L'ANGELO DEL SIGNORE

Adesso vogliamo considerare più dettagliatamente la rivelazione di Dio sotto forma visibile nell’Antico Testamento. Uno dei passi biblici più spesso fraintesi si trova in Genesi 1:26: “Poi Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine…»”. Qui Dio parla della Sua immagine e di quella di coloro che erano presenti alla creazione dell’uomo. Dalla parola: “Facciamo…” si cerca di vedere un plurale nella Deità, ma chi conosce la Bibbia sa che c’è un solo Dio. Chi legge attentamente riconosce che tutto quanto concerne Dio è scritto al singolare. Così anche la parola: “Poi Dio disse…”, oppure: “Dio creò…”. In Genesi1:27 sta scritto: “E Dio creò l’uomo a sua immagine…”. Se nella Deità ci fossero più di una persona, dovrebbe essere scritto: “E Dio creò l’uomo alla loro immagine…”. Invece sta scritto solamente che l’uomo fu creato all’immagine di Dio. Chi in questo passo biblico vede la Deità al plurale, crede a più Dèi e dimostra di non conoscere la verità sulla creazione. È noto a ciascuno che l’intero racconto della creazione si riferisce soltanto alla creazione visibile. Riguardo alla creazione del mondo degli angeli e di tutto quanto è celeste non troviamo nulla. Eppure il mondo celeste esisteva già prima che fosse creato quello terrestre, poiché è di eternità in eternità. A chi parlò dunque Dio quando disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine…”? Egli parlò a tutti gli eserciti celesti che erano scesi con Lui alla creazione.

Infatti, in Ezechiele 28:13-15, leggiamo che perfino il principe degli angeli, Lucifero, era nel giardino di Eden prima che ne venisse scaraventato fuori: “… eri in Eden il giardino di Dio; eri coperto di ogni sorta di pietre preziose… tamburi e flauti erano al tuo servizio, preparati il giorno che fosti creato. Eri un cherubino dalle ali distese, un protettore”.

Da questo possiamo vedere con chi Dio parlò quando disse: “Facciamo l’uomo…”. Come gli angeli sono in una corporeità spirituale, così anche Dio nell’Antico Testamento si è manifestato nella corporeità spirituale. Ciò avvenne sotto forma di angelo, forma che è molto somigliante a quella dell’uomo. In Ezechiele, capitolo 28, è Dio stesso che, tramite il profeta, dice quelle parole a Satana, il quale era nel re di Tiro, poiché il re stesso non era nel giardino di Eden e non era neanche un cherubino protettore. Dio ha tenuto nascosto i Suoi misteri nella Sua Parola. Quante volte il Signore ha saputo inserire il soprannaturale in una conversazione naturale! Ma chi è in grado di trovare questi preziosi tesori?

In Giobbe 38:4-7 sta scritto: “Dov’eri tu quando io fondavo la terra? Dillo, se hai tanta intelligenza. Chi ne fissò le dimensioni, se lo sai, o chi tirò sopra di essa la corda da misurare? Su che furono poggiate le sue fondamenta, o chi ne pose la pietra angolare, quando le stelle del mattino cantavano tutte insieme e tutti i figli di Dio alzavano grida di gioia?”. Qui Dio chiese a Giobbe delle cose che non poteva sapere, poiché sono in rapporto con la creazione della terra. Giobbe ascoltò in silenzio quando Dio disse: “… quando le stelle del mattino cantavano tutte insieme e tutti i figli di Dio alzavano grida di gioia”. Da Giobbe 1:6-12 e 2:1-6 vediamo che questi figli di Dio erano angeli. In base a queste parole tutta l’intera schiera degli angeli era presente quando Dio creò la terra. Essi giubilavano e si rallegravano per le opere di Dio. Così riconosciamo chiaramente a chi parlò il Signore quando disse: “Facciamo l’uomo…”.

Inoltre sta perfino scritto: “… a nostra immagine e a nostra somiglianza…”. In merito a questo voglio citare alcuni passi biblici. Dovunque il Signore è apparso in modo visibile, ciò avvenne in forma di angelo. Per questo, tale rivelazione visibile viene chiamata l’Angelo del Signore. In Genesi 16:7-14 troviamo il Signore in conversazione con Agar. Sebbene in tutto questo colloquio si parla dell’Angelo del Signore, nel versetto 13 sta scritto: “Allora Agar chiamò il nome dell’Eterno che le aveva parlato Atta-El-Roi…”. Atta-El-Roi significa «Tu sei un Dio che vede».

Qui vediamo tre designazioni per la stessa Persona: l’Angelo del Signore, il Signore e Dio. In Genesi 18:1 sta scritto: “L’Eterno apparve ad Abrahamo…”. Da questo intero capitolo vediamo che tre uomini vennero da Abrahamo, cioè due angeli e il Signore stesso. Mentre il Signore rimase con Abrahamo, i due angeli andarono a Sodoma; questo ci viene riferito in Genesi 19:1. Poi, in Genesi 22:15-18, sta scritto: “L’angelo dell’Eterno chiamò dal cielo Abrahamo una seconda volta, e disse: «Io giuro per me stesso, dice l’Eterno…»”. Anche qui vediamo che l’Angelo dell’Eterno è il Signore stesso. In Esodo3:2-7 ci viene descritta la chiamata di Mosè alla montagna di Horeb. Stiamo molto attenti al testo. Leggiamo quanto segue: “E l’angelo dell’Eterno gli apparve in una fiamma, di mezzo a un pruno… E Mosè disse: «Ora voglio andare da quella parte a vedere questa grande visione…». E l’Eterno vide ch’egli s’era scostato per andare a vedere. E Dio lo chiamò di mezzo al pruno, e disse: «Mosè! Mosè!»”.

Chi era dunque nel pruno ardente, l’Angelo del Signore, l’Eterno o Dio? Così queste tre designazioni vengono applicate a una sola e unica Persona: Dio! A nessuno verrebbe l’idea di pensare o di supporre che, nel pruno ardente, ci fossero state tre persone.

Dobbiamo fare soltanto come fece Mosè. Per sapere esattamente con chi abbiamo a che fare, non dobbiamo rimanere in lontananza, ma avvicinarci il più possibile per convincerci noi stessi. Da lontano possiamo solo supporre o indovinare. Di questo Mosè non era soddisfatto. Perciò si avvicinò il più possibile per osservare questo mistero. Anche questo avvenimento mostra che ogni rivelazione di Dio, in qualsiasi forma avvenga, ha sempre Lui quale punto centrale. Quale meraviglioso insegnamento ci è dato qui per il Nuovo Testamento! Che si parli del Figliuolo di Dio o dello Spirito di Dio, in tutto c’è Dio stesso quale punto centrale. Per vedere con occhi divini e comprendere la voce della Sua Parola dobbiamo soltanto avvicinarci il più possibile.

Nel versetto 14 dello stesso capitolo sta scritto: “Iddio disse a Mosè: «Io sono Colui che sono…». Poi disse: «Dirai così ai figliuoli d’Israele: L’Io sono mi ha mandato da voi»”. Nel Nuovo Testamento udiamo spesso l’Io sono con le stesse parole: “Io sono la via, la verità e la vita…”, ecc. Sì, in realtà è sempre lo stesso Io sono che parla. Nel Nuovo Testamento però, Egli non è in forma di angelo, ma in forma di uomo. Per noi è molto importante la parola di Esodo 23:20-21 dove Dio dice: “Ecco, io mando un angelo davanti a te per proteggerti per via… Sii guardingo in sua presenza, e ubbidisci alla sua voce; non ti ribellare a lui… poiché il mio nome è in lui”. [Altri traducono: “… poiché io sono personalmente in lui” — N.d.T.]. Quale potente chiarificazione per il Nuovo Testamento! Dio disse: “Io vi mando il mio Figliuolo”, ma in realtà Egli stesso era in questo Figliuolo. Ciò conferma la parola di 2 Corinzi 5:19: “Dio era in Cristo riconciliando il mondo con sé…”. È semplicemente meraviglioso constatare l’armonia tra l’Antico e il Nuovo Testamento. Spero che nessuno sorvoli superficialmente le meditazioni dell’Antico Testamento, altrimenti anche quelle del Nuovo Testamento gli rimarranno nascoste.

In Giudici 2:1 sta scritto: “Or l’angelo dell’Eterno… disse: «Io vi ho fatto salire dall’Egitto e vi ho condotto nel Paese… Io non romperò mai il mio patto con voi…»”. Anche qui si parla dell’Angelo del Signore, eppure sappiamo che fu Dio stesso che condusse il popolo fuori dall’Egitto con mano potente. Di certo queste parole non hanno bisogno di alcuna spiegazione. Anche Gedeone ebbe un incontro con l’Angelo del Signore. In Giudici 6:22-24 sta scritto: “Allora Gedeone vide che era l’angelo del Signore e disse: «Misero me, Signore, mio Dio, perché ho visto l’angelo del Signore faccia a faccia!»”. Come può Gedeone esclamare: “Signore, mio Dio!”, quando vede l’Angelo del Signore? Gli fu rivelato chi era Colui che gli stava dinanzi. Allora perché inciampiamo quando Toma vede in Gesù Cristo lo stesso Dio? Nel Vangelo di Giovanni vediamo che Toma, quando riconobbe veramente Gesù Cristo, esclamò: “Signore mio e Dio mio!” (Giov. 20:28). Soltanto chi è spiritualmente cieco non vede questo, e solo chi è spiritualmente sordo non l’ode. Nessuno dovrebbe essere soddisfatto con quello che dicono altre persone in merito a Gesù, ma ognuno dovrebbe convincersi personalmente e non trovare riposo prima di poter esclamare come Toma e con piena convinzione di cuore: “Signore mio e Dio mio!”. Sta scritto in Osea 12:4-6: “… e, nel suo vigore, lottò con Dio; lottò con l’angelo e restò vincitore; egli pianse e lo supplicò. A Bethel lo trovò, e quivi egli parlò con noi. Or l’Eterno è l’Iddio degli eserciti; il suo nome è l’Eterno”. Da queste parole vediamo chi è l’Angelo del Signore. È la forma sotto la quale, nell’Antico Testamento, l’Invisibile divenne visibile. Non dovrebbe allora essere degno di fede che nel Nuovo Testamento l’Invisibile divenne visibile in Gesù Cristo? Vorrei avere a disposizione abbastanza parole per poter rendere comprensibile questo grande mistero con la Sacra Scrittura in mano, cosicché ognuno potesse semplicemente comprenderlo.

In Genesi 48 si parla ancora dello stesso Giacobbe che lottò con Dio: “E benedisse Giuseppe e disse: «L’Iddio, nel cui cospetto camminarono i miei padri Abrahamo e Isacco, l’Iddio che è stato il mio pastore dacché esisto fino a questo giorno, l’angelo che mi ha liberato da ogni male…»”. Qui Dio viene chiamato Angelo e Pastore. Per terminare citeremo anche il passo biblico di Isaia: “In tutte le loro distrette egli stesso fu in distretta, e l’angelo della sua faccia li salvò; nel suo amore e nella sua longanimità ei li redense; se li tolse in ispalla, e sempre li portò nei tempi andati…” (Is. 63:9). Sebbene su questo tema potrebbero essere citati tanti altri passi, quelli già menzionati dovrebbero essere sufficienti per convincere ognuno che Dio, il Signore, nell’Antico Testamento, si rivelò sotto forma di angelo e, per questo, sta anche scritto: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza”. Dio stesso nella Sua essenza è invisibile, giacché è Spirito. Infatti in Giovanni 4:24 sta scritto che “Dio è Spirito”. Quale Spirito Egli è onnipresente, ma invisibile; infatti sta scritto in Giovanni 1:18: “Nessuno ha mai veduto Dio…”. Come nell’Antico Testamento l’Invisibile divenne visibile sotto forma di angelo, così Egli è diventato visibile nel Nuovo Testamento in Gesù Cristo, e questa rivelazione di Dio viene chiamata Figliuolo. Affinché tutti sappiano che questo Figliuolo è l’apparizione visibile del Padre, in Isaia 9:5 ci viene detto: “Sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace”. Chi può comprendere comprenda. Riconoscere Dio nella realizzazione del Suo piano di salvezza è semplicemente glorioso oltre ogni misura e solo colui a cui è dato di comprendere Dio nell’Antico Testamento ha la possibilità di vedere Dio nel Nuovo Testamento. Come il Nuovo Testamento è sorto tramite l’adempimento dell’Antico, così la rivelazione di Dio nel Nuovo Testamento è, in Gesù Cristo, l’adempimento delle profezie date nell’Antico Testamento.


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