’uno e una volta l’altro. Ci furono delle situazioni in cui Pietro,
Paolo o altri apostoli furono usati dal Signore, ma una preferenza, un primato
non è mai esistito, non esiste e non esisterà mai. Questa credenza non ha
alcun fondamento biblico.
I papi si
arrogano i titoli di «Vicario di Cristo» e di «Vescovo Universale», benché
la Sacra Bibbia non accenna a queste cariche inesistenti nel Regno di Dio.
Pietro si riferiva a Cristo e non ad un Papa, quando scrisse: “Poiché
eravate erranti come pecore; ma ora siete tornati al Pastore e Vescovo delle
anime vostre” (1 Piet. 2:25). I papi si attribuiscono il titolo di «Pastore
supremo», cioè di «Capo della Chiesa». Questo è impensabile, poiché
sappiamo che Cristo, quale Buon Pastore, diede la Sua vita per le pecore, e che
è stato dato alla Chiesa quale Capo supremo (Ef. 1:22). Come può esserci posto
per un altro capo supremo? Certamente questo posto non c’è nella Chiesa di
Gesù Cristo!
I papi si
lasciano ossequiare da tutto il mondo con l’appellativo «Santo Padre». Sta
però scritto: “E non chiamate alcuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli”
(Mat. 23:9). Milioni di persone bestemmiano Dio dando ad un uomo l’appellativo
che spetta unicamente a Lui solo. Dov’è dunque il «Santo Padre», si trova
nei cieli o a Roma? Il Padre di tutti i figliuoli di Dio è nei cieli,
santificato sia il Suo Nome.
I
dignitari della Chiesa hanno dovunque i posti d’onore e si lasciano
festeggiare. Che ciò sia loro concesso, perché, come sta scritto nella Sacra
Bibbia, verrà anche per loro il giorno in cui grideranno ai monti e alle rocce:
“Cadeteci addosso e nascondeteci dal
cospetto di Colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello!” (Apoc.
6:16).
La Chiesa
cattolica romana ha saputo rendere attendibile al mondo la pretesa di essere
un’istituzione divina sulla terra, cioè la Chiesa fondata da Cristo stesso,
l’unico strumento di salvezza. Ciò non è vero, come dimostra chiaramente la
storia dei primi trecento anni della cronologia cristiana. Nessuna altra Chiesa
quale istituzione è stata da Lui fondata ed è in grado di salvare. Le diverse
interpretazioni dottrinali già esistenti nei primi secoli e soffocate dall’«unità
forzata», sono riapparse dopo la Riforma nelle diverse correnti religiose. Ora,
le varie Chiese e Comunità non ricercano più l’armonia nelle dottrine e
nella pratica, ma ambiscono soltanto di raggiungere l’unione senza badare a ciò
che le differenzia. In mezzo a tutto ciò, Gesù Cristo stesso edifica la Sua
Chiesa. Tramite la proclamazione del Suo Evangelo, il Signore chiama fuori da
ogni popolo, lingua e nazione, e fuori da tutte le Chiese e Comunità, gli
uomini che ubbidiscono alla Sua voce, li porta in perfetta armonia con la Sua
Parola, portando così a compimento la propria Chiesa per il giorno del Suo
glorioso ritorno.
La Chiesa
di Gesù Cristo non è ricca di beni terreni, non possiede né argento né oro,
come disse l’apostolo Pietro (Atti 3:6), ma viene riccamente benedetta di ogni
benedizione spirituale. Satana offerse a Gesù le ricchezze di questo mondo, ma
il Signore le rifiutò perché sapeva che, secondo la promessa, al compimento
sarebbe stato Lui il Dominatore sopra tutti i regni del mondo. Anche il papato
pretende di essere dominatore fino all’estremità della terra, manifestando
pure in questo il contrasto con Cristo. È certo che, senza i papi, la storia
dell’umanità sarebbe proceduta diversamente, non ci sarebbero state le
crociate, le guerre, le persecuzioni e i milioni di martiri. Anche la schiavitù
va messa su questo conto, perché furono i cosiddetti missionari ad appianare la
via ai mercanti di schiavi.
La
ricchezza del Vaticano non può essere valutata neppure da esperti delle
finanze. Chi visita il tesoro nella Basilica di S. Pietro, rimane senza fiato
alla vista di tutto l’oro, delle pietre preziose, delle perle (Apoc. 17:4) e
di tutte le altre cose preziose. Roma è una città veramente pia! Chi atterra
all’aeroporto incontra subito il «Banco di Santo Spirito». La ricchezza
indicibile non si trova nelle case della popolazione, ma nelle diocesi, nel
Vaticano.
La Chiesa
di Roma è una potenza mondiale religioso–politica che opera a tutti i
livelli, specie tramite l’«Ordine dei Gesuiti» che le è completamente
sottomesso. I suoi membri hanno già occupato tutte le posizioni chiave. Siedono
in governi e autorità, nelle università, nell’ambito sociale, negli
ospedali, negli asili infantili, nelle scuole, ecc. La loro azione e il loro
zelo servono all’avanzamento della «religione di Stato» cattolico–romana,
e a questo scopo vengono usati tutti i canali ufficiali. Sono consiglieri e
redattori di molti testi di importanti uomini politici dell’Est e
dell’Ovest. «Opus Dei» è presente dappertutto, perfino tra i Protestanti e
tra i Comunisti, attenendosi sempre al suo motto: «Il fine giustifica i mezzi».
Benché la
Chiesa cattolica pretenda di essere l’unica a salvare, dopo la morte i suoi
membri finiscono nel purgatorio, anche se per tutta la vita sono stati partecipi
di tutti i sacramenti e sono stati proclamati beati. Come può salvare questa
Chiesa, se poi deve anche dire messe per i suoi morti? Nella Sacra Bibbia non
sta scritto nulla a questo proposito. Nella cappella del cimitero si sente dire:
«È piaciuto al Signore di prendere a Sé nella gloria il nostro fratello…
(la nostra sorella…)», e questo viene scritto anche sulle lapidi: «Qui
riposa in pace…» o: «Qui riposa in Dio…». Alle esequie però si scopre
che non è piaciuto al Signore di prendere a Sé lo scomparso, ma che invece
deve prima attraversare il purgatorio! Chiunque riflette su tutto ciò si rende
conto che qualcosa non quadra.
Gesù
Cristo chiese in quel tempo: “Il battesimo di Giovanni era dal cielo o dagli uomini?” (Luca
20:4). Oggi il Signore chiede: “La Riforma e tutti i risvegli successivi erano
dal cielo o dagli uomini?”. In quel tempo gli scribi non poterono rispondere
alla domanda. Come stanno le cose con gli scribi di questo nostro tempo? Quale
risposta danno? — Nessuna! Il sangue di tutti i martiri che hanno perso la
vita, affinché oggi la Sacra Bibbia potesse essere letta e le verità bibliche
potessero nuovamente essere messe in luce, parlerà nel giorno del Giudizio
universale contro i capi religiosi di questa nostra generazione, che ora
promuovono il ritorno del mondo protestante nel grembo materno della Chiesa di
Roma. Le Chiese protestanti, ma anche le Chiese e le Comunità libere sono state
sedotte in modo perfetto. Se fino ad alcuni anni fa, nel Credo Niceno stavano ancora scritte le parole: «… Chiesa santa,
universale e apostolica», oggi anche i Protestanti dicono: «… Chiesa santa,
cattolica e apostolica».
Dal punto
di vista biblico, chi è l’uomo che nello stadio di calcio di Casablanca,
parla a 85.000 Musulmani e a Abidjan impartisce la sua benedizione ai feticisti,
che si presenta all’Organizzazione delle Nazioni Unite a New York o al
Consiglio Mondiale delle Chiese a Ginevra, al Parlamento Europeo a Strasburgo,
nei Paesi scandinavi e quasi ovunque nel mondo, anche là dove la sua venuta non
è desiderata?
Questa
carica e il potere inerente ad essa vengono descritti in modo inconfondibile
nella Sacra Bibbia, particolarmente nel libro dell’Apocalisse (Apoc.
13:17-18), e viene designata col valore numerico 666. Nel versetto 18 ci viene
chiaramente detto: “… poiché è numero d’uomo; e il suo
numero è 666”. Questo è il risultato del valore numerico del suo titolo
scritto in latino, titolo che nessun altro porta sulla terra: «VICARIO DEL
FIGLIO DI DIO»:
V
I C A R I
V S F
I L I I
D E I
5+1+100 .
. +1+5 . . +1+50+1+1
+500 . +1 = 666
Non è un
caso che i dominatori romani hanno portato la designazione «LATINUS REX
SACERDOS», ciò che significa «Re latino dei sacerdoti». La Roma pagana è
diventata la Roma papale. Stranamente anche questa designazione ha il valore
numerico 666.
L A T I N
V S R E X S
A C E R D O S
50. . +1 .+5 .
. . +10 . .+100
. +500 . . = 666
Nel
capitolo 17 dell’Apocalisse, questa istituzione mondiale viene simbolicamente
descritta quale madre. Poiché tutta l’umanità è stata da essa sedotta,
ingannata, traviata in maniera pia, è il Signore stesso che pronuncia il
giudizio sulla sua sede. Nel capitolo 18 dell’Apocalisse, si legge più volte
che la distruzione verrà sulla cosiddetta “città eterna” in una sola ora: “Quanto
ella ha glorificato sé stessa ed ha lussureggiato, tanto datele di tormento e
di cordoglio. Poiché ella dice in cuor suo: Io seggo regina e non sono vedova e
non vedrò mai cordoglio; perciò in uno stesso giorno verranno le sue piaghe,
mortalità e cordoglio e fame, e sarà consumata dal fuoco; poiché potente è
il Signore Iddio che l’ha giudicata” (Apoc. 18:7-8). Fino ad ora ogni
parola di Dio si è adempiuta nel tempo stabilito per il suo adempimento.
In base
all’autorità della Parola di Dio, l’unica valida, determinante e vincolante
per sempre, viene richiesto a tutti quelli che sono sinceri di credere e di
sottomettersi alla Sacra Scrittura.
Quanto sta
scritto non deve essere una resa dei conti polemica, perché il giudizio
definitivo spetta solo a Dio, che giudicherà in base alla Sua Parola. Rimane
però il fatto che, in tutto il mondo, ci sono più di 800 milioni di Cattolici
— che credono tutto ciò che viene loro insegnato, senza sapere che
quest’istituzione mondiale non è stata fondata da Cristo e che non è stata
in nessun tempo la Chiesa di Gesù Cristo — e quasi altrettanti Protestanti,
tra i quali molti desiderano sinceramente essere salvati. Queste persone
confidano nel fatto che saranno salvate per l’appartenenza alla propria
chiesa; non sanno di essere state tratte in inganno e se ne andranno da questa
vita ingannate in eterno. Se un tale inganno avviene in una religione che non fa
riferimento a Cristo, è grave, ma se avviene nel Nome di Cristo, è
imperdonabile. Ciò che Dio fece dire nel giorno della fondazione della vera
Chiesa di Cristo, per bocca di un apostolo da Lui chiamato, vale per sempre: “Ed
avverrà che chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato”
(Atti 2:21; Gioele 2:32). Evidentemente la salvezza proveniente dal Signore
stesso è stata riportata su un’istituzione e le sue azioni religiose. È
probabile che neanche gli ecclesiastici ne siano consapevoli.
I
Protestanti pretendono di attenersi soltanto alla Sacra Scrittura, ma, in realtà,
anche loro hanno messo una tradizione e una pratica accanto alla Sacra Bibbia. I
Cattolici puntano su tutt’e due le cose: sulla Sacra Scrittura e sulla «Sacra
Tradizione», ma ad un esame più attento, non è che alla fine troviamo
soltanto una tradizione decorata con citazioni bibliche? Per quanto riguarda
queste tradizioni, il Signore indirizza ai frequentatori delle cosiddette
funzioni religiose l’energico «invano»: “Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti
di uomini… E diceva loro ancora: Come ben sapete annullare il comandamento di
Dio per osservare la tradizione vostra!” (Marco 7:7, 9). In base a questo
versetto e ad altri passi, ogni attività religiosa è vana, se non viene fatta
conformemente alla volontà di Dio. Vana è ogni preghiera del Rosario, ogni Ave
Maria, vani sono tutti i pellegrinaggi e tutte le azioni religiose! — Tutto è
vano! La volontà di Dio non viene stabilita dai papi o da altri a loro
piacimento, ma è stata resa nota per iscritto nella Sacra Bibbia tramite gli
apostoli e i profeti, una volta per sempre.
A questo
punto, qualcuno può rimanere ancora neutrale e indifferente dopo che la verità
è venuta a galla e che l’inganno è stato smascherato alla luce della Parola
rivelata? Con questa rivelazione, ognuno ha ricevuto una responsabilità davanti
a Dio. “Iddio dunque, passando sopra ai tempi dell’ignoranza, fa ora
annunziare a tutti gli uomini che tutti, per ogni dove, abbiano a ravvedersi…”
(Atti 17:30). Nessuno di coloro che hanno letto queste argomentazioni potrà
avere scusanti nel giorno del Giudizio universale. La vera adorazione di Dio può
provenire solo da coloro ai quali Egli si è rivelato e ha fatto conoscere la
Sua Parola, il Suo Nome e la Sua volontà, cioè da persone che, per grazia,
hanno fatto un’esperienza personale di salvezza.
La
probabilità che la Chiesa di Roma trovi almeno il coraggio di avviare un
dialogo con la verità è molto scarsa; nessuno però, dal più alto dignitario
al prete o al pastore del villaggio che legge queste argomentazioni, potrà
continuare ad agire con buona coscienza. Gli uomini oppressi, dominati e
ingannati dalla religione, hanno il diritto che la dignità umana venga loro
restituita, di poter prendere la loro decisione per Cristo e, ciò facendo, per
la Verità — la Parola di Dio. Naturalmente, non si può chiedere ai neonati
che vengono battezzati in una confessione religiosa se vogliono appartenere a
questa Chiesa. A loro insaputa e senza il loro consenso ne vengono fatti membri.
Ecco a che punto sono i diritti e la dignità dell’uomo nel XX secolo! Tutto
questo è in contraddizione con la libertà di culto e non è altro che la
continuazione della “cristianizzazione” iniziata più di millecinquecento
anni fa. Anche le altre Chiese, protestanti e libere, si sono appropriate di
questo metodo non biblico, rendendosi altrettanto colpevoli davanti a Dio.
Questa è l’ora della decisione, decisione che ognuno deve prendere
personalmente davanti a Dio.
Lo scopo
delle nostre esposizioni è quello di dare al lettore l’informazione
necessaria. Nessuno le deve accettare ciecamente, ma investighi piuttosto le
Sacre Scritture e la storia, affinché si formi un giudizio, un parere
personale.
“Sono
i savi,
che attraverso l’errore
viaggiano verso la verità,
quelli che
perseverano nell’errore,
sono gli stolti”.
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